La mostra si compone di 12 scatti effettuati nel maggio 2004 in una clinica per riabilitazione post-operazioni e per cura delle malattie mentali alle porte di Roma.“Per motivi personali sono capitato in quel luogo e mi sono ritrovato in un’atmosfera sospesa, dove il tempo aveva un proprio corso diverso dalla quotidianità appena fuori il cancello dell’ospedale. Le persone presenti erano eteree, confinate quasi in un “limbo della memoria”, la loro memoria, poiché in maggior parte erano anziani, divisi tra l’attesa della morte e la saggezza di chi ha compreso la fine di un viaggio e attende lieto la fine. Questi sguardi nel vuoto, questi gesti teatrali, questo silenzio dato non dalla mancanza di parole ma dall’incapacità di udirle rendeva ogni momento carico di poesia; a tal punto che a volte io stesso non capivo se le persone erano presenti con me nella stanza o erano semplici visioni. Tutto era lontano ma allo stesso tempo più umano dell’umanità stessa; sembrava di vivere in dei versi di Pessoa, nella sua poetica di “esistere nella fantasia, nell’immaginazione”, prima ancora che nei pensieri, nell’ideologia.Parte integrante della mostra saranno alcuni versi del poeta portoghese a cui gli scatti sono spiritualmente ispirati”

Di-visioni nel doppio senso di scissioni e apparizioni; scissioni del reale, visioni di poesia.