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Sud. Tra purificazione rinascita e donazione
Arte come paradigma di vita. Sud come paradigma di un nuovo modo di fare e proporre arte. Sud come topos di una condizione esistenziale. Sud come storia. Sud come luogo del pensiero e della riflessione sociale, per il riscatto di una cultura contemporanea incardinata alle arti. E’ questo il senso morale “visibile” e percepibile nella mostra che gli artisti Aurora Cubicciotti, Gianbattista De Angelis e Donato Linzalata propongono nella città simbolo della mediterraneità: Napoli.
Comunicato stampa
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SUD
TRA PURIFICAZIONE, RINASCITA E DONAZIONE
Arte come paradigma di vita. Sud come paradigma di un nuovo modo di fare e proporre arte. Sud come topos di una condizione esistenziale. Sud come storia. Sud come luogo del pensiero e della riflessione sociale, per il riscatto di una cultura contemporanea incardinata alle arti. E’ questo il senso morale “visibile” e percepibile nella mostra che gli artisti Aurora Cubicciotti, Gianbattista De Angelis e Donato Linzalata propongono nella città simbolo della mediterraneità: Napoli. Ma ciò vale anche nell’eventuale e successiva riproposizione di questo evento culturale in altre città d’Italia, una sorta di rinnovato Grand Tour, in nome di una possibile e fattibile e libera etica della coscienza, per il riscatto di tutto il Sud. Tre artisti, tre modi diversi di fare arte, tre sensibilità al servizio della società, per un possibile rinnovamento sociale, morale, culturale ed etico del Sud. Dalla città-simbolo del Sud una nuova proposta artistica in cui l’arte stessa non è più soltanto un momento di puro godimento estetico, ma diventa progetto reale e concreto, intervento vivo e dinamico per la rinascita del Sud, attraverso un’azione di aperta e coraggiosa denuncia e di purificazione di tutti i mali che il Meridione vive da tempo, per la loro estirpazione radicale: dalla malasanità alla malapolitica, dalla lotta alle mafie e alle ecomafie alla lotta senza quartiere alla camorra e alla corruzione politica e sociale, all’omertà, all’ignavia…E’ la prosecuzione di una via indicata già da Giordano Bruno, passando attraverso una cultura autenticamente meridionalistica di denuncia aperta e coraggiosa dei troppi mali che attanagliano e incancreniscono il nostro Sud. Una strada coraggiosa in cui l’arte entra nel vivo dei mali contemporanei: li percepisce, li svela, li denuncia con coraggio civile, li annulla con il fuoco purificatore e propone una rinascita etico-civile, e culturale, per tutti. L’arte proposta da questi artisti va nella direzione di un’etica del vivere come affermazione e ripristino dei valori della legalità e dei diritti civili e umani per troppo tempo vilipesi, in nome e per conto di una rinnovata consapevolezza civica dei doveri che ogni essere umano ha nei confronti di se stesso e degli altri. L’artista Aurora Cubicciotti propone alcuni dipinti che vogliono essere l’ideale continuazione della propria poetica contro la lotta ai mali della società. Sud in questo caso è soprattutto proposizione della figura di Pulcinella, il profeta ironico della coscienza meridionale e dell’attualità, e della Sibilla Cumana, profetessa della coscienza antica e della storia. La società odierna ha messo in croce Pulcinella, lo ha martoriato e martirizzato: non è tollerabile la sua libertà, il suo modo di essere e di proporsi. Non è tollerabile l’esistenza stessa di Pulcinella, in questo clima arroventato da polemiche continue e asfittiche su cos’è o cosa non è la libertà, su cosa è giusto o cosa non lo è. L’ingenuo Pulcinella pone domande: troppe…scomode…inquietanti…per questo non merita di vivere. Deve essere condannato a morte e senza possibilità d’appello. Le opere di Gianbattista De Angelis hanno il sapore dell’eclettismo e della poliedricità visiva, spaziando dalla pittura materica alla fotografia, alle performance, dal teatro alla musica, alla produzione videoartistica: mezzi e momenti importanti per veicolare la propria poetica di artista impegnato nella società meridionale, sulla scorta delle utili esperienze fatte in nome dell’arte, vista come concreto e fattivo strumento di denuncia politico-sociale dei mali che affliggono la realtà. Gli ultimi suoi lavori sono opere che nascono come elementi onirici, come “sogni e visioni”, alimentati, articolati e realizzati in opere pittoriche, istallazioni e litografie create nella bottega, nel laboratorio dell’artista faber, per poi essere proposte al pubblico come opere digitalizzate. Da qui la presenza, in mostra, dell’Homo Campanus messo in croce, con la maschera antigas, oppure bruciato sul rogo per poi risorgere, dopo che a loro volta sono stati bruciati