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Stefano David / Roberto Saletti – Reazione (C)
Per celebrare e rendere omaggio alla fotografia, Stefano David e Roberto Saletti propongono una installazione che si può definire come una performance fotografica, perché racchiude in sé un aspetto attivo e interattivo ed uno più squisitamente espositivo e rappresentativo
Comunicato stampa
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La Galleria 12/13 in linea con il percorso espositivo intrapreso propone nuovamente una mostra fotografica.
Per celebrare e rendere omaggio a questa straordinaria tecnica e forma artistica nel contempo, Stefano David e Roberto Saletti propongono una installazione che potremmo definire come una performance fotografica, perché racchiude in sé un aspetto attivo e interattivo ed uno più squisitamente espositivo e rappresentativo.
Il progetto è quello di allestire una vera e propria camera oscura accanto ad una sorta di set fotografico dai confini mobili. Il pubblico sarà invitato a diventare protagonista di uno scatto da uno dei due fotografi presenti in galleria nei giorni precedenti la performance.
Il giorno dell’inaugurazione la camera oscura sarà accessibile al pubblico, che avrà così la possibilità di vedere come i due artisti, utilizzando diverse modalità e tecniche di stampa, fisseranno su carta le immagini catturate dall’obiettivo; le fotografie, divenute ormai oggetto tangibile e fruibile, saranno esposte in uno spazio preposto. Vedi info Galleria 12/13.
Si tratta di una performance che vuole appunto celebrare la fotografia analogica nella sua complessità e nella sua interezza, illustrandone le diverse fasi di creazione e rinunciando a presentarla solo nei suoi aspetti più noti, vale a dire esclusivamente sotto forma di prodotto finito.
L’istallazione permetterà al pubblico di godere una volta in più del mistero della stampa fotografica, e in taluni casi forse anche di gettare uno sguardo per la prima volta su quella magia che è necessaria ma spesso mai osservata, la magia che porta un volto reale, di carne e ossa, a trasformarsi in luce, pellicola, ancora luce e infine immagine fotografica su carta.
Lo spettatore sara’ cosi’ parte interattiva della performance e quindi in grado di esprimere la visione – come osservazione di fenomeni fisici e chimici che portano la materia a modificarsi e moltiplicarsi e perché insita alla fotografia considerata come disciplina artistica – il viaggio – nel passato e nel futuro attraverso il contatto diretto con la sostanza della fotografia analogica – e la scoperta, attraverso il set, la camera oscura e la successiva esposizione dell’opera/risultato, dei procedimenti che negli ultimi due secoli hanno cambiato la storia dell’arte e la nostra percezione del mondo.
I fotografi Stefano David e Roberto Saletti aprono al pubblico i segreti della chambre noire, offrendo l'opportunità di posare come soggetti, assistere al (-intervenire nel-) processo di stampa, vedere la propria immagine stampata ed avvicinare così quel mondo misterioso fatto di vasche, liquidi e luce rossa.
“Un mestiere "al-chemico" che trasforma il "piombo" della pellicola in bellezza, denuncia, orrore, traccia, messaggio, immagini ogni volta uniche e irripetibili come la reazione che le mette al mondo, un incontro di luce, acqua, carta e maestria destinato a durare nel tempo”.
A cura di:Maria Rosaria Basileo.
Stefano David nasce a Roma nel dicembre del 1970. Da sempre attratto dalle arti visive, è verso la fine degli anni novanta che viene conquistato dalla fotografia, decide quindi di dedicarsi al suo studio e la sceglie come mezzo espressivo principe.
Si diploma come fotografo all’Istituto di Scienza e Tecnica di Roma, dove acquisisce anche le tecniche tradizionali di sviluppo e stampa in bianco e nero, e negli anni si dedica sempre più assiduamente alla pratica creativa fotografica, sua grande passione.
Negli anni lavora inoltre come ritrattista per numerosi attori di teatro e come fotografo di scena per cortometraggi e medio metraggi.
La sua ricerca artistica, incentrata sulla fotografia analogica in bianco e nero, oltre che diverse gallerie italiane, come la Galleria Santa Cecilia a Roma, e in occasione di eventi come il Festival della Creatività a Firenze, e pubblicato su alcune riviste internazionali di settore.
Da questa collezione di scatti, il cui soggetto è il paesaggio urbano, emerge un’immagine convulsa fatta di multi esposizioni in ripresa e incastri in cui gli elementi della forma urbana vengono destrutturati per poi essere ridistribuiti in frammenti ad alta carica visionaria. La città viene fatta a pezzi e poi rimontata a piacimento, immagini che appaiono e in un attimo spariscono.
Roberto Saletti (1969) vive e lavora a Roma dove prosegue la sua ricerca artistica. Ha realizzato mostre ed eventi in Europa e negli Stati Uniti.
La sua estetica originale propone la figura umana e la sua forza archetipica attraverso un linguaggio formale estremamente moderno. Le sue immagini sorprendono soprattutto per la tecnica singolare che Saletti ha perfezionato nel corso di più di venti anni di pratica e ricerca in camera oscura ma ad una lettura più attenta queste rivelano una potente carica emotiva e simbolica.
In occasione della prima mostra personale, tenutasi a Brescia nel 1999, Pablo Echaurren ha usato queste parole per descrivere le sue figure : “personaggi incerti, sfuggenti, di cui restano solo sagome sfocate, a volte pressoché disintegrate (…). Corpi ripresi da viventi che sono virtualmente già morti o più o meno lo saranno”.
Negli ultimi anni le fotografie di Roberto Saletti ritraggono una umanità rinnovata rispetto agli inizi, dallo sguardo interrogativo e dall’insolita, misteriosa bellezza.
