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Storie barocche
La Biblioteca Malatestiana ospita la grande mostra Storie Barocche, ideale itinerario alla scoperta di una delle stagioni artistiche più felici per il territorio cesenate, quel XVII secolo che vide approdare in riva al Savio opere del Guercino, del santarcangiolese Guido Cagnacci e di altri grandi pittori dell¹epoca e fiorire alcune personalità artistiche di notevole interesse, in parte riscoperte solo da pochi decenni, come nel caso di Cristoforo Serra e del suo allievo Cristoforo Savolini.
Comunicato stampa
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E sono proprio Guercino, Cagnacci, Guido Reni, Serra, Savolini i principali protagonisti delle ³Storie barocche² raccontate a Cesena. Insieme a loro altri artisti del tempo, dal Centino al Sassoferrato, da Domenico Maria Sani al danese Eberhard Keilhau. Complessivamente sono un¹ottantina le opere presenti, per offrire il ritratto di un secolo inquieto e i riflessi sull¹arte in una terra di passaggio, come la Romagna.
Questa panoramica, idealmente, prende le mosse dall¹intuizione colta negli anni Cinquanta da Francesco Arcangeli, che per primo ha sondato un territorio fino ad allora pressoché inesplorato. In mezzo secolo si sono rapidamente accumulati, su questa traccia, numerosi contributi ad opera di storici dell¹arte, studi, saggi, precisazioni che formano oggi un corpus tale da permettere una puntuale ricostruzione del panorama artistico della nostra città. La mostra è promossa da Comune di Cesena, Istituzione Biblioteca Malatestiana e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena.
Una mostra, tre sezioni, un itinerario
L¹esposizione è articolata in tre sezioni: la prima, dal titolo Le presenze. I modelli propone artisti operanti per la città e il suo territorio come il Cavalier d¹Arpino, Ferraù Fenzoni, Guercino, Cagnacci, Centino, Mastelletta e poi ancora Benedetto Gennari, Cignani, per arrivare fino ai primi decenni del secolo successivo con Torelli, Mancini e Resani. Queste presenze qualificano il nuovo assetto del patrimonio cittadino e avviano un processo di confronto e di emulazione per un¹intera generazione di artisti nati e attivi soprattutto a Cesena. A loro è consacrata la seconda sezione della mostra Artisti cesenati . I più alti protagonisti della svolta e del radicale rinnovamento della pittura, in chiave dapprima naturalistico-guercinesca e poi apertamente barocca, sono Cristoforo Serra (1600-1689) e Cristoforo Savolini (1639-1677). Il primo fu pittore ³non mercenario ma gentiluomo dilettante di pittura², impegnato nella vita pubblica e capitano delle milizie. Dotato di una personalità influente e carismatica produsse straordinari dipinti, frutto di esperienze coltivate a Roma all¹inizio degli anni Venti del Seicento, insieme a Guercino. Di Serra sono esposte gran parte delle opere: dall¹Ultima cena (Cesena, Chiesa dei Cappuccini) di forte influenza caravaggesca, alla straordinaria Lucrezia (Cesena, Fondazione Cassa di Risparmio), per arrivare alle tele già nell¹Oratorio di Sant¹Anna, ciclo degli anni Sessanta, che costituì l¹impegno più rilevante della sua lunga carriera. È questa la prima vera occasione per vedere fianco a fianco e comprenderne i rapporti scambievoli, i dipinti di Serra e quelli del suo più brillante ed estroso allievo, Cristoforo Savolini, di cui sono presenti in mostra pale d¹altare, come la Conversione di San Paolo (Bologna, Chiesa dell¹Osservanza) e il San Donnino (Cesena, San Domenico) e tele provenienti da collezioni private e da musei italiani e stranieri a costruire un percorso che copre quasi per intero la sua breve carriera.
Tra i protagonisti della pittura cesenate va inoltre ricordato Giovan Battista Razzani, presente con una serie di dipinti di soggetto religioso, ma soprattutto con un gruppo di ritratti inediti, eseguiti per la famiglia Chiaramonti, che offrono lo spunto per uno sguardo sui rappresentanti più noti della cultura letteraria e accademica del tempo, cui è dedicata la terza sezione della mostra, Tessere del Barocco cesenate, che offre alla curiosità del visitatore esempi di cultura artistica e materiale dell¹epoca.
