Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Stefano Santi – L’eccezionalità del quotidiano
Saranno esposti dipinti e schizzi, realizzati dal 2016 ad oggi, che ritraggono il mondo più amato dall’artista: quello delle nature morte e delle architetture rurali. Quest’ultime rappresentano uno studio attento delle trasformazioni che hanno modificato il panorama della campagna lombarda.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 11 maggio alle ore 18 presso la Galleria di SpazioAref si inaugura la mostra Stefano Santi.
L’eccezionalità del quotidiano. Interverrà la curatrice Elisabetta Pozzetti e l’artista Stefano Santi.
Saranno esposti dipinti e schizzi, realizzati dal 2016 ad oggi, che ritraggono il mondo più amato dall’artista:
quello delle nature morte e delle architetture rurali. Quest’ultime rappresentano uno studio attento delle
trasformazioni che hanno modificato il panorama della campagna lombarda.
I soggetti che più affascinano Santi sono i ruderi di un mondo contadino che sta scomparendo, come le
cascine abbandonate, le centraline elettriche dismesse, i muri di case diroccate.
In un momento storico dove la tutela dei beni artistici e architettonici è sempre più correlata con quella
ambientale, l’indagine di Santi, svolta con poetica attenzione, permette all’osservatore di riflettere sui temi
della salvaguardia del territorio.
L’artista, raffigurando ambienti solitamente trascurati (ricordiamo le opere Latrina, Roccolo, Barchessa
prefabbricata, ecc.), propone un’attenta osservazione dei luoghi del vivere quotidiano, con occhi radicalmente
nuovi.
Scrive a tal proposito la curatrice Elisabetta Pozzetti: “Stefano Santi mette in campo un’azione salvifica, una
redenzione insperata strappando dall’usura dello sguardo e dall’automatismo della consuetudine una nuova
luce agli oggetti che costellano l’intimità domestica, alle architetture che punteggiano la planarità, spesso
noiosa, della pianura, agli arredi anonimi di una stanza di ospedale, divenuta per lui oblò di una rinnovata
ispirazione. Armato di un segno sicuro, volutamente censorio perché volto all’essenzialità, esalta la bellezza
di una ritrovata archeologia rurale in dialogo con un’edilizia ritagliata in forme squadrate e solide, radicate in un immaginario piano urbanistico, sottratto di inutili orpelli e accessori manierati.
La forza del gesto espresso in pennellate sicure e strutturate, costruisce un impianto segnico potente e
plastico, associato all’incanto per una luminosità che promana da sotto la pellicola pittorica, scaldando le
tinte, dagli ocra vividi alle terre bruciate fino ai blu oltremare. Nella dialettica tra antico e nuovo, tra rurale e
urbano, tra spazio e forma, tra cielo e terra, si genera la vera identità del suo lavoro: l’affermazione incondizionata del valore della memoria e dell’eccezionalità che si cela in ciò che è percepito come ovvio. La strategia rivoluzionaria che attua dinanzi all’inesorabile oblio risiede allora nella sua arma più fine ed efficace: la pittura. Intrisa di un profondo e malinconico lirismo”.
In occasione della mostra è stato pubblicato uno speciale catalogo con i contributi critici di Cristina Abeni, Elisabetta Pozzetti, Ettore Santi e un testo dello stesso Stefano Santi. Le fotografie sono di Vito Magnanini e il progetto grafico del Gruppo Saldatori.
Mostra realizzata con il contributo dello Studio Santi www.studiosanti.com.
Stefano Santi nasce ad Acquafredda (Bs) nel 1965. Architetto, opera principalmente tra le province di Brescia
e Mantova. Amante della pittura da sempre, negli ultimi anni ha approfondito e sviluppato la sua abilità artistica, giungendo ad esporre in diverse mostre collettive e personali (Marcaria, 2015; Manerbio e Marmirolo, 2016; Castel Goffredo e Gazoldo degli Ippoliti, 2017).