col fuoco purificatore i libri dei mali che affliggono il nostro Sud. La presenza dell’artista che eleva al cielo un cuore ancora pulsante e grondante sangue vivo, offerto all’Homo Campanus per la purificazione di tutti i mali che attanagliano la vita odierna, è grande momento di altruismo: l’artista stesso incarna il ruolo di gran sacerdote officiante, secondo un rito sacrificale ancestrale che si perde nella storia e nella cultura delle antiche religioni precristiane. Ma ciò è anche un forte richiamo all’etica della donazione degli organi, all’altruismo cristiano e a tutti coloro che offrono quello che possiedono per il bene degli altri. Così come l’aquilone è simbolo di libertà e in esso vi è l’immagine di Siani, che non a caso vola libera verso l’immensità del cielo, ormai libero come i suoi pensieri, come la sua anima. Nel contesto del Gruppo Lex-Icon lo scultore lucano Donato Linzalata rappresenta una sorta di artifex classico, di homo faber un po’ stregone, un po’ sacerdote, un po’ veggente. La sua figura può ben proporsi come quella di un saggio consigliere da cui tutti traggono utili auspici. La sua scultura veicola forme, idee, momenti e aspetti in cui sono condensate tutte le esperienze della tradizione visiva dell’uomo, dal mondo primigenio di un primitivismo antico fino alle esperienze della Land Art e oltre…in una dimensione cosmica, antropologica e storica, in cui la sua stessa vita diventa parte integrante del paesaggio e dell’esistenza degli uomini e delle piante, degli alberi e delle essenze dei legni che sono stati trasformati in opere d’arte totemiche, in menhir, in figure e forme in parte suggerite dalla natura stessa, in parte nate dalla mente creatrice e dalla mano dell’artista: ma sempre in simbiotico rapporto con il paesaggio naturale e con quello antropizzato, in un proficuo scambio emozionale e con un senso di profondo rispetto verso quello che la natura ci offre. Per Donato Linzalata il Sud è dramma esistenziale, condizione di vita e mondo contadino, dal quale sostanzialmente egli stesso nasce. Egli presenta in questa mostra opere significative della sua produzione, in linea con il tema trattato e con gli ideali proposti dal Gruppo Lex-Icon. Ancora una volta l’arte diventa momento “politico”, pensiero concreto di un ideale “manifesto artistico” che si materializza nei programmi, nelle forme pensanti e agenti di una pratica artistica che vuole essere un vivo strumento per scardinare i mali che attanagliano l’Umanità. (dai testi critici in catalogo, a cura dello storico e critico dell’arte Gerardo Pecci)
TRA PURIFICAZIONE, RINASCITA E DONAZIONE
Arte come paradigma di vita. Sud come paradigma di un nuovo modo di fare e proporre arte. Sud come topos di una condizione esistenziale. Sud come storia. Sud come luogo del pensiero e della riflessione sociale, per il riscatto di una cultura contemporanea incardinata alle arti. E’ questo il senso morale “visibile” e percepibile nella mostra che gli artisti Aurora Cubicciotti, Gianbattista De Angelis e Donato Linzalata propongono nella città simbolo della mediterraneità: Napoli. Ma ciò vale anche nell’eventuale e successiva riproposizione di questo evento culturale in altre città d’Italia, una sorta di rinnovato Grand Tour, in nome di una possibile e fattibile e libera etica della coscienza, per il riscatto di tutto il Sud. Tre artisti, tre modi diversi di fare arte, tre sensibilità al servizio della società, per un possibile rinnovamento sociale, morale, culturale ed etico del Sud. Dalla città-simbolo del Sud una nuova proposta artistica in cui l’arte stessa non è più soltanto un momento di puro godimento estetico, ma diventa progetto reale e concreto, intervento vivo e dinamico per la rinascita del Sud, attraverso un’azione di aperta e coraggiosa denuncia e di purificazione di tutti i mali che il Meridione vive da tempo, per la loro estirpazione radicale: dalla malasanità alla malapolitica, dalla lotta alle mafie e alle ecomafie alla lotta senza quartiere alla camorra e alla corruzione politica e sociale, all’omertà, all’ignavia…E’ la prosecuzione di una via indicata già da Giordano Bruno, passando attraverso una cultura autenticamente meridionalistica di denuncia aperta e coraggiosa dei troppi mali che attanagliano e incancreniscono il nostro Sud. Una strada coraggiosa in cui l’arte entra nel vivo dei mali contemporanei: li percepisce, li svela, li denuncia con coraggio civile, li annulla con il fuoco purificatore e propone una rinascita etico-civile, e culturale, per tutti. L’arte proposta da questi artisti va nella direzione di un’etica del vivere come affermazione e ripristino dei valori della legalità e dei diritti civili e umani per troppo tempo vilipesi, in nome e per conto di una rinnovata consapevolezza