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Street Art, Sweet Art. Dalla cultura hip hop alla generazione “pop up”
Oggi una trentina dei talenti più interessanti della street art italiana vengono presentati al PAC, in una mostra che sarà insieme un punto d’arrivo e un punto di partenza per molti di loro.
Comunicato stampa
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Considerata per anni un semplice prodotto della sottocultura di massa, la tradizione del graffitismo, del writing e della Street Art intesa nel suo senso più allargato è oggi arrivata a irrompere con forza sulla scena artistica “ufficiale”. Complici, in Italia, lo sdoganamento operato da parte di Vittorio Sgarbi, che, nella sua veste di Assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha dato credibilità estetica ai graffiti del Leoncavallo, ma anche le molte personalità di artisti che, in Europa come negli Stati Uniti (da Banksy a Obey), sono tornati a portare una ventata di irriverente freschezza, di “naturale” tendenza alla critica sociale diffusa e di irruenza visiva nel panorama artistico contemporaneo. Oggi, infatti, anche in Italia sta emergendo una nuova generazione di artisti: una generazione disincantata e “aperta”, che ha fatto naturalmente suoi gli elementi della cultura hip-hop americana, di quella neo-situazionista e post-punk europea e di quella del nuovo antagonismo internazionale, ma è anche la più che mai legittima erede della cultura iperpopolare diffusa ovunque nel mondo. È una generazione figlia dei fumetti manga e del cinema di genere, dell’immaginario televisivo e pubblicitario come ovvio e immediato punto di riferimento estetico e culturale, ma con la convinzione che per arrivare a colpire l’immaginario collettivo si può (o si deve) nuovamente passare per il mezzo più semplice e più diretto possibile: la strada. È una nuovissima generazione, sospesa tra cultura hip-hop e iper-pop (prendendo in prestito un termine da internet, si potrebbe chiamarla “generazione pop up”, termine che fa pensare a un’estensione naturale della tradizione pop), abituata ad applicare la propria creatività nelle pubblicità, sulle copertine di dischi, sui manifesti, nelle strade e nell’abbigliamento. È una generazione che si è definitivamente lasciata alle spalle lo snobismo di alcuni artisti “colti”, concettuali o “laureati” per dilagare nelle strade, sui muri, in televisione e persino nelle vetrine dei negozi, nelle cartolerie o nei centro commerciali.
Oggi una trentina dei talenti più interessanti della street art italiana vengono presentati al PAC, in una mostra che sarà insieme un punto d’arrivo e un punto di partenza per molti di loro. Sospesi tra la necessità di adeguare i loro lavori agli spazi puliti e formalmente asettici del museo e la freschezza di opere concepite, sempre e comunque, per la strada, questi artisti mostreranno l’altra faccia dell’arte degli anni a venire: un’arte che si nutre di un’estetica diffusa che ha le sue radici nel writing storico e nell’estetica della bomboletta spray, ma che si nutre anche di idee nuove e di nuove forme di comunicazione diffusa, delle tecniche di “guerrilla marketing” come dei linguaggi e delle tecniche più nuove, dagli stickers agli stencil alle tante forme di “disordinazione urbana” presenti ormai ovunque nelle città di oggi.
Gli artisti presenti in mostra provengono dalle più diverse esperienze. Molti appartengono alla primissima generazione di writers italiani, come Atomo, Airone, KayOne, Rendo, Mambo, Led, Basik, ciascuno dei quali ha elaborato, col tempo, un linguaggio fortemente originale: chi con un’evoluzione in senso plastico, come Joys e Dado; chi con un’attitudine strettamente figurativa, come Marco Teatro, Eron, Wany; e chi ha finito per raggiungere inedite forme di astrazione, come Pho, Rae Martini, Cano. Altri artisti, invece, come Microbo, Bo 130, Blu, Ericailcane, Ozmo, Abbominevole, sono da considerarsi i protagonisti di punta della nuova ondata di street artists (molti dei quali sono già entrati a pieno titolo nel sistema dell’arte “ufficiale”, pur continuando a lavorare attivamente anche in strada), con l’utilizzo dei media più diversi e con un’attività che non si limita al solo territorio italiano, ma tocca molte manifestazioni e festival internazionali. Molti di questi sono facilmente riconoscibili per il pubblico delle nostre città: da Pao (l’artista dei “panettoni-pinguino”), a Pus (l’artista degli scarafaggi), a Bros (salito di recente alle cronache per l’autointitolazione della “via Bros - artista contemporaneo”), a Ivan il “poeta di strada” (“Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”), a Tv Boy (l’artista del bambino con la testa-televisore), per continuare con Sonda, Sea, Dem, Nais, Gatto.
