Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
STRATO LIMITE Deframmentazione della paura e del suo ricordo
La prima mostra personale di Valerio Volpato, romano classe 1995. Il titolo scelto dall’artista è STRATO LIMITE – Deframmentazione della paura e del suo ricordo.
La ricerca dell’artista si sofferma, infatti, sull’emozione della paura – esperita come compulsione ripetitiva e pensiero ossessivo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il CityLab - centro d'arte visiva e audiosonora underground sulla Via Salaria - riapre con lo studio di Biancofiore che ha già pianificato la sua programma espositiva annuale.
La prima mostra sarà la personale di Valerio Volpato, romano classe 1995. Il titolo scelto dall'artista è STRATO LIMITE - Deframmentazione della paura e del suo ricordo.
La ricerca dell'artista si sofferma, infatti, sull'emozione della paura - esperita come compulsione ripetitiva e pensiero ossessivo.
Volpato utilizza più media per esprimere il senso acuto dell'angoscia, derivata dall'aspettativa di un evento disturbante e inquietante, sempre in agguato dietro l'angolo: la pittura, la scultura spaziale-installativa, la musica. I materiali che coniuga nelle sue installazioni o che usa come supporti per la sua pittura provengono dall’industria aerospaziale, automobilistica e navale. Per quanto riguarda la pittura, l'artista ha una vena espressionista che si manifesta in segni vividi di catrame sulla superficie, neri e densi, stesi a colpi di spatola o in gocce "turgide" di "materia viscosa". La texture, la pelle del dipinto, risulta quindi fondamentale e si riallaccia alle esperienze degli anni Cinquanta, soprattutto alle tele di bitume di Alberto Burri.
Come afferma l'autrice del testo critico Teresa Di Gregorio, Valerio Volpato indaga la materia dell’angoscia «tra le variabili percettive prodotte dall’alterazione farmacologica, dall’uso di suoni distorti in dialogo con la musica classica e con il jazzcore e la musica sperimentale, dall’impiego di resine e materiali plastici».
Il soggetto privilegiato è, come si anticipava, la sensazione della paura che viene rievocata a livello mnemonico in un «racconto che ci parla di nodi profondi, radicati nell’infanzia». Il tempo perduto dell’innocenza viene, inoltre, rievocato chiamando all'appello memorie sfocate. Eppure, le forme familiari del passato - legate all'infanzia e al primo periodo della giovinezza - perdono i loro connotati rassicuranti attraverso la manipolazione prima mentale poi organica, in risultati conturbanti. Valerio Volpato entra nella stanza dei ricordi, trova delle immagini e ne riconosce la familiarità - un piccolo scivolo, una casetta luogo di rifugio di ogni bambino - ma le forme risultano contagiate, di primo acchito: lo scivolo ha una trama dai toni isterici e ripetitivi; la casetta è murata e le sue finestre oscurate; l'erba, bagnata dalla pioggia, è cresciuta a dismisura; gli oggetti sono cotti dal sole e graffiati; le fronde degli alberi sono sostituiti da veli di plastica. L'incipit di una storia comune si colora di macchie d'olio e sfumature orrifiche che trovano risonanza in motivi musicali ripetuti in un loop nevrotico e in una cacofonia che stride nelle orecchie.
BIANCOFIORE
CityLab 971
Via Salaria, 971 (Cortile sinistro)
apertura al pubblico su appuntamento: h 16-20
e-mail: biancofiorestudio@gmail.com
numero: +393347945193
La prima mostra sarà la personale di Valerio Volpato, romano classe 1995. Il titolo scelto dall'artista è STRATO LIMITE - Deframmentazione della paura e del suo ricordo.
La ricerca dell'artista si sofferma, infatti, sull'emozione della paura - esperita come compulsione ripetitiva e pensiero ossessivo.
Volpato utilizza più media per esprimere il senso acuto dell'angoscia, derivata dall'aspettativa di un evento disturbante e inquietante, sempre in agguato dietro l'angolo: la pittura, la scultura spaziale-installativa, la musica. I materiali che coniuga nelle sue installazioni o che usa come supporti per la sua pittura provengono dall’industria aerospaziale, automobilistica e navale. Per quanto riguarda la pittura, l'artista ha una vena espressionista che si manifesta in segni vividi di catrame sulla superficie, neri e densi, stesi a colpi di spatola o in gocce "turgide" di "materia viscosa". La texture, la pelle del dipinto, risulta quindi fondamentale e si riallaccia alle esperienze degli anni Cinquanta, soprattutto alle tele di bitume di Alberto Burri.
Come afferma l'autrice del testo critico Teresa Di Gregorio, Valerio Volpato indaga la materia dell’angoscia «tra le variabili percettive prodotte dall’alterazione farmacologica, dall’uso di suoni distorti in dialogo con la musica classica e con il jazzcore e la musica sperimentale, dall’impiego di resine e materiali plastici».
Il soggetto privilegiato è, come si anticipava, la sensazione della paura che viene rievocata a livello mnemonico in un «racconto che ci parla di nodi profondi, radicati nell’infanzia». Il tempo perduto dell’innocenza viene, inoltre, rievocato chiamando all'appello memorie sfocate. Eppure, le forme familiari del passato - legate all'infanzia e al primo periodo della giovinezza - perdono i loro connotati rassicuranti attraverso la manipolazione prima mentale poi organica, in risultati conturbanti. Valerio Volpato entra nella stanza dei ricordi, trova delle immagini e ne riconosce la familiarità - un piccolo scivolo, una casetta luogo di rifugio di ogni bambino - ma le forme risultano contagiate, di primo acchito: lo scivolo ha una trama dai toni isterici e ripetitivi; la casetta è murata e le sue finestre oscurate; l'erba, bagnata dalla pioggia, è cresciuta a dismisura; gli oggetti sono cotti dal sole e graffiati; le fronde degli alberi sono sostituiti da veli di plastica. L'incipit di una storia comune si colora di macchie d'olio e sfumature orrifiche che trovano risonanza in motivi musicali ripetuti in un loop nevrotico e in una cacofonia che stride nelle orecchie.
BIANCOFIORE
CityLab 971
Via Salaria, 971 (Cortile sinistro)
apertura al pubblico su appuntamento: h 16-20
e-mail: biancofiorestudio@gmail.com
numero: +393347945193
23
maggio 2024
STRATO LIMITE Deframmentazione della paura e del suo ricordo
Dal 23 maggio al 13 giugno 2024
arte contemporanea
Location
CITYLAB 971
Roma, Via Salaria, 971, (RM)
Roma, Via Salaria, 971, (RM)
Orario di apertura
apertura al pubblico su appuntamento: h 16-20
e-mail: biancofiorestudio@gmail.com
Vernissage
23 Maggio 2024, Opening: 23 maggio dalle 18:30 alle 21
Ufficio stampa
Giorgia Basili
Autore