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Sul Filo della Lana
Un viaggio sul filo sottile e resistentissimo della lana, che ha inizio da antichi reperti archeologici per arrivare all’arte contemporanea, attraverso l’arte antica e moderna
Comunicato stampa
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Un viaggio sul filo sottile e resistentissimo della lana, che ha inizio da antichi reperti archeologici per arrivare all'arte contemporanea, attraverso l’arte antica e moderna, costituisce la prima mostra mai realizzata dedicata interamente alla lana e alla cultura ad essa legata.
E' questo il percorso della mostra Sul Filo della Lana, aperta fino al 24 luglio 2005 in tre grandi sedi a Biella: il Museo del Territorio e le dismesse Fabbrica Pria e Fabbrica della Ruota.
L'imponente rassegna, curata da Philippe Daverio, si avvale di un Comitato scientifico di straordinario livello di cui fanno parte Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Nicola Spinosa sovrintendenti rispettivamente di Firenze, Roma e Napoli.
Questo grande evento artistico, fortemente voluto dal sindaco di Biella Vittorio Barazzotto e dal presidente della Fondazione Museo del Territorio Biellese, Luciano Donatelli, è stato realizzato con il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione Biella The Art of Excellence, e il sostegno della Provincia di Biella.
Il percorso espositivo comprende oltre 200 opere in gran parte provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, e copre un arco di tempo che dal periodo preistorico giunge fino al presente.
L'accento è posto sul ruolo ispiratore che questo versatile materiale ha esercitato nei confronti di artisti eccellenti nella storia. Molte le sorprese per il visitatore: dai frammenti di terracotta risalenti a 25.000 anni fa che recano l’impronta di un coevo tessuto di lana -esposti in anteprima mondiale come più antica testimonianza dell'esistenza di questo materiale- al Pollaiolo, al Tintoretto, al celebre gomitolo di Andy Warhol, al feltro di Joseph Beuys, alle opere create appositamente per la mostra come le suggestive videoinstallazioni di Studio Azzurro.
Numerosi i temi affrontati: reperti archeologici, libri antichi, costumi, arredi, oggetti, strumenti storici, opere di pittura e scultura, fotografie, creazioni multimediali, scenografie, installazioni.
Una mostra importante che contiene millenni di storia esposti senza una divisione in epoche, ma inclusi idealmente nel tempo presente. Commenta il curatore Philippe Daverio: "la contemporaneità è come un armadio nel quale è raccolto tutto ciò che gli uomini e le civiltà che ci hanno preceduto hanno prodotto e le cui tracce sono giunte sino a noi. Contiene oggetti e idee che rileggiamo con il filtro del nostro tempo, a cui possiamo attingere per tessere trame nuove, idee nuove, che raccontano del passato e di noi stessi".
Il percorso nasce da tre linee di pensiero principali che si intersecano fra loro: il Mito, la Fantasia, la Fabbrica.
Museo del Territorio (Chiostro di San Sebastiano) - Biella
Nella sede del Museo del Territorio ubicato nel cinquecentesco Chiostro di San Sebastiano, le opere esposte indagano la cultura della lana, dai reperti archeologici all’arte contemporanea, attraverso l'esposizione di sculture e dipinti di pregio, oltre ad antichissimi oggetti di grande valore storico.
Il visitatore è accolto da opere lontane fra loro per epoca, ma vicine concettualmente: la serie di montoni dorati creati dal Cracking Art Group e la celebre scultura marmorea archeologica della Collezione Medici che rappresenta Arianna, esposta al centro del Chiostro in un'apposita struttura in ferro.
Al piano superiore sono accostate opere di secoli diversi che si sono ispirate alla storia mitica della fanciulla che fa ritrovare la strada a Teseo nel labirinto del Minotauro nel palazzo di Cnosso: dalla figura di Giorgio De Chirico al filo rosso di lana nelle immagini di Teseo su un vaso attico, o trattenuto nelle mani di una Madonna russa del XIX secolo. Nelle opere di Luca Giordano, Odillon Redon e Tintoretto incontriamo invece leggende che raccontano legami esistenti fra lana, storia, mito e costume.
