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Steven Pippin – Work (within a work)
WORK (WITHIN A WORK) riunisce una selezione di opere che copre un periodo di circa 28 anni e comprende una vasta gamma di attività: dalla performance alla fotografia, dalla scultura alla cinematografia sperimentale ed all’ingegneria.
Comunicato stampa
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La Galleria Enrico Astuni inaugura sabato 22 settembre 2018 alle ore 19 WORK (WITHIN A WORK), personale dell’artista ed ingegnere inglese Steven Pippin.
La mostra intende mettere in evidenza l’interesse e l’attrazione sempre provati dall’artista nei confronti della longitudine 0°, il Meridiano Fondamentale, dal momento che il suo studio è situato nei pressi dell’Osservatorio di Greenwich, a South East London, fin dalla fine degli anni ’80.
WORK (WITHIN A WORK) riunisce una selezione di opere che copre un periodo di circa 28 anni e comprende una vasta gamma di attività: dalla performance alla fotografia, dalla scultura alla cinematografia sperimentale ed all’ingegneria. Vi si nota l’interesse sotteso e continuativo nei confronti dell’infinito (all’interno di ciò che è banale e noioso) e della complessità (nell’apparentemente semplice quotidianità domestica), argomenti che vengono costantemente riesaminati dall’artista.
Il meridiano di Greenwich è l’asse centrale attorno al quale si articola la mostra, comprendente svariati settori e diverse discipline come arte concettuale, meditazioni filosofiche ed esperimenti scientifici. Per esempio, Geocentric TV* (1998), un macchinario con un mappamondo collocato su uno schermo televisivo che ruota, ha richiesto diversi anni di faticosa costruzione e modellazione a mano e riflette l’atteggiamento Zen che pervade la realizzazione di quest’opera, in contrapposizione al desiderio moderno che si preoccupa soltanto del risultato finale.
L’interesse dell’artista nei confronti del confine tra arte e scienza è predominante in parecchie tra le opere in mostra, come nel caso di Carbon Copiers**, due fotocopiatrici Xerox collocate specularmente una sopra l’altra, per rendere l’idea del preciso momento in cui si verifica il processo di riproduzione della macchina. L’opera fa riferimento a molteplici tematiche, come la molecola del carbonio, che è alla base della vita, il sesso in ufficio, il loop creato dai feedback e il ciclo della vita, perpetuo e privo di ogni significato.
L’opera più recente fra quelle presentate in questa mostra, Static Turbine System (prototype 2017)***, sposta il centro dell’opera nel settore puramente scientifico, raccogliendo energia statica dal sistema eolico stesso, allo scopo di ottenere una rotazione più efficiente delle pale della turbina. Questo marchingegno descrive l’estremo interesse dell’artista nella possibilità di creare una macchina perfetta, capace di assorbire l’energia e di mantenersi perpetuamente in movimento, persino quando la fonte di energia esterna viene eliminata.
* TV geocentrica
** Fotocopiatrici
*** Sistema a turbina statica (prototipo 2017)
STEVEN JOHN PIPPIN è nato nel 1969 a Redhill, UK. Vive e lavora a Londra. Fotografo e scultore inglese, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria meccanica ha frequentato un corso di arte al Loughborough College (1981–2) e successivamente ha studiato scultura al Politecnico di Brighton (1982–5) e al Chelsea School of Art, Londra (1987). Ha lavorato a Berlino con la borsa di studio DAAD (1997-8), ed è stato fra i finalisti al Turner Prize (1999).
Tra le recenti mostre personali Work (within a work), Galleria Enrico Astuni, Bologna, 2018; Aberration optique, Centre Pompidou, Paris (2017); Insignificant, Gavin Brown’s enterprise, NY (2014);
Ω=1, Dilston Grove, CGP London (2013); Regress/Progress, CSW Centrum Sztuki Wspolczesnej / Centre for Contemporary Art, Ujazdowski Castle. Tra le recenti mostre collettive Xerox, The Société, Bruxelles (2017); Ghosts in the machine, FRAC - Limousin, Limoges (2015); Contemporary Art Society: Twixt Two Worlds, Whitechapel Art Gallery, London (2014); Nyc 1993: Experimental Jet Set, Trash And No Star, New Museum of Contemporary Art, New York, NY (2013); Du Monde Clos À L’univers Infini, Centre d’art contemporain de Quimper, le Quartier, Quimper (2012).
Le opere di Steven Pippin sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui Tate Gallery London; Manchester City Art Gallery; Swindon Art Gallery; MOMA, New York; Guggenheim Museum, New York; SF MoMA San Francisco; Walker Art Centre, Minneapolis; FRAC Limousin (France); FRAC Bretagne; FNAC Paris; Contemporary Art Society, London; Museum of Art Tel Aviv. UCLA Hammer Museum Los Angeles; Kenderdine Art Gallery, University of Sakatchewan Canada. Fotomuseum Winterhur Basel.
