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Susan Crile – Abu Ghraib. Abuso di potere
Ventinove opere su carta di Susan Crile, artista statunitense, ispirate dall’orrore delle foto scattate nel carcere iracheno di Abu Ghraib nel 2004.
Comunicato stampa
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Ventinove opere su carta di Susan Crile, artista statunitense, ispirate dall’orrore delle foto scattate nel carcere iracheno di Abu Ghraib nel 2004.
Immagini impeccabili, a un tempo durissime e lievi, che sapientemente ribaltano le intenzioni di chi aveva scattato quelle foto: non trofei di vittoria ma inqualificabili prove di brutalità, non degrado nelle vittime, ma dolente umanità.
La mostra è realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Roma e con le Associazioni ACAT Italia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) e FIACAT (Federazione internazionale azione dei cristiani per l’abolizione della tortura).
Catalogo Gangemi, Roma. Mostra e catalogo a cura di Maria Elisa Tittoni e Federica Pirani.
Susan Crile si era già imbattuta, nel suo percorso artistico, con le conseguenze della guerra: i suoi apocalittici Fires of War , realizzati dopo un viaggio di dieci giorni nelle zone del conflitto iracheno del 1991, restituivano panorami infuocati e sterili, allucinati, senza senso.
Ora, di nuovo, la guerra. Questa volta l’ insopportabile disgusto svelato al mondo intero dalle immagini dell’inferno di Abu Ghraib.
È perfetto, dal punto di vista formale, il lavoro di Susan, con quell’uso sapiente del gesso, dei diafani bianchi per le vittime, di colori saturi e opachi per i carnefici, con quell’essenzialità e maestria del segno, con quei monocromi dai contrasti drammaticamente eloquenti.
E potentemente capaci di evocare una partecipazione emotiva profonda, nel ritrovare in quei dipinti - evidenti, e palesemente richiamate - le foto di Abu Ghraib.
Le foto, come ricorda lei stessa in catalogo, sono documenti, sono prove. E, quel che è peggio, sono state scattate per dimostrare la sopraffazione e la violenza come valori positivi, l’umiliazione della vittima come segno di vittoria.
Questo è per noi intollerabile. Non solo per l’abominio dei gesti ma anche per la suprema, devastante idiozia che li determina.
L’arte di Susan è straordinaria perché, dell’intenzione di quei gesti e di quelle foto, a cui – pure- fa riferimento fedele, ribalta completamente il senso: restituisce umanità, identità e spessore ai corpi nudi e tormentati delle vittime. Sottolinea la greve stoltezza del carnefice pieno di orpelli – guanti, scarponi, tute mimetiche, opulenze diverse- e privo di volto.
Susan Crile nasce a Cleveland, Ohio, nel 1942. Dopo la laurea al Bennington College nel 1965, si trasferisce a New York, dove vive e lavora. Professore ordinario presso l’Hunter College di New York, ha insegnato a Princeton e alla New York University. Ha all’attivo oltre cinquanta mostre personali e alcuni suoi lavori si trovano presso le collezioni, tra gli altri, del Solomon R. Guggenheim Museum, del Metropolitan Museum of Art, del Brooklyn Museum, dell Hirshhorn Museum, della Phillips Collection di New York , oltre che del Denver Art Museum e del Cleveland Museum of Art.
SUSAN CRILE - BIOGRAFIA
Nata a Cleveland, Ohio, nel 1942, Susan Crile dopo la laurea al Bennington College nel 1965, si è trasferita a New York, dove tutt’oggi vive e lavora. Ha all’attivo cinquanta mostre personali. Dieci di queste sono state allestite in musei o gallerie universitarie: la Collezione Phillips a Washington D.C. (1975), il MoCa Cleveland (1984), il St Louis Museum of Art, la Blaffer Gallery dell’Università di Houston, e l’University Art Museum dello Stato della California (Long Beach), tutte nel 1994.
Nel 1995, la Crile ha esposto presso l’Herbert Johnson Museum della Cornell University e il Middlebury College Museum of Art. La sua mostra del 1996 a Kuwait City (Kuwait) si è tenuta presso il National Council for Culture, Art and Letters - Consiglio Nazionale per la Cultura l’Arte e la Letteratura, che sostituiva temporaneamente La Galleria Nazionale del Kuwait, all’epoca andata distrutta.