La mostra è in realtà un¹esposizione diffusa, con sede non solo alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, ma anche nello storico Palazzo Romagnoli, riaperto al pubblico per l¹occasione. L¹itinerario proposto tocca inoltre tre antiche chiese di Cesena (La Cattedrale, la Chiesa dei Servi, la Chiesa di San Domenico) dove è possibile ammirare ulteriori quadri che non rientrano propriamente nella mostra ma sono ma altamente rappresentativi della pittura del periodo.
Una fioritura fra guerre e carestie
Il Seicento pittorico a Cesena in Romagna
La pittura del Seicento a Cesena, se da un lato appare pronta ad accogliere gli stimoli e i suggerimenti che le provengono dalla scuola bolognese e da quella romana, dall¹altro offre una produzione locale di così alta qualità da porsi come una realtà assolutamente capace di elaborare una propria definita poetica. In un contesto assai più variegato di quanto si riesca ad immaginare operano artisti cesenati come Giovan Battista Razzani, Ascanio Foschi, i due Cristoforo (Serra e Savolini), Lascari, Mainardi, Domenico Maria Sani e altri ancora. Già i primi decenni del Seicento si presentano molto vivi, nonostante le vicissitudini politiche, che portano numerosi eserciti ad attraversare la regione, pestilenze e carestie. Nonostante tutto questo, la città e le chiese si riempiono di capolavori, che solo in parte sono giunti a noi nelle originarie collocazioni (è, per fortuna, il caso del solenne e dolce ³San Francesco² di Guercino, dipinto per i Capuccini di Cesena, nel cui convento ancora oggi è conservato); molto più spesso, per vicende che la mostra contribuierà a ripercorrere, sono andati ad arricchire i maggiori musei europei: è il caso dei disegni di Domenico Maria Sani, ora a Stoccolma, o dei suoi dipinti madrileni, o ancora del quadro ³La cacciata di Agar² di Cristoforo Savolini, ora conservato al Museo Puskin di Mosca.
Riunire per la prima volta fianco a fianco opere di musei italiani e stranieri, di collezioni pubbliche e private, di chiese della città e del suo territorio, permetterà la sostanziale rivalutazione di un patrimonio conosciuto dalla cerchia degli studiosi del settore, ma spesso ignorato dal grande pubblico.
I due Cristofori
L¹arte barocca di Serra e Savolini
Cristoforo Serra (Cesena 1600-1689) è l'artista che ha maggiormente inciso sulle vicende della pittura a Cesena nel corso del Seicento. Allievo del Guercino, risulta a Roma nel 1621; i rapporti con l'ambiente romano spiegano le forti tangenze caravaggesche delle sue opere giovanili appartenenti al terzo decennio del Seicento e agli inizi di quello successivo. Egli non è un ³vero, reale e mercenario pittore, ma bensì un vero, e reale gentiluomo dilettante di pittura², appartiene al ceto nobile, conquista il grado di capitano con il quale partecipa alla difesa del Porto Cesenatico e del territorio cesenate ³al tempo delle guerre di Urbano VIII². Quindici le sue opere presenti in mostra, fra cui segnaliamo il ³ Suicidio di Lucrezia², probabilmente dipinto nel primo momento della maturità dell'artista, caratterizzato da un gioco di luci forti e accentuate ombre che ne esalta la vivace colorazione, fornendo uno degli ultimi prodotti segnati dalla poetica caravaggesca. E casualmente anche l¹indole di Serra pare vicina a quella di Michelangelo Merisi: focoso, poco paziente, a volte prepotente, abituato a comandare soldati e a cambiare moglie con rapidità. Sembra che in tarda età sia stato accusato addirittura di tentato omicidio ai danni di un monaco cassinese, cognato della suocera.
Cristoforo Savolini (Cesena 1639 Pesaro 1677) è allievo di Cristoforo Serra e nella sua pittura si rinnovano il gusto naturalistico intenso e il forte empito che lo pongono nella scia del suo maestro Serra e di Cagnacci. Affascinato dalla pittura languida, vellutata de santarcangiolese, realizzò varie copie dalle sue opere, come rivela l'inventario della collezione cesenate dell'avvocato Ludovico Ugolini, suo committente. Secondo la tradizione, morì improvvisamente, per un incidente, mentre si trovava Pesaro. Aveva appena 38 anni. Quasi banale, a raccontarla, la causa della morte: sembra che entrando a cavallo nel chiostro di un convento abbia battuto violentemente la testa contro una chiave di ferro che attraversava le colonne. La morte stroncò una carriera in rapida crescita, come dimostra la fama di cui godeva anche al di fuori dei confini locali e il seguito di scolari che già lo seguiva (ne da testimonianza monsignor Gan Battista Braschi tessendo l¹elogio di Savolini nel suo ³Diatribae Caesenates, manoscritto conservato proprio alla Biblioteca Malatestiana).
