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Stefano Fioresi – My Interior
L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, in collaborazione con la Kunstgalerie Bech, presenta una grande mostra monografica dedicata all’artista emiliano Stefano Fioresi presso lo spazio pubblico del Rathaus di Stoccarda.
Comunicato stampa
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L’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, in collaborazione con la Kunstgalerie Bech, ha il piacere di presentare una grande mostra monografica dedicata all’artista emiliano Stefano Fioresi presso lo spazio pubblico del Rathaus di Stoccarda.
La mostra, a cura di Chiara Canali, è costituita da una ventina di tele inedite, di grandi dimensioni, che riproducono con esattezza gli interni di loft e camere con vista sul Ponte di Brooklyn e di Manhattan o sullo skyline dei grattacieli newyorkesi (tra cui il Chrysler Building). Le stanze sono fedelmente riprodotte in assonometria, a partire da scatti fotografici realizzati dall’artista stesso durante uno dei suoi lunghi soggiorni nella metropoli americana.
Al loro interno si riconoscono alcuni tratti distintivi dello stile “industrial”, come le ampie vetrate con infissi metallici, i mattoni a vista, i soffitti alti mentre l’arredamento è costituito da vecchi divani in capitonné imbottito e in pelle, chaise longue, lampade, tavolini e sedute vintage.
L’arredo degli interni è completato da alcuni capolavori dei maestri che già incontrati nelle precedenti serie “Face to Face” e “re-Visiting MoMA”: la Marilyn Monroe e il Double Elvis di Andy Warhol, la Girl With Ball e la Drowning Girl di Roy Lichtenstein, le opere di Basquiat e Keith Haring e ancora l’autoritratto di Frida Kahlo e la Venere di Botticelli nelle versioni iconiche rielaborate dallo stesso Fioresi.
Tuttavia l’aspetto straniante di queste immagini non è costituito dal “quadro nel quadro”, in quanto le opere d’arte sembrano naturalmente inserite negli ambienti, bensì dal fatto che in tutte le stanze compaia in primo piano una zebra che, di primo acchito, risulta mimetizzarsi perfettamente con l’intera scena in bianco e nero. Fioresi in queste opere ha scelto di confrontarsi con una pittura completamente monocroma, che mette a fuoco i particolari degli interni senza la distrazione del colore.
La zebra, elemento straniante e decontestualizzante nell’opera, diventa un pretesto di riflessione metalinguistica sul fare pittura, in una fase in cui la scelta del monocromo da parte dell’artista accentua la propensione per un codice espressivo fortemente connotato e significativo. Le rappresentazioni di Fioresi, come quelle magrittiane, evocano lo spaesamento dell’uomo di fronte alla realtà o a ciò che sembra essere la realtà, in un costante gioco ambiguo tra ciò che appare irreale, perché appartiene al mondo delle immagini, e ciò che è plausibile ma totalmente fuori posto.
“My interior” non sono solo le vedute degli ambienti interni visti con la lente fotografica di Fioresi, ma sono le stanze dell’interiorità dell’artista, che funzionano da filtro rispetto alla presa diretta del mondo circostante.
Il percorso espositivo è completato dalla presenza di alcune opere delle precedenti esposizioni “Face to Face” (2016) e “re-Visiting MoMA” (2012). La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e tedesco) edito dalla Kunstgalerie Bech Schorndorf.
Cenni Biografici
Stefano Fioresi nasce a Modena nel 1965. Studia presso l’Istituto Statale d’Arte Venturi di Modena e consegue, nel 1983, il diploma di Maestro d’Arte con specializzazione per la comunicazione pubblicitaria.
La sensibilità artistica, le non comuni doti tecniche, unitamente a una grande versatilità espressiva ed esecutiva, gli aprono la possibilità di compiere differenziate esperienze a livello artistico e professionale, anche a carattere internazionale, tra cui la decorazione di alcune parti del Palais de la Culture di Algeri (Algeria).
Successivamente opera nel settore della decorazione artistica su vetro per grandi ambienti, esperienza questa che gli fornirà la preparazione tecnica utile ad affrontare commissioni di prestigio. Di qualche anno posteriore è infatti la realizzazione dei pannelli su vetro per la sede dell’Automobile Club Italia di Modena con scene tratte da grandi competizioni automobilistiche. Dal 1989 si dedica con successo all’attività di operatore pubblicitario. Tra le commissioni di particolare rilevanza in questo periodo, risulta la realizzazione di una serie di pannelli per la sede Ferrari di Maranello. Forte della propria esperienza nel settore pubblicitario, passando attraverso una particolare e innovativa rilettura di elementi della Pop Art degli anni Settanta e Ottanta, l’autore ha potuto sviluppare un percorso il quale, rileggendo elementi sintattici e visivi della comunicazione di massa, attiva un approccio creativo alla raffigurazione artistica nella direzione di una “Nuova Pop Art Italiana”.