Nel 2003, ha esposto presso lo University Museum of Art dell’Arizona, a Tucson, Arizona.
Ha preso parte a più di 100 mostre collettive, sue opere sono nelle collezioni di diversi musei tra cui a New York il Museo Solomon R. Guggenheim, il Metropolitan Museum of Art, il Museo di Brooklyn, il Museo Hirshhorn, la Collezione Phillips, la Galleria d’Arte Albright-Knox, oltre al Museo di Arte di Cleveland e al Museo d’Arte di Denver.
Dal 1985, la Crile è membro della Yaddo Corporation a Saratoga Springs, NY, ed è stata nel Consiglio di Amministrazione di Yaddo dal 1991 al 2004.
Ha inoltre fatto parte del Consiglio di Amministrazione del Bennington College e del consiglio del Lehman College Art Museum, CUNY.
La Crile ha una lunga carriera accademica: i suoi anni di insegnamento includono l’Università di Princeton, la Scuola di Arti Visive del Barnard College, il Sarah Lawrence College e l’Hunter College, dove è stata membro di facoltà dal 1982 ed è Professore ordinario dal 1996.
Tra gli scrittori che hanno trattato del suo lavoro sono da ricordare: Dan Bischoff, Michael Brenson, Susan Cheever, Holland Cotter, Mark Danner, Ruth Fine, Elizabeth Frank, Grace Glueck, Judith Goldman, Hayden Herrera, Ken Johnson, Diane Kelder, Hiton Kramer, Ann Lauterbach, Lucy Lippard, Linda Nochlin, Robert Pincus-Witten, Vivian Raynor, Barbara Rose, John Russell, Peter Schjeldahl, Mark Stevens, Jeremy Strick, Stephen Westfall and William Zimmer.
Il viaggio ha sempre avuto un forte impatto sul lavoro della Crile: ha passato moltissimo tempo in Italia e in India e ha viaggiato nell’Africa del Nord, in Etiopia e in quasi tutta l’Europa e in parte dell’Europa dell’Est. Al momento, sta lavorando ad un progetto sui tessuti (stampa su seta) a Calcutta, in India.
Immagini impeccabili, a un tempo durissime e lievi, che sapientemente ribaltano le intenzioni di chi aveva scattato quelle foto: non trofei di vittoria ma inqualificabili prove di brutalità, non degrado nelle vittime, ma dolente umanità.
La mostra è realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Roma e con le Associazioni ACAT Italia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) e FIACAT (Federazione internazionale azione dei cristiani per l’abolizione della tortura).
Catalogo Gangemi, Roma. Mostra e catalogo a cura di Maria Elisa Tittoni e Federica Pirani.
Susan Crile si era già imbattuta, nel suo percorso artistico, con le conseguenze della guerra: i suoi apocalittici Fires of War , realizzati dopo un viaggio di dieci giorni nelle zone del conflitto iracheno del 1991, restituivano panorami infuocati e sterili, allucinati, senza senso.
Ora, di nuovo, la guerra. Questa volta l’ insopportabile disgusto svelato al mondo intero dalle immagini dell’inferno di Abu Ghraib.
È perfetto, dal punto di vista formale, il lavoro di Susan, con quell’uso sapiente del gesso, dei diafani bianchi per le vittime, di colori saturi e opachi per i carnefici, con quell’essenzialità e maestria del segno, con quei monocromi dai contrasti drammaticamente eloquenti.
E potentemente capaci di evocare una partecipazione emotiva profonda, nel ritrovare in quei dipinti - evidenti, e palesemente richiamate - le foto di Abu Ghraib.
Le foto, come ricorda lei stessa in catalogo, sono documenti, sono prove. E, quel che è peggio, sono state scattate per dimostrare la sopraffazione e la violenza come valori positivi, l’umiliazione della vittima come segno di vittoria.
Questo è per noi intollerabile. Non solo per l’abominio dei gesti ma anche per la suprema, devastante idiozia che li determina.
L’arte di Susan è straordinaria perché, dell’intenzione di quei gesti e di quelle foto, a cui – pure- fa riferimento fedele, ribalta completamente il senso: restituisce umanità, identità e spessore ai corpi nudi e tormentati delle vittime. Sottolinea la greve stoltezza del carnefice pieno di orpelli – guanti, scarponi, tute mimetiche, opulenze diverse- e privo di volto.
