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Stefano Bottini fotografo d’Architettura
Stefano Bottini è fotografo d’Architettura dell’Ambiente Urbano e Industriale; i suoi scatti vanno dalla più classica inquadratura (Metafisica) a una nuova formulazione d’immagine (Surrealista) dove l’edificio, il monumento o la piazza sono riflessi in ogni cosa ne rimandi l’icona (acqua, vetro, superficie d’auto). Il suo occhio introduce lo spettatore in un mondo ove le icone principali sono sempre riconoscibili, ma l’ambientazione è in qualche modo trasformata come se lo spettatore fosse all’interno di un mondo “onirico”.
Comunicato stampa
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Stefano Bottini è fotografo d’Architettura dell’Ambiente Urbano e Industriale; i suoi scatti vanno dalla più classica inquadratura (Metafisica) a una nuova formulazione d’immagine (Surrealista) dove l’edificio, il monumento o la piazza sono riflessi in ogni cosa ne rimandi l’icona (acqua, vetro, superficie d’auto). Il suo occhio introduce lo spettatore in un mondo ove le icone principali sono sempre riconoscibili, ma l’ambientazione è in qualche modo trasformata come se lo spettatore fosse all’interno di un mondo “onirico”. In particolare nella visione Mondotondo, dove il riflesso controllato di una semisfera fornisce allo spettatore la piazza a 360° rigenerata per fornire nuova vita all’architettura stessa. I lavori esposti sono raggruppati per tipologia: Riflessi di palazzi e monumenti in città italiane, Mondotondo (riflesso su semisfera), Foro Italico, Stadio Olimpico in Roma, Stadio Franchi di Firenze, committenze.
Promossa dalla Provincia di Perugia e patrocinata da Comune di Perugia, Perugia2019, Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia, Fondazione Accademia Belle Arti “Pietro Vannucci”, Università per Stranieri di Perugia, Camera di Commercio di Perugia, rimarrà aperta dal 6 al 22 settembre. Sponsor tecnici sono Security Control e Segatori Rappresentanze.
La fotografia Metafisica
L’Architettura è stata anche definita come l’idea di scultura dello spazio, attraverso la materia, con equilibrio, funzionalità e bellezza. Inoltre, ogni spazio è contemporaneamente testimonianza di memoria e futuro. Le linee che formano il corpo dell’opera siffatta, lanciano, anche se immobili, chiari messaggi; si pensi alle arene, ai templi greci e romani, alle innumerevoli chiese sparse sul territorio italiano, agli edifici pubblici Comunali e Post-unitari. Contemporaneamente sono simboli permanenti di aggregazione, elevazione spirituale e potere esercitato in cielo e soprattutto in terra.
Tutto ciò è Metafisica, queste architetture sono imparentate con la simbologia del vivere e dell’abitare, del lavorare e del curarsi, dell’insegnare e dello stare insieme.
Ora Giorgio De Chirico, pittore e scultore massimo esponente e postulatore della Metafisica, ritrae, dopo il 1910, alcune Agorà, piazze d’Italia immaginarie; qui troviamo Architettura e Scultura, attraverso la sua pittura, intesa come base suprema delle arti; inoltre si nota, in contraddizione ma proprio per dare maggior risalto a queste, la quasi assenza della persona umana. Un concetto che poco tempo dopo il pittore Edward Hopper riprenderà e svilupperà in chiave americana con un gioco sottile di presenza e assenza.
Nei suoi lavori si trova distintamente questa filosofia metafisica e questa concezione iconica: lo stadio dei Marmi con le sue sculture, dell’Olimpico e dell’Eur in Roma; nello stadio Franchi in Firenze; nei suoi “Works” e in tutte quelle espressioni che ritraggono la figura netta dell’agorà moderna con chiese ed edifici. Qui possiamo vedere come Stefano Bottini, nelle sue foto di architetture, s’ispira alla Metafisica. Ma perché?
