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Steven Meek
Per realizzare i suoi quadri Steven Meek parte dalla fotografia – un’esigenza per cogliere e mostrare la realtà come appare – che manipola successivamente in digitale fino ad ottenere un’immagine finale che realizza in seguito a mano libera.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 31 marzo al 22 maggio 2004 la galleria presenterà una mostra personale del pittore americano Steven Meek. L’artista, nato a Dallas nel 1969, vive e lavora a Roma dove si è trasferito dopo aver conseguito il master in pittura alla Yale University School of Art nel 1994.
Per realizzare i suoi quadri Steven Meek parte dalla fotografia - un’esigenza per cogliere e mostrare la realtà come appare - che manipola successivamente in digitale fino ad ottenere un’immagine finale che realizza in seguito a mano libera e rigorosamente ad olio su diversi supporti (tela o tavola). Se da un lato il digitale è un mezzo per elaborare la fotografia di partenza che viene trasformata e plasmata fino all’ottenimento di un’immagine allungata, quasi distorta e leggermente sfocata, dall’altro l’artista si serve dello strumento meccanico per quadrettare lo scatto fotografico e poterlo in seguito riprodurre in pittura ma una volta creata la griglia ne fa elemento portante del proprio lavoro e tratto distintivo della sua arte. Steven Meek trasforma in questo modo l’antica tecnica di quadrettatura della tela, usata dai pittori rinascimentali per riportare su grandi superfici le figure e i paesaggi abbozzati nei disegni preparatori, in elemento strutturale dei propri quadri.
Attraverso la composizione a moduli geometrici che formano una griglia Steven Meek allontana il piano visivo riuscendo a dare un effetto di maggiore profondità alle scene rappresentate. Ma se ad un primo colpo d’occhio la suddivisione geometrica della tela trae in inganno dando la sensazione che la griglia esista realmente e faccia parte della scena, colta attraverso di essa e di conseguenza in parte coperta da essa, ad uno sguardo più attento la percezione dell’immagine si trasforma e la rappresentazione che si ha davanti agli occhi si ricompone con estremo rigore nell’incastro perfetto di ogni porzione del quadro in cui è stato diviso il supporto.
Nella ricerca artistica di Steven Meek ritroviamo sia il linguaggio della pittura iperrealista americana (le scene rappresentate documentano sempre uno sguardo attento e profondo sul mondo attuale e sull’espressività dei volti umani) che una netta tendenza verso l’astrazione rappresentata dal suo interesse per la geometrizzazione dello spazio visivo.
In occasione della mostra l’artista farà al piano su strada un allestimento particolare colorando a mò di wall-painting le pareti sottostanti ai quadri con un tono complementare a quello della griglia con cui è stata suddivisa la tela in modo tale che la geometrizzazione dello spazio visivo coinvolga sia il quadro che il luogo in cui viene esposto.
Per realizzare i suoi quadri Steven Meek parte dalla fotografia - un’esigenza per cogliere e mostrare la realtà come appare - che manipola successivamente in digitale fino ad ottenere un’immagine finale che realizza in seguito a mano libera e rigorosamente ad olio su diversi supporti (tela o tavola). Se da un lato il digitale è un mezzo per elaborare la fotografia di partenza che viene trasformata e plasmata fino all’ottenimento di un’immagine allungata, quasi distorta e leggermente sfocata, dall’altro l’artista si serve dello strumento meccanico per quadrettare lo scatto fotografico e poterlo in seguito riprodurre in pittura ma una volta creata la griglia ne fa elemento portante del proprio lavoro e tratto distintivo della sua arte. Steven Meek trasforma in questo modo l’antica tecnica di quadrettatura della tela, usata dai pittori rinascimentali per riportare su grandi superfici le figure e i paesaggi abbozzati nei disegni preparatori, in elemento strutturale dei propri quadri.
Attraverso la composizione a moduli geometrici che formano una griglia Steven Meek allontana il piano visivo riuscendo a dare un effetto di maggiore profondità alle scene rappresentate. Ma se ad un primo colpo d’occhio la suddivisione geometrica della tela trae in inganno dando la sensazione che la griglia esista realmente e faccia parte della scena, colta attraverso di essa e di conseguenza in parte coperta da essa, ad uno sguardo più attento la percezione dell’immagine si trasforma e la rappresentazione che si ha davanti agli occhi si ricompone con estremo rigore nell’incastro perfetto di ogni porzione del quadro in cui è stato diviso il supporto.
Nella ricerca artistica di Steven Meek ritroviamo sia il linguaggio della pittura iperrealista americana (le scene rappresentate documentano sempre uno sguardo attento e profondo sul mondo attuale e sull’espressività dei volti umani) che una netta tendenza verso l’astrazione rappresentata dal suo interesse per la geometrizzazione dello spazio visivo.
In occasione della mostra l’artista farà al piano su strada un allestimento particolare colorando a mò di wall-painting le pareti sottostanti ai quadri con un tono complementare a quello della griglia con cui è stata suddivisa la tela in modo tale che la geometrizzazione dello spazio visivo coinvolga sia il quadro che il luogo in cui viene esposto.
31
marzo 2004
Steven Meek
Dal 31 marzo al 22 maggio 2004
arte contemporanea
Location
AL9E – ARTESTUDIO
Roma, Via Della Vetrina, 9, (Roma)
Roma, Via Della Vetrina, 9, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato. dalle 16h alle 19h30. la mattina per appuntamento
Vernissage
31 Marzo 2004, dalle ore 18h