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Stefano Capuzzi – Somma e differenza
Fabio Paris Art Gallery è lieta di presentare Somma e differenza, la seconda personale di Stefano Capuzzi negli spazi della galleria. La mostra affianca gli sviluppi recenti della ricerca pittorica dell’artista bresciano a una nuova, imprevedibile deriva scultorea.
Comunicato stampa
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Fabio Paris Art Gallery è lieta di presentare Somma e differenza, la seconda personale di Stefano Capuzzi negli spazi della galleria. La mostra affianca gli sviluppi recenti della ricerca pittorica dell'artista bresciano a una nuova, imprevedibile deriva scultorea, incarnata dai “fiori” sintetici della serie Eppure (2010); e raccoglie entrambi all'insegna di una tematica – quella, appunto, dell'addizione e della sottrazione – che riflette non solo la metodologia di lavoro di Capuzzi, ma anche le questioni che gli stanno più a cuore: quelle dell'incontro tra la materialità della pittura e la natura liquida e sfuggente del digitale, tra l'horror vacui e una volontà irriducibile di semplificazione, tra l'ordine del suo metodo e le suggestioni destrutturanti dei suoi riferimenti culturali, dalla musica dodecafonica alla letteratura postmoderna; ma soprattutto, tra la complessità della vita contemporanea e il rigore progettuale del modernismo, che per lui non è altro che il tentativo di ricostruire il mondo “per via di levare”, facendone emergere le strutture profonde.
La ricerca pittorica di Capuzzi si sviluppa solitamente in due fasi. La prima si svolge davanti al computer, e consiste in un lavoro di scavo dentro a un'immagine fotografica, di cui l'artista riporta in superficie le strutture profonde attraverso un lavoro di manipolazione e di vettorializzazione paragonabile, per certi versi, al frottage surrealista o al décollage degli anni Sessanta. Trasformata in una trama complessa e stratificata, che prevede sovrapposizioni e trasparenze, pattern astratti e l'improvviso riemergere di una forma riconoscibile, l'immagine viene trasferita su tela come stampa digitale. Su di essa, Capuzzi interviene con la pittura, procedendo questa volta per aggiunte, interventi fantasiosi e imprevedibili. Questo processo, tuttavia, da vita a un risultato fortemente unitario, in cui i diversi interventi sono distinguibili solo a un'analisi approfondita. Nei suoi ultimi lavori, Capuzzi introduce però un'ulteriore variante, affiancando al rigore lineare e alla flatness della grafica vettoriale le imperfezioni e la profondità della grafica bitmap, spesso orchestrata a bassa risoluzione.
Questo gioco ininterrotto tra metodo e libertà creativa, ordine e caos si rinnova nelle sculture, “fiori” che Capuzzi realizza montando, in alcune delle infinite possibili combinazioni, fogli di policarbonato tagliati in tre formati diversi derivati per deformazione da un unica forma e dipinti a mano con colori brillanti. Belli e perversi, questi “fiori” sono un ulteriore esito dell' interesse di Capuzzi per l'arte combinatoria e del suo dialogo a distanza con il minimalismo. Solo apparentemente contraddetto, questo grande capitolo della scultura contemporanea è per Capuzzi un riferimento obbligato, per le sue ricerche sulla serialità (Sol LeWitt) e sul senso “antiformalista” della piega (Robert Morris), che reintroduce la complessità nell'ordine, l'imprevedibilità dell'organico nella geometria dell'inorganico.
La ricerca pittorica di Capuzzi si sviluppa solitamente in due fasi. La prima si svolge davanti al computer, e consiste in un lavoro di scavo dentro a un'immagine fotografica, di cui l'artista riporta in superficie le strutture profonde attraverso un lavoro di manipolazione e di vettorializzazione paragonabile, per certi versi, al frottage surrealista o al décollage degli anni Sessanta. Trasformata in una trama complessa e stratificata, che prevede sovrapposizioni e trasparenze, pattern astratti e l'improvviso riemergere di una forma riconoscibile, l'immagine viene trasferita su tela come stampa digitale. Su di essa, Capuzzi interviene con la pittura, procedendo questa volta per aggiunte, interventi fantasiosi e imprevedibili. Questo processo, tuttavia, da vita a un risultato fortemente unitario, in cui i diversi interventi sono distinguibili solo a un'analisi approfondita. Nei suoi ultimi lavori, Capuzzi introduce però un'ulteriore variante, affiancando al rigore lineare e alla flatness della grafica vettoriale le imperfezioni e la profondità della grafica bitmap, spesso orchestrata a bassa risoluzione.
Questo gioco ininterrotto tra metodo e libertà creativa, ordine e caos si rinnova nelle sculture, “fiori” che Capuzzi realizza montando, in alcune delle infinite possibili combinazioni, fogli di policarbonato tagliati in tre formati diversi derivati per deformazione da un unica forma e dipinti a mano con colori brillanti. Belli e perversi, questi “fiori” sono un ulteriore esito dell' interesse di Capuzzi per l'arte combinatoria e del suo dialogo a distanza con il minimalismo. Solo apparentemente contraddetto, questo grande capitolo della scultura contemporanea è per Capuzzi un riferimento obbligato, per le sue ricerche sulla serialità (Sol LeWitt) e sul senso “antiformalista” della piega (Robert Morris), che reintroduce la complessità nell'ordine, l'imprevedibilità dell'organico nella geometria dell'inorganico.
27
novembre 2010
Stefano Capuzzi – Somma e differenza
Dal 27 novembre 2010 al 14 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
FABIO PARIS ART GALLERY
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Orario di apertura
ore 15,00-19,00 tutti i giorni escluso festivi
Vernissage
27 Novembre 2010, ore 18.00
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