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Strange Day
La colletiva riunisce le opere di otto artisti contemporanei, in dialogo attorno al tema dell’esibizionismo e del mostrari, sia in senso fisico che mentale, con lo scopo di proporre differenti visioni di questo aspetto centrale del mondo contemporaneo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In un'epoca piena di contrasti, in cui l'esibizionismo si scontra continuamente con la necessità di una maggiore interiorità, otto artisti contemporanei, si confrontano con il tema del mostrarsi nelle sue molteplici sfumature: dall’estrema ostenatzione del proprio corpo, alla capacità di rivelarci agli altri, anche nei nostri aspetti più intimi. Strange Day diventa il momento simbolo di questo contrasto: da palcoscenico per il nostro aspetto esteriore a luogo di incontro in cui mostrarci all’altro e farci conoscere.
Nell’opera Ragazza ricca di Vincenzo Cabiati, il tema dominante è l'incapacità dell'uomo e della donna contemporanei di mostrarsi per quello che realmente si è, ma solo attraverso merci e prodotti che mirano a definire uno status sociale.
L’esibizionismo del proprio corpo e della sfera sessuale sono i temi trattati da Elle Krystufek con l’opera When the body speaks, the mind will follow che esamina il confine incerto che separa l'esibizionismo dalla denuncia sociale di un mondo dove le immagini sessuali sono sempre più protagoniste, a scapito dell’interiorità.
Lo stesso concetto viene affrontato da Vanessa Beecroft, che, fin dagli esordi, ha indagato temi quali il voyerismo e l'intromissione dello sguardo, utilizzando il corpo femminile come protagonista: un corpo abbandonato, evanescente, dai tratti taglienti e asciutti, che polemicamente ci ricorda una crocifissione.
In The black period, Franko B, studia l’universo maschile, affidandosi esclusivamente al non-colore nero per delineare una sagoma in rilievo di forte impatto segnico ed estremamente erotizzata, dove la denuncia sociale cede il posto ad un’atmosfera più cupa e disillusa.
Rita Casdia, giovane artista siciliana, affronta invece la tematica con l’ironia e la vivacità che contraddistingue la sua generazione attraverso figure realizzate in polymer clay dai colori brillanti, che esprimono la loro sessualità in modo provocante, in bilico tra dissacrazione e ironia.
La produzione di abiti-architetture di Elizabeth Aro non appartiene semplicemente al mondo della moda: sono abiti che rivestono i corpi come una seconda pelle, ma allo stesso tempo “forme che riflettono la complessità di pensieri”, e che mostrano il conflitto tra mondo interiore ed esteriorità, tra pubblico e privato.
Le Korai di Marisa Albanese sono donne contemporanee con una veste e un casco che nascondono, ma ancor più preservano dall’omologazione, dall’appiattimento che rende debole l’umanità, tutelando con il corpo l’autenticità e l’unicità del pensiero.
Alexander Costello, con la tipica ironia inglese, nell'opera I never got it when she told me to fuck off ci propone frasi e pensieri che raccontano le infinite strade che può percorrere il sentimento, leggero come palloncini pronti a volare via.
Nell’opera Ragazza ricca di Vincenzo Cabiati, il tema dominante è l'incapacità dell'uomo e della donna contemporanei di mostrarsi per quello che realmente si è, ma solo attraverso merci e prodotti che mirano a definire uno status sociale.
L’esibizionismo del proprio corpo e della sfera sessuale sono i temi trattati da Elle Krystufek con l’opera When the body speaks, the mind will follow che esamina il confine incerto che separa l'esibizionismo dalla denuncia sociale di un mondo dove le immagini sessuali sono sempre più protagoniste, a scapito dell’interiorità.
Lo stesso concetto viene affrontato da Vanessa Beecroft, che, fin dagli esordi, ha indagato temi quali il voyerismo e l'intromissione dello sguardo, utilizzando il corpo femminile come protagonista: un corpo abbandonato, evanescente, dai tratti taglienti e asciutti, che polemicamente ci ricorda una crocifissione.
In The black period, Franko B, studia l’universo maschile, affidandosi esclusivamente al non-colore nero per delineare una sagoma in rilievo di forte impatto segnico ed estremamente erotizzata, dove la denuncia sociale cede il posto ad un’atmosfera più cupa e disillusa.
Rita Casdia, giovane artista siciliana, affronta invece la tematica con l’ironia e la vivacità che contraddistingue la sua generazione attraverso figure realizzate in polymer clay dai colori brillanti, che esprimono la loro sessualità in modo provocante, in bilico tra dissacrazione e ironia.
La produzione di abiti-architetture di Elizabeth Aro non appartiene semplicemente al mondo della moda: sono abiti che rivestono i corpi come una seconda pelle, ma allo stesso tempo “forme che riflettono la complessità di pensieri”, e che mostrano il conflitto tra mondo interiore ed esteriorità, tra pubblico e privato.
Le Korai di Marisa Albanese sono donne contemporanee con una veste e un casco che nascondono, ma ancor più preservano dall’omologazione, dall’appiattimento che rende debole l’umanità, tutelando con il corpo l’autenticità e l’unicità del pensiero.
Alexander Costello, con la tipica ironia inglese, nell'opera I never got it when she told me to fuck off ci propone frasi e pensieri che raccontano le infinite strade che può percorrere il sentimento, leggero come palloncini pronti a volare via.
11
settembre 2008
Strange Day
Dall'undici settembre al 31 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
CIOCCA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Lecco, 15, (Milano)
Milano, Via Lecco, 15, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14:00-19:30
Vernissage
11 Settembre 2008, ore 18:30
Autore
Curatore