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Stefano Barattini – Lost Values
Come un Indiana Jones della fotografia, l’artista riesce ad immergersi nelle atmosfere tetre e disadorne dei siti in completo stato di degrado e a coglierne quel poco di anima imprenditoriale rimasta. Attraverso l’uso dello strumento fotografico riesce a ridare dignità a queste realtà avvolte dall’oblio.
Comunicato stampa
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Stefano Barattini nasce a Milano, città dove vive tuttora, nel gennaio del ’58. Studia Architettura presso il politecnico di Milano e anche se non termina il suo percorso formativo, quegli anni gli lasciano in eredità quell’attrazione fatale verso l’arte e l’architettura, che ad oggi costituisce l’emblema della sua produzione fotografica.
Inizia il suo percorso artistico-fotografico a fine degli anni ‘70 con il reportage di viaggio, per poi affermarsi come fotografo di architetture (prediligendo il periodo razionalista) e guadagnandosi sul campo l’appellativo di “fotografo dell’abbandono”. La sua ultima produzione, infatti, lo vede impegnato nella documentazione delle realtà industriali abbandonate.
Stefano compie vere e proprie missioni esplorative.
Come un Indiana Jones della fotografia, riesce ad immergersi nelle atmosfere tetre e disadorne dei siti in completo stato di degrado e a coglierne quel poco di anima imprenditoriale rimasta. Attraverso l’uso dello strumento fotografico riesce a ridare dignità a queste realtà avvolte dall’oblio, riportando in luce ambienti desolati in cui un tempo la gente lavorava e viveva. E’ così che le luci e il fasto di un tempo passato tornano ad avere forma e dignità.
Scrive lo stesso Barattini: “Questi posti emanano un fascino unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi ma soprattutto di ricordi. E sono questi ricordi, queste tracce del passato, che vado a cercare e catturo con la macchina fotografica, perdendomi negli ambienti alla ricerca dell’inquadratura adatta e della luce giusta per meglio rappresentarli.
Sono una sorta di universo parallelo che vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportarlo per un momento in vita.”
BIOGRAFIA:
Stefano Barattini, classe 1958, ha iniziato a fotografare nel 1979 unendo dall’inizio la passione per la fotografia a quella per i viaggi.
Ha collaborato per quattro anni con la rivista Mototurismo raccontando con testi e foto i suoi viaggi in moto.
Dopo una pausa di riflessione ha ripreso l'attività fotografica nel 2006, periodo in cui il digitale cominciava ad apparire sulle scene, accogliendo il cambiamento con l'adozione di reflex digitali.
I viaggi sono sempre stati al centro del suo interesse, analizzando luoghi e popoli, cogliendone l’essenza attraverso la fotografia.
A partire dal 2013 ha scoperto e approfondito il mondo dei luoghi abbandonati, con particolare interesse per gli insediamenti industriali, in Italia e all’estero.
Questi luoghi rappresentano un mondo scomparso che fu, un tempo, portatore di progresso economico, benessere e valore per l’essere umano.
Insediamenti che oggi sono, purtroppo, soggetti a degrado, valori perduti a seguito di una mancata riqualificazione.
Gli studi di Architettura lo hanno da sempre portato a rappresentare i contesti urbani e il loro rapporto con l’essere umano. A questo riguardo è d'obbligo soffermarsi su un tema importante, quello delle periferie che, più di altre realtà, inducono gli abitanti ad accettare, se non addirittura subire, una sorta di convivenza con spazi non sempre a misura d’uomo.
Grande appassionato del periodo modernista e razionalista, va alla ricerca degli elementi architettonici che rappresentano forse l’ultima vera corrente stilistica di quel contesto.
Inizia il suo percorso artistico-fotografico a fine degli anni ‘70 con il reportage di viaggio, per poi affermarsi come fotografo di architetture (prediligendo il periodo razionalista) e guadagnandosi sul campo l’appellativo di “fotografo dell’abbandono”. La sua ultima produzione, infatti, lo vede impegnato nella documentazione delle realtà industriali abbandonate.
Stefano compie vere e proprie missioni esplorative.
Come un Indiana Jones della fotografia, riesce ad immergersi nelle atmosfere tetre e disadorne dei siti in completo stato di degrado e a coglierne quel poco di anima imprenditoriale rimasta. Attraverso l’uso dello strumento fotografico riesce a ridare dignità a queste realtà avvolte dall’oblio, riportando in luce ambienti desolati in cui un tempo la gente lavorava e viveva. E’ così che le luci e il fasto di un tempo passato tornano ad avere forma e dignità.
Scrive lo stesso Barattini: “Questi posti emanano un fascino unico, fatto di luci e ombre, di polvere, odori e grandi silenzi ma soprattutto di ricordi. E sono questi ricordi, queste tracce del passato, che vado a cercare e catturo con la macchina fotografica, perdendomi negli ambienti alla ricerca dell’inquadratura adatta e della luce giusta per meglio rappresentarli.
Sono una sorta di universo parallelo che vive a poca distanza da noi e che la fotografia contribuisce a riportarlo per un momento in vita.”
BIOGRAFIA:
Stefano Barattini, classe 1958, ha iniziato a fotografare nel 1979 unendo dall’inizio la passione per la fotografia a quella per i viaggi.
Ha collaborato per quattro anni con la rivista Mototurismo raccontando con testi e foto i suoi viaggi in moto.
Dopo una pausa di riflessione ha ripreso l'attività fotografica nel 2006, periodo in cui il digitale cominciava ad apparire sulle scene, accogliendo il cambiamento con l'adozione di reflex digitali.
I viaggi sono sempre stati al centro del suo interesse, analizzando luoghi e popoli, cogliendone l’essenza attraverso la fotografia.
A partire dal 2013 ha scoperto e approfondito il mondo dei luoghi abbandonati, con particolare interesse per gli insediamenti industriali, in Italia e all’estero.
Questi luoghi rappresentano un mondo scomparso che fu, un tempo, portatore di progresso economico, benessere e valore per l’essere umano.
Insediamenti che oggi sono, purtroppo, soggetti a degrado, valori perduti a seguito di una mancata riqualificazione.
Gli studi di Architettura lo hanno da sempre portato a rappresentare i contesti urbani e il loro rapporto con l’essere umano. A questo riguardo è d'obbligo soffermarsi su un tema importante, quello delle periferie che, più di altre realtà, inducono gli abitanti ad accettare, se non addirittura subire, una sorta di convivenza con spazi non sempre a misura d’uomo.
Grande appassionato del periodo modernista e razionalista, va alla ricerca degli elementi architettonici che rappresentano forse l’ultima vera corrente stilistica di quel contesto.
13
aprile 2019
Stefano Barattini – Lost Values
Dal 13 aprile al 03 maggio 2019
fotografia
Location
SHOWCASES GALLERY
Varese, Via San Martino Della Battaglia, 11, (Varese)
Varese, Via San Martino Della Battaglia, 11, (Varese)
Orario di apertura
Dal lunedi al venerdi 9.00-12.30 e 15.00 – 17.00
sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
13 Aprile 2019, ore 17:00
Autore
Curatore