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Sükran Moral – Bulbul
Nella penombra della chiesa di San Matteo, l’artista, chiusa dentro una gabbia, rompe il silenzio cantando una vecchia canzone di origine turca. Una canzone triste che narra di un impossibile amore lontano che genera dolore ma non si riesce a allontanare.
Comunicato stampa
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BULBUL in turco significa usignolo*. Fin dall'antico Egitto l'uccello in ogni sua specie era considerato simbolo dell'anima, un'anima qui costretta alla prigionia che tenta con il suo canto una possibile via di fuga. L'usignolo nella simbologia tradizionale turca è inoltre l'uccello dell'amore. Anche nella poesia tradizionale turca accompagna le vicende amorose ed è ritenuto il cantore della felicità estatica che l'amore procura ma anche dell'intollerabile sofferenza dell'abbandono e della morte.
La gabbia, lo spazio angusto dell'uccelliera, riduce e limita le possibilità d'azione amplificando nel contrasto l'energia liberatoria e straziante del canto. Solo la voce, senza poter infrangere l'ostacolo, può proiettarsi all'esterno, consentendo così una relazione con il mondo.
* Cfr. Patrizia Mania, ''Bulbul o della necessità o dello strazio dell'esperienza interiore nella performance di Sukran Moral'' Archivio di Luxflux.net 2004
La gabbia, lo spazio angusto dell'uccelliera, riduce e limita le possibilità d'azione amplificando nel contrasto l'energia liberatoria e straziante del canto. Solo la voce, senza poter infrangere l'ostacolo, può proiettarsi all'esterno, consentendo così una relazione con il mondo.
* Cfr. Patrizia Mania, ''Bulbul o della necessità o dello strazio dell'esperienza interiore nella performance di Sukran Moral'' Archivio di Luxflux.net 2004
19
giugno 2004
Sükran Moral – Bulbul
19 giugno 2004
performance - happening
Location
CHIESA DI SAN MATTEO
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Vernissage
19 Giugno 2004, ore 18.00