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Stefano Tisba – Campvs Stellae
Campvs Stellae rappresenta un percorso di opere unitario attraverso il mondo della materia e dello spirito. Meglio, un percorso dentro la materia spiritualizzata, liberata dal vincolo statico
dell’impassibilità e dotata di pensiero, che costituisce e popola il mondo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CAMPVS STELLAE di STEFANO TISBA
ST.STEPHEN’S CULTURAL CENTER FOUNDATION
Viale Aventino, 17-angolo Via Aventina
00153 Roma
Vernissage, 22 settembre 2011, ore 18-21
mostra aperta fino al 4 ottobre su appuntamento
ssccf@ststephens-rome.com
Campvs Stellae rappresenta un percorso di opere unitario attraverso il mondo della materia
e dello spirito. Meglio, un percorso dentro la materia spiritualizzata, liberata dal vincolo statico
dell’impassibilità e dotata di pensiero, che costituisce e popola il mondo.
Con la spatola e brevi tocchi si va a ricreare la trama opalescente del vissuto, robusta eppure
fragile, veicolo di continuità nel circolo vitale e vettore del sogno. Trama antica e poliglotta,
raccoglie polvere nei risvolti e luce sui rilievi; preziosa nel suo candore elementare, unisce per
mano tutti i lavori che compongono la mostra, alcuni dei quali accompagneremo con poche parole
di commento.
In Cosmologia domestica i due piani del reale, quello terroso ed aspro della veglia e quello
semovente e labirintico del sogno, convivono alla luce di costellazioni racchiuse in piccole
gabbiette di ferro. Queste costellazioni, composte da un numero vario di frammenti di candela, sono
come protette nelle gabbie, in qualche modo accudite, anche se la loro raccolta ordinata nel recinto
filiforme ne evidenzia la fragilità.
Entrambi i piani invece si compenetrano in Rosso, fugace e algida rappresentazione del tempo;
mentre in Piccole costellazioni la superficie pittorica si spacca nel centro, creando una fenditura sul
piano della rappresentazione che da vita a due superfici sovrapposte e parallele.
Nell’opera Luce della sera lo spettatore fa esperienza diretta del moto di rotazione orbitale intorno
ad un universo circoscritto in un parallelepipedo che ci racconta, con l’odore ed il colore della
ruggine, la sua vecchiezza.
Il tempo appeso, paziente ed incessante, nella forma arbitraria del nostro peregrinare celeste,
compone l’opera La casa di Bach, immagine poetica di un angolo di cielo d’occidente sulle note di
un’aria del compositore tedesco.
Il tono dell’esposizione è piuttosto pacato fino a giungere all’opera intitolata I demoni,
rappresentazione dell’incubo ancestrale dello smarrimento del centro e dell’avvento del caos
sottoforma di ordine “altro”, inquietante ed irriconoscibile attraverso la propria esperienza, esso
scardina il legame che unisce ogni oggetto al suo nome.
E’ la strada del sogno, che genera l’incubo talvolta; ma che attraversando gli immensi territori
dell’anima può dare nuova linfa alle nostre vite.
Il sogno: in tutte le ore del giorno, proiezione del pensiero puro, inafferrabile e inpronunciabile, egli
lambisce la vita e ne interpreta l’ombra.
Altre opere compongono la mostra; altre piccole luci di cera rischiarano il percorso, delicate ed al
tempo stesso faro per il viaggiatore. Egli potrà orientarsi nel suo viaggio verso la conoscenza di se e
del mondo che lo accoglie grazie a queste luci che, sciogliendo la cera, sedimentano il tempo che ci
appartiene.
ST.STEPHEN’S CULTURAL CENTER FOUNDATION
Viale Aventino, 17-angolo Via Aventina
00153 Roma
Vernissage, 22 settembre 2011, ore 18-21
mostra aperta fino al 4 ottobre su appuntamento
ssccf@ststephens-rome.com
Campvs Stellae rappresenta un percorso di opere unitario attraverso il mondo della materia
e dello spirito. Meglio, un percorso dentro la materia spiritualizzata, liberata dal vincolo statico
dell’impassibilità e dotata di pensiero, che costituisce e popola il mondo.
Con la spatola e brevi tocchi si va a ricreare la trama opalescente del vissuto, robusta eppure
fragile, veicolo di continuità nel circolo vitale e vettore del sogno. Trama antica e poliglotta,
raccoglie polvere nei risvolti e luce sui rilievi; preziosa nel suo candore elementare, unisce per
mano tutti i lavori che compongono la mostra, alcuni dei quali accompagneremo con poche parole
di commento.
In Cosmologia domestica i due piani del reale, quello terroso ed aspro della veglia e quello
semovente e labirintico del sogno, convivono alla luce di costellazioni racchiuse in piccole
gabbiette di ferro. Queste costellazioni, composte da un numero vario di frammenti di candela, sono
come protette nelle gabbie, in qualche modo accudite, anche se la loro raccolta ordinata nel recinto
filiforme ne evidenzia la fragilità.
Entrambi i piani invece si compenetrano in Rosso, fugace e algida rappresentazione del tempo;
mentre in Piccole costellazioni la superficie pittorica si spacca nel centro, creando una fenditura sul
piano della rappresentazione che da vita a due superfici sovrapposte e parallele.
Nell’opera Luce della sera lo spettatore fa esperienza diretta del moto di rotazione orbitale intorno
ad un universo circoscritto in un parallelepipedo che ci racconta, con l’odore ed il colore della
ruggine, la sua vecchiezza.
Il tempo appeso, paziente ed incessante, nella forma arbitraria del nostro peregrinare celeste,
compone l’opera La casa di Bach, immagine poetica di un angolo di cielo d’occidente sulle note di
un’aria del compositore tedesco.
Il tono dell’esposizione è piuttosto pacato fino a giungere all’opera intitolata I demoni,
rappresentazione dell’incubo ancestrale dello smarrimento del centro e dell’avvento del caos
sottoforma di ordine “altro”, inquietante ed irriconoscibile attraverso la propria esperienza, esso
scardina il legame che unisce ogni oggetto al suo nome.
E’ la strada del sogno, che genera l’incubo talvolta; ma che attraversando gli immensi territori
dell’anima può dare nuova linfa alle nostre vite.
Il sogno: in tutte le ore del giorno, proiezione del pensiero puro, inafferrabile e inpronunciabile, egli
lambisce la vita e ne interpreta l’ombra.
Altre opere compongono la mostra; altre piccole luci di cera rischiarano il percorso, delicate ed al
tempo stesso faro per il viaggiatore. Egli potrà orientarsi nel suo viaggio verso la conoscenza di se e
del mondo che lo accoglie grazie a queste luci che, sciogliendo la cera, sedimentano il tempo che ci
appartiene.
22
settembre 2011
Stefano Tisba – Campvs Stellae
Dal 22 settembre al 04 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
ST. STEPHEN’S CULTURAL CENTER
Roma, Viale Aventino, 17, (Roma)
Roma, Viale Aventino, 17, (Roma)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
22 Settembre 2011, dalle 18 alle 21
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