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Suggestioni egizie
Una mostra che mette in luce l’influenza che ha avuto la cultura egizia su Adriano e il suo riflesso nella grandiosa residenza tiburtina
Comunicato stampa
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Le mostre che si sono succedute in questi ultimi anni presso Villa Adriana (Adriano. Le memorie al femminile, 1/4 - 25/09/04 e Rileggere l’Antico. Proposte di rilettura dell’apparato decorativo di Villa Adriana, 1/03-30/10/05), hanno sempre cercato di mettere in evidenza la bellezza e la qualità dei reperti archeologici provenienti da quest’area ricca di storia e aperta all’influsso di culture diverse. La nuova esposizione, dal significativo titolo Suggestioni egizie a Villa Adriana, sottolinea l’influenza che ha avuto la cultura egizia su Adriano e il suo riflesso nella grandiosa residenza tiburtina.
Negli anni successivi al rientro a Tivoli (134 d.C.), dopo un viaggio nella provincia d’Egitto e la morte di Antinoo nel 130 d.C., l’ammirazione di Adriano per il paese lasciato e i culti misterici che vi si praticavano, in particolare quello di Iside, si ritrova in una serie di opere rinvenute nella Villa nei secoli scorsi e in gran parte conservate a Roma presso i Musei Vaticani e i Musei Capitolini. Ad esse si aggiungono i recenti rinvenimenti, sia dall’Antinoeion che dalla Palestra.
Si tratta essenzialmente di opere raffiguranti Iside, Antinoo-Osiride, sacerdoti, offerenti; si contano inoltre basi di statue e vasi, realizzati in un’estrema varietà di materiali, dal marmo bianco al bigio morato, dal basalto alla diorite, dal cipollino al rosso antico.
La numerosa presenza di immagini di Iside e del suo seguito va considerata nel contesto generale dei rinvenimenti di carattere egittizzante pertinenti alla Villa. Questi includono infatti non solo divinità del pantheon egizio, ma anche tutta una serie di personaggi (sia maschili che femminili) e animali (coccodrilli, scimmie, leoni, sfingi), oltre a decorazioni ed elementi vari di arredo, il cui impiego sembra rispondere in gran parte alle esigenze dettate da un certo gusto per l’esotico, piuttosto che essere interpretati come espressione di vera e propria religiosità. A conferma di ciò si deve registrare la presenza in alcuni dei rinvenimenti connotati da attributi isiaci - in particolare basi di statue o altari e vasi in pietra - di geroglifici privi di significato, di pura imitazione della scrittura egizia.
In tale contesto, tuttavia, elementi di novità sono stati offerti dalle indagini effettuate presso il grande ingresso monumentale della Villa, nell’area prospiciente il Pecile e le Cento Camerelle. In questa area sono tornati alla luce i resti di un edificio, costituito da un'ampia esedra semicircolare preceduta da due templi affrontati, ispirati ai canoni dell’architettura egizia, come confermano sia la tipologia dei blocchi dell’elevato che i bassorilievi sulle pareti della cella, con soggetti tratti dal repertorio religioso dell'epoca dei faraoni. Si tratta dunque del primo esempio finora noto di una costruzione realizzata in stile egizio a Villa Adriana.
Gli scavi hanno restituito numerosi frammenti di statue egittizzanti simili a quelle rinvenute in passato nella Villa durante gli scavi del Settecento, in particolare ad opera dei Gesuiti e del Michilli, proprietari di terreni in questa zona della Villa. Questi elementi hanno suggerito l’ipotesi che le numerose statue egizie, tra cui l’Iside e l’Antinoo-Osiride, ora nell’allestimento permanente dei Vaticani, 1744 e ritenute provenienti dal Canopo, siano state in realtà trovate nell’edificio a esedra che fiancheggiava l’ingresso monumentale della residenza imperiale, che è stato identificato come l’Antinoeion, un santuario-tomba in onore del giovane Antinoo.
La maggior parte delle sculture è da considerarsi opera di officine romane di età adrianea, imitanti manufatti egizi ascrivibili all’epoca faraonica, ma sono presenti anche originali importati dall’Egitto, uno dei quali - anche se molto frammentario - conserva l’iscrizione incisa in caratteri geroglifici che ne attesta la pertinenza all’epoca faraonica.