Questa panoramica, idealmente, prende le mosse dall¹intuizione colta negli anni Cinquanta da Francesco Arcangeli, che per primo ha sondato un territorio fino ad allora pressoché inesplorato. In mezzo secolo si sono rapidamente accumulati, su questa traccia, numerosi contributi ad opera di storici dell¹arte, studi, saggi, precisazioni che formano oggi un corpus tale da permettere una puntuale ricostruzione del panorama artistico della nostra città. La mostra è promossa da Comune di Cesena, Istituzione Biblioteca Malatestiana e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena.
Una mostra, tre sezioni, un itinerario
L¹esposizione è articolata in tre sezioni: la prima, dal titolo Le presenze. I modelli propone artisti operanti per la città e il suo territorio come il Cavalier d¹Arpino, Ferraù Fenzoni, Guercino, Cagnacci, Centino, Mastelletta e poi ancora Benedetto Gennari, Cignani, per arrivare fino ai primi decenni del secolo successivo con Torelli, Mancini e Resani. Queste presenze qualificano il nuovo assetto del patrimonio cittadino e avviano un processo di confronto e di emulazione per un¹intera generazione di artisti nati e attivi soprattutto a Cesena. A loro è consacrata la seconda sezione della mostra Artisti cesenati . I più alti protagonisti della svolta e del radicale rinnovamento della pittura, in chiave dapprima naturalistico-guercinesca e poi apertamente barocca, sono Cristoforo Serra (1600-1689) e Cristoforo Savolini (1639-1677). Il primo fu pittore ³non mercenario ma gentiluomo dilettante di pittura², impegnato nella vita pubblica e capitano delle milizie. Dotato di una personalità influente e carismatica produsse straordinari dipinti, frutto di esperienze coltivate a Roma all¹inizio degli anni Venti del Seicento, insieme a Guercino. Di Serra sono esposte gran parte delle opere: dall¹Ultima cena (Cesena, Chiesa dei Cappuccini) di forte influenza caravaggesca, alla straordinaria Lucrezia (Cesena, Fondazione Cassa di Risparmio), per arrivare alle tele già nell¹Oratorio di Sant¹Anna, ciclo degli anni Sessanta, che costituì l¹impegno più rilevante della sua lunga carriera. È questa la prima vera occasione per vedere fianco a fianco e comprenderne i rapporti scambievoli, i dipinti di Serra e quelli del suo più brillante ed estroso allievo, Cristoforo Savolini, di cui sono presenti in mostra pale d¹altare, come la Conversione di San Paolo (Bologna, Chiesa dell¹Osservanza) e il San Donnino (Cesena, San Domenico) e tele provenienti da collezioni private e da musei italiani e stranieri a costruire un percorso che copre quasi per intero la sua breve carriera.
Tra i protagonisti della pittura cesenate va inoltre ricordato Giovan Battista Razzani, presente con una serie di dipinti di soggetto religioso, ma soprattutto con un gruppo di ritratti inediti, eseguiti per la famiglia Chiaramonti, che offrono lo spunto per uno sguardo sui rappresentanti più noti della cultura letteraria e accademica del tempo, cui è dedicata la terza sezione della mostra, Tessere del Barocco cesenate, che offre alla curiosità del visitatore esempi di cultura artistica e materiale dell¹epoca.
La mostra è in realtà un¹esposizione diffusa, con sede non solo alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, ma anche nello storico Palazzo Romagnoli, riaperto al pubblico per l¹occasione. L¹itinerario proposto tocca inoltre tre antiche chiese di Cesena (La Cattedrale, la Chiesa dei Servi, la Chiesa di San Domenico) dove è possibile ammirare ulteriori quadri che non rientrano propriamente nella mostra ma sono ma altamente rappresentativi della pittura del periodo.
