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Strappi e ferite
Strappi dell’anima e ferite del corpo sono al centro dell’attenzione degli artisti contemporanei che indagano le lacerazioni del nostro tempo, che appare come l’età del sopruso, del precario equilibrio, della perdita dei valori e della distruzione.
Comunicato stampa
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Espongono gli artisti:
Fabrizia Caleari, Monica Caputo, Kiara Carbone, Cleide, Paola Colleoni, Claudio Comandini, Paul De Haan, Antonio Esposito, Marida Giordano, Gloria Giovanella, Tiffany Grana, Beppe Gromi, Romano Gualdi, Alyna Ivanova-Shchygoleva, Luigi Lotito, Maila, Clara Nicese, Anna Patalano, Mia Pontano&Andrea Modenese, Sasha Preve, Giovanni Riva, Vincenzo Roma, Marco Romoli, Marialuisa Sabato, Alessia Vianello
Ospite d’onore Nadia Presotto, giornalista del Corriere dell’Arte e di Agenfax
Testo critico
a cura di Sabrina Falzone
L’Associazione Immaginecolore.com è lieta di presentare la Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea "Strappi e Ferite", un'esposizione collettiva nata con l’intento di valorizzare la ricerca artistica imperniata su delicate tematiche sociali, prime fra tutte la violenza, tracciando uno scenario attuale poco rassicurante e delineando i limiti oltre i quali si è spinto l’essere umano in termini di violenza fisica o morale. Strappi dell’anima e ferite del corpo sono al centro dell’attenzione degli artisti contemporanei che indagano le lacerazioni di un’epoca, il XXI secolo, a partire dalle sue radici storiche e sociali. Il XXI secolo appare come l’età del sopruso, del precario equilibrio psico-fisico, baratro dell’etica dove si fa strada la perdita dei valori, dove l’uomo distrugge se stesso, violando i diritti umani. Anche all’arte spetta il compito di fermarsi a riflettere sugli scempi che l’essere umano è in grado di compiere, arrivando a calpestare il suo prossimo.
Gli artisti selezionati hanno saputo rievocare tragedie indelebili, come Romano Gualdi, che ha reso omaggio alle 85 vittime che hanno perso la vita nella strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 - l’atto terroristico più grave del secondo dopoguerra italiano - realizzando una serie di fotografie focalizzate sulla cronaca. Mentre Paul De Haan dipinge con toni lividi e pregnanti la Shoah, Marco Romoli pone l’attenzione sullo spargimento di sangue delle guerre ed esplosioni di violenza s’impongono con cruda schiettezza nell’opera di Antonio Esposito.
Il sopruso ha salde radici nel quotidiano in Luigi Lotito, il quale mostra il realistico retroscena dello sfruttamento nel mondo del lavoro mediante la rappresentazione dell’estenuante fatica del corpo. Le tonalità opalescenti di Lotito si ritrovano decisamente sdrammatizzate nelle ardite scomposizioni di Claudio Comandini.
Un problema oggi particolarmente sentito è quello della violenza sulle donne che Maila, Mia Pontano e Andrea Modenese ben rappresentano nel volto contrito di una donna. In Marida Giordano la figura femminile ostenta le ferite aperte del corpo, emette il grido straziante dell’anima nella scultura e pittura di Tiffany Grana, si chiude in se stessa negli scatti di Fabrizia Caleari. Agli occhi feriti della Giordano fanno da contraltare gli “occhi perduti” di Giovanni Riva, privati ormai della dignità di uno sguardo.
Stupri dell’anima subiscono le donne “violentate” dipinte da Cleide e Monica Caputo, dove la mortificazione del corpo diventa il terreno turpe della tragedia.
La ricerca fotografica di Sasha Preve e l’installazione di Alessia Vianello emergono a difesa dell’infanzia strappata, che Clara Nicese legge nell’estrema condizione d’indigenza e che in Lotito diviene veritiera testimonianza della miseria in Argentina.
Sebbene si sia aperto uno scenario agghiacciante sul mondo, gli autori non perdono la speranza e l’ottimismo, ben leggibili nell’impiego di un cromatismo spesso acceso e impavido: a tal proposito si osservino le opere di Beppe Gromi, Marialuisa Sabato e Paola Colleoni; quest’ultima partecipa con un inedito dittico sul confronto tra il Male e il Bene.
Geometrie di violenze annunciate mostrano i lavori di Gloria Giovanella e di Anna Patalano, il textile dell’artista ucraina Alyna Ivanova-Shchygoleva e le sculture ermetiche di Vincenzo Roma e strappi astratti pervadono le opere di Kiara Carbone. In quest’ottica, l’esposizione si manifesta come un grido soffocato contro la tempesta di violenza che imperversa nel profondo della nostra società, implorando pace e amore.