civica dei doveri che ogni essere umano ha nei confronti di se stesso e degli altri. L’artista Aurora Cubicciotti propone alcuni dipinti che vogliono essere l’ideale continuazione della propria poetica contro la lotta ai mali della società. Sud in questo caso è soprattutto proposizione della figura di Pulcinella, il profeta ironico della coscienza meridionale e dell’attualità, e della Sibilla Cumana, profetessa della coscienza antica e della storia. La società odierna ha messo in croce Pulcinella, lo ha martoriato e martirizzato: non è tollerabile la sua libertà, il suo modo di essere e di proporsi. Non è tollerabile l’esistenza stessa di Pulcinella, in questo clima arroventato da polemiche continue e asfittiche su cos’è o cosa non è la libertà, su cosa è giusto o cosa non lo è. L’ingenuo Pulcinella pone domande: troppe…scomode…inquietanti…per questo non merita di vivere. Deve essere condannato a morte e senza possibilità d’appello. Le opere di Gianbattista De Angelis hanno il sapore dell’eclettismo e della poliedricità visiva, spaziando dalla pittura materica alla fotografia, alle performance, dal teatro alla musica, alla produzione videoartistica: mezzi e momenti importanti per veicolare la propria poetica di artista impegnato nella società meridionale, sulla scorta delle utili esperienze fatte in nome dell’arte, vista come concreto e fattivo strumento di denuncia politico-sociale dei mali che affliggono la realtà. Gli ultimi suoi lavori sono opere che nascono come elementi onirici, come “sogni e visioni”, alimentati, articolati e realizzati in opere pittoriche, istallazioni e litografie create nella bottega, nel laboratorio dell’artista faber, per poi essere proposte al pubblico come opere digitalizzate. Da qui la presenza, in mostra, dell’Homo Campanus messo in croce, con la maschera antigas, oppure bruciato sul rogo per poi risorgere, dopo che a loro volta sono stati bruciati col fuoco purificatore i libri dei mali che affliggono il nostro Sud. La presenza dell’artista che eleva al cielo un cuore ancora pulsante e grondante sangue vivo, offerto all’Homo Campanus per la purificazione di tutti i mali che attanagliano la vita odierna, è grande momento di altruismo: l’artista stesso incarna il ruolo di gran sacerdote officiante, secondo un rito sacrificale ancestrale che si perde nella storia e nella cultura delle antiche religioni precristiane. Ma ciò è anche un forte richiamo all’etica della donazione degli organi, all’altruismo cristiano e a tutti coloro che offrono quello che possiedono per il bene degli altri. Così come l’aquilone è simbolo di libertà e in esso vi è l’immagine di Siani, che non a caso vola libera verso l’immensità del cielo, ormai libero come i suoi pensieri, come la sua anima. Nel contesto del Gruppo Lex-Icon lo scultore lucano Donato Linzalata rappresenta una sorta di artifex classico, di homo faber un po’ stregone, un po’ sacerdote, un po’ veggente. La sua figura può ben proporsi come quella di un saggio consigliere da cui tutti traggono utili auspici. La sua scultura veicola forme, idee, momenti e aspetti in cui sono condensate tutte le esperienze della tradizione visiva dell’uomo, dal mondo primigenio di un primitivismo antico fino alle esperienze della Land Art e oltre…in una dimensione cosmica, antropologica e storica, in cui la sua stessa vita diventa parte integrante del paesaggio e dell’esistenza degli uomini e delle piante, degli alberi e delle essenze dei legni che sono stati trasformati in opere d’arte totemiche, in menhir, in figure e forme in parte suggerite dalla natura stessa, in parte nate dalla mente creatrice e dalla mano dell’artista: ma sempre in simbiotico rapporto con il paesaggio naturale e con quello antropizzato, in un proficuo scambio emozionale e con un senso di profondo rispetto verso quello che la natura ci offre. Per Donato Linzalata il Sud è dramma esistenziale, condizione di vita e mondo contadino, dal quale sostanzialmente egli stesso nasce. Egli presenta in questa mostra opere significative della sua produzione, in linea con il tema trattato e con gli ideali proposti dal Gruppo Lex-Icon. Ancora una volta l’arte diventa momento “politico”, pensiero concreto di un ideale “manifesto artistico” che si materializza nei programmi, nelle forme pensanti e agenti di una pratica artistica che vuole essere un vivo strumento per scardinare i mali che attanagliano l’Umanità. (dai testi critici in catalogo, a cura dello storico e critico dell’arte Gerardo Pecci)
21
giugno 2010
Sud. Tra purificazione rinascita e donazione
Dal 21 al 23 giugno 2010
arte contemporanea
Location
CASTEL NUOVO – MASCHIO ANGIOINO
Napoli, Piazza Municipio, (Napoli)
Napoli, Piazza Municipio, (Napoli)
Orario di apertura
ore 9:00 – 18:00
Autore
Curatore