Lungo il percorso della mostra, che si articola in tre sezioni, si tenterà di comprendere il significato della tematica “egizia” a Villa Adriana, attraverso l’analisi delle testimonianze finora note e delle ipotesi proposte dai vari studiosi, alla luce delle recenti scoperte e ricerche, e del contesto di provenienza delle opere, nonostante sia spesso difficile - soprattutto per l’arredo scultoreo frutto di vecchi scavi - individuare con sicurezza l’ubicazione esatta dei singoli reperti.
Si cercherà anche di valutare, attraverso lo studio dei resti architettonici, l’apporto dell’architettura egizia sia in termini stilistici che di adozione di soluzioni formali, come ad esempio nell’Antinoeion.
La decorazione scultorea del canopo
Fino ad anni recenti si riteneva che la vallecola con il lungo bacino d’acqua identificato con il Canopo, menzionato dalla Historia Augusta, fosse, con il suo evidente richiamo al canale nilotico, il luogo della Villa deputato alla rappresentazione dell’Egitto. Qui doveva dunque trovare collocazione la tomba del giovane favorito Antinoo o, perlomeno, il ciclo di sculture e arredi egizi e in stile egizio provenienti da Villa Adriana, con un riferimento simbolico alla tragica scomparsa nel Nilo del giovane amasio di Adriano.
Lo studio attento delle testimonianze ancora in sito e della documentazione d’archivio ha tuttavia fatto cadere entrambe le ipotesi. L’interpretazione degli elementi egizi del Canopo - in particolare il coccodrillo e gli altri animali esotici rinvenuti in passato nella medesima zona - si è indirizzata piuttosto verso una generica ambientazione del triclinio estivo in un paesaggio nilotico, frequente nei giardini delle ville di otium, come conferma lo stile architettonico dell’edificio improntato ai canoni della tradizione greco-romana.
Gli elementi egizi a Villa Adriana
In questa sezione vengono messe in evidenza la tipologia e il carattere delle opere egizie o in stile egizio da Villa Adriana, che comprendono immagini statuarie di sacerdoti e offerenti, oltre che di animali esotici (principalmente: coccodrilli, scimmie e falconi), e inoltre vasi, basi di statue e altari; ma anche elementi figurativi di rivestimenti parietali.
Viene inoltre illustrata in questa sezione l’area della cosiddetta Palestra, che ha restituito, nelle recentissime indagini ancora in corso volte al recupero del complesso per la riapertura al pubblico, una sfinge monumentale collocata ai piedi di una gradinata di accesso, situata nei pressi del Teatro Greco.
l’Antinoeion
La sezione è incentrata sui rinvenimenti effettuati nei pressi del monumentale ingresso a Villa Adriana, tra il Pecile e il Vestibolo, dove sono venute in luce le strutture di un edificio la cui costruzione, in base alla tecnica edilizia utilizzata e ai marchi di fabbrica sui mattoni, risulta posteriore al 134 d.C., anno del ritorno di Adriano dal viaggio in Egitto.
Piranesi vide in quest’area alcuni ruderi, che disegnò come un tempio periptero; tuttavia gli scavi condotti a partire dal 2000 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio hanno confermato che si tratta di un vasto edificio costituito da un'ampia esedra semicircolare preceduta da un recinto rettangolare che racchiudeva due templi affrontati. Si tratta dei resti del cosiddetto Antinoeion, una sorta di luogo-memoria ove perpetuare il ricordo di Antinoo, che si ergeva lungo la strada basolata che conduceva alla grande scalinata di accesso alla Villa, in corrispondenza del Vestibolo.
Della struttura si conservano solo le fondazioni in muratura, ma i numerosi elementi architettonici rinvenuti hanno consentito di proporre un’ipotesi ricostruttiva dell'alzato dei templi e del portico dell'esedra, arricchito da colonne tortili in giallo antico. Gli elementi più significativi ai fini del rapporto di Adriano con l’Egitto sono tuttavia le raffigurazioni che ornavano le pareti interne della cella, i cui soggetti, in stile egizio-alessandrino, risultano ispirati al repertorio religioso dell’età tolemaica.
