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Stefano De Luigi / Luca Bigazzi – Cinema mundi. Proiezione e incontro
Cinema mundi è un progetto di Stefano De Luigi che documenta attraverso la fotografia il mondo del cinema in Cina, Russia, Iran, Argentina, Nigeria, India, Corea.
Comunicato stampa
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Cinema mundi è un progetto di Stefano De Luigi che documenta attraverso la fotografia il mondo del cinema in Cina, Russia, Iran, Argentina, Nigeria, India, Corea.
A dirlo così, non si capisce subito quanto sia incredibile questo viaggio. Tre i motivi fondamentali: il primo è che i film assomigliano a coloro che li realizzano. Il secondo è che, per ragioni spesso politiche più che economiche, in Occidente questo cinema non arriva. Il terzo, la narrazione dell’autore.
In questo mondo off-Hollywood accadono cose che noi non immaginiamo. Nella provincia cinese dello Zhejiang, per esempio, un ex contadino divenuto milionario, Xu Wenrong, a metà degli anni ‘90 ha deciso di costruire i più grandi studios al mondo. Così grandi da contenere la riproduzione in scala naturale della città proibita.
In Nigeria, invece, Nollywood è la terza maggiore industria cinematografica al mondo, dove però una produzione importante ha un budget di 25.000 euro. A Mosca, gli studi Mosfilm, fondati nel 1923 e presentati come la risposta comunista all’influenza Hollywoodiana, sono i più grandi d’Europa e recentemente sono stati nazionalizzati e ulteriormente ingranditi. E poi ancora Teheran, dove la potente fondazione Farabi controlla le grandi produzioni islamicamente corrette. E infine, Corea e Argentina, dove sui set indipendenti si muove la nuova guardia, quella che alimenterà i grandi festival. Nessuno aveva mai intrapreso una simile esplorazione. Come scrive il giornalista francese Philippe Azoury, prima di De Luigi chi, in Occidente, poteva vantarsi di aver visto immagini di studios indiani di Hyderabad dove si girano film in dialetto telugu, parlato principalmente nell’Uttar Pradesh?
Il progetto, la cui realizzazione ha richiesto due anni di lavoro, a metà percorso è diventato un cortometraggio di 7 minuti - realizzato grazie a C.P. Company, montaggio di Carlotta Cristiani e
musiche originali di Vittorio Cosma - presentato per la sua prima al festival di Locarno.
E’ stato premiato dal World Press Photo (nel 2008 ha vinto il primo premio nella categoria Single Art Stories).
Il cortometraggio raccoglie le immagini dei primi tre paesi. Oggi il progetto è concluso e viene presentato nel suo complesso proiettando sia il cortometraggio sia la selezione definitiva delle immagini realizzate in seguito.
Stefano De Luigi (Köln, 1964) è fotografo professionista del 1988. Premiato due volte nella categoria ‘Art Stories’ del World Press Photo per il suo lavoro sulla moda e sul cinema, ha ricevuto
la ‘Honorable Mention’ del Leica Oskar Barnack Award e il suo lavoro è proiettato ad Arles.
Il progetto Pornoland, viaggio fotografico sui set della pornografia nel mondo, è un libro con testo di Martin Amis, pubblicato negli Stati Uniti, in Gran Bretagna. Germania, Francia e Italia.
Il progetto Blindness sulla condizione della cecità nel mondo, in procinto di diventare un libro, ha ricevuto il patrocinio di Vision 2020 dell’OMS e ha vinto il W.E. Smith Felloship Grant, edizione 2007. I reportage di Stefano De Luigi sono pubblicati dai più importanti magazine internazionali. Dopo aver vissuto diversi anni a Parigi, oggi abita a Milano. E’ membro dell’agenzia VII/Network.
Luca Bigazzi (Milano, 1958) è direttore della fotografia. Al cinema è approdato nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini, nel film documentario Paesaggio con figure, presentato al Festival di Locarno. Il sodalizio con Soldini continuerà per molti altri film, con lui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e Tulipani, premio che gli viene assegnato anche per Lamerica di Gianni Amelio, Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, Romanzo Criminale di Michele Placido e Il Divo ancora di Paolo Sorrentino, con cui collabora anche per L’amico di famiglia. Nel 1999 ha vinto l’Osella d’oro alla Mostra di Venezia per Così ridevano di Gianni Amelio e per L’albero delle pere di Francesca Archibugi. Collabora anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco e Francesca Comencini - nel 2001 in Le parole di mio padre, poi con l’ideazione del documentario Carlo Giuliani, ragazzo, presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 2002.