L'aspetto archeologico e paleontologico, curato in collaborazione con Lanfredo Castelletti, direttore del Museo di Como, regala al pubblico antichissimi oggetti, come i gambali di lana risalente all'età del ferro, o l'ariete in bronzo della prima metà del III sec. a.C., donato da Vittorio Emanuele II al Museo Archeologico di Palermo, superstite di una coppia di età ellenistica, situata nel medioevo ai lati del portale del Castello Maniace a Siracusa. L'ariete è idealmente preannunciato dalle pecore raffigurate nel dipinto di Segantini, accanto al quale si trovano le opere del Brueghel raffiguranti scene di tosatura.
Le leggende del Vello d’Oro e del Toson d’Oro compaiono rispettivamente nei disegni di Thiry Leonard provenienti dal Museo di Leida, e nel ritratto di Filippo III il Buono eseguito da Roger van der Weyden.
Importanti manoscritti antichi costituiscono l'aspetto documentario della sezione: il codice G301 della Biblioteca Ambrosiana di Milano mostra attraverso splendide pagine miniate il lavoro dei frati lanaioli.
Il visitatore può immergersi nel mondo affascinante del costume attraverso i documenti e gli oggetti scelti da Franca Sozzani. Proprio dalle collezioni di Vogue provengono molte fotografie, alcune delle quali inedite, che testimoniano l'evoluzione del concetto di eleganza in una vera e propria galleria fotografica.
Numerose le curiosità: il cappotto del Duca di Windsor, quello di Winston Churchill, di Gianni Agnelli e di Gorbaciov; il poncho di Garibaldi e le celebri camicie rosse di lana dei garibaldini; i ponchos andini e i maglioni di Aran con colori e trame che costituiscono un autoctono linguaggio come i Tartan scozzesi e i disegni sui tappeti orientali, di cui straordinari esempi sono presenti in mostra: dal raro Ushak anatolico del XVI secolo -di cui si trova un esemplare molto simile in un dipinto del primo '600 attribuito a Marcus Gheeraerts ed esposto in mostra- al tappeto cinese del XVII secolo a forma di pelle di tigre, fino al tappeto afgano della "guerra russo-afgana" del 1980, unico al mondo per formato e tecnica.
Nella storia la lana è utilizzata anche per creare abitazioni: la tenda berbera e la yurta lo testimoniano nell'area dedicata, curata da Davide Domenici dell’Università di Bologna e da Luca Emilio Brancati.
Fabbrica Pria - periferia di Biella
Come la lana suscita la creatività nell'arte contemporanea: dipinti, fotografie, installazioni, video. Il percorso multisensoriale consente di partecipare a tutto tondo attraverso la vista, l'udito, il tatto, l'olfatto. L'installazione dello scenografo Gianmaurizio Fercioni permette di toccare enormi gomitoli di lana e percepirne l'odore acquisito dopo il bagno nella tintura, e introduce idealmente alla videoinstallazione di Fabrizio Plessi che sottolinea il ruolo dell'acqua nella tintura della lana. L'area dismessa che ospita questa sezione torna a vivere, quasi fosse ancora in uso: la vita della fabbrica rinasce grazie alla videoinstallazione del celebre Studio Azzurro, che con immagini virtuali, suoni e voci coinvolge lo spettatore trasportandolo nell'atmosfera della manifattura laniera, suggerita dalle straordinarie immagini in movimento che ricompongono questo ambiente a cui non siamo avvezzi, ma che ha goduto di grande fortuna come testimoniano anche alcuni suggestivi scatti di archeologia industriale di Gabriele Basilico.
Curata da Dominique Stella e Umberto Zampini, questa sezione presenta opere ispirate alla lana create da grandi nomi come, Beuys, Boetti, Lalanne, Man Ray, che rendono quanto mai contemporaneo questo antichissimo materiale.
Molti artisti di spicco del panorama dell'arte contemporanea hanno realizzato opere appositamente per la mostra, quali Braco Dimitrijevic che presenta una installazione incentrata su una galleria fotografica di ritratti celebri, Jannis Kounellis con la “Grata lana e capelli”, Marcello Jori, Luigi Serafini con le quattro sculture che compongono “Famiglia Gomitalyi” e il Cracking Art Group che presenta una grande installazione composta da sessanta pinguini in plastica blu, dotati di sciarpe di lana rossa, nell'atto di attraversare il torrente che lambisce la fabbrica.