In primo luogo è noto che sia anche critico d'Arte e che, per esercitare questo suo impegno, studi Storia dell'Arte e dell'Architettura. Affascinato dalle forme e dalla bellezza, cerca di catturare l'anima dell'artista (Architetto, Scultore che sia), nella sua espressione progettuale, abbinata a quanto può lui stesso narrare di quella lavorazione/occupazione intelligente di spazio. Lo fa attraverso il suo Dagherrotipo moderno e il suo modo di vedere (inteso come occhio inteso come prolungamento della corteccia cerebrale).
L’idea non muore ma si propaga nel tempo, anche se un domani lontano dovesse in qualche modo essere distrutta; pensiamo all’Antica Roma, quanto oggi esiste è ben poca cosa, ma l’idea della loro arte del costruire e della loro grandezza è ben presente in noi.
Stefano Bottini è alla ricerca perenne di qualcosa che lo stimoli e che, dopo attenta perlustrazione, possa rappresentare attraverso l’immagine fotografica. Come un moderno Colombo, esplora per trovare le sue indie (forse poi si accorgerà di aver scoperto le Americhe, la più importante ”invenzione” dell’era rinascimentale); e non a caso, Pier della Francesca massimo pittore e matematico (forse il primo metafisico inconsapevole), muore nello stesso giorno (12 ottobre 1492) in cui è stata fatta la scoperta del navigatore genovese di questo Nuovo Continente.
Stefano Bottini ritrae così l'antico come il moderno per tramandare ai posteri, attraverso il suo scatto, l'idea del progettare, costruire, scolpire, del creare in senso architettonico, come forma assoluta d'arte.
La fotografia Onirica
La concezione di una realtà parallela interiore “onirica”, ovvero propria del sogno, che possiamo vedere solo immaginandola, risale alle origini della storia della filosofia. Il nostro cervello elabora delle informazioni che ci offrono la possibilità di effettuare viaggi negli universi paralleli del subconscio, senza limitazioni di sorta.
Quindi, “Onirismo” come “Surrealismo”, movimento avanguardista del Primo Novecento. I maggiori artisti di questa corrente sono René Magritte, Salvator Dalì, Max Ernst, Hans Arp, Paul Delvaux e altri minori. Il termine fu coniato nel 1917 da Apollinaire che lo utilizzò a proposito di un suo balletto. Nel 1919 Andrè Breton pubblicò un testo nel quale trovava spazio la “scrittura automatica”, incentrata sui meccanismi causali dell’inconscio spiegati da Freud. Questo, si basa sull’idea della formazione delle immagini, poetiche e figurative, il più possibile indipendenti dalle leggi della logica, dal controllo della ragione e soprattutto libere da censure. Il Surrealismo voleva dare spazio a quelle immagini che vagavano nella nostra mente, come strumenti di liberazione degli uomini dalle catene della morale e delle convenzioni correnti.
Stefano Bottini così, alla ricerca della sua libertà espressiva e con un sottile filo d’ironia, va e cerca l’icona architettonica riflessa in ogni dove, da qualsiasi superficie ne rimandi l’immagine un po’ distorta e per questo diversa dall’originale metafisica. Troviamo nel suo lavoro foto di negozi, dove mescola sapientemente gli oggetti interni con le architetture che sono riflesse nel vetro; carrozzerie d’auto, dove chiese e palazzi sembrano adagiarsi e adattare il loro profilo su quello di cofani, tetti e fiancate; Specchi d'acqua con, talvolta, alcuni oggetti che galleggiano (cicche, foglie, pezzetti di carta) ed entrano di diritto a far parte della figurazione, come testimonianza di originalità.
In tutto ciò l’immagine riflessa, come accade “normalmente”, è al contrario e genera qualche straniamento a chi osserva; al primo impatto non pare ci sia nulla di particolare; poi guardando con maggior attenzione ci si accorge delle differenze sostanziali.
L’ultima trovata di Stefano Bottini è un macchinario, denominato Mondotondo, che gli consente di ritrarre una piazza con vista a 360°, ma di riflesso, con le stesse caratteristiche di straniamento prima descritte. Un riflesso controllato ottenuto con strumenti genuini, che non hanno pretesa di misurazione, ma solo quella di presentare le icone principali di quel luogo, benché riconoscibili, modificate in posizione e forma.
