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Stephanie Morin – Confrontation
Si chiama Confrontation l’ultimo lavoro di Stéphanie Morin. Si tratta di un quadro di notevoli dimensioni composto di sei parti distinte montate assieme a disegnare una grande superficie.
Comunicato stampa
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Confrontation, però, è anche il titolo di questa intera mostra e, più in generale, sembra indicare, con grande pertinenza, tutta la fase più recente del lavoro dell'artista. E' un termine, dunque, che nella essenzialità della formulazione contiene raccolto in sé tutto un mondo; che vuole essere indizio di un modo di accedere alla pittura, sia sul piano progettuale che su quello, più tecnico, della esecuzione.
La dimensione del confronto, però, non va considerata solo in rapporto alla dimensione formale dell'opera, ché, anzi, riguarda in primo luogo anche quella cromatica (e non solo perché i due termini del discorso, nel lavoro di Morin, sono difficilmente distinguibili). A sancire l'intenzione tematica, infatti, l'artista, che altre volte ha lavorato e lavora su una intensa gamma cromatica, l’ ha ridotta, stavolta, al bianco e nero ricorrendo ad una logica di opposizione binaria. Essendo polarizzato in una maniera così definita, lo spettro cromatico consente di cogliere meglio il gioco di pesi compositivi e percettivi tra le diverse parti dell'opera. In
Confrontation, poi, è straordinariamente evidente come l'effetto di fluido, instabile galleggiamento dell'immagine sia quanto meno sostenuto dalla dialettica tra un mondo bianco e personaggi/forme neri. Ma non si limita a questo Morin. La distinzione cromatica, infatti, va a toccare direttamente la superficie, intesa stavolta, non come porzione dello spazio quanto come costruzione pittorica vera e propria. Se osserviamo i neri, allora, ci accorgeremo che si tratta di una distesa levigata e
matta, frutto della stratificazione di mani pazienti di colore che creano una tessitura uniforme particolarmente compatta e piatta. Viceversa le altre zone del quadro sono trattate secondo modalità totalmente diverse, che vanno dall'emersione della tela di lino lasciata nella sua veste grezza, ad altre dove, invece, ci sono sedimentazioni, grumi, addensamenti sia della pigmentazione che della pasta materica, così che il "bianco" di cui abbiamo semplicisticamente parlato, si rivela un "chiaro" ricco di tonalità, di sfumature, di qualità tattili e sensuali. Lo schema logico del procedimento, insomma, non tradisce la qualità fisica dell'immagine e così quando dentro o attraverso i grumi chiari affiorano degli straordinari momenti di bronzo si amplifica e direi quasi si specifica quell'effetto di stupore che caratterizza la reazione dello spettatore di fronte alla composizione complessiva del quadro.
Il tema del confronto, dunque, è protagonista anche sul piano della dialettica tra modi diversi di trattare la superficie, così che le parti del quadro non solo si distinguono quanto a consistenza materica, ma anche grazie a suggestioni percettive particolari, con un gioco alterno di sprofondamenti ed affioramenti dello sguardo che determinano un ulteriore motivo di instabilità della visione, trasformando la superficie del quadro in una soglia, che riguarda in primo luogo le forme, certo, ma anche, perché no, mondi possibili dell'immaginario che dietro quelle forme tralucono.
La dimensione del confronto, però, non va considerata solo in rapporto alla dimensione formale dell'opera, ché, anzi, riguarda in primo luogo anche quella cromatica (e non solo perché i due termini del discorso, nel lavoro di Morin, sono difficilmente distinguibili). A sancire l'intenzione tematica, infatti, l'artista, che altre volte ha lavorato e lavora su una intensa gamma cromatica, l’ ha ridotta, stavolta, al bianco e nero ricorrendo ad una logica di opposizione binaria. Essendo polarizzato in una maniera così definita, lo spettro cromatico consente di cogliere meglio il gioco di pesi compositivi e percettivi tra le diverse parti dell'opera. In
Confrontation, poi, è straordinariamente evidente come l'effetto di fluido, instabile galleggiamento dell'immagine sia quanto meno sostenuto dalla dialettica tra un mondo bianco e personaggi/forme neri. Ma non si limita a questo Morin. La distinzione cromatica, infatti, va a toccare direttamente la superficie, intesa stavolta, non come porzione dello spazio quanto come costruzione pittorica vera e propria. Se osserviamo i neri, allora, ci accorgeremo che si tratta di una distesa levigata e
matta, frutto della stratificazione di mani pazienti di colore che creano una tessitura uniforme particolarmente compatta e piatta. Viceversa le altre zone del quadro sono trattate secondo modalità totalmente diverse, che vanno dall'emersione della tela di lino lasciata nella sua veste grezza, ad altre dove, invece, ci sono sedimentazioni, grumi, addensamenti sia della pigmentazione che della pasta materica, così che il "bianco" di cui abbiamo semplicisticamente parlato, si rivela un "chiaro" ricco di tonalità, di sfumature, di qualità tattili e sensuali. Lo schema logico del procedimento, insomma, non tradisce la qualità fisica dell'immagine e così quando dentro o attraverso i grumi chiari affiorano degli straordinari momenti di bronzo si amplifica e direi quasi si specifica quell'effetto di stupore che caratterizza la reazione dello spettatore di fronte alla composizione complessiva del quadro.
Il tema del confronto, dunque, è protagonista anche sul piano della dialettica tra modi diversi di trattare la superficie, così che le parti del quadro non solo si distinguono quanto a consistenza materica, ma anche grazie a suggestioni percettive particolari, con un gioco alterno di sprofondamenti ed affioramenti dello sguardo che determinano un ulteriore motivo di instabilità della visione, trasformando la superficie del quadro in una soglia, che riguarda in primo luogo le forme, certo, ma anche, perché no, mondi possibili dell'immaginario che dietro quelle forme tralucono.
23
aprile 2004
Stephanie Morin – Confrontation
Dal 23 aprile al 12 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTURARTE
Nepi, Via Settevene Palo, 1a, (Viterbo)
Nepi, Via Settevene Palo, 1a, (Viterbo)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì, 09-18, sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
23 Aprile 2004, ore 21.00