Fabbrica della Ruota - Pray Biellese
Dedicata alla lavorazione della lana, questa sezione è ospitata nell’antica Fabbrica della Ruota ubicata a circa trenta chilometri da Biella, a cui è idealmente collegata dalla Strada della Lana.
La scelta della terza sede non è stata casuale: la presenza della Fabbrica della Ruota nell'ambito della mostra intende infatti celebrare la storia industriale della regione di Biella.
All'interno della Fabbrica, il cui assetto originario è stato recuperato per ospitare il museo, lo Studio Azzurro ha saputo ricreare l'atmosfera di quando qui si lavorava la lana grezza, trasformata poi in tessuto attraverso il lavoro degli uomini e il contributo sostanziale dell’energia generata dalla forza dell’acqua che muoveva la grande ruota. Le videoinstallazioni fanno idealmente muovere i macchinari tessili, raccontano storie attraverso le voci degli uomini e delle donne che, dalla nascita della borghesia imprenditoriale alle lotte operaie, contribuivano all'incremento dell'industria tessile.
In particolare, in questa sezione, curata da Giovanni Vachino, presidente del Centro di documentazione biellese, gioca un ruolo centrale il territorio, fiorente centro per la lavorazione della lana e dunque città che meglio di qualunque altra ha potuto ospitare l'evento.
La rassegna è accompagnata da un catalogo edito da Skira, con testi di Philippe Daverio, Antonio Paolucci, Nicola Spinosa, Claudio Strinati, Lanfredo Castelletti, Alessandro Greggio, Studio Azzurro.
L'allestimento al Museo del Territorio è stato realizzato con materiali naturali, dallo Studio Cerri & Associati.
Le tre sedi sono collegate fra loro da un apposito servizio di trenta auto ecologiche FIAT decorate con il montone dorato, simbolo della mostra.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di numerosi sponsor fra cui: Fiat auto, Fondazione Ermenegildo Zegna, Vogue Italia.
E' questo il percorso della mostra Sul Filo della Lana, aperta fino al 24 luglio 2005 in tre grandi sedi a Biella: il Museo del Territorio e le dismesse Fabbrica Pria e Fabbrica della Ruota.
L'imponente rassegna, curata da Philippe Daverio, si avvale di un Comitato scientifico di straordinario livello di cui fanno parte Antonio Paolucci, Claudio Strinati, Nicola Spinosa sovrintendenti rispettivamente di Firenze, Roma e Napoli.
Questo grande evento artistico, fortemente voluto dal sindaco di Biella Vittorio Barazzotto e dal presidente della Fondazione Museo del Territorio Biellese, Luciano Donatelli, è stato realizzato con il contributo della Regione Piemonte e della Fondazione Biella The Art of Excellence, e il sostegno della Provincia di Biella.
Il percorso espositivo comprende oltre 200 opere in gran parte provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, e copre un arco di tempo che dal periodo preistorico giunge fino al presente.
L'accento è posto sul ruolo ispiratore che questo versatile materiale ha esercitato nei confronti di artisti eccellenti nella storia. Molte le sorprese per il visitatore: dai frammenti di terracotta risalenti a 25.000 anni fa che recano l’impronta di un coevo tessuto di lana -esposti in anteprima mondiale come più antica testimonianza dell'esistenza di questo materiale- al Pollaiolo, al Tintoretto, al celebre gomitolo di Andy Warhol, al feltro di Joseph Beuys, alle opere create appositamente per la mostra come le suggestive videoinstallazioni di Studio Azzurro.
Numerosi i temi affrontati: reperti archeologici, libri antichi, costumi, arredi, oggetti, strumenti storici, opere di pittura e scultura, fotografie, creazioni multimediali, scenografie, installazioni.
Una mostra importante che contiene millenni di storia esposti senza una divisione in epoche, ma inclusi idealmente nel tempo presente. Commenta il curatore Philippe Daverio: "la contemporaneità è come un armadio nel quale è raccolto tutto ciò che gli uomini e le civiltà che ci hanno preceduto hanno prodotto e le cui tracce sono giunte sino a noi. Contiene oggetti e idee che rileggiamo con il filtro del nostro tempo, a cui possiamo attingere per tessere trame nuove, idee nuove, che raccontano del passato e di noi stessi".