Stefano Bottini ritrae così l'antico come il moderno per tramandare ai posteri, attraverso il suo scatto, l'idea del progettare, costruire, scolpire, del creare in senso architettonico, come forma assoluta d'arte.
Mondotondo, riflessi su semisfera
La staticità della piazza è forse una delle cose più consolidate che esistano in architettura. Da Piazza di Spagna in Roma a Piazza Duomo a Milano, piuttosto che Piazza dei Miracoli a Pisa è difficile pensare che possano esserci dei cambiamenti, vista anche la nostra severa legislazione in materia di beni culturali.
Così Bottini da una possibilità a queste di modificarsi attraverso un nuovo modo di fotografarle, nell’ambito però sempre della conservazione delle loro icone riconoscibili fondamentali, attraverso un riflesso su una
semisfera detto da lui “mondotondo”. Con questo meccanismo, di sua completa invenzione formato da due cavalletti sfalsati tra loro, riesce a rilanciare l’immagine dell’intorno completo con l’occhio che spazia a 360° e le immagini degli edifici, ritenuti intoccabili sino ad allora, che si allungano alla sfericità del profilo.
È un percorso quello del fotografo, che parte dall’Architettura, da sempre stimolo fondante della sua attività artistica. Ha poi compreso con l’applicazione delle sue leggi creative, che le strutture ordinarie viste attraverso un filtro, potevano farlo accedere a un mondo altro, fatto d’immagini, dove la riconoscibilità del luogo era conservata, ma il posto poteva essere diverso. Ecco che la ricerca di una nuova interpretazione architettonica dei luoghi, è fondamentale per dare nuova luce alla storia che si può in qualche modo reinterpretare, accendendo la curiosità nel cuore degli altri. In questo modo Bottini rende il passato attuale e fornisce una chiave di lettura al limite dell’onirico, del surreale che ci fa uscire dal solito luogo comune della solita vista perfetta, che non ha più nulla da dire, se non parlare della sua storia consolidata.
Da questa nuova e moderna interpretazione, Bottini abbandona i vecchi cliché e introduce lo spettatore in un mondo onirico che sa di futuro composto da immagini nuove e stimolanti.
Biografia
Stefano Bottini è Fotografo d’Architettura, dell’Ambiente Urbano, Sportivo e Industriale nonché editore e critico d’Arte. Ha pubblicato 12 libri in cinque anni oltre a numerosi calendari tra i quali: Piazze d’Italia nel Riflesso 2011 per Italiana Assicurazioni e Umbria in Mondotondo 2012 per Crediumbria. Alcune sue foto sono esposte al Museo della Ferrari in Maranello e al Museo del Calcio in Coverciano. Di seguito una sintesi della sua attività espositiva recente: nel 2008 Vittorio Sgarbi presenta, alla Triennale di Milano, libro fotografico e mostra Scarzuola il sogno ermetico di Tomaso Buzzi. Sempre nel 2008, mostra e pubblicazione Noale Metafisica, tra Medioevo e Postunitario Noale (VE) in collaborazione con la Città di Noale, oltre a una collettiva sulla Società liquida di Baumann ai Giardini della Biennale di Venezia. Nel 2009 presenta mostra e libro Riflessioni Illuminate, foto mai viste all'Archivio di Stato di Firenze. Nel 2010 presso l'Arsenale di Venezia, Tese di San Cristoforo, presenta mostra e pubblicazione Doppie visioni in acqua. Sempre nel 2010 presenta a Roma presso il Foro Italico mostra e pubblicazione Roma Stadio dei Marmi, galleria sacra dell'ideale italiano. È stato selezionato dalla Comunità Europea per la sua proposta espositiva Piazze d'Italia in Mondotondo, che ha avuto luogo nel 2011 presso la Commissione Europea in Bruxelles. Nel 2012 ancora in Bruxelles presenta la mostra personale La Città dell’Europa. Sempre nel 2012 dal Comune di Orvieto gli è stata dedicata la mostra Ossimori di Viaggio presso il Palazzo dei Sette con il libro Orvieto tra Sogno e Realtà between Dream and Reality. Sempre nel 2012 pubblica Perugia tra Sogno e Realtà between Dream and Reality. Nel 2013, su invito del pittore Franco Venanti, è alla collettiva Il Bianco e il Nero tra Pittura e Fotografia presso l’Ordine degli Architetti di Perugia.
