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Stefano Soddu
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Stefano Soddu, nato a Cagliari nel 1946, si trasferisce a Milano con la famiglia
nel 1956. A Milano, dopo aver effettuato gli studi classici e conseguito
la laurea in giurisprudenza, ancora oggi risiede e opera.
Si è sempre occupato di arti visive, avvicinandosi negli anni sessanta allo
sperimentalismo materico di Burri. Di quegli anni sono le sue opere in plastica
e le sue sculture in rame.
Nel 1995 fissa in un libro dal titolo “Risalendo la Corrente” - Soddu/Mininni -
una sua esperienza di land art effettuata nei pressi di Canzo, sul torrente
Lambro, nella quale vengono esclusivamente utilizzati materiali reperiti in
loco. E’ questo il momento iniziale di un nuovo progetto d’arte in cui il materiale
di recupero (industriale o no) verrà da Soddu utilizzato nella scultura e
nei lavori decantato da un attento processo di ricerca estetica e etica.
Si avvia così una intensissima attività espositiva sia in mostre collettive che
personali, in Italia e all’estero (Spagna, Germania, Russia, U.S.A., Svizzera,
Belgio, Grecia, Cina). Le sue principali mostre personali: Galleria Vismara
Arte di Milano, Castello Visconteo di Trezzo sull’Adda, Warehouse Gallery
di Orlando (California), Museo di Sant’Ambrogio, Oratorio della Passione di
Milano, Museo Pagani di Castellanza, Istituto Italiano di Cultura di
Bruxelles, Chiostro di Voltorre, museo d’arte contemporanea prov. di Varese,
Galleria Blu di Prussia di Albisola, Pinacoteca Comunale di Varallo Pombia,
Museo Nuova Era di Bari, Galleria Ellequadro Documenti di Genova,
Galleria Excalibur di Solcio, Leo’s gallery di Monza.
Tra le numerosissime rassegne si segnalano la Biennale della Scultura di
Gubbio, la mostra Nella Materia al museo della Permanente di Milanoa, la
presenza alla 52 Biennale di Venezia (Spazio Thetis a cura di Lucrezia de
Domizio Durini). Da alcuni anni lavora anche la ceramica ad Albisola presso
le fornaci San Giorgio. Le edizioni “Pulcino Elefante” di Alberto
Casiraghy hanno pubblicato, in dieci volumetti, opere visive e/o poesie di
Soddu. E’ inoltre inserito nelle edizioni “Pensieri d’arte” e “Arte prioritaria”
pubblicate da Scoglio di Quarto&Bazart.
Nel 2004 pubblica con Enrico Cattaneo il libro, ed. Signum, Ritratti di
Studio. Sue opere si trovano in importanti musei e collezioni pubbliche e private.
E’ inserito nella “Storia dell’Arte Italiana del ‘900, generazione Anni
Quaranta” di Di Genova, ed. Bora.
Oltre alle innumerevoli recensioni delle sue mostre apparse sui principali
quotidiani e periodici nazionali, e sulle riviste specializzate, hanno scritto sul
suo lavoro, tra gli altri, Roberto Sanesi, Evelina Shatz, Giorgio Seveso,
Donato Di Poce, Stefania Carrozzini, Claudio Mazzenga, Mimma Pasqua,
Ave Appiano, Gabriella Cattaneo, Carlo Castellaneta, Gavina Ciusa, Roberto
Borghi, Sandra Nava, Lorella Giudici, Rachele Ferrario, Alberto Veca,
Lucrezia De Domizio Durini, Antonio D’Avossa, Angelo Mistrangelo,
Giorgio Di Genova, Giorgio Bonomi.
Stefano Soddu è uno scultore che usa prevalentemente il ferro. Un ferro
scuro, forte, duro, che poco concede, nella sua matericità, al sentimento lirico.
Eppure, come spesso accade con gli uomini (e con le donne) che appaiono
“duri”, “coriacei”, anche la scultura di Soddu lascia trasparire, al di là
della “ferrignità” un’anima “gentile” e di fine poeticità.
Qui, in un’opera, unisce il ferro alle polveri, per giunta colorate, di rosso,
verde, bianco, nero, giallo, poiché si tratta, come suggerisce il titolo “Celle
dell’Anima”, della memoria dell’anima. E’ un lavoro che nella sua semplicità
rende perfettamente il senso della molteplicità dell’Uomo e della sua unicità
nella condizione comune dei limiti che lo contraddistinguono e nella tensione
per il loro superamento.
Altre volte Soddu, consapevole del valore ancestrale e archetipo del ferro, ad
una perfezione geometrica del cerchio, contrappone una rottura dello stesso
e lo addolcisce unendo del colore che sprigiona un alone di luce dal retro.
Il colore steso sul retro del cerchio costituisce per un verso un elemento compositivo
intenso e assai significativo e, per un altro, evoca il senso del mistero
dell’essere umano. Fattore questo che ritroviamo in un’altra serie di sculture
che si presentano con uno spirito neocostruttivista, essendo sostituiti da
Senza titolo - ferro - 2008 - cm 180 x 40 x 3 cad.
figure geometriche inserite in pannelli rettangolari in ferro. Dalle spaccature
geometriche operate nel ferro, fuoriesce, provocato dalla luce naturale e dal
materiale plastico usato, del colore: una dichiarazione esplicita che per Soddu
la scultura vuole essere qualche cosa di più di un mero momento costruttivo
destinato soltanto alla percezione visiva. Non è casuale che Soddu accosti
queste sculture sulle pareti, rinunciando apparentemente alla plasticità complessa
del tutto tondo, ma ritrovando sulle possibilità infinite date dal muro,
attraverso le trasparenza, con il suo essere soglia con un al di qua, visibile, e
un al di là, solo immaginabile. Così quelle che si presentano a prima vista
come una variante dell’arte “geometrica”, si scoprono dotate di una concettualità
più articolata, cioè si offrono come discorso complesso che nasconde,
come voleva von Hofmannsthal, la profondità nelle superfici e che invita a
riflessioni profonde sull’essere e sulla vita che è certo un dramma ma che
l’arte, secondo il pensiero degli antichi Greci, presenta appunto come tale e,
attraverso la catarsi, lo spettatore, dopo la consapevolezza della tragedia,
ritrova il senso, lo scopo e, in fondo, il gusto della vita.
Giorgio Bonomi - ottobre 2009
nel 1956. A Milano, dopo aver effettuato gli studi classici e conseguito
la laurea in giurisprudenza, ancora oggi risiede e opera.
Si è sempre occupato di arti visive, avvicinandosi negli anni sessanta allo
sperimentalismo materico di Burri. Di quegli anni sono le sue opere in plastica
e le sue sculture in rame.
Nel 1995 fissa in un libro dal titolo “Risalendo la Corrente” - Soddu/Mininni -
una sua esperienza di land art effettuata nei pressi di Canzo, sul torrente
Lambro, nella quale vengono esclusivamente utilizzati materiali reperiti in
loco. E’ questo il momento iniziale di un nuovo progetto d’arte in cui il materiale
di recupero (industriale o no) verrà da Soddu utilizzato nella scultura e
nei lavori decantato da un attento processo di ricerca estetica e etica.
Si avvia così una intensissima attività espositiva sia in mostre collettive che
personali, in Italia e all’estero (Spagna, Germania, Russia, U.S.A., Svizzera,
Belgio, Grecia, Cina). Le sue principali mostre personali: Galleria Vismara
Arte di Milano, Castello Visconteo di Trezzo sull’Adda, Warehouse Gallery
di Orlando (California), Museo di Sant’Ambrogio, Oratorio della Passione di
Milano, Museo Pagani di Castellanza, Istituto Italiano di Cultura di
Bruxelles, Chiostro di Voltorre, museo d’arte contemporanea prov. di Varese,
Galleria Blu di Prussia di Albisola, Pinacoteca Comunale di Varallo Pombia,
Museo Nuova Era di Bari, Galleria Ellequadro Documenti di Genova,
Galleria Excalibur di Solcio, Leo’s gallery di Monza.
Tra le numerosissime rassegne si segnalano la Biennale della Scultura di
Gubbio, la mostra Nella Materia al museo della Permanente di Milanoa, la
presenza alla 52 Biennale di Venezia (Spazio Thetis a cura di Lucrezia de
Domizio Durini). Da alcuni anni lavora anche la ceramica ad Albisola presso
le fornaci San Giorgio. Le edizioni “Pulcino Elefante” di Alberto
Casiraghy hanno pubblicato, in dieci volumetti, opere visive e/o poesie di
Soddu. E’ inoltre inserito nelle edizioni “Pensieri d’arte” e “Arte prioritaria”
pubblicate da Scoglio di Quarto&Bazart.
Nel 2004 pubblica con Enrico Cattaneo il libro, ed. Signum, Ritratti di
Studio. Sue opere si trovano in importanti musei e collezioni pubbliche e private.
E’ inserito nella “Storia dell’Arte Italiana del ‘900, generazione Anni
Quaranta” di Di Genova, ed. Bora.
Oltre alle innumerevoli recensioni delle sue mostre apparse sui principali
quotidiani e periodici nazionali, e sulle riviste specializzate, hanno scritto sul
suo lavoro, tra gli altri, Roberto Sanesi, Evelina Shatz, Giorgio Seveso,
Donato Di Poce, Stefania Carrozzini, Claudio Mazzenga, Mimma Pasqua,
Ave Appiano, Gabriella Cattaneo, Carlo Castellaneta, Gavina Ciusa, Roberto
Borghi, Sandra Nava, Lorella Giudici, Rachele Ferrario, Alberto Veca,
Lucrezia De Domizio Durini, Antonio D’Avossa, Angelo Mistrangelo,
Giorgio Di Genova, Giorgio Bonomi.
Stefano Soddu è uno scultore che usa prevalentemente il ferro. Un ferro
scuro, forte, duro, che poco concede, nella sua matericità, al sentimento lirico.
Eppure, come spesso accade con gli uomini (e con le donne) che appaiono
“duri”, “coriacei”, anche la scultura di Soddu lascia trasparire, al di là
della “ferrignità” un’anima “gentile” e di fine poeticità.
Qui, in un’opera, unisce il ferro alle polveri, per giunta colorate, di rosso,
verde, bianco, nero, giallo, poiché si tratta, come suggerisce il titolo “Celle
dell’Anima”, della memoria dell’anima. E’ un lavoro che nella sua semplicità
rende perfettamente il senso della molteplicità dell’Uomo e della sua unicità
nella condizione comune dei limiti che lo contraddistinguono e nella tensione
per il loro superamento.
Altre volte Soddu, consapevole del valore ancestrale e archetipo del ferro, ad
una perfezione geometrica del cerchio, contrappone una rottura dello stesso
e lo addolcisce unendo del colore che sprigiona un alone di luce dal retro.
Il colore steso sul retro del cerchio costituisce per un verso un elemento compositivo
intenso e assai significativo e, per un altro, evoca il senso del mistero
dell’essere umano. Fattore questo che ritroviamo in un’altra serie di sculture
che si presentano con uno spirito neocostruttivista, essendo sostituiti da
Senza titolo - ferro - 2008 - cm 180 x 40 x 3 cad.
figure geometriche inserite in pannelli rettangolari in ferro. Dalle spaccature
geometriche operate nel ferro, fuoriesce, provocato dalla luce naturale e dal
materiale plastico usato, del colore: una dichiarazione esplicita che per Soddu
la scultura vuole essere qualche cosa di più di un mero momento costruttivo
destinato soltanto alla percezione visiva. Non è casuale che Soddu accosti
queste sculture sulle pareti, rinunciando apparentemente alla plasticità complessa
del tutto tondo, ma ritrovando sulle possibilità infinite date dal muro,
attraverso le trasparenza, con il suo essere soglia con un al di qua, visibile, e
un al di là, solo immaginabile. Così quelle che si presentano a prima vista
come una variante dell’arte “geometrica”, si scoprono dotate di una concettualità
più articolata, cioè si offrono come discorso complesso che nasconde,
come voleva von Hofmannsthal, la profondità nelle superfici e che invita a
riflessioni profonde sull’essere e sulla vita che è certo un dramma ma che
l’arte, secondo il pensiero degli antichi Greci, presenta appunto come tale e,
attraverso la catarsi, lo spettatore, dopo la consapevolezza della tragedia,
ritrova il senso, lo scopo e, in fondo, il gusto della vita.
Giorgio Bonomi - ottobre 2009
14
novembre 2009
Stefano Soddu
Dal 14 al 28 novembre 2009
arte contemporanea
Location
LIBA ARTE CONTEMPORANEA
Pontedera, Via Giordano Bruno, 9, (Pisa)
Pontedera, Via Giordano Bruno, 9, (Pisa)
Orario di apertura
giovedì, venerdì e sabato ore 17:00 - 19:30
Vernissage
14 Novembre 2009, ore 18,30
Autore