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Storie “tessute” di dame e cavalieri. Due arazzi del Museo Poldi Pezzoli
Ritornano esposti al pubblico, dopo più di quindici anni, i due arazzi con Storie di Amadigi di Gaula, dopo un lungo e accurato lavoro di restauro.
Comunicato stampa
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Ritornano esposti al pubblico, dopo più di quindici anni, i due arazzi con Storie di Amadigi di Gaula, dopo un lungo e accurato lavoro di restauro.
Le due opere, firmate François Spiering, uno tra i più abili e celebri arazzieri dell’Europa della fine del XVI secolo, sono oggetto della mostra-dossier STORIE TESSUTE DI DAME E CAVALIERI. Due arazzi del Museo Poldi Pezzoli, che si tiene nelle sale di via Manzoni 12 dal 16 febbraio al 4 settembre 2005. Accompagnerà l’esposizione un “Quaderno di studi e restauri”, edito da Silvia Editrice, che presenta i risultati delle indagini storico artistiche e iconografiche condotte intorno a questi due panni da Annalisa Zanni, Nello Forti Grazzini e Grazietta Butazzi e le metodologie applicate nel corso del restauro da Francesco Pertegato del Centro Restauro Manufatti Tessili.
Con il ritorno di questi due panni, tutta la collezione degli arazzi è stata restaurata e potrà essere esposta a rotazione nelle sale storiche del Museo.
Realizzate a Delft, nei Paesi Bassi, nel 1602, le due opere oggetto della piccola mostra si ispirano al poema cavalleresco delle Storie di Amadigi di Gaula, racconto di armi, eroismo e amore, nato come appendice delle leggende arturiane e diffuso in Europa nel XVI secolo.
Nel primo dei due manufatti Amadigi si scontra con i cavalieri che hanno rapito l’amata Oriana; poi, al centro della scena, si inginocchia e bacia la mano della principessa ormai salva.
Amadigi si congeda da Oriana è il titolo del secondo arazzo. Qui l’eroe, ospitato da re Lisuarte e ingiustamente accusato, si prepara a partire con i suoi cavalieri. E incontrandosi segretamente con Oriana, si congeda da lei nel modo formale e rispettoso nelle forme dell’amor cortese.
I due arazzi, presenti nella collezione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli già nel 1879, offrono una rappresentazione dettagliatissima delle vesti, dei copricapi, delle armature dei personaggi: un approccio miniaturistico che sembra richiamare più la tradizione del ricamo che quella dell’arazzo.
L’abbigliamento dei personaggi presenta elementi e dettagli che richiamano la costumistica teatrale della fine del XVI secolo e della fine del XVII. Per esempio i lunghi veli che scendono dalle acconciature delle dame, l’assenza dei collari inamidati, qui sostituiti da colletti piatti a piccoli smerli, le armature dei cavalieri, che rimandano alle tenute da parata, da torneo e da giostra.
I due arazzi, prima del restauro, presentavano un avanzato decadimento molecolare della seta ed erano minacciati da un abbattimento cromatico generale, soprattutto dei filati di lana. L’intervento ha cercato di recuperare una buona definizione delle immagini e ha restituito risalto alla rappresentazione delle figure. Inoltre, ha permesso il recupero delle raffinatissime decorazioni dei tessuti, degli ornamenti degli abiti, dei motivi araldici, delle armature.
Le due opere, firmate François Spiering, uno tra i più abili e celebri arazzieri dell’Europa della fine del XVI secolo, sono oggetto della mostra-dossier STORIE TESSUTE DI DAME E CAVALIERI. Due arazzi del Museo Poldi Pezzoli, che si tiene nelle sale di via Manzoni 12 dal 16 febbraio al 4 settembre 2005. Accompagnerà l’esposizione un “Quaderno di studi e restauri”, edito da Silvia Editrice, che presenta i risultati delle indagini storico artistiche e iconografiche condotte intorno a questi due panni da Annalisa Zanni, Nello Forti Grazzini e Grazietta Butazzi e le metodologie applicate nel corso del restauro da Francesco Pertegato del Centro Restauro Manufatti Tessili.
Con il ritorno di questi due panni, tutta la collezione degli arazzi è stata restaurata e potrà essere esposta a rotazione nelle sale storiche del Museo.
Realizzate a Delft, nei Paesi Bassi, nel 1602, le due opere oggetto della piccola mostra si ispirano al poema cavalleresco delle Storie di Amadigi di Gaula, racconto di armi, eroismo e amore, nato come appendice delle leggende arturiane e diffuso in Europa nel XVI secolo.
Nel primo dei due manufatti Amadigi si scontra con i cavalieri che hanno rapito l’amata Oriana; poi, al centro della scena, si inginocchia e bacia la mano della principessa ormai salva.
Amadigi si congeda da Oriana è il titolo del secondo arazzo. Qui l’eroe, ospitato da re Lisuarte e ingiustamente accusato, si prepara a partire con i suoi cavalieri. E incontrandosi segretamente con Oriana, si congeda da lei nel modo formale e rispettoso nelle forme dell’amor cortese.
I due arazzi, presenti nella collezione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli già nel 1879, offrono una rappresentazione dettagliatissima delle vesti, dei copricapi, delle armature dei personaggi: un approccio miniaturistico che sembra richiamare più la tradizione del ricamo che quella dell’arazzo.
L’abbigliamento dei personaggi presenta elementi e dettagli che richiamano la costumistica teatrale della fine del XVI secolo e della fine del XVII. Per esempio i lunghi veli che scendono dalle acconciature delle dame, l’assenza dei collari inamidati, qui sostituiti da colletti piatti a piccoli smerli, le armature dei cavalieri, che rimandano alle tenute da parata, da torneo e da giostra.
I due arazzi, prima del restauro, presentavano un avanzato decadimento molecolare della seta ed erano minacciati da un abbattimento cromatico generale, soprattutto dei filati di lana. L’intervento ha cercato di recuperare una buona definizione delle immagini e ha restituito risalto alla rappresentazione delle figure. Inoltre, ha permesso il recupero delle raffinatissime decorazioni dei tessuti, degli ornamenti degli abiti, dei motivi araldici, delle armature.
15
febbraio 2005
Storie “tessute” di dame e cavalieri. Due arazzi del Museo Poldi Pezzoli
Dal 15 febbraio al 04 settembre 2005
arte antica
Location
MUSEO POLDI PEZZOLI
Milano, Via Alessandro Manzoni, 12, (Milano)
Milano, Via Alessandro Manzoni, 12, (Milano)
Vernissage
15 Febbraio 2005, ore 18,30