Susan Crile nasce a Cleveland, Ohio, nel 1942. Dopo la laurea al Bennington College nel 1965, si trasferisce a New York, dove vive e lavora. Professore ordinario presso l’Hunter College di New York, ha insegnato a Princeton e alla New York University. Ha all’attivo oltre cinquanta mostre personali e alcuni suoi lavori si trovano presso le collezioni, tra gli altri, del Solomon R. Guggenheim Museum, del Metropolitan Museum of Art, del Brooklyn Museum, dell Hirshhorn Museum, della Phillips Collection di New York , oltre che del Denver Art Museum e del Cleveland Museum of Art.
SUSAN CRILE - BIOGRAFIA
Nata a Cleveland, Ohio, nel 1942, Susan Crile dopo la laurea al Bennington College nel 1965, si è trasferita a New York, dove tutt’oggi vive e lavora. Ha all’attivo cinquanta mostre personali. Dieci di queste sono state allestite in musei o gallerie universitarie: la Collezione Phillips a Washington D.C. (1975), il MoCa Cleveland (1984), il St Louis Museum of Art, la Blaffer Gallery dell’Università di Houston, e l’University Art Museum dello Stato della California (Long Beach), tutte nel 1994.
Nel 1995, la Crile ha esposto presso l’Herbert Johnson Museum della Cornell University e il Middlebury College Museum of Art. La sua mostra del 1996 a Kuwait City (Kuwait) si è tenuta presso il National Council for Culture, Art and Letters - Consiglio Nazionale per la Cultura l’Arte e la Letteratura, che sostituiva temporaneamente La Galleria Nazionale del Kuwait, all’epoca andata distrutta.
Nel 2003, ha esposto presso lo University Museum of Art dell’Arizona, a Tucson, Arizona.
Ha preso parte a più di 100 mostre collettive, sue opere sono nelle collezioni di diversi musei tra cui a New York il Museo Solomon R. Guggenheim, il Metropolitan Museum of Art, il Museo di Brooklyn, il Museo Hirshhorn, la Collezione Phillips, la Galleria d’Arte Albright-Knox, oltre al Museo di Arte di Cleveland e al Museo d’Arte di Denver.
Dal 1985, la Crile è membro della Yaddo Corporation a Saratoga Springs, NY, ed è stata nel Consiglio di Amministrazione di Yaddo dal 1991 al 2004.
Ha inoltre fatto parte del Consiglio di Amministrazione del Bennington College e del consiglio del Lehman College Art Museum, CUNY.
La Crile ha una lunga carriera accademica: i suoi anni di insegnamento includono l’Università di Princeton, la Scuola di Arti Visive del Barnard College, il Sarah Lawrence College e l’Hunter College, dove è stata membro di facoltà dal 1982 ed è Professore ordinario dal 1996.
Tra gli scrittori che hanno trattato del suo lavoro sono da ricordare: Dan Bischoff, Michael Brenson, Susan Cheever, Holland Cotter, Mark Danner, Ruth Fine, Elizabeth Frank, Grace Glueck, Judith Goldman, Hayden Herrera, Ken Johnson, Diane Kelder, Hiton Kramer, Ann Lauterbach, Lucy Lippard, Linda Nochlin, Robert Pincus-Witten, Vivian Raynor, Barbara Rose, John Russell, Peter Schjeldahl, Mark Stevens, Jeremy Strick, Stephen Westfall and William Zimmer.
Il viaggio ha sempre avuto un forte impatto sul lavoro della Crile: ha passato moltissimo tempo in Italia e in India e ha viaggiato nell’Africa del Nord, in Etiopia e in quasi tutta l’Europa e in parte dell’Europa dell’Est. Al momento, sta lavorando ad un progetto sui tessuti (stampa su seta) a Calcutta, in India.
16
novembre 2007
Susan Crile – Abu Ghraib. Abuso di potere
Dal 16 novembre 2007 al 06 gennaio 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
arti decorative e industriali
disegno e grafica
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO MOCENIGO – CENTRO STUDI DI STORIA DEL TESSUTO E DEL COSTUME
Venezia, Santa Croce, 1992, (Venezia)
Venezia, Santa Croce, 1992, (Venezia)
Orario di apertura
10-16; chiuso lunedì, Natale e Capodanno
Vernissage
16 Novembre 2007, ore 17
Editore
GANGEMI
Autore
Curatore