A dirlo così, non si capisce subito quanto sia incredibile questo viaggio. Tre i motivi fondamentali: il primo è che i film assomigliano a coloro che li realizzano. Il secondo è che, per ragioni spesso politiche più che economiche, in Occidente questo cinema non arriva. Il terzo, la narrazione dell’autore.
In questo mondo off-Hollywood accadono cose che noi non immaginiamo. Nella provincia cinese dello Zhejiang, per esempio, un ex contadino divenuto milionario, Xu Wenrong, a metà degli anni ‘90 ha deciso di costruire i più grandi studios al mondo. Così grandi da contenere la riproduzione in scala naturale della città proibita.
In Nigeria, invece, Nollywood è la terza maggiore industria cinematografica al mondo, dove però una produzione importante ha un budget di 25.000 euro. A Mosca, gli studi Mosfilm, fondati nel 1923 e presentati come la risposta comunista all’influenza Hollywoodiana, sono i più grandi d’Europa e recentemente sono stati nazionalizzati e ulteriormente ingranditi. E poi ancora Teheran, dove la potente fondazione Farabi controlla le grandi produzioni islamicamente corrette. E infine, Corea e Argentina, dove sui set indipendenti si muove la nuova guardia, quella che alimenterà i grandi festival. Nessuno aveva mai intrapreso una simile esplorazione. Come scrive il giornalista francese Philippe Azoury, prima di De Luigi chi, in Occidente, poteva vantarsi di aver visto immagini di studios indiani di Hyderabad dove si girano film in dialetto telugu, parlato principalmente nell’Uttar Pradesh?
Il progetto, la cui realizzazione ha richiesto due anni di lavoro, a metà percorso è diventato un cortometraggio di 7 minuti - realizzato grazie a C.P. Company, montaggio di Carlotta Cristiani e
musiche originali di Vittorio Cosma - presentato per la sua prima al festival di Locarno.
E’ stato premiato dal World Press Photo (nel 2008 ha vinto il primo premio nella categoria Single Art Stories).
Il cortometraggio raccoglie le immagini dei primi tre paesi. Oggi il progetto è concluso e viene presentato nel suo complesso proiettando sia il cortometraggio sia la selezione definitiva delle immagini realizzate in seguito.
Stefano De Luigi (Köln, 1964) è fotografo professionista del 1988. Premiato due volte nella categoria ‘Art Stories’ del World Press Photo per il suo lavoro sulla moda e sul cinema, ha ricevuto
la ‘Honorable Mention’ del Leica Oskar Barnack Award e il suo lavoro è proiettato ad Arles.
Il progetto Pornoland, viaggio fotografico sui set della pornografia nel mondo, è un libro con testo di Martin Amis, pubblicato negli Stati Uniti, in Gran Bretagna. Germania, Francia e Italia.
Il progetto Blindness sulla condizione della cecità nel mondo, in procinto di diventare un libro, ha ricevuto il patrocinio di Vision 2020 dell’OMS e ha vinto il W.E. Smith Felloship Grant, edizione 2007. I reportage di Stefano De Luigi sono pubblicati dai più importanti magazine internazionali. Dopo aver vissuto diversi anni a Parigi, oggi abita a Milano. E’ membro dell’agenzia VII/Network.
Luca Bigazzi (Milano, 1958) è direttore della fotografia. Al cinema è approdato nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini, nel film documentario Paesaggio con figure, presentato al Festival di Locarno. Il sodalizio con Soldini continuerà per molti altri film, con lui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e Tulipani, premio che gli viene assegnato anche per Lamerica di Gianni Amelio, Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, Romanzo Criminale di Michele Placido e Il Divo ancora di Paolo Sorrentino, con cui collabora anche per L’amico di famiglia. Nel 1999 ha vinto l’Osella d’oro alla Mostra di Venezia per Così ridevano di Gianni Amelio e per L’albero delle pere di Francesca Archibugi. Collabora anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco e Francesca Comencini - nel 2001 in Le parole di mio padre, poi con l’ideazione del documentario Carlo Giuliani, ragazzo, presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 2002.
06
giugno 2009
Stefano De Luigi / Luca Bigazzi – Cinema mundi. Proiezione e incontro
06 giugno 2009
fotografia
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
Location
MICAMERA – PHOTOGRAPHY AND LENS-BASED ARTS
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Orario di apertura
ore 19.00
Vernissage
6 Giugno 2009, ore 19.00
Autore
Curatore