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Still in Motion: The 10th Anniversary
Still in Motion è insieme un bilancio, una proposta e una conferma. Come vuole il luogo comune, per andare avanti è necessario guardare indietro, e ricordarsi, aggiungiamo noi, quello che si è.
Comunicato stampa
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LipanjePuntin artecontemporanea – Roma ha il piacere di presentare Still in Motion: The 10th Anniversary, una mostra a cura di Marco Puntin.
Still in Motion è insieme un bilancio, una proposta e una conferma. Come vuole il luogo comune, per andare avanti è necessario guardare indietro, e ricordarsi, aggiungiamo noi, quello che si è. Troppo spesso siamo assediati dal tentativo della società (e dell’economia) di plasmarci a suo uso e consumo, di determinare bisogni la cui soddisfazione genera un circolo vizioso in cui l’individuo si perde, in un mare di loghi e mode. L’ansia di raggiungere nuovi successi e miracolosi cambiamenti ci obbliga ad evitare di vivere il presente per proiettarci verso l’attesa di un futuro prossimo venturo. Ovvero, chi vive si ferisce. Quasi un obbligo, certificato e codificato dalla pubblicità, da ciò che fa ed è moda. In questo quadro potenzialmente desolante si rende necessario far sentire la propria voce, anche dissonante e stridente, per riappropriarsi della propria volontà, del proprio gusto e in ultimo del proprio tempo. Così invece di programmare obiettivi e strategie ci siamo ritrovati a discutere di presente e passato, tutti d’accordo nel sostenere che, se il presente è in movimento e diviene passato nel momento stesso in cui lo si nomina, il futuro, oscuro e imprevedibile, è statico e immobile finché non diverrà presente, ma a quel punto sarà già passato.
E’ dunque il movimento a conferire senso al tempo: le giornate si succedono per la rotazione della Terra sul proprio asse e le stagioni per la sua rivoluzione intorno al Sole. Così con i lavori di Still in Motion vorremmo attestare che la “nostra terra” è ancora in movimento, nella speranza che questo provochi lo stesso stupore e la stessa rassicurante sensazione che deriva dal susseguirsi delle stagioni. Ma nel titolo della mostra è racchiusa anche la stasi del “fermo immagine”, della fotografia, e il suo rapporto solo apparentemente contraddittorio con il movimento. Inutile dire che non possiamo percepire il movimento incessante in cui siamo trascinati, e indulgendo in questa calma apparente riusciamo a cogliere un barlume del vortice che ci travolge solo attraverso immagini mediate o immediate.
Tutti i lavori di Still in Motion testimoniano la coerenza di un progetto propulsivo che non teme l’inerzia. Sono piccole grandi unità che documentano il movimento, e il suo continuo, prodigioso incontro con la stasi. La geometria statica di alcuni oggetti evoca diversi tipi di movimento: il movimento delle idee e della morale corrente racchiusa nei libri (Byrne), il movimento preannunciato o ormai esaurito delle composizioni di James Brown, il movimento delle strutture concentriche nelle visioni della Città Proibita di Girbes e il movimento meccanico in potenza nel retro del camion dipinto da Juan Lealruiz. Anche nell’immobilità dei corpi immortalati da Corbijn, Corpicrudi, Giletta, Gligorov, Masbedo, Roig, è racchiuso il segreto del movimento sul punto di esplodere o morire. I lavori di Coppes, Migliore, Scheda, Toffolini, Tulli, Van Der Kaap, astraggono il movimento e lo concettualizzano attraverso la visione tecnologica di linee prospettiche.
Still in Motion è insieme un bilancio, una proposta e una conferma. Come vuole il luogo comune, per andare avanti è necessario guardare indietro, e ricordarsi, aggiungiamo noi, quello che si è. Troppo spesso siamo assediati dal tentativo della società (e dell’economia) di plasmarci a suo uso e consumo, di determinare bisogni la cui soddisfazione genera un circolo vizioso in cui l’individuo si perde, in un mare di loghi e mode. L’ansia di raggiungere nuovi successi e miracolosi cambiamenti ci obbliga ad evitare di vivere il presente per proiettarci verso l’attesa di un futuro prossimo venturo. Ovvero, chi vive si ferisce. Quasi un obbligo, certificato e codificato dalla pubblicità, da ciò che fa ed è moda. In questo quadro potenzialmente desolante si rende necessario far sentire la propria voce, anche dissonante e stridente, per riappropriarsi della propria volontà, del proprio gusto e in ultimo del proprio tempo. Così invece di programmare obiettivi e strategie ci siamo ritrovati a discutere di presente e passato, tutti d’accordo nel sostenere che, se il presente è in movimento e diviene passato nel momento stesso in cui lo si nomina, il futuro, oscuro e imprevedibile, è statico e immobile finché non diverrà presente, ma a quel punto sarà già passato.
E’ dunque il movimento a conferire senso al tempo: le giornate si succedono per la rotazione della Terra sul proprio asse e le stagioni per la sua rivoluzione intorno al Sole. Così con i lavori di Still in Motion vorremmo attestare che la “nostra terra” è ancora in movimento, nella speranza che questo provochi lo stesso stupore e la stessa rassicurante sensazione che deriva dal susseguirsi delle stagioni. Ma nel titolo della mostra è racchiusa anche la stasi del “fermo immagine”, della fotografia, e il suo rapporto solo apparentemente contraddittorio con il movimento. Inutile dire che non possiamo percepire il movimento incessante in cui siamo trascinati, e indulgendo in questa calma apparente riusciamo a cogliere un barlume del vortice che ci travolge solo attraverso immagini mediate o immediate.
Tutti i lavori di Still in Motion testimoniano la coerenza di un progetto propulsivo che non teme l’inerzia. Sono piccole grandi unità che documentano il movimento, e il suo continuo, prodigioso incontro con la stasi. La geometria statica di alcuni oggetti evoca diversi tipi di movimento: il movimento delle idee e della morale corrente racchiusa nei libri (Byrne), il movimento preannunciato o ormai esaurito delle composizioni di James Brown, il movimento delle strutture concentriche nelle visioni della Città Proibita di Girbes e il movimento meccanico in potenza nel retro del camion dipinto da Juan Lealruiz. Anche nell’immobilità dei corpi immortalati da Corbijn, Corpicrudi, Giletta, Gligorov, Masbedo, Roig, è racchiuso il segreto del movimento sul punto di esplodere o morire. I lavori di Coppes, Migliore, Scheda, Toffolini, Tulli, Van Der Kaap, astraggono il movimento e lo concettualizzano attraverso la visione tecnologica di linee prospettiche.
14
gennaio 2010
Still in Motion: The 10th Anniversary
Dal 14 gennaio al 28 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
LIPANJEPUNTIN ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Di Montoro, 10, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 10, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14-20
Vernissage
14 Gennaio 2010, ore 18
Autore
Curatore