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Stefano Bernardoni – Silenzi
Un percorso per immagini lungo poco più di una decina d’anni, fatto di riflessioni, di ricerca e di scoperta
Comunicato stampa
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Un percorso per immagini lungo poco più di una decina d'anni, fatto di riflessioni, di ricerca e di scoperta. Un percorso unico, personale ma cosi comune a tanti. Immagini inafferrabili, silenziose,
che vorrebbero andare oltre l'immagine stessa,
per incontrare l’inconscio di chi le ha realizzate,
ma soprattutto di chi vuole soffermarsi ad interrogarle.
Stefano Bernardoni
Biografia a cura di Fausto Raschiatore
Stefano Bernardoni nasce a Monza (MI) nel 1968, dove risiede e lavora come fotografo. La fotografia è sempre stata un riferimento importante. Da adolescente i genitori lasciavano sempre a lui il compito di registrare le gite e le vacanze estive perché gli “uscivano meglio”. Poi le prime curiosità tecniche e sperimentazioni dietro l’obbiettivo.
Dai primi anni 90 la fotografia invade completamente il suo tempo libero e dopo aver toccato ogni genere fotografico si rende presto conto che la fotografia di ricerca intimistica è quella che più lo rappresenta, fino al punto di voler controllare ogni passaggio tecnico, dallo scatto allo sviluppo del rullino fino alla stampa finale, tutto rigorosamente in bianco e nero. “Questo metodo, per quanto mi riguarda, è fondamentale nella costruzione del messaggio di un lavoro fotografico, ritengo che ogni passaggio debba essere controllato dallo stesso autore perché, come nel mio caso, anche la stampa fotografica ha una rilevanza fondamentale nella definizione del messaggio finale.”
Quello che più lo affascina in questi anni è proprio la possibilità, che il medium fotografico gli offre, di interpretare tutto ciò che gli sta davanti in un percorso intimistico legato al passato, al sogno e all’onirico.
Già in uno dei suoi primi lavori, “Arles” (1994), è riconoscibile questo approccio, forse ancora istintivo più che ricercato. Un bianco e nero pungente, dove il forte contrasto e i soggetti a volte indistinguibili e sfuggenti predominano le scene cupe e misteriose.
Caratteristiche queste, riprese e riviste nel lavoro successivo “Milano” (1996), che a tratti ricorda la Milano di Paolo Monti.
L’anno successivo fotografa i musei e le gallerie di Milano, che in questo periodo frequenta assiduamente per accrescere le proprie conoscenze sull’arte visiva.
Qui cerca di cogliere il rapporto intimo tra il fruitore e l’opera d’arte portandoli sulla stessa dimensione, come se fossero una cosa unica (Luoghi d’arte- 1997).
Nel 1999 Stefano Bernardoni cambia completamente soggetto, non più un luogo o una città, ma punta la macchina fotografica verso se stesso, cercando di analizzare alcuni stati d’animo.
Infatti, con l’aiuto di una fotocopiatrice, Stefano registra il suo volto e parti del suo corpo, deformati dal movimento durante la copia. Riportate le fotocopie su pellicola negativa, realizza le stampe immergendo le proprie dita nel chimico dello sviluppo invece che la carta direttamente, per rafforzare gli “States of mind” anche al di là dello scatto, sulla superficie della carta.
Questo lavoro è stato esposto a S.Pietroburgo nel “The City Sculpture Museum” nel novembre 2005, all’interno di un progetto riguardante l’autoritratto.
Contemporaneamente realizza “La percezione dei luoghi”, forse non diverso dal lavoro precedente, se non nello stile e nel soggetto ripreso. Infatti, qui si rafforza la consapevolezza che il mezzo fotografico è per lui unicamente uno strumento di introspezione e riflessione.
Il lavoro più recente “Soglie visive”(2000/06) racchiude un pò tutto questo con maggior forza e padronanza del mezzo. Qui “…fortunatamente Stefano Bernardoni si è sottratto ai laccioli nefasti del racconto fotografico (ossessione scolastica che distrugge innumerevoli talenti) per situare il suo discorso nell’ambito della riflessione, del pensiero, della produzione libera di immagini, immagini che non devono significare qualcosa, ma devono solo comporre il mosaico delle sensazioni umane, il labirinto della psiche e dei suoi angoli più oscuri.” (M.DeBonis)
Soglie visive è stato esposto in diversi spazi espositivi e gallerie fotografiche, qui di seguito i più importanti:
Villa Litta, Milano(2003) - Galleria OpenMind, Milano(2004) - Nagasaki Brick Hall, Nagasaki, Giappone (2005) - Underground PHOTO GALLERY, Tampere in Finlandia (2005) - Toscana Foto Festival, Massa Marittima(2006) - Red Bridge Gallery, Vologda in Russia (febbraio 2007) - Prefectural Museum of Art, Fukuoka in Giappone (aprile 2007) - Museo Anna Akhmatova, San Pietroburgo in Russia (giugno 2007) - Central Art Gallery, Ufa in Russia (novembre 2007).