Negli anni successivi al rientro a Tivoli (134 d.C.), dopo un viaggio nella provincia d’Egitto e la morte di Antinoo nel 130 d.C., l’ammirazione di Adriano per il paese lasciato e i culti misterici che vi si praticavano, in particolare quello di Iside, si ritrova in una serie di opere rinvenute nella Villa nei secoli scorsi e in gran parte conservate a Roma presso i Musei Vaticani e i Musei Capitolini. Ad esse si aggiungono i recenti rinvenimenti, sia dall’Antinoeion che dalla Palestra.
Si tratta essenzialmente di opere raffiguranti Iside, Antinoo-Osiride, sacerdoti, offerenti; si contano inoltre basi di statue e vasi, realizzati in un’estrema varietà di materiali, dal marmo bianco al bigio morato, dal basalto alla diorite, dal cipollino al rosso antico.
La numerosa presenza di immagini di Iside e del suo seguito va considerata nel contesto generale dei rinvenimenti di carattere egittizzante pertinenti alla Villa. Questi includono infatti non solo divinità del pantheon egizio, ma anche tutta una serie di personaggi (sia maschili che femminili) e animali (coccodrilli, scimmie, leoni, sfingi), oltre a decorazioni ed elementi vari di arredo, il cui impiego sembra rispondere in gran parte alle esigenze dettate da un certo gusto per l’esotico, piuttosto che essere interpretati come espressione di vera e propria religiosità. A conferma di ciò si deve registrare la presenza in alcuni dei rinvenimenti connotati da attributi isiaci - in particolare basi di statue o altari e vasi in pietra - di geroglifici privi di significato, di pura imitazione della scrittura egizia.
In tale contesto, tuttavia, elementi di novità sono stati offerti dalle indagini effettuate presso il grande ingresso monumentale della Villa, nell’area prospiciente il Pecile e le Cento Camerelle. In questa area sono tornati alla luce i resti di un edificio, costituito da un'ampia esedra semicircolare preceduta da due templi affrontati, ispirati ai canoni dell’architettura egizia, come confermano sia la tipologia dei blocchi dell’elevato che i bassorilievi sulle pareti della cella, con soggetti tratti dal repertorio religioso dell'epoca dei faraoni. Si tratta dunque del primo esempio finora noto di una costruzione realizzata in stile egizio a Villa Adriana.
Gli scavi hanno restituito numerosi frammenti di statue egittizzanti simili a quelle rinvenute in passato nella Villa durante gli scavi del Settecento, in particolare ad opera dei Gesuiti e del Michilli, proprietari di terreni in questa zona della Villa. Questi elementi hanno suggerito l’ipotesi che le numerose statue egizie, tra cui l’Iside e l’Antinoo-Osiride, ora nell’allestimento permanente dei Vaticani, 1744 e ritenute provenienti dal Canopo, siano state in realtà trovate nell’edificio a esedra che fiancheggiava l’ingresso monumentale della residenza imperiale, che è stato identificato come l’Antinoeion, un santuario-tomba in onore del giovane Antinoo.
La maggior parte delle sculture è da considerarsi opera di officine romane di età adrianea, imitanti manufatti egizi ascrivibili all’epoca faraonica, ma sono presenti anche originali importati dall’Egitto, uno dei quali - anche se molto frammentario - conserva l’iscrizione incisa in caratteri geroglifici che ne attesta la pertinenza all’epoca faraonica.
Lungo il percorso della mostra, che si articola in tre sezioni, si tenterà di comprendere il significato della tematica “egizia” a Villa Adriana, attraverso l’analisi delle testimonianze finora note e delle ipotesi proposte dai vari studiosi, alla luce delle recenti scoperte e ricerche, e del contesto di provenienza delle opere, nonostante sia spesso difficile - soprattutto per l’arredo scultoreo frutto di vecchi scavi - individuare con sicurezza l’ubicazione esatta dei singoli reperti.
Si cercherà anche di valutare, attraverso lo studio dei resti architettonici, l’apporto dell’architettura egizia sia in termini stilistici che di adozione di soluzioni formali, come ad esempio nell’Antinoeion.
