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Suncica Perisin Tomljanovic – Portraits
Secondo assolo della ventiduenne Croata dedicato al ritratto. Lo spazio AKA si trasforma in studio e ospita il lavoro in progress dell’artista in Residenza a Roma
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Residency @ AKA Febbraio 2006
Nell’ultima mostra di Suncica Perisin era necessaria una sosta al
visitatore per scovare le opere nascoste in ogni angolo del basement.
Qui la pittura è solida, corposa, a suo agio in qualsiasi formato soprattutto
se preponderante la bellezza del soggetto destinata ad accoglierla.
Stesso spazio, altra mostra, la seconda a distanza di un mese dentro AKA,
decisa dopo una attenta valutazione del lavoro di un’artista che merita
nuovamente pubblica visione, prima di un terzo progetto performativo,
anch’esso imminente alla fiera Maco di Mexico City per chiudere un ciclo
di mostre consecutive dentro uno sperimentale luogo senza regole nel
centro di Roma, di recente evolutosi in residenza per artisti e tra
qualche mese destinato a giocare con spazi outdoor sempre diversi, a metà
tra kurimanzutto e thegalleryapart.
La serie nuova sembra un fiume in piena ma senza rabbia, solo prolissa,
come se l’artista avesse l’urgenza di raccontare molto. Dopo la St.
Martins dove nella mostra di fine corso aveva disseminato la scuola di una
serie di figure femminili su carta lasciandole letteralmente aderenti a
stipiti, porte, corridoi, ascensori, e dove tuttora persiste piccola e
invisibile ai più, uno degli elementi della installazione.
Nel nuovo ciclo di ritratti l’approccio gestuale si serve di asfalto e
tempera sopra un luminoso background di carta da pacchi marrone leggera,
quasi una velina oleata per incartare il pane ma che si comporta come se
fosse tela. Attraverso schizzi preparatori, Sunci si allea con il
materiale affatto poroso e tantomeno assorbente. Il colore cola verso la
base del dipinto e un calcolato dripping è parte della sostanza che
contiene. Poiché le pose e i gesti sono a volte vagamente familiari un
ulteriore carico di pensieri determina il loro fascino. Nonostante l’uso
di ombre nere e colori molto scuri difficilmente subentra un aspetto cupo,
la freschezza è dovuta all’abilità di mescolare materiale grezzo con
figure impeccabili. L’utilizzo di modelli scelti, accomunati da tratti
somatici molto spesso regali, è parallelo all’uso di qualsiasi strumento
l’artista trovi sul suo percorso, tempera e asfalto, smalto e colla,
vernice da carrozzeria, olio. Poiché non esiste nessuna griglia da
seguire, l’effetto fluido avalla la possibilità di stracciare, maltrattare
e dipingere un volto sopra un altro finchè non emerge formalmente il
lavoro compiuto, intimista e pop allo stesso tempo. Il buio è una fonte di
ispirazione laddove ombre colorate possono evolvere in caratteri diversi e
nuovi. Le immagini tornano a essere di grande formato eseguite in diverse
sessioni di lavoro, alcune ingaggiano una gara con altri ritrattisti sullo
stesso modello da ritrarre per gioco, tutto viene esposto, in fase di
asciugatura e attesa nello spazio su strada, la mostra cresce di gionro in
giorno. Preliminare ad altri interventi, altre storie destinate a lasciare
il segno.
Raffaella Guidobono
Nell’ultima mostra di Suncica Perisin era necessaria una sosta al
visitatore per scovare le opere nascoste in ogni angolo del basement.
Qui la pittura è solida, corposa, a suo agio in qualsiasi formato soprattutto
se preponderante la bellezza del soggetto destinata ad accoglierla.
Stesso spazio, altra mostra, la seconda a distanza di un mese dentro AKA,
decisa dopo una attenta valutazione del lavoro di un’artista che merita
nuovamente pubblica visione, prima di un terzo progetto performativo,
anch’esso imminente alla fiera Maco di Mexico City per chiudere un ciclo
di mostre consecutive dentro uno sperimentale luogo senza regole nel
centro di Roma, di recente evolutosi in residenza per artisti e tra
qualche mese destinato a giocare con spazi outdoor sempre diversi, a metà
tra kurimanzutto e thegalleryapart.
La serie nuova sembra un fiume in piena ma senza rabbia, solo prolissa,
come se l’artista avesse l’urgenza di raccontare molto. Dopo la St.
Martins dove nella mostra di fine corso aveva disseminato la scuola di una
serie di figure femminili su carta lasciandole letteralmente aderenti a
stipiti, porte, corridoi, ascensori, e dove tuttora persiste piccola e
invisibile ai più, uno degli elementi della installazione.
Nel nuovo ciclo di ritratti l’approccio gestuale si serve di asfalto e
tempera sopra un luminoso background di carta da pacchi marrone leggera,
quasi una velina oleata per incartare il pane ma che si comporta come se
fosse tela. Attraverso schizzi preparatori, Sunci si allea con il
materiale affatto poroso e tantomeno assorbente. Il colore cola verso la
base del dipinto e un calcolato dripping è parte della sostanza che
contiene. Poiché le pose e i gesti sono a volte vagamente familiari un
ulteriore carico di pensieri determina il loro fascino. Nonostante l’uso
di ombre nere e colori molto scuri difficilmente subentra un aspetto cupo,
la freschezza è dovuta all’abilità di mescolare materiale grezzo con
figure impeccabili. L’utilizzo di modelli scelti, accomunati da tratti
somatici molto spesso regali, è parallelo all’uso di qualsiasi strumento
l’artista trovi sul suo percorso, tempera e asfalto, smalto e colla,
vernice da carrozzeria, olio. Poiché non esiste nessuna griglia da
seguire, l’effetto fluido avalla la possibilità di stracciare, maltrattare
e dipingere un volto sopra un altro finchè non emerge formalmente il
lavoro compiuto, intimista e pop allo stesso tempo. Il buio è una fonte di
ispirazione laddove ombre colorate possono evolvere in caratteri diversi e
nuovi. Le immagini tornano a essere di grande formato eseguite in diverse
sessioni di lavoro, alcune ingaggiano una gara con altri ritrattisti sullo
stesso modello da ritrarre per gioco, tutto viene esposto, in fase di
asciugatura e attesa nello spazio su strada, la mostra cresce di gionro in
giorno. Preliminare ad altri interventi, altre storie destinate a lasciare
il segno.
Raffaella Guidobono
30
gennaio 2007
Suncica Perisin Tomljanovic – Portraits
Dal 30 gennaio al 03 marzo 2007
arte contemporanea
Location
AKA
Roma, Via Dei Cartari, 11, (Roma)
Roma, Via Dei Cartari, 11, (Roma)
Orario di apertura
11:00 - 13:00, 16:00 - 20. Lunedi chiuso
Vernissage
30 Gennaio 2007, ore 18
Autore
Curatore