Stefano non si ferma alla sola produzione fotografica, ma è anche impegnato nel promuovere e organizzare mostre ed eventi:
insieme all’ amico e fotografo piacentino Massimo Bersani cura le mostre di TerzoOcchio.Net, (www.terzoocchio.net), un associazione nata nel 2004 e presieduta da Roberto Mutti, che vive virtualmente in internet, ma realizza mostre ed eventi reali sia in Italia che all’estero, scoprendo e ricercando fotografi di qualsiasi nazionalità aventi in comune la voglia di scambiare le proprie esperienze attraverso la rete e di comunicare attraverso le proprie immagini con mostre fotografiche.
Si occupa anche di insegnamento presso scuole di fotografia a Milano.
Recentemente Stefano ha inaugurato anche una sua scuola, Bottega Immagine (www.bottegaimmagine.it). Qui Stefano realizza, con i suoi collaboratori, corsi all’interno di un teatro milanese, il teatro del Battito, dove insieme a corsi per principianti organizza workshop tematici, legati alla fotografia di ricerca e al ritratto.
A giugno del 2007 è stato invitato dalla scuola di fotografia “Fund Petersburg’s photo workshops” di San Pietroburgo, a tenere un MasterClass di una settimana avente come tematica “la fotografia come sguardo intimistico”. Inoltre per l’occasione è stata allestita anche una personale con sue fotografie al museo Anna Akhmatova.
Da gennaio 2008 sarà impegnato insieme al fotografo piacentino Massimo Bersani a fotografare nella città storica di Vologda in Russia gli artisti e la città stessa, con l’obiettivo di realizzare due mostre, entro fine anno, insieme con artisti russi, una in Italia e l’altra a Vologda come interscambio culturale tra i due Paesi.
che vorrebbero andare oltre l'immagine stessa,
per incontrare l’inconscio di chi le ha realizzate,
ma soprattutto di chi vuole soffermarsi ad interrogarle.
Stefano Bernardoni
Biografia a cura di Fausto Raschiatore
Stefano Bernardoni nasce a Monza (MI) nel 1968, dove risiede e lavora come fotografo. La fotografia è sempre stata un riferimento importante. Da adolescente i genitori lasciavano sempre a lui il compito di registrare le gite e le vacanze estive perché gli “uscivano meglio”. Poi le prime curiosità tecniche e sperimentazioni dietro l’obbiettivo.
Dai primi anni 90 la fotografia invade completamente il suo tempo libero e dopo aver toccato ogni genere fotografico si rende presto conto che la fotografia di ricerca intimistica è quella che più lo rappresenta, fino al punto di voler controllare ogni passaggio tecnico, dallo scatto allo sviluppo del rullino fino alla stampa finale, tutto rigorosamente in bianco e nero. “Questo metodo, per quanto mi riguarda, è fondamentale nella costruzione del messaggio di un lavoro fotografico, ritengo che ogni passaggio debba essere controllato dallo stesso autore perché, come nel mio caso, anche la stampa fotografica ha una rilevanza fondamentale nella definizione del messaggio finale.”
Quello che più lo affascina in questi anni è proprio la possibilità, che il medium fotografico gli offre, di interpretare tutto ciò che gli sta davanti in un percorso intimistico legato al passato, al sogno e all’onirico.
Già in uno dei suoi primi lavori, “Arles” (1994), è riconoscibile questo approccio, forse ancora istintivo più che ricercato. Un bianco e nero pungente, dove il forte contrasto e i soggetti a volte indistinguibili e sfuggenti predominano le scene cupe e misteriose.
Caratteristiche queste, riprese e riviste nel lavoro successivo “Milano” (1996), che a tratti ricorda la Milano di Paolo Monti.
L’anno successivo fotografa i musei e le gallerie di Milano, che in questo periodo frequenta assiduamente per accrescere le proprie conoscenze sull’arte visiva.
Qui cerca di cogliere il rapporto intimo tra il fruitore e l’opera d’arte portandoli sulla stessa dimensione, come se fossero una cosa unica (Luoghi d’arte- 1997).