La mostra, a cura di Chiara Canali, è costituita da una ventina di tele inedite, di grandi dimensioni, che riproducono con esattezza gli interni di loft e camere con vista sul Ponte di Brooklyn e di Manhattan o sullo skyline dei grattacieli newyorkesi (tra cui il Chrysler Building). Le stanze sono fedelmente riprodotte in assonometria, a partire da scatti fotografici realizzati dall’artista stesso durante uno dei suoi lunghi soggiorni nella metropoli americana.
Al loro interno si riconoscono alcuni tratti distintivi dello stile “industrial”, come le ampie vetrate con infissi metallici, i mattoni a vista, i soffitti alti mentre l’arredamento è costituito da vecchi divani in capitonné imbottito e in pelle, chaise longue, lampade, tavolini e sedute vintage.
L’arredo degli interni è completato da alcuni capolavori dei maestri che già incontrati nelle precedenti serie “Face to Face” e “re-Visiting MoMA”: la Marilyn Monroe e il Double Elvis di Andy Warhol, la Girl With Ball e la Drowning Girl di Roy Lichtenstein, le opere di Basquiat e Keith Haring e ancora l’autoritratto di Frida Kahlo e la Venere di Botticelli nelle versioni iconiche rielaborate dallo stesso Fioresi.
Tuttavia l’aspetto straniante di queste immagini non è costituito dal “quadro nel quadro”, in quanto le opere d’arte sembrano naturalmente inserite negli ambienti, bensì dal fatto che in tutte le stanze compaia in primo piano una zebra che, di primo acchito, risulta mimetizzarsi perfettamente con l’intera scena in bianco e nero. Fioresi in queste opere ha scelto di confrontarsi con una pittura completamente monocroma, che mette a fuoco i particolari degli interni senza la distrazione del colore.
La zebra, elemento straniante e decontestualizzante nell’opera, diventa un pretesto di riflessione metalinguistica sul fare pittura, in una fase in cui la scelta del monocromo da parte dell’artista accentua la propensione per un codice espressivo fortemente connotato e significativo. Le rappresentazioni di Fioresi, come quelle magrittiane, evocano lo spaesamento dell’uomo di fronte alla realtà o a ciò che sembra essere la realtà, in un costante gioco ambiguo tra ciò che appare irreale, perché appartiene al mondo delle immagini, e ciò che è plausibile ma totalmente fuori posto.
“My interior” non sono solo le vedute degli ambienti interni visti con la lente fotografica di Fioresi, ma sono le stanze dell’interiorità dell’artista, che funzionano da filtro rispetto alla presa diretta del mondo circostante.
Il percorso espositivo è completato dalla presenza di alcune opere delle precedenti esposizioni “Face to Face” (2016) e “re-Visiting MoMA” (2012). La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e tedesco) edito dalla Kunstgalerie Bech Schorndorf.
Cenni Biografici
Stefano Fioresi nasce a Modena nel 1965. Studia presso l’Istituto Statale d’Arte Venturi di Modena e consegue, nel 1983, il diploma di Maestro d’Arte con specializzazione per la comunicazione pubblicitaria.
La sensibilità artistica, le non comuni doti tecniche, unitamente a una grande versatilità espressiva ed esecutiva, gli aprono la possibilità di compiere differenziate esperienze a livello artistico e professionale, anche a carattere internazionale, tra cui la decorazione di alcune parti del Palais de la Culture di Algeri (Algeria).
Successivamente opera nel settore della decorazione artistica su vetro per grandi ambienti, esperienza questa che gli fornirà la preparazione tecnica utile ad affrontare commissioni di prestigio. Di qualche anno posteriore è infatti la realizzazione dei pannelli su vetro per la sede dell’Automobile Club Italia di Modena con scene tratte da grandi competizioni automobilistiche. Dal 1989 si dedica con successo all’attività di operatore pubblicitario. Tra le commissioni di particolare rilevanza in questo periodo, risulta la realizzazione di una serie di pannelli per la sede Ferrari di Maranello. Forte della propria esperienza nel settore pubblicitario, passando attraverso una particolare e innovativa rilettura di elementi della Pop Art degli anni Settanta e Ottanta, l’autore ha potuto sviluppare un percorso il quale, rileggendo elementi sintattici e visivi della comunicazione di massa, attiva un approccio creativo alla raffigurazione artistica nella direzione di una “Nuova Pop Art Italiana”.
13
marzo 2019
Stefano Fioresi – My Interior
Dal 13 marzo al 04 aprile 2019
arte contemporanea
Location
RATHAUS
Stoccarda, Marktplatz, 1
Stoccarda, Marktplatz, 1
Orario di apertura
lun. - ven. ore 8.00 - 18.00
Vernissage
13 Marzo 2019, ore 18.00
Autore
Curatore