Stefano Bottini Fotografo d’Architettura
dalla rappresentazione Metafisica a quella Onirica
Cerp Perugia dal 5 al 22 settembre 2013
hanno detto sulla sua Fotografia
Franco Federici, neurologo già docente di Creatività e Percezione
“… vi è alla fine la messa in funzione di una struttura attiva delle immagini e le dissimilitudini rappresentano un’apertura che costituisce il gioco intellettuale che Bottini intende rappresentare. L’artista, in altre, parole ha costruito l’immaginario come mestiere del fotografo d’Arte e d’Architettura, restituendo all’oggetto altre e innumerevoli possibilità espressive...”
Fabio Melelli, critico del Cinema
“… credo di vedere nelle opere di Stefano Bottini uno sguardo cinematografico vicino a quello di un regista, una sorta di storyboard della città. D’altra parte si può parlare di rimandi cinematografici, come a quelli di Michelangelo Antonioni, dove, in questo caso, lo sguardo del fotografo su arredi urbani e edifici cittadini è impostato quasi a voler escludere la presenza umana, in modo da far assumere un significato altro e assoluto allo spazio urbano. Così come altri scatti di Bottini possono essere avvicinati al lavoro cinematografico di Terry Gilliam e del suo surreale universo espressivo.”
Marco Nicoletti, storico dell’Architettura
Presso l’Archivio di Stato di Firenze alla presentazione della mostra Riflessioni Illuminate e del relativo catalogo
“Stefano Bottini va a svelare l’anima del costruito con la propria sensibilità, per intuire cosa c’è dentro, cosa nasconde lo spazio rigido delle strutture. Affida alla natura e al caso la rappresentazione delle immagini attraverso riflessi e giochi di luce, permettendo così alla stessa natura di manifestarsi rovesciando i canoni ortodossi della fotografia, consentendo a queste anime prigioniere di palesarsi.”
Vittorio Sgarbi, critico d’Arte
Presso la Triennale di Milano alla presentazione della mostra Scarzuola. Il sogno ermetico di Tomaso Buzzi e del relativo catalogo.
“[…La Scarzuola è il] luogo dell’Umbria che determina questo volume, in cui il valente Stefano Bottini guida lo svolgersi della trama originata dal Buzzi. Qui il fotografo, in modo lirico e sfuggente, ci conduce attraverso il percorso iniziatico…”
Promossa dalla Provincia di Perugia e patrocinata da Comune di Perugia, Perugia2019, Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia, Fondazione Accademia Belle Arti “Pietro Vannucci”, Università per Stranieri di Perugia, Camera di Commercio di Perugia, rimarrà aperta dal 6 al 22 settembre. Sponsor tecnici sono Security Control e Segatori Rappresentanze.
La fotografia Metafisica
L’Architettura è stata anche definita come l’idea di scultura dello spazio, attraverso la materia, con equilibrio, funzionalità e bellezza. Inoltre, ogni spazio è contemporaneamente testimonianza di memoria e futuro. Le linee che formano il corpo dell’opera siffatta, lanciano, anche se immobili, chiari messaggi; si pensi alle arene, ai templi greci e romani, alle innumerevoli chiese sparse sul territorio italiano, agli edifici pubblici Comunali e Post-unitari. Contemporaneamente sono simboli permanenti di aggregazione, elevazione spirituale e potere esercitato in cielo e soprattutto in terra.
Tutto ciò è Metafisica, queste architetture sono imparentate con la simbologia del vivere e dell’abitare, del lavorare e del curarsi, dell’insegnare e dello stare insieme.