Nel 1999 Stefano Bernardoni cambia completamente soggetto, non più un luogo o una città, ma punta la macchina fotografica verso se stesso, cercando di analizzare alcuni stati d’animo.
Infatti, con l’aiuto di una fotocopiatrice, Stefano registra il suo volto e parti del suo corpo, deformati dal movimento durante la copia. Riportate le fotocopie su pellicola negativa, realizza le stampe immergendo le proprie dita nel chimico dello sviluppo invece che la carta direttamente, per rafforzare gli “States of mind” anche al di là dello scatto, sulla superficie della carta.
Questo lavoro è stato esposto a S.Pietroburgo nel “The City Sculpture Museum” nel novembre 2005, all’interno di un progetto riguardante l’autoritratto.
Contemporaneamente realizza “La percezione dei luoghi”, forse non diverso dal lavoro precedente, se non nello stile e nel soggetto ripreso. Infatti, qui si rafforza la consapevolezza che il mezzo fotografico è per lui unicamente uno strumento di introspezione e riflessione.
Il lavoro più recente “Soglie visive”(2000/06) racchiude un pò tutto questo con maggior forza e padronanza del mezzo. Qui “…fortunatamente Stefano Bernardoni si è sottratto ai laccioli nefasti del racconto fotografico (ossessione scolastica che distrugge innumerevoli talenti) per situare il suo discorso nell’ambito della riflessione, del pensiero, della produzione libera di immagini, immagini che non devono significare qualcosa, ma devono solo comporre il mosaico delle sensazioni umane, il labirinto della psiche e dei suoi angoli più oscuri.” (M.DeBonis)
Soglie visive è stato esposto in diversi spazi espositivi e gallerie fotografiche, qui di seguito i più importanti:
Villa Litta, Milano(2003) - Galleria OpenMind, Milano(2004) - Nagasaki Brick Hall, Nagasaki, Giappone (2005) - Underground PHOTO GALLERY, Tampere in Finlandia (2005) - Toscana Foto Festival, Massa Marittima(2006) - Red Bridge Gallery, Vologda in Russia (febbraio 2007) - Prefectural Museum of Art, Fukuoka in Giappone (aprile 2007) - Museo Anna Akhmatova, San Pietroburgo in Russia (giugno 2007) - Central Art Gallery, Ufa in Russia (novembre 2007).
Stefano non si ferma alla sola produzione fotografica, ma è anche impegnato nel promuovere e organizzare mostre ed eventi:
insieme all’ amico e fotografo piacentino Massimo Bersani cura le mostre di TerzoOcchio.Net, (www.terzoocchio.net), un associazione nata nel 2004 e presieduta da Roberto Mutti, che vive virtualmente in internet, ma realizza mostre ed eventi reali sia in Italia che all’estero, scoprendo e ricercando fotografi di qualsiasi nazionalità aventi in comune la voglia di scambiare le proprie esperienze attraverso la rete e di comunicare attraverso le proprie immagini con mostre fotografiche.
Si occupa anche di insegnamento presso scuole di fotografia a Milano.
Recentemente Stefano ha inaugurato anche una sua scuola, Bottega Immagine (www.bottegaimmagine.it). Qui Stefano realizza, con i suoi collaboratori, corsi all’interno di un teatro milanese, il teatro del Battito, dove insieme a corsi per principianti organizza workshop tematici, legati alla fotografia di ricerca e al ritratto.
A giugno del 2007 è stato invitato dalla scuola di fotografia “Fund Petersburg’s photo workshops” di San Pietroburgo, a tenere un MasterClass di una settimana avente come tematica “la fotografia come sguardo intimistico”. Inoltre per l’occasione è stata allestita anche una personale con sue fotografie al museo Anna Akhmatova.
Da gennaio 2008 sarà impegnato insieme al fotografo piacentino Massimo Bersani a fotografare nella città storica di Vologda in Russia gli artisti e la città stessa, con l’obiettivo di realizzare due mostre, entro fine anno, insieme con artisti russi, una in Italia e l’altra a Vologda come interscambio culturale tra i due Paesi.
17
febbraio 2008
Stefano Bernardoni – Silenzi
Dal 17 febbraio al 02 marzo 2008
fotografia
Location
CIZANUM
Cesano Boscone, Via Dante Alighieri, 47, (Milano)
Cesano Boscone, Via Dante Alighieri, 47, (Milano)
Orario di apertura
Giovedi e Venerdi 17-19; Sabato e domenica 10,30-12,30 e 17-19
Vernissage
17 Febbraio 2008, ore 11.15
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