La decorazione scultorea del canopo
Fino ad anni recenti si riteneva che la vallecola con il lungo bacino d’acqua identificato con il Canopo, menzionato dalla Historia Augusta, fosse, con il suo evidente richiamo al canale nilotico, il luogo della Villa deputato alla rappresentazione dell’Egitto. Qui doveva dunque trovare collocazione la tomba del giovane favorito Antinoo o, perlomeno, il ciclo di sculture e arredi egizi e in stile egizio provenienti da Villa Adriana, con un riferimento simbolico alla tragica scomparsa nel Nilo del giovane amasio di Adriano.
Lo studio attento delle testimonianze ancora in sito e della documentazione d’archivio ha tuttavia fatto cadere entrambe le ipotesi. L’interpretazione degli elementi egizi del Canopo - in particolare il coccodrillo e gli altri animali esotici rinvenuti in passato nella medesima zona - si è indirizzata piuttosto verso una generica ambientazione del triclinio estivo in un paesaggio nilotico, frequente nei giardini delle ville di otium, come conferma lo stile architettonico dell’edificio improntato ai canoni della tradizione greco-romana.
Gli elementi egizi a Villa Adriana
In questa sezione vengono messe in evidenza la tipologia e il carattere delle opere egizie o in stile egizio da Villa Adriana, che comprendono immagini statuarie di sacerdoti e offerenti, oltre che di animali esotici (principalmente: coccodrilli, scimmie e falconi), e inoltre vasi, basi di statue e altari; ma anche elementi figurativi di rivestimenti parietali.
Viene inoltre illustrata in questa sezione l’area della cosiddetta Palestra, che ha restituito, nelle recentissime indagini ancora in corso volte al recupero del complesso per la riapertura al pubblico, una sfinge monumentale collocata ai piedi di una gradinata di accesso, situata nei pressi del Teatro Greco.
l’Antinoeion
La sezione è incentrata sui rinvenimenti effettuati nei pressi del monumentale ingresso a Villa Adriana, tra il Pecile e il Vestibolo, dove sono venute in luce le strutture di un edificio la cui costruzione, in base alla tecnica edilizia utilizzata e ai marchi di fabbrica sui mattoni, risulta posteriore al 134 d.C., anno del ritorno di Adriano dal viaggio in Egitto.
Piranesi vide in quest’area alcuni ruderi, che disegnò come un tempio periptero; tuttavia gli scavi condotti a partire dal 2000 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio hanno confermato che si tratta di un vasto edificio costituito da un'ampia esedra semicircolare preceduta da un recinto rettangolare che racchiudeva due templi affrontati. Si tratta dei resti del cosiddetto Antinoeion, una sorta di luogo-memoria ove perpetuare il ricordo di Antinoo, che si ergeva lungo la strada basolata che conduceva alla grande scalinata di accesso alla Villa, in corrispondenza del Vestibolo.
Della struttura si conservano solo le fondazioni in muratura, ma i numerosi elementi architettonici rinvenuti hanno consentito di proporre un’ipotesi ricostruttiva dell'alzato dei templi e del portico dell'esedra, arricchito da colonne tortili in giallo antico. Gli elementi più significativi ai fini del rapporto di Adriano con l’Egitto sono tuttavia le raffigurazioni che ornavano le pareti interne della cella, i cui soggetti, in stile egizio-alessandrino, risultano ispirati al repertorio religioso dell’età tolemaica.
11
aprile 2006
Suggestioni egizie
Dall'undici aprile al 15 ottobre 2006
arte antica
Location
MUSEO ARCHEOLOGICO DI VILLA ADRIANA
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Tivoli, Via Villa Adriana, 204, (Roma)
Biglietti
9 euro intero; 5,75 ridotto
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9 ad un’ora prima del tramonto:
9–19 dall’11 aprile al 30 aprile
9–19.30 dal 1° maggio al 31 agosto
9–19 dal 1° settembre al 30 settembre
9–18.30 dal 1° ottobre al 15 ottobre
Vernissage
11 Aprile 2006, ore 18
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA
Curatore