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Sulla cima del mare
Scultura, poesia e fotografia si incontrano in un luogo dall’atmosfera quasi irreale, immerso nel verde e dalla vista mozzafiato sul lago
Comunicato stampa
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Da sabato 17 maggio 2008 la Tenuta Due Laghi, a Rivodutri, ospiterà la mostra di Finalba Di Pietro, Francesco Manna e Paolo Prenestini, ‘Sulla cima del mare’, promossa da Studio7.it, curata da Barbara Pavan, un progetto in cui scultura, poesia e fotografia si incontrano in un luogo dall’atmosfera quasi irreale, immerso nel verde e dalla vista mozzafiato sul lago.
Scrive Francesco Pezzini nell’introduzione alla mostra: ’Sulla cima del mare fa pensare alle opere degli Impressionisti che catturavano la luce sul far del giorno, o nel meriggio assonnato, o al tramonto, e si apprestavano a dipingere en plein air, dove il soggetto non importava per le sue implicazioni naturali, nell’essenza o nell’apparire dei fenomeni, ma era solo spunto d’ispirazione per le cascate di colori, pennellate ora tenui come la luce che carpivano, ora intense per l’opportuna stratificazione di materia, presenza o impalpabile sensazione d’infinitezza.
Così il mare è per Paolo Prenestini la sua fonte d’ispirazione, un’occasione per catturare la luce e alcune riflessioni. Tutte le sue fotografie nascono da una sorta di passeggiata, dove gli oggetti incontrati sono raccolti e assemblati per raccontarci un insieme di meditazioni, in una sorta di flusso di coscienza che si parcellizza negli scatti, mentre la tecnica fotografica è spontanea definizione per un punto o lama di luce, un approdo al mistero dell’isola di un personaggio, beato nel suo splendido isolamento, lontano dal caos del mondo. E gli oggetti si fanno racconto, archetipo, topos, luogo aperto, sfuggito alla chiusura del nostro tempo alienato e troppo breve. La materia si fa immagine, poesia e di nuovo materia, manipolata in ceramiche, quelle di Finalba Di Pietro, dove i sensi della vista e del tatto si uniscono e poi materializzano le riflessioni e si fanno ancora riflessione sulla possibilità di creazione artistica, manualità essenziale e antica come il mondo. Le poesie di Francesco Manna, sono parte dell’unione dei simboli che affiancano l’immagine e la riflessione, un dialogo tra esseri che comunicano nel modo forse più vero, un linguaggio dialettico, un’integrazione di fugaci apparizioni e riflessioni, in cui la parola si fa immagine e l’immagine parola. La lingua taglia come una lama e la luce nasce dove c’è il buio. E forse porta a nuovi spazi per parlarsi e finalmente comunicare.’
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno 2008.
Scrive Francesco Pezzini nell’introduzione alla mostra: ’Sulla cima del mare fa pensare alle opere degli Impressionisti che catturavano la luce sul far del giorno, o nel meriggio assonnato, o al tramonto, e si apprestavano a dipingere en plein air, dove il soggetto non importava per le sue implicazioni naturali, nell’essenza o nell’apparire dei fenomeni, ma era solo spunto d’ispirazione per le cascate di colori, pennellate ora tenui come la luce che carpivano, ora intense per l’opportuna stratificazione di materia, presenza o impalpabile sensazione d’infinitezza.
Così il mare è per Paolo Prenestini la sua fonte d’ispirazione, un’occasione per catturare la luce e alcune riflessioni. Tutte le sue fotografie nascono da una sorta di passeggiata, dove gli oggetti incontrati sono raccolti e assemblati per raccontarci un insieme di meditazioni, in una sorta di flusso di coscienza che si parcellizza negli scatti, mentre la tecnica fotografica è spontanea definizione per un punto o lama di luce, un approdo al mistero dell’isola di un personaggio, beato nel suo splendido isolamento, lontano dal caos del mondo. E gli oggetti si fanno racconto, archetipo, topos, luogo aperto, sfuggito alla chiusura del nostro tempo alienato e troppo breve. La materia si fa immagine, poesia e di nuovo materia, manipolata in ceramiche, quelle di Finalba Di Pietro, dove i sensi della vista e del tatto si uniscono e poi materializzano le riflessioni e si fanno ancora riflessione sulla possibilità di creazione artistica, manualità essenziale e antica come il mondo. Le poesie di Francesco Manna, sono parte dell’unione dei simboli che affiancano l’immagine e la riflessione, un dialogo tra esseri che comunicano nel modo forse più vero, un linguaggio dialettico, un’integrazione di fugaci apparizioni e riflessioni, in cui la parola si fa immagine e l’immagine parola. La lingua taglia come una lama e la luce nasce dove c’è il buio. E forse porta a nuovi spazi per parlarsi e finalmente comunicare.’
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno 2008.
17
maggio 2008
Sulla cima del mare
Dal 17 maggio al 30 giugno 2008
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
TENUTA DUE LAGHI
Rivodutri, Campigliano, 29, (Rieti)
Rivodutri, Campigliano, 29, (Rieti)
Autore
Curatore