Per celebrare e rendere omaggio a questa straordinaria tecnica e forma artistica nel contempo, Stefano David e Roberto Saletti propongono una installazione che potremmo definire come una performance fotografica, perché racchiude in sé un aspetto attivo e interattivo ed uno più squisitamente espositivo e rappresentativo.
Il progetto è quello di allestire una vera e propria camera oscura accanto ad una sorta di set fotografico dai confini mobili. Il pubblico sarà invitato a diventare protagonista di uno scatto da uno dei due fotografi presenti in galleria nei giorni precedenti la performance.
Il giorno dell’inaugurazione la camera oscura sarà accessibile al pubblico, che avrà così la possibilità di vedere come i due artisti, utilizzando diverse modalità e tecniche di stampa, fisseranno su carta le immagini catturate dall’obiettivo; le fotografie, divenute ormai oggetto tangibile e fruibile, saranno esposte in uno spazio preposto. Vedi info Galleria 12/13.
Si tratta di una performance che vuole appunto celebrare la fotografia analogica nella sua complessità e nella sua interezza, illustrandone le diverse fasi di creazione e rinunciando a presentarla solo nei suoi aspetti più noti, vale a dire esclusivamente sotto forma di prodotto finito.
L’istallazione permetterà al pubblico di godere una volta in più del mistero della stampa fotografica, e in taluni casi forse anche di gettare uno sguardo per la prima volta su quella magia che è necessaria ma spesso mai osservata, la magia che porta un volto reale, di carne e ossa, a trasformarsi in luce, pellicola, ancora luce e infine immagine fotografica su carta.
Lo spettatore sara’ cosi’ parte interattiva della performance e quindi in grado di esprimere la visione – come osservazione di fenomeni fisici e chimici che portano la materia a modificarsi e moltiplicarsi e perché insita alla fotografia considerata come disciplina artistica – il viaggio – nel passato e nel futuro attraverso il contatto diretto con la sostanza della fotografia analogica – e la scoperta, attraverso il set, la camera oscura e la successiva esposizione dell’opera/risultato, dei procedimenti che negli ultimi due secoli hanno cambiato la storia dell’arte e la nostra percezione del mondo.
I fotografi Stefano David e Roberto Saletti aprono al pubblico i segreti della chambre noire, offrendo l'opportunità di posare come soggetti, assistere al (-intervenire nel-) processo di stampa, vedere la propria immagine stampata ed avvicinare così quel mondo misterioso fatto di vasche, liquidi e luce rossa.
“Un mestiere "al-chemico" che trasforma il "piombo" della pellicola in bellezza, denuncia, orrore, traccia, messaggio, immagini ogni volta uniche e irripetibili come la reazione che le mette al mondo, un incontro di luce, acqua, carta e maestria destinato a durare nel tempo”.
A cura di:Maria Rosaria Basileo.
Stefano David nasce a Roma nel dicembre del 1970. Da sempre attratto dalle arti visive, è verso la fine degli anni novanta che viene conquistato dalla fotografia, decide quindi di dedicarsi al suo studio e la sceglie come mezzo espressivo principe.
Si diploma come fotografo all’Istituto di Scienza e Tecnica di Roma, dove acquisisce anche le tecniche tradizionali di sviluppo e stampa in bianco e nero, e negli anni si dedica sempre più assiduamente alla pratica creativa fotografica, sua grande passione.
Negli anni lavora inoltre come ritrattista per numerosi attori di teatro e come fotografo di scena per cortometraggi e medio metraggi.
La sua ricerca artistica, incentrata sulla fotografia analogica in bianco e nero, oltre che diverse gallerie italiane, come la Galleria Santa Cecilia a Roma, e in occasione di eventi come il Festival della Creatività a Firenze, e pubblicato su alcune riviste internazionali di settore.
Da questa collezione di scatti, il cui soggetto è il paesaggio urbano, emerge un’immagine convulsa fatta di multi esposizioni in ripresa e incastri in cui gli elementi della forma urbana vengono destrutturati per poi essere ridistribuiti in frammenti ad alta carica visionaria. La città viene fatta a pezzi e poi rimontata a piacimento, immagini che appaiono e in un attimo spariscono.
Roberto Saletti (1969) vive e lavora a Roma dove prosegue la sua ricerca artistica. Ha realizzato mostre ed eventi in Europa e negli Stati Uniti.
La sua estetica originale propone la figura umana e la sua forza archetipica attraverso un linguaggio formale estremamente moderno. Le sue immagini sorprendono soprattutto per la tecnica singolare che Saletti ha perfezionato nel corso di più di venti anni di pratica e ricerca in camera oscura ma ad una lettura più attenta queste rivelano una potente carica emotiva e simbolica.
In occasione della prima mostra personale, tenutasi a Brescia nel 1999, Pablo Echaurren ha usato queste parole per descrivere le sue figure : “personaggi incerti, sfuggenti, di cui restano solo sagome sfocate, a volte pressoché disintegrate (…). Corpi ripresi da viventi che sono virtualmente già morti o più o meno lo saranno”.
Negli ultimi anni le fotografie di Roberto Saletti ritraggono una umanità rinnovata rispetto agli inizi, dallo sguardo interrogativo e dall’insolita, misteriosa bellezza.
18
dicembre 2008
Stefano David / Roberto Saletti – Reazione (C)
Dal 18 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA 12-13
Roma, Via Garibaldi, 12/13, (Roma)
Roma, Via Garibaldi, 12/13, (Roma)
Vernissage
18 Dicembre 2008, ore 18.30
Ufficio stampa
LADYMEMY CONTEMPORARY FINE ARTS
Autore