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Stefano Mandracchia – Thundercrack
L’artista presenta una serie di nuovi lavori che indagano la relazione tra arte e cinema/horror in voga negli anni’ 60/70.
Comunicato stampa
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La Galleria Davide Di Maggio è lieta di presentare la mostra di Stefano Mandracchia,Thundercrack.
L’artista presenta una serie di nuovi lavori che indagano la relazione tra arte e cinema/horror in voga negli anni’ 60/70.
Come afferma Mandracchia, “Una delle questioni principali è capire se questi nuovi lavori sono frutto di una riflessione sul cinema di genere horror/gotico degli anni '60/'70 e qual è secondo me la relazione tra arte (anche applicata, come il design, l'arredo, l'architettura) e questo tipo di film”.
Fino a una ventina di anni fa c'é sempre stata una forte corrispondenza, una specie di rapporto di scambio, tra cinema horror e una certa avanguardia artistica. William Castle per esempio, alla fine degli anni '50 decise di girare 'La casa dei fantasmi' nella villa disegnata da Frank Lloyd Wright dove, come in altri suoi film, durante la proiezione, utilizzava un trucco, definito "Emergo”, uno scheletro luccicante che sventolava sopra gli spettatori durante un blackout dello schermo e Andy Warhol, che negli anni '70 produsse un film su Frankenstein e uno su Dracula.
Il cinema horror e il tipo di arte che interessa all’artista, possono comunicare esclusivamente attraverso codici visivi autonomi, senza bisogno di sceneggiature o testi critici.
Questi nuovi lavori nascono dal tentativo di creare nuove possibilità di scambio tra i cliché del vecchio cinema horror e le nuove traiettorie estetiche artistiche.
Mandracchia flirta liberamente, con una buona dose di ironia, con gli elementi tipici del genere: il gusto romantico per i ruderi e le rovine, la pittura di paesaggio, l'esotico, la decorazione, i virtuosismi architettonici, la retorica degli opposti: bene/male, buono/cattivo, luce/ombra.
I materiali utilizzati sono intenzionalmente poveri, dichiaratamente cheap, così come i trucchi e gli espedienti scenici tipici del cinema gotico. Non a caso grandi registi come Mario Bava, (maestro indiscusso del genere anche a livello internazionale) e Roger Corman, (figura di culto tra i cinefili di tutto il mondo grazie tra l’altro ad una serie di film tratta dai racconti di Edgar Allan Poe), amavano definirsi artigiani più che artisti.
L’artista sarà presente all’inaugurazione
Stefano Mandracchia si è diplomato nel 2001 all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha frequentato per sette mesi – nell’ambito del progetto Erasmus – la HdK di Berlino; nel 2005 ha inoltre partecipato al Corso Superiore di Arti Visive con Alfredo Jaar, promosso dalla fondazione Ratti a Como. Dal 2006 è docente del corso di tecniche e tecnologie delle arti visive all` Accademia Santa Giulia di Brescia.
Principali mostre personali: ‘Thundercrack’, Galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010;`W`, MARS, Milano, 2009; `everything sucks`, galleria Neon, Milano 2007. Tra le mostre collettive si ricordano:’De(c)obstruction’ a cura di Paola Gallio, Micamoca, Berlino, ‘La scultura e' cangiante per natura’, a cura di Luca Trevisani, C.A.R.S. ARTSPACE, Omegna,`Pump up the volume`a cura di Paolo Gonzato, Galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010; `Spacioux`, LAP, Milano, 2009; “il rimedio perfetto”, galleria Riccardo Crespi, Milano, `New season, no reason`, galleria Neon, Milano e `Croma`, Palazzo del Broletto, Novara, 2008; `Play graphic`, agenzia 04, Bologna, 2007Orari: dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30. Chiuso il lunedì.
L’artista presenta una serie di nuovi lavori che indagano la relazione tra arte e cinema/horror in voga negli anni’ 60/70.
Come afferma Mandracchia, “Una delle questioni principali è capire se questi nuovi lavori sono frutto di una riflessione sul cinema di genere horror/gotico degli anni '60/'70 e qual è secondo me la relazione tra arte (anche applicata, come il design, l'arredo, l'architettura) e questo tipo di film”.
Fino a una ventina di anni fa c'é sempre stata una forte corrispondenza, una specie di rapporto di scambio, tra cinema horror e una certa avanguardia artistica. William Castle per esempio, alla fine degli anni '50 decise di girare 'La casa dei fantasmi' nella villa disegnata da Frank Lloyd Wright dove, come in altri suoi film, durante la proiezione, utilizzava un trucco, definito "Emergo”, uno scheletro luccicante che sventolava sopra gli spettatori durante un blackout dello schermo e Andy Warhol, che negli anni '70 produsse un film su Frankenstein e uno su Dracula.
Il cinema horror e il tipo di arte che interessa all’artista, possono comunicare esclusivamente attraverso codici visivi autonomi, senza bisogno di sceneggiature o testi critici.
Questi nuovi lavori nascono dal tentativo di creare nuove possibilità di scambio tra i cliché del vecchio cinema horror e le nuove traiettorie estetiche artistiche.
Mandracchia flirta liberamente, con una buona dose di ironia, con gli elementi tipici del genere: il gusto romantico per i ruderi e le rovine, la pittura di paesaggio, l'esotico, la decorazione, i virtuosismi architettonici, la retorica degli opposti: bene/male, buono/cattivo, luce/ombra.
I materiali utilizzati sono intenzionalmente poveri, dichiaratamente cheap, così come i trucchi e gli espedienti scenici tipici del cinema gotico. Non a caso grandi registi come Mario Bava, (maestro indiscusso del genere anche a livello internazionale) e Roger Corman, (figura di culto tra i cinefili di tutto il mondo grazie tra l’altro ad una serie di film tratta dai racconti di Edgar Allan Poe), amavano definirsi artigiani più che artisti.
L’artista sarà presente all’inaugurazione
Stefano Mandracchia si è diplomato nel 2001 all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha frequentato per sette mesi – nell’ambito del progetto Erasmus – la HdK di Berlino; nel 2005 ha inoltre partecipato al Corso Superiore di Arti Visive con Alfredo Jaar, promosso dalla fondazione Ratti a Como. Dal 2006 è docente del corso di tecniche e tecnologie delle arti visive all` Accademia Santa Giulia di Brescia.
Principali mostre personali: ‘Thundercrack’, Galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010;`W`, MARS, Milano, 2009; `everything sucks`, galleria Neon, Milano 2007. Tra le mostre collettive si ricordano:’De(c)obstruction’ a cura di Paola Gallio, Micamoca, Berlino, ‘La scultura e' cangiante per natura’, a cura di Luca Trevisani, C.A.R.S. ARTSPACE, Omegna,`Pump up the volume`a cura di Paolo Gonzato, Galleria Davide Di Maggio, Milano, 2010; `Spacioux`, LAP, Milano, 2009; “il rimedio perfetto”, galleria Riccardo Crespi, Milano, `New season, no reason`, galleria Neon, Milano e `Croma`, Palazzo del Broletto, Novara, 2008; `Play graphic`, agenzia 04, Bologna, 2007Orari: dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30. Chiuso il lunedì.
07
ottobre 2010
Stefano Mandracchia – Thundercrack
Dal 07 ottobre al 30 novembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DAVIDE DI MAGGIO – VIALE MONZA
Milano, Viale Monza, 10, (Milano)
Milano, Viale Monza, 10, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 11 - 19
Vernissage
7 Ottobre 2010, ore 18.30
Autore