Il percorso nasce da tre linee di pensiero principali che si intersecano fra loro: il Mito, la Fantasia, la Fabbrica.
Museo del Territorio (Chiostro di San Sebastiano) - Biella
Nella sede del Museo del Territorio ubicato nel cinquecentesco Chiostro di San Sebastiano, le opere esposte indagano la cultura della lana, dai reperti archeologici all’arte contemporanea, attraverso l'esposizione di sculture e dipinti di pregio, oltre ad antichissimi oggetti di grande valore storico.
Il visitatore è accolto da opere lontane fra loro per epoca, ma vicine concettualmente: la serie di montoni dorati creati dal Cracking Art Group e la celebre scultura marmorea archeologica della Collezione Medici che rappresenta Arianna, esposta al centro del Chiostro in un'apposita struttura in ferro.
Al piano superiore sono accostate opere di secoli diversi che si sono ispirate alla storia mitica della fanciulla che fa ritrovare la strada a Teseo nel labirinto del Minotauro nel palazzo di Cnosso: dalla figura di Giorgio De Chirico al filo rosso di lana nelle immagini di Teseo su un vaso attico, o trattenuto nelle mani di una Madonna russa del XIX secolo. Nelle opere di Luca Giordano, Odillon Redon e Tintoretto incontriamo invece leggende che raccontano legami esistenti fra lana, storia, mito e costume.
L'aspetto archeologico e paleontologico, curato in collaborazione con Lanfredo Castelletti, direttore del Museo di Como, regala al pubblico antichissimi oggetti, come i gambali di lana risalente all'età del ferro, o l'ariete in bronzo della prima metà del III sec. a.C., donato da Vittorio Emanuele II al Museo Archeologico di Palermo, superstite di una coppia di età ellenistica, situata nel medioevo ai lati del portale del Castello Maniace a Siracusa. L'ariete è idealmente preannunciato dalle pecore raffigurate nel dipinto di Segantini, accanto al quale si trovano le opere del Brueghel raffiguranti scene di tosatura.
Le leggende del Vello d’Oro e del Toson d’Oro compaiono rispettivamente nei disegni di Thiry Leonard provenienti dal Museo di Leida, e nel ritratto di Filippo III il Buono eseguito da Roger van der Weyden.
Importanti manoscritti antichi costituiscono l'aspetto documentario della sezione: il codice G301 della Biblioteca Ambrosiana di Milano mostra attraverso splendide pagine miniate il lavoro dei frati lanaioli.
Il visitatore può immergersi nel mondo affascinante del costume attraverso i documenti e gli oggetti scelti da Franca Sozzani. Proprio dalle collezioni di Vogue provengono molte fotografie, alcune delle quali inedite, che testimoniano l'evoluzione del concetto di eleganza in una vera e propria galleria fotografica.
Numerose le curiosità: il cappotto del Duca di Windsor, quello di Winston Churchill, di Gianni Agnelli e di Gorbaciov; il poncho di Garibaldi e le celebri camicie rosse di lana dei garibaldini; i ponchos andini e i maglioni di Aran con colori e trame che costituiscono un autoctono linguaggio come i Tartan scozzesi e i disegni sui tappeti orientali, di cui straordinari esempi sono presenti in mostra: dal raro Ushak anatolico del XVI secolo -di cui si trova un esemplare molto simile in un dipinto del primo '600 attribuito a Marcus Gheeraerts ed esposto in mostra- al tappeto cinese del XVII secolo a forma di pelle di tigre, fino al tappeto afgano della "guerra russo-afgana" del 1980, unico al mondo per formato e tecnica.
Nella storia la lana è utilizzata anche per creare abitazioni: la tenda berbera e la yurta lo testimoniano nell'area dedicata, curata da Davide Domenici dell’Università di Bologna e da Luca Emilio Brancati.