Una fioritura fra guerre e carestie
Il Seicento pittorico a Cesena in Romagna
La pittura del Seicento a Cesena, se da un lato appare pronta ad accogliere gli stimoli e i suggerimenti che le provengono dalla scuola bolognese e da quella romana, dall¹altro offre una produzione locale di così alta qualità da porsi come una realtà assolutamente capace di elaborare una propria definita poetica. In un contesto assai più variegato di quanto si riesca ad immaginare operano artisti cesenati come Giovan Battista Razzani, Ascanio Foschi, i due Cristoforo (Serra e Savolini), Lascari, Mainardi, Domenico Maria Sani e altri ancora. Già i primi decenni del Seicento si presentano molto vivi, nonostante le vicissitudini politiche, che portano numerosi eserciti ad attraversare la regione, pestilenze e carestie. Nonostante tutto questo, la città e le chiese si riempiono di capolavori, che solo in parte sono giunti a noi nelle originarie collocazioni (è, per fortuna, il caso del solenne e dolce ³San Francesco² di Guercino, dipinto per i Capuccini di Cesena, nel cui convento ancora oggi è conservato); molto più spesso, per vicende che la mostra contribuierà a ripercorrere, sono andati ad arricchire i maggiori musei europei: è il caso dei disegni di Domenico Maria Sani, ora a Stoccolma, o dei suoi dipinti madrileni, o ancora del quadro ³La cacciata di Agar² di Cristoforo Savolini, ora conservato al Museo Puskin di Mosca.
Riunire per la prima volta fianco a fianco opere di musei italiani e stranieri, di collezioni pubbliche e private, di chiese della città e del suo territorio, permetterà la sostanziale rivalutazione di un patrimonio conosciuto dalla cerchia degli studiosi del settore, ma spesso ignorato dal grande pubblico.
I due Cristofori
L¹arte barocca di Serra e Savolini
Cristoforo Serra (Cesena 1600-1689) è l'artista che ha maggiormente inciso sulle vicende della pittura a Cesena nel corso del Seicento. Allievo del Guercino, risulta a Roma nel 1621; i rapporti con l'ambiente romano spiegano le forti tangenze caravaggesche delle sue opere giovanili appartenenti al terzo decennio del Seicento e agli inizi di quello successivo. Egli non è un ³vero, reale e mercenario pittore, ma bensì un vero, e reale gentiluomo dilettante di pittura², appartiene al ceto nobile, conquista il grado di capitano con il quale partecipa alla difesa del Porto Cesenatico e del territorio cesenate ³al tempo delle guerre di Urbano VIII². Quindici le sue opere presenti in mostra, fra cui segnaliamo il ³ Suicidio di Lucrezia², probabilmente dipinto nel primo momento della maturità dell'artista, caratterizzato da un gioco di luci forti e accentuate ombre che ne esalta la vivace colorazione, fornendo uno degli ultimi prodotti segnati dalla poetica caravaggesca. E casualmente anche l¹indole di Serra pare vicina a quella di Michelangelo Merisi: focoso, poco paziente, a volte prepotente, abituato a comandare soldati e a cambiare moglie con rapidità. Sembra che in tarda età sia stato accusato addirittura di tentato omicidio ai danni di un monaco cassinese, cognato della suocera.
Cristoforo Savolini (Cesena 1639 Pesaro 1677) è allievo di Cristoforo Serra e nella sua pittura si rinnovano il gusto naturalistico intenso e il forte empito che lo pongono nella scia del suo maestro Serra e di Cagnacci. Affascinato dalla pittura languida, vellutata de santarcangiolese, realizzò varie copie dalle sue opere, come rivela l'inventario della collezione cesenate dell'avvocato Ludovico Ugolini, suo committente. Secondo la tradizione, morì improvvisamente, per un incidente, mentre si trovava Pesaro. Aveva appena 38 anni. Quasi banale, a raccontarla, la causa della morte: sembra che entrando a cavallo nel chiostro di un convento abbia battuto violentemente la testa contro una chiave di ferro che attraversava le colonne. La morte stroncò una carriera in rapida crescita, come dimostra la fama di cui godeva anche al di fuori dei confini locali e il seguito di scolari che già lo seguiva (ne da testimonianza monsignor Gan Battista Braschi tessendo l¹elogio di Savolini nel suo ³Diatribae Caesenates, manoscritto conservato proprio alla Biblioteca Malatestiana).
28
febbraio 2004
Storie barocche
Dal 28 febbraio al 27 giugno 2004
arte antica
Location
BIBLIOTECA MALATESTIANA
Cesena, Piazza Maurizio Bufalini, 1, (Forlì-cesena)
Cesena, Piazza Maurizio Bufalini, 1, (Forlì-cesena)
Biglietti
Ingresso alla mostra e alla Biblioteca Malatestiana:
intero: 2,50 euro, ridotto: 1,50 euro
Orario di apertura
feriali 913/14 - 18,30. Festivi 10-18,30
Vernissage
28 Febbraio 2004, ore 17