Ora Giorgio De Chirico, pittore e scultore massimo esponente e postulatore della Metafisica, ritrae, dopo il 1910, alcune Agorà, piazze d’Italia immaginarie; qui troviamo Architettura e Scultura, attraverso la sua pittura, intesa come base suprema delle arti; inoltre si nota, in contraddizione ma proprio per dare maggior risalto a queste, la quasi assenza della persona umana. Un concetto che poco tempo dopo il pittore Edward Hopper riprenderà e svilupperà in chiave americana con un gioco sottile di presenza e assenza.
Nei suoi lavori si trova distintamente questa filosofia metafisica e questa concezione iconica: lo stadio dei Marmi con le sue sculture, dell’Olimpico e dell’Eur in Roma; nello stadio Franchi in Firenze; nei suoi “Works” e in tutte quelle espressioni che ritraggono la figura netta dell’agorà moderna con chiese ed edifici. Qui possiamo vedere come Stefano Bottini, nelle sue foto di architetture, s’ispira alla Metafisica. Ma perché?
In primo luogo è noto che sia anche critico d'Arte e che, per esercitare questo suo impegno, studi Storia dell'Arte e dell'Architettura. Affascinato dalle forme e dalla bellezza, cerca di catturare l'anima dell'artista (Architetto, Scultore che sia), nella sua espressione progettuale, abbinata a quanto può lui stesso narrare di quella lavorazione/occupazione intelligente di spazio. Lo fa attraverso il suo Dagherrotipo moderno e il suo modo di vedere (inteso come occhio inteso come prolungamento della corteccia cerebrale).
L’idea non muore ma si propaga nel tempo, anche se un domani lontano dovesse in qualche modo essere distrutta; pensiamo all’Antica Roma, quanto oggi esiste è ben poca cosa, ma l’idea della loro arte del costruire e della loro grandezza è ben presente in noi.
Stefano Bottini è alla ricerca perenne di qualcosa che lo stimoli e che, dopo attenta perlustrazione, possa rappresentare attraverso l’immagine fotografica. Come un moderno Colombo, esplora per trovare le sue indie (forse poi si accorgerà di aver scoperto le Americhe, la più importante ”invenzione” dell’era rinascimentale); e non a caso, Pier della Francesca massimo pittore e matematico (forse il primo metafisico inconsapevole), muore nello stesso giorno (12 ottobre 1492) in cui è stata fatta la scoperta del navigatore genovese di questo Nuovo Continente.
Stefano Bottini ritrae così l'antico come il moderno per tramandare ai posteri, attraverso il suo scatto, l'idea del progettare, costruire, scolpire, del creare in senso architettonico, come forma assoluta d'arte.
La fotografia Onirica
La concezione di una realtà parallela interiore “onirica”, ovvero propria del sogno, che possiamo vedere solo immaginandola, risale alle origini della storia della filosofia. Il nostro cervello elabora delle informazioni che ci offrono la possibilità di effettuare viaggi negli universi paralleli del subconscio, senza limitazioni di sorta.
Quindi, “Onirismo” come “Surrealismo”, movimento avanguardista del Primo Novecento. I maggiori artisti di questa corrente sono René Magritte, Salvator Dalì, Max Ernst, Hans Arp, Paul Delvaux e altri minori. Il termine fu coniato nel 1917 da Apollinaire che lo utilizzò a proposito di un suo balletto. Nel 1919 Andrè Breton pubblicò un testo nel quale trovava spazio la “scrittura automatica”, incentrata sui meccanismi causali dell’inconscio spiegati da Freud. Questo, si basa sull’idea della formazione delle immagini, poetiche e figurative, il più possibile indipendenti dalle leggi della logica, dal controllo della ragione e soprattutto libere da censure. Il Surrealismo voleva dare spazio a quelle immagini che vagavano nella nostra mente, come strumenti di liberazione degli uomini dalle catene della morale e delle convenzioni correnti.
Stefano Bottini così, alla ricerca della sua libertà espressiva e con un sottile filo d’ironia, va e cerca l’icona architettonica riflessa in ogni dove, da qualsiasi superficie ne rimandi l’immagine un po’ distorta e per questo diversa dall’originale metafisica. Troviamo nel suo lavoro foto di negozi, dove mescola sapientemente gli oggetti interni con le architetture che sono riflesse nel vetro; carrozzerie d’auto, dove chiese e palazzi sembrano adagiarsi e adattare il loro profilo su quello di cofani, tetti e fiancate; Specchi d'acqua con, talvolta, alcuni oggetti che galleggiano (cicche, foglie, pezzetti di carta) ed entrano di diritto a far parte della figurazione, come testimonianza di originalità.