La mostra intende mettere in evidenza l’interesse e l’attrazione sempre provati dall’artista nei confronti della longitudine 0°, il Meridiano Fondamentale, dal momento che il suo studio è situato nei pressi dell’Osservatorio di Greenwich, a South East London, fin dalla fine degli anni ’80.
WORK (WITHIN A WORK) riunisce una selezione di opere che copre un periodo di circa 28 anni e comprende una vasta gamma di attività: dalla performance alla fotografia, dalla scultura alla cinematografia sperimentale ed all’ingegneria. Vi si nota l’interesse sotteso e continuativo nei confronti dell’infinito (all’interno di ciò che è banale e noioso) e della complessità (nell’apparentemente semplice quotidianità domestica), argomenti che vengono costantemente riesaminati dall’artista.
Il meridiano di Greenwich è l’asse centrale attorno al quale si articola la mostra, comprendente svariati settori e diverse discipline come arte concettuale, meditazioni filosofiche ed esperimenti scientifici. Per esempio, Geocentric TV* (1998), un macchinario con un mappamondo collocato su uno schermo televisivo che ruota, ha richiesto diversi anni di faticosa costruzione e modellazione a mano e riflette l’atteggiamento Zen che pervade la realizzazione di quest’opera, in contrapposizione al desiderio moderno che si preoccupa soltanto del risultato finale.
L’interesse dell’artista nei confronti del confine tra arte e scienza è predominante in parecchie tra le opere in mostra, come nel caso di Carbon Copiers**, due fotocopiatrici Xerox collocate specularmente una sopra l’altra, per rendere l’idea del preciso momento in cui si verifica il processo di riproduzione della macchina. L’opera fa riferimento a molteplici tematiche, come la molecola del carbonio, che è alla base della vita, il sesso in ufficio, il loop creato dai feedback e il ciclo della vita, perpetuo e privo di ogni significato.
L’opera più recente fra quelle presentate in questa mostra, Static Turbine System (prototype 2017)***, sposta il centro dell’opera nel settore puramente scientifico, raccogliendo energia statica dal sistema eolico stesso, allo scopo di ottenere una rotazione più efficiente delle pale della turbina. Questo marchingegno descrive l’estremo interesse dell’artista nella possibilità di creare una macchina perfetta, capace di assorbire l’energia e di mantenersi perpetuamente in movimento, persino quando la fonte di energia esterna viene eliminata.
* TV geocentrica
** Fotocopiatrici
*** Sistema a turbina statica (prototipo 2017)
STEVEN JOHN PIPPIN è nato nel 1969 a Redhill, UK. Vive e lavora a Londra. Fotografo e scultore inglese, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria meccanica ha frequentato un corso di arte al Loughborough College (1981–2) e successivamente ha studiato scultura al Politecnico di Brighton (1982–5) e al Chelsea School of Art, Londra (1987). Ha lavorato a Berlino con la borsa di studio DAAD (1997-8), ed è stato fra i finalisti al Turner Prize (1999).
Tra le recenti mostre personali Work (within a work), Galleria Enrico Astuni, Bologna, 2018; Aberration optique, Centre Pompidou, Paris (2017); Insignificant, Gavin Brown’s enterprise, NY (2014);
Ω=1, Dilston Grove, CGP London (2013); Regress/Progress, CSW Centrum Sztuki Wspolczesnej / Centre for Contemporary Art, Ujazdowski Castle. Tra le recenti mostre collettive Xerox, The Société, Bruxelles (2017); Ghosts in the machine, FRAC - Limousin, Limoges (2015); Contemporary Art Society: Twixt Two Worlds, Whitechapel Art Gallery, London (2014); Nyc 1993: Experimental Jet Set, Trash And No Star, New Museum of Contemporary Art, New York, NY (2013); Du Monde Clos À L’univers Infini, Centre d’art contemporain de Quimper, le Quartier, Quimper (2012).
Le opere di Steven Pippin sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui Tate Gallery London; Manchester City Art Gallery; Swindon Art Gallery; MOMA, New York; Guggenheim Museum, New York; SF MoMA San Francisco; Walker Art Centre, Minneapolis; FRAC Limousin (France); FRAC Bretagne; FNAC Paris; Contemporary Art Society, London; Museum of Art Tel Aviv. UCLA Hammer Museum Los Angeles; Kenderdine Art Gallery, University of Sakatchewan Canada. Fotomuseum Winterhur Basel.
22
settembre 2018
Steven Pippin – Work (within a work)
Dal 22 settembre 2018 al 05 gennaio 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Orario di apertura
Da lunedì al venerdi 9:00 – 13:00 / 15:00 – 19:00. Sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
22 Settembre 2018, h 19.00
Autore