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Stefano David – Metropolis
Nell’ambito della X edizione di FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, la Galleria Fondaco in via degli Zingari 37 a Roma, presenta Metropolis, una selezione di 15 fotografie riprese in multiesposizione del lavoro che Stefano David conduce dal 2005 sull’area della Tangenziale Est di Roma.
Comunicato stampa
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Metropolis, con 15 fotografie selezionate dalla serie omonima di Stefano David, racconta della città e del suo divenire, di una strada e di una zona di Roma, quella della Tangenziale Est, che percorsa e ripercorsa, è sempre la stessa ma è diversa ogni volta e, nella sua ripetizione, crea nuove realtà, diverse, immaginifiche, oniriche, reali e irreali al tempo stesso. Come nel film di Fritz Lang, dove è essenziale la composizione dell'inquadratura, che crea un vero e proprio universo visionario senza ostacolare la narrazione della storia, così Metropolis di David racconta la complessità della città, a partire dalle contraddizioni che la caratterizzano e la attraversano. E l’associazione tra le foto di David e il capolavoro di Lang non riguarda solo il carattere evocativo e visionario delle immagini, anche la tecnica - l’impiego delle multiesposizioni in ripresa - nel 1927 un’assoluta innovazione – creano nelle foto, come nel film, astrazioni visionarie evocando realtà e spazi fuori dal tempo.
Tutte le fotografie sono multiesposizioni in ripresa, realizzate in analogico, con pellicola in bianco e nero, stampate ai sali d’argento su carta baritata.
"… Di Stefano David, romano, classe 1970, possiamo dire che si tratta di un fotografo dotato di una qualità rara. Le sue immagini non vedono, ma sentono la luce. Soltanto con questa premessa è possibile accostarsi a Metropolis, il progetto sulla città che David sta portando avanti dal 2005, scegliendo Roma – teatro niente affatto virtuale di un nuovo capolavoro di Fritz Lang – come soggetto di un ritratto ambientale eseguito nei termini di lunga durata propri del reportage. Le immagini di David sentono la luce perché, nel catturarla, non si muovono nei luoghi-simbolo di Roma – «simbolo», oramai, soltanto di un vecchio modo di stampare cartoline turistiche e di vedere le cose. Ma lasciando al consumo di memorabilia storiografiche la cupola di San Pietro, il Colosseo e la Lupa Capitolina, puntano con decisione verso il vero monumento alla contemporaneità romana: i quartieri San Lorenzo, Casilino e Prenestino nella loro intersezione con l’arteria ad alto scorrimento da cui sono sovrastati, la famigerata Tangenziale. …" e ancora "… sbaglierebbe di grosso chi, accostandosi alla multiesposizione di Metropolis, interpretasse la scelta di una simile tecnica come generico omaggio alla teoria del caos, come un tributo pagato alla divinità laica del post-modernismo. Al contrario, artisticamente parlando nel lavoro di Stefano David c’è quello stesso, rigoroso ritorno all’ordine proprio del grande romanzo ottocentesco: una volontà di oltrepassare l’era del concettuale per tornare a confrontarsi con il saper fare. Ed è una porta sottile – precisamente il punctum delle fotografie di David – quella attraverso la quale l’indistinta continuità del reale urbano finisce per produrre senso grazie a una tecnica ormai antica come quella che porta i sali d’argento a impressionare la carta baritata." (Cristiano Armati, ottobre 2011)
Tutte le fotografie sono multiesposizioni in ripresa, realizzate in analogico, con pellicola in bianco e nero, stampate ai sali d’argento su carta baritata.
"… Di Stefano David, romano, classe 1970, possiamo dire che si tratta di un fotografo dotato di una qualità rara. Le sue immagini non vedono, ma sentono la luce. Soltanto con questa premessa è possibile accostarsi a Metropolis, il progetto sulla città che David sta portando avanti dal 2005, scegliendo Roma – teatro niente affatto virtuale di un nuovo capolavoro di Fritz Lang – come soggetto di un ritratto ambientale eseguito nei termini di lunga durata propri del reportage. Le immagini di David sentono la luce perché, nel catturarla, non si muovono nei luoghi-simbolo di Roma – «simbolo», oramai, soltanto di un vecchio modo di stampare cartoline turistiche e di vedere le cose. Ma lasciando al consumo di memorabilia storiografiche la cupola di San Pietro, il Colosseo e la Lupa Capitolina, puntano con decisione verso il vero monumento alla contemporaneità romana: i quartieri San Lorenzo, Casilino e Prenestino nella loro intersezione con l’arteria ad alto scorrimento da cui sono sovrastati, la famigerata Tangenziale. …" e ancora "… sbaglierebbe di grosso chi, accostandosi alla multiesposizione di Metropolis, interpretasse la scelta di una simile tecnica come generico omaggio alla teoria del caos, come un tributo pagato alla divinità laica del post-modernismo. Al contrario, artisticamente parlando nel lavoro di Stefano David c’è quello stesso, rigoroso ritorno all’ordine proprio del grande romanzo ottocentesco: una volontà di oltrepassare l’era del concettuale per tornare a confrontarsi con il saper fare. Ed è una porta sottile – precisamente il punctum delle fotografie di David – quella attraverso la quale l’indistinta continuità del reale urbano finisce per produrre senso grazie a una tecnica ormai antica come quella che porta i sali d’argento a impressionare la carta baritata." (Cristiano Armati, ottobre 2011)
12
ottobre 2011
Stefano David – Metropolis
Dal 12 al 25 ottobre 2011
fotografia
Location
GALLERIA FONDACO
Roma, Via Degli Zingari, 37, (Roma)
Roma, Via Degli Zingari, 37, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10.00-13.30 e 16.00-19.00
sabato 10.00-13.30 pomeriggio su appuntamento
Vernissage
12 Ottobre 2011, ore 18.00
Autore
Curatore