L’eccezionalità del quotidiano. Interverrà la curatrice Elisabetta Pozzetti e l’artista Stefano Santi.
Saranno esposti dipinti e schizzi, realizzati dal 2016 ad oggi, che ritraggono il mondo più amato dall’artista:
quello delle nature morte e delle architetture rurali. Quest’ultime rappresentano uno studio attento delle
trasformazioni che hanno modificato il panorama della campagna lombarda.
I soggetti che più affascinano Santi sono i ruderi di un mondo contadino che sta scomparendo, come le
cascine abbandonate, le centraline elettriche dismesse, i muri di case diroccate.
In un momento storico dove la tutela dei beni artistici e architettonici è sempre più correlata con quella
ambientale, l’indagine di Santi, svolta con poetica attenzione, permette all’osservatore di riflettere sui temi
della salvaguardia del territorio.
L’artista, raffigurando ambienti solitamente trascurati (ricordiamo le opere Latrina, Roccolo, Barchessa
prefabbricata, ecc.), propone un’attenta osservazione dei luoghi del vivere quotidiano, con occhi radicalmente
nuovi.
Scrive a tal proposito la curatrice Elisabetta Pozzetti: “Stefano Santi mette in campo un’azione salvifica, una
redenzione insperata strappando dall’usura dello sguardo e dall’automatismo della consuetudine una nuova
luce agli oggetti che costellano l’intimità domestica, alle architetture che punteggiano la planarità, spesso
noiosa, della pianura, agli arredi anonimi di una stanza di ospedale, divenuta per lui oblò di una rinnovata
ispirazione. Armato di un segno sicuro, volutamente censorio perché volto all’essenzialità, esalta la bellezza
di una ritrovata archeologia rurale in dialogo con un’edilizia ritagliata in forme squadrate e solide, radicate in un immaginario piano urbanistico, sottratto di inutili orpelli e accessori manierati.
La forza del gesto espresso in pennellate sicure e strutturate, costruisce un impianto segnico potente e
plastico, associato all’incanto per una luminosità che promana da sotto la pellicola pittorica, scaldando le
tinte, dagli ocra vividi alle terre bruciate fino ai blu oltremare. Nella dialettica tra antico e nuovo, tra rurale e
urbano, tra spazio e forma, tra cielo e terra, si genera la vera identità del suo lavoro: l’affermazione incondizionata del valore della memoria e dell’eccezionalità che si cela in ciò che è percepito come ovvio. La strategia rivoluzionaria che attua dinanzi all’inesorabile oblio risiede allora nella sua arma più fine ed efficace: la pittura. Intrisa di un profondo e malinconico lirismo”.
In occasione della mostra è stato pubblicato uno speciale catalogo con i contributi critici di Cristina Abeni, Elisabetta Pozzetti, Ettore Santi e un testo dello stesso Stefano Santi. Le fotografie sono di Vito Magnanini e il progetto grafico del Gruppo Saldatori.
Mostra realizzata con il contributo dello Studio Santi www.studiosanti.com.
Stefano Santi nasce ad Acquafredda (Bs) nel 1965. Architetto, opera principalmente tra le province di Brescia
e Mantova. Amante della pittura da sempre, negli ultimi anni ha approfondito e sviluppato la sua abilità artistica, giungendo ad esporre in diverse mostre collettive e personali (Marcaria, 2015; Manerbio e Marmirolo, 2016; Castel Goffredo e Gazoldo degli Ippoliti, 2017).
11
maggio 2019
Stefano Santi – L’eccezionalità del quotidiano
Dall'undici maggio al 09 giugno 2019
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SPAZIOAREF
Brescia, Piazza Della Loggia, 11f, (Brescia)
Brescia, Piazza Della Loggia, 11f, (Brescia)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 16-19,30
Vernissage
11 Maggio 2019, ore 18
Autore
Curatore