Sabrina Falzone
www.sabrinafalzone.info
Fabrizia Caleari, Monica Caputo, Kiara Carbone, Cleide, Paola Colleoni, Claudio Comandini, Paul De Haan, Antonio Esposito, Marida Giordano, Gloria Giovanella, Tiffany Grana, Beppe Gromi, Romano Gualdi, Alyna Ivanova-Shchygoleva, Luigi Lotito, Maila, Clara Nicese, Anna Patalano, Mia Pontano&Andrea Modenese, Sasha Preve, Giovanni Riva, Vincenzo Roma, Marco Romoli, Marialuisa Sabato, Alessia Vianello
Ospite d’onore Nadia Presotto, giornalista del Corriere dell’Arte e di Agenfax
Testo critico
a cura di Sabrina Falzone
L’Associazione Immaginecolore.com è lieta di presentare la Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea "Strappi e Ferite", un'esposizione collettiva nata con l’intento di valorizzare la ricerca artistica imperniata su delicate tematiche sociali, prime fra tutte la violenza, tracciando uno scenario attuale poco rassicurante e delineando i limiti oltre i quali si è spinto l’essere umano in termini di violenza fisica o morale. Strappi dell’anima e ferite del corpo sono al centro dell’attenzione degli artisti contemporanei che indagano le lacerazioni di un’epoca, il XXI secolo, a partire dalle sue radici storiche e sociali. Il XXI secolo appare come l’età del sopruso, del precario equilibrio psico-fisico, baratro dell’etica dove si fa strada la perdita dei valori, dove l’uomo distrugge se stesso, violando i diritti umani. Anche all’arte spetta il compito di fermarsi a riflettere sugli scempi che l’essere umano è in grado di compiere, arrivando a calpestare il suo prossimo.
Gli artisti selezionati hanno saputo rievocare tragedie indelebili, come Romano Gualdi, che ha reso omaggio alle 85 vittime che hanno perso la vita nella strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 - l’atto terroristico più grave del secondo dopoguerra italiano - realizzando una serie di fotografie focalizzate sulla cronaca. Mentre Paul De Haan dipinge con toni lividi e pregnanti la Shoah, Marco Romoli pone l’attenzione sullo spargimento di sangue delle guerre ed esplosioni di violenza s’impongono con cruda schiettezza nell’opera di Antonio Esposito.
Il sopruso ha salde radici nel quotidiano in Luigi Lotito, il quale mostra il realistico retroscena dello sfruttamento nel mondo del lavoro mediante la rappresentazione dell’estenuante fatica del corpo. Le tonalità opalescenti di Lotito si ritrovano decisamente sdrammatizzate nelle ardite scomposizioni di Claudio Comandini.
Un problema oggi particolarmente sentito è quello della violenza sulle donne che Maila, Mia Pontano e Andrea Modenese ben rappresentano nel volto contrito di una donna. In Marida Giordano la figura femminile ostenta le ferite aperte del corpo, emette il grido straziante dell’anima nella scultura e pittura di Tiffany Grana, si chiude in se stessa negli scatti di Fabrizia Caleari. Agli occhi feriti della Giordano fanno da contraltare gli “occhi perduti” di Giovanni Riva, privati ormai della dignità di uno sguardo.
Stupri dell’anima subiscono le donne “violentate” dipinte da Cleide e Monica Caputo, dove la mortificazione del corpo diventa il terreno turpe della tragedia.
La ricerca fotografica di Sasha Preve e l’installazione di Alessia Vianello emergono a difesa dell’infanzia strappata, che Clara Nicese legge nell’estrema condizione d’indigenza e che in Lotito diviene veritiera testimonianza della miseria in Argentina.
Sebbene si sia aperto uno scenario agghiacciante sul mondo, gli autori non perdono la speranza e l’ottimismo, ben leggibili nell’impiego di un cromatismo spesso acceso e impavido: a tal proposito si osservino le opere di Beppe Gromi, Marialuisa Sabato e Paola Colleoni; quest’ultima partecipa con un inedito dittico sul confronto tra il Male e il Bene.
Geometrie di violenze annunciate mostrano i lavori di Gloria Giovanella e di Anna Patalano, il textile dell’artista ucraina Alyna Ivanova-Shchygoleva e le sculture ermetiche di Vincenzo Roma e strappi astratti pervadono le opere di Kiara Carbone. In quest’ottica, l’esposizione si manifesta come un grido soffocato contro la tempesta di violenza che imperversa nel profondo della nostra società, implorando pace e amore.
Sabrina Falzone
www.sabrinafalzone.info
01
aprile 2008
Strappi e ferite
Dal primo al 15 aprile 2008
fotografia
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
Location
ARS HABITAT – PALAZZO RATTO-PICASSO
Genova, Via San Luca, 14/4, (Genova)
Genova, Via San Luca, 14/4, (Genova)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00
Vernissage
1 Aprile 2008, ore 18.00
Autore
Curatore