Fabbrica Pria - periferia di Biella
Come la lana suscita la creatività nell'arte contemporanea: dipinti, fotografie, installazioni, video. Il percorso multisensoriale consente di partecipare a tutto tondo attraverso la vista, l'udito, il tatto, l'olfatto. L'installazione dello scenografo Gianmaurizio Fercioni permette di toccare enormi gomitoli di lana e percepirne l'odore acquisito dopo il bagno nella tintura, e introduce idealmente alla videoinstallazione di Fabrizio Plessi che sottolinea il ruolo dell'acqua nella tintura della lana. L'area dismessa che ospita questa sezione torna a vivere, quasi fosse ancora in uso: la vita della fabbrica rinasce grazie alla videoinstallazione del celebre Studio Azzurro, che con immagini virtuali, suoni e voci coinvolge lo spettatore trasportandolo nell'atmosfera della manifattura laniera, suggerita dalle straordinarie immagini in movimento che ricompongono questo ambiente a cui non siamo avvezzi, ma che ha goduto di grande fortuna come testimoniano anche alcuni suggestivi scatti di archeologia industriale di Gabriele Basilico.
Curata da Dominique Stella e Umberto Zampini, questa sezione presenta opere ispirate alla lana create da grandi nomi come, Beuys, Boetti, Lalanne, Man Ray, che rendono quanto mai contemporaneo questo antichissimo materiale.
Molti artisti di spicco del panorama dell'arte contemporanea hanno realizzato opere appositamente per la mostra, quali Braco Dimitrijevic che presenta una installazione incentrata su una galleria fotografica di ritratti celebri, Jannis Kounellis con la “Grata lana e capelli”, Marcello Jori, Luigi Serafini con le quattro sculture che compongono “Famiglia Gomitalyi” e il Cracking Art Group che presenta una grande installazione composta da sessanta pinguini in plastica blu, dotati di sciarpe di lana rossa, nell'atto di attraversare il torrente che lambisce la fabbrica.
Fabbrica della Ruota - Pray Biellese
Dedicata alla lavorazione della lana, questa sezione è ospitata nell’antica Fabbrica della Ruota ubicata a circa trenta chilometri da Biella, a cui è idealmente collegata dalla Strada della Lana.
La scelta della terza sede non è stata casuale: la presenza della Fabbrica della Ruota nell'ambito della mostra intende infatti celebrare la storia industriale della regione di Biella.
All'interno della Fabbrica, il cui assetto originario è stato recuperato per ospitare il museo, lo Studio Azzurro ha saputo ricreare l'atmosfera di quando qui si lavorava la lana grezza, trasformata poi in tessuto attraverso il lavoro degli uomini e il contributo sostanziale dell’energia generata dalla forza dell’acqua che muoveva la grande ruota. Le videoinstallazioni fanno idealmente muovere i macchinari tessili, raccontano storie attraverso le voci degli uomini e delle donne che, dalla nascita della borghesia imprenditoriale alle lotte operaie, contribuivano all'incremento dell'industria tessile.
In particolare, in questa sezione, curata da Giovanni Vachino, presidente del Centro di documentazione biellese, gioca un ruolo centrale il territorio, fiorente centro per la lavorazione della lana e dunque città che meglio di qualunque altra ha potuto ospitare l'evento.
La rassegna è accompagnata da un catalogo edito da Skira, con testi di Philippe Daverio, Antonio Paolucci, Nicola Spinosa, Claudio Strinati, Lanfredo Castelletti, Alessandro Greggio, Studio Azzurro.
L'allestimento al Museo del Territorio è stato realizzato con materiali naturali, dallo Studio Cerri & Associati.
Le tre sedi sono collegate fra loro da un apposito servizio di trenta auto ecologiche FIAT decorate con il montone dorato, simbolo della mostra.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di numerosi sponsor fra cui: Fiat auto, Fondazione Ermenegildo Zegna, Vogue Italia.
20
aprile 2005
Sul Filo della Lana
Dal 20 aprile all'undici settembre 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE – CHIOSTRO DI SAN SEBASTIANO
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biglietti
Intero € 10; ridotto € 8
Orario di apertura
Mar-mer 10/13 e 15/19; gio-ven 10/13 e 14/21; sab-do 10/21; chiuso lunedì non festivi
Sito web
www.sulfilodellalana.it
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
CLOSE TO MEDIA
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore