Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Stefano Sommariva / Jeong De Kyo
doppia personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La pittura di Stefano Sommaria ha radici forti. A differenza della maggior parte dell’arte perseguita dai giovani artisti d’oggi, che spesso non vuole rivelare alcun debito con l’esperienza acquisita dalle correnti vitali censite dalla storia dell’avventura espressiva, nel contesto della sua opera Sommaria assume le problematiche della conoscenza condotta oltre gli esiti dell’informale.
Intendo dire oltre i risultati della pittura di un Klein o di un Mack o di un Dorazio, laddove essa s’intese di occupare la superficie di un quadro quale stesura pura di colore, ovvero nel senso di volgere attenzione alla autenticità dell’esperienza sensibile espressa nei termini concreti ed autonomi del dipingere l’incontro della forma con il colore.
Dall’atteggiamento analitico- inaugurato all’inizio del secolo da alcune svolte radicali come quelle di De Stiyl o dei costruttivisti come Malevitch o, ancora, dei raggisti come Larinov- Sommaria ha tratto gli elementi strutturali che, all’incontro con i portatori dell’action-painting, hanno prodotto, nella sua pittura quell’apertura gestuale per cui è consentito al pittore di dare un senso al proprio fare specifico.
Nella concretizzazione visiva, memore, certo di quella pedagogia per cui molti artisti ( da Albers a Newman, per esempio) concorsero agli sviluppi del linguaggio della pittura ( all’avere “un occhio per il colore” ), Sommaria propone approdi evolutivi alle “tessiture” di Dorazio contribuendo ad impostare ulteriori piazzamenti dell’occhio e del senso.
Di fatto questa esposizione a ben guardare, si avverte la consapevolezza che dipingere consista nel fare un quadro, disponendo sulla sua superficie gli ingredienti che producono l’articolata nozione di “forma come campo di possibilità creative”.
Ovvero che il lavoro del pittore sia sollecitato dalle relazioni della materia prescelta con la rigorosa struttura formale cercata dalla tensione fisica e psicologica e impiegata, attraverso il gesto, nella asseverazione testimoniale dell’esserci.
Scrivere una presentazione per Jeong De Kyo è una rara occasione: una occasione particolarmente lieta perché ho avuto occasione di scolpire nello stesso laboratorio di Carrara dove Jeong De Kyo lavorava alcune monumentali opere in marmo, e confrontarsi amichevolmente fianco a fianco sotto il cielo delle apuane è veramente quanto di meglio possa accadere a due scultori. Così è nato tra noi un sentimento di stima ed amicizia che supera il consueto colloquio accademico (poiché Jeong De Kyo è anche mio brillantissimo studente all’Accademia di Belle Arti di Carrara), pur con le poche frasi che gli scultori si scambiano (meglio lavorare che chiacchierare). Ho potuto comprendere come questo giovane uomo, questo ottimo artista e squisito scultore sia una persona dai sentimenti profondi e dai molti e complessi pensieri, spesso timido nel rapporto umano ma improntato da una gentilezza d’animo che trascende la forza e la tecnica impressionante delle sue opere in marmo. Le sculture di Jeong De Kyo si animano in rappresentazioni dove la tecnica è portata a vertici estremi ma con un fermissimo rigore stilistico, così che niente è dato al caso ma bensì la forma è condotta attentamente senza impedimenti o imprevisti: come veramente dovrebbe essere di ogni vera scultura in marmo e com’è appunto di queste opere. Jeong De Kyo è arrivato alla scultura dopo un lungo e difficile tirocinio tecnico così da poter ora affrontare ciò che la sua creatività lo stimola a creare senza minimo problema, come è stato dei grandi scultori del passato, sia coreani che italiani. E’ significativa questa mostra che si apre in una città di grandissime tradizioni nell’arte del marmo….ormai quasi scomparsa nel contemporaneo e che solo artisti veri come Jeong De Kyo portano avanti con grande coraggio e passione.
Intendo dire oltre i risultati della pittura di un Klein o di un Mack o di un Dorazio, laddove essa s’intese di occupare la superficie di un quadro quale stesura pura di colore, ovvero nel senso di volgere attenzione alla autenticità dell’esperienza sensibile espressa nei termini concreti ed autonomi del dipingere l’incontro della forma con il colore.
Dall’atteggiamento analitico- inaugurato all’inizio del secolo da alcune svolte radicali come quelle di De Stiyl o dei costruttivisti come Malevitch o, ancora, dei raggisti come Larinov- Sommaria ha tratto gli elementi strutturali che, all’incontro con i portatori dell’action-painting, hanno prodotto, nella sua pittura quell’apertura gestuale per cui è consentito al pittore di dare un senso al proprio fare specifico.
Nella concretizzazione visiva, memore, certo di quella pedagogia per cui molti artisti ( da Albers a Newman, per esempio) concorsero agli sviluppi del linguaggio della pittura ( all’avere “un occhio per il colore” ), Sommaria propone approdi evolutivi alle “tessiture” di Dorazio contribuendo ad impostare ulteriori piazzamenti dell’occhio e del senso.
Di fatto questa esposizione a ben guardare, si avverte la consapevolezza che dipingere consista nel fare un quadro, disponendo sulla sua superficie gli ingredienti che producono l’articolata nozione di “forma come campo di possibilità creative”.
Ovvero che il lavoro del pittore sia sollecitato dalle relazioni della materia prescelta con la rigorosa struttura formale cercata dalla tensione fisica e psicologica e impiegata, attraverso il gesto, nella asseverazione testimoniale dell’esserci.
Scrivere una presentazione per Jeong De Kyo è una rara occasione: una occasione particolarmente lieta perché ho avuto occasione di scolpire nello stesso laboratorio di Carrara dove Jeong De Kyo lavorava alcune monumentali opere in marmo, e confrontarsi amichevolmente fianco a fianco sotto il cielo delle apuane è veramente quanto di meglio possa accadere a due scultori. Così è nato tra noi un sentimento di stima ed amicizia che supera il consueto colloquio accademico (poiché Jeong De Kyo è anche mio brillantissimo studente all’Accademia di Belle Arti di Carrara), pur con le poche frasi che gli scultori si scambiano (meglio lavorare che chiacchierare). Ho potuto comprendere come questo giovane uomo, questo ottimo artista e squisito scultore sia una persona dai sentimenti profondi e dai molti e complessi pensieri, spesso timido nel rapporto umano ma improntato da una gentilezza d’animo che trascende la forza e la tecnica impressionante delle sue opere in marmo. Le sculture di Jeong De Kyo si animano in rappresentazioni dove la tecnica è portata a vertici estremi ma con un fermissimo rigore stilistico, così che niente è dato al caso ma bensì la forma è condotta attentamente senza impedimenti o imprevisti: come veramente dovrebbe essere di ogni vera scultura in marmo e com’è appunto di queste opere. Jeong De Kyo è arrivato alla scultura dopo un lungo e difficile tirocinio tecnico così da poter ora affrontare ciò che la sua creatività lo stimola a creare senza minimo problema, come è stato dei grandi scultori del passato, sia coreani che italiani. E’ significativa questa mostra che si apre in una città di grandissime tradizioni nell’arte del marmo….ormai quasi scomparsa nel contemporaneo e che solo artisti veri come Jeong De Kyo portano avanti con grande coraggio e passione.
14
settembre 2006
Stefano Sommariva / Jeong De Kyo
Dal 14 settembre al 02 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
BAGNI MEDITERRANEE
Genova, Lungomare Di Pegli, 38r, (Genova)
Genova, Lungomare Di Pegli, 38r, (Genova)
Vernissage
14 Settembre 2006, ore 18
Autore
Curatore