Una sezione a parte della mostra sarà dedicata a un giocoso Bazar pop up, e riunirà oggetti, gadget, accessori, capi d’abbigliamento “griffati” e creati dagli artisti un po’ in tutto il mondo, a testimoniare l’incessante ricerca di nuove forme di comunicazione diffusa dell’arte contemporanea, fuori dagli schemi tradizionali del circuito ristretto gallerie-musei-riviste d’arte. Inoltre, sarà allestito un omaggio all’artista Professor Bad Trip, di recente scomparso, considerato uno dei protagonisti più ironici, irriverenti e dissacranti della cultura underground italiana.
Le attività didattiche legate alla mostra saranno curate da MARTE con il contributo di Gruppo COOP Lombardia.
Catalogo Skira. La mostra sarà realizzata con il sostegno di Porro & C.
Oggi una trentina dei talenti più interessanti della street art italiana vengono presentati al PAC, in una mostra che sarà insieme un punto d’arrivo e un punto di partenza per molti di loro. Sospesi tra la necessità di adeguare i loro lavori agli spazi puliti e formalmente asettici del museo e la freschezza di opere concepite, sempre e comunque, per la strada, questi artisti mostreranno l’altra faccia dell’arte degli anni a venire: un’arte che si nutre di un’estetica diffusa che ha le sue radici nel writing storico e nell’estetica della bomboletta spray, ma che si nutre anche di idee nuove e di nuove forme di comunicazione diffusa, delle tecniche di “guerrilla marketing” come dei linguaggi e delle tecniche più nuove, dagli stickers agli stencil alle tante forme di “disordinazione urbana” presenti ormai ovunque nelle città di oggi.
Gli artisti presenti in mostra provengono dalle più diverse esperienze. Molti appartengono alla primissima generazione di writers italiani, come Atomo, Airone, KayOne, Rendo, Mambo, Led, Basik, ciascuno dei quali ha elaborato, col tempo, un linguaggio fortemente originale: chi con un’evoluzione in senso plastico, come Joys e Dado; chi con un’attitudine strettamente figurativa, come Marco Teatro, Eron, Wany; e chi ha finito per raggiungere inedite forme di astrazione, come Pho, Rae Martini, Cano. Altri artisti, invece, come Microbo, Bo 130, Blu, Ericailcane, Ozmo, Abbominevole, sono da considerarsi i protagonisti di punta della nuova ondata di street artists (molti dei quali sono già entrati a pieno titolo nel sistema dell’arte “ufficiale”, pur continuando a lavorare attivamente anche in strada), con l’utilizzo dei media più diversi e con un’attività che non si limita al solo territorio italiano, ma tocca molte manifestazioni e festival internazionali. Molti di questi sono facilmente riconoscibili per il pubblico delle nostre città: da Pao (l’artista dei “panettoni-pinguino”), a Pus (l’artista degli scarafaggi), a Bros (salito di recente alle cronache per l’autointitolazione della “via Bros - artista contemporaneo”), a Ivan il “poeta di strada” (“Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”), a Tv Boy (l’artista del bambino con la testa-televisore), per continuare con Sonda, Sea, Dem, Nais, Gatto.
Una sezione a parte della mostra sarà dedicata a un giocoso Bazar pop up, e riunirà oggetti, gadget, accessori, capi d’abbigliamento “griffati” e creati dagli artisti un po’ in tutto il mondo, a testimoniare l’incessante ricerca di nuove forme di comunicazione diffusa dell’arte contemporanea, fuori dagli schemi tradizionali del circuito ristretto gallerie-musei-riviste d’arte. Inoltre, sarà allestito un omaggio all’artista Professor Bad Trip, di recente scomparso, considerato uno dei protagonisti più ironici, irriverenti e dissacranti della cultura underground italiana.
Le attività didattiche legate alla mostra saranno curate da MARTE con il contributo di Gruppo COOP Lombardia.
Catalogo Skira. La mostra sarà realizzata con il sostegno di Porro & C.
07
marzo 2007
Street Art, Sweet Art. Dalla cultura hip hop alla generazione “pop up”
Dal 07 marzo al 25 aprile 2007
arte contemporanea
Location
PAC – PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Milano, Via Palestro, 14, (Milano)
Orario di apertura
9.30 – 19.00 tutti i giorni. Giovedì fino alle 21
Vernissage
7 Marzo 2007, ore 18:30
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Ufficio stampa
A.R.T
Autore
Curatore