In tutto ciò l’immagine riflessa, come accade “normalmente”, è al contrario e genera qualche straniamento a chi osserva; al primo impatto non pare ci sia nulla di particolare; poi guardando con maggior attenzione ci si accorge delle differenze sostanziali.
L’ultima trovata di Stefano Bottini è un macchinario, denominato Mondotondo, che gli consente di ritrarre una piazza con vista a 360°, ma di riflesso, con le stesse caratteristiche di straniamento prima descritte. Un riflesso controllato ottenuto con strumenti genuini, che non hanno pretesa di misurazione, ma solo quella di presentare le icone principali di quel luogo, benché riconoscibili, modificate in posizione e forma.
Stefano Bottini ritrae così l'antico come il moderno per tramandare ai posteri, attraverso il suo scatto, l'idea del progettare, costruire, scolpire, del creare in senso architettonico, come forma assoluta d'arte.
Mondotondo, riflessi su semisfera
La staticità della piazza è forse una delle cose più consolidate che esistano in architettura. Da Piazza di Spagna in Roma a Piazza Duomo a Milano, piuttosto che Piazza dei Miracoli a Pisa è difficile pensare che possano esserci dei cambiamenti, vista anche la nostra severa legislazione in materia di beni culturali.
Così Bottini da una possibilità a queste di modificarsi attraverso un nuovo modo di fotografarle, nell’ambito però sempre della conservazione delle loro icone riconoscibili fondamentali, attraverso un riflesso su una
semisfera detto da lui “mondotondo”. Con questo meccanismo, di sua completa invenzione formato da due cavalletti sfalsati tra loro, riesce a rilanciare l’immagine dell’intorno completo con l’occhio che spazia a 360° e le immagini degli edifici, ritenuti intoccabili sino ad allora, che si allungano alla sfericità del profilo.
È un percorso quello del fotografo, che parte dall’Architettura, da sempre stimolo fondante della sua attività artistica. Ha poi compreso con l’applicazione delle sue leggi creative, che le strutture ordinarie viste attraverso un filtro, potevano farlo accedere a un mondo altro, fatto d’immagini, dove la riconoscibilità del luogo era conservata, ma il posto poteva essere diverso. Ecco che la ricerca di una nuova interpretazione architettonica dei luoghi, è fondamentale per dare nuova luce alla storia che si può in qualche modo reinterpretare, accendendo la curiosità nel cuore degli altri. In questo modo Bottini rende il passato attuale e fornisce una chiave di lettura al limite dell’onirico, del surreale che ci fa uscire dal solito luogo comune della solita vista perfetta, che non ha più nulla da dire, se non parlare della sua storia consolidata.
Da questa nuova e moderna interpretazione, Bottini abbandona i vecchi cliché e introduce lo spettatore in un mondo onirico che sa di futuro composto da immagini nuove e stimolanti.
Biografia
Stefano Bottini è Fotografo d’Architettura, dell’Ambiente Urbano, Sportivo e Industriale nonché editore e critico d’Arte. Ha pubblicato 12 libri in cinque anni oltre a numerosi calendari tra i quali: Piazze d’Italia nel Riflesso 2011 per Italiana Assicurazioni e Umbria in Mondotondo 2012 per Crediumbria. Alcune sue foto sono esposte al Museo della Ferrari in Maranello e al Museo del Calcio in Coverciano. Di seguito una sintesi della sua attività espositiva recente: nel 2008 Vittorio Sgarbi presenta, alla Triennale di Milano, libro fotografico e mostra Scarzuola il sogno ermetico di Tomaso Buzzi. Sempre nel 2008, mostra e pubblicazione Noale Metafisica, tra Medioevo e Postunitario Noale (VE) in collaborazione con la Città di Noale, oltre a una collettiva sulla Società liquida di Baumann ai Giardini della Biennale di Venezia. Nel 2009 presenta mostra e libro Riflessioni Illuminate, foto mai viste all'Archivio di Stato di Firenze. Nel 2010 presso l'Arsenale di Venezia, Tese di San Cristoforo, presenta mostra e pubblicazione Doppie visioni in acqua. Sempre nel 2010 presenta a Roma presso il Foro Italico mostra e pubblicazione Roma Stadio dei Marmi, galleria sacra dell'ideale italiano. È stato selezionato dalla Comunità Europea per la sua proposta espositiva Piazze d'Italia in Mondotondo, che ha avuto luogo nel 2011 presso la Commissione Europea in Bruxelles. Nel 2012 ancora in Bruxelles presenta la mostra personale La Città dell’Europa. Sempre nel 2012 dal Comune di Orvieto gli è stata dedicata la mostra Ossimori di Viaggio presso il Palazzo dei Sette con il libro Orvieto tra Sogno e Realtà between Dream and Reality. Sempre nel 2012 pubblica Perugia tra Sogno e Realtà between Dream and Reality. Nel 2013, su invito del pittore Franco Venanti, è alla collettiva Il Bianco e il Nero tra Pittura e Fotografia presso l’Ordine degli Architetti di Perugia.
Stefano Bottini Fotografo d’Architettura
dalla rappresentazione Metafisica a quella Onirica
Cerp Perugia dal 5 al 22 settembre 2013
hanno detto sulla sua Fotografia
Franco Federici, neurologo già docente di Creatività e Percezione
“… vi è alla fine la messa in funzione di una struttura attiva delle immagini e le dissimilitudini rappresentano un’apertura che costituisce il gioco intellettuale che Bottini intende rappresentare. L’artista, in altre, parole ha costruito l’immaginario come mestiere del fotografo d’Arte e d’Architettura, restituendo all’oggetto altre e innumerevoli possibilità espressive...”
Fabio Melelli, critico del Cinema
“… credo di vedere nelle opere di Stefano Bottini uno sguardo cinematografico vicino a quello di un regista, una sorta di storyboard della città. D’altra parte si può parlare di rimandi cinematografici, come a quelli di Michelangelo Antonioni, dove, in questo caso, lo sguardo del fotografo su arredi urbani e edifici cittadini è impostato quasi a voler escludere la presenza umana, in modo da far assumere un significato altro e assoluto allo spazio urbano. Così come altri scatti di Bottini possono essere avvicinati al lavoro cinematografico di Terry Gilliam e del suo surreale universo espressivo.”
Marco Nicoletti, storico dell’Architettura
Presso l’Archivio di Stato di Firenze alla presentazione della mostra Riflessioni Illuminate e del relativo catalogo
“Stefano Bottini va a svelare l’anima del costruito con la propria sensibilità, per intuire cosa c’è dentro, cosa nasconde lo spazio rigido delle strutture. Affida alla natura e al caso la rappresentazione delle immagini attraverso riflessi e giochi di luce, permettendo così alla stessa natura di manifestarsi rovesciando i canoni ortodossi della fotografia, consentendo a queste anime prigioniere di palesarsi.”
Vittorio Sgarbi, critico d’Arte
Presso la Triennale di Milano alla presentazione della mostra Scarzuola. Il sogno ermetico di Tomaso Buzzi e del relativo catalogo.
“[…La Scarzuola è il] luogo dell’Umbria che determina questo volume, in cui il valente Stefano Bottini guida lo svolgersi della trama originata dal Buzzi. Qui il fotografo, in modo lirico e sfuggente, ci conduce attraverso il percorso iniziatico…”
05
settembre 2013
Stefano Bottini fotografo d’Architettura
Dal 05 al 22 settembre 2013
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CERP – CENTRO ESPOSITIVO ROCCA PAOLINA
Perugia, Piazza Italia, 11, (Perugia)
Perugia, Piazza Italia, 11, (Perugia)
Orario di apertura
da Martedì a Domenica 10.00 - 13.00 16.00 - 19.30
Vernissage
5 Settembre 2013, h 18
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