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Susan Hiller
La mostra di Susan Hiller è incentrata sull’imponente ed affascinante
installazione a cinque canali dal titolo PSI Girls (1999), presentata per
la prima volta in Italia ed appositamente riallestita per gli spazi della
Chiesa di San Francesco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 28 giugno al 20 luglio si svolge la XVII edizione del Corso Superiore
di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti dal titolo The Dream
Seminar II, che quest’anno vede come Visiting Professor Susan Hiller
Il Corso, diretto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura di Andrea Lissoni e
Cesare Pietroiusti, con il coordinamento di Angela Maderna.
Il 14 luglio, alle ore 18.30, si terrà la conferenza di Susan Hiller dal
titolo The Provisional Texture of Reality, presso la sede della
Fondazione Antonio Ratti. A seguire, verrà inaugurata la prima
personale italiana di Susan Hiller, presso lo Spazio Culturale Antonio
Ratti in Largo Spallino, 1 a Como (ex-chiesa di San Francesco).
La mostra sarà visitabile fino all’ 8 settembre 2011, da martedì a
domenica, dalle 16.00 alle 20.00.
La mostra di Susan Hiller è incentrata sull’imponente ed affascinante
installazione a cinque canali dal titolo PSI Girls (1999), presentata per
la prima volta in Italia ed appositamente riallestita per gli spazi della
Chiesa di San Francesco.
In PSI Girls cinque brevi sequenze in loop di ragazze dotate di poteri
paranormali – la telecinesi – sono colte nell’atto di concentrarsi e
innescare il movimento di un oggetto con la sola forza della mente. Le
sequenze sono estratte da cinque celebri film (The Fury di Brian De
Palma, 1978, The Craft, di Andrew Fleming, 1996, Matilda di Danny De
Vito, 1996, Firestarter di Mark Lester, 1984 e Stalker di Andrei
Tarkowsky, 1979), di cui Susan Hiller ha alterato i colori - trasformando
ciascuna in un monocromo blu, giallo, rosso, viola e verde - e rimosso
l’audio originario, sostituito da un’unica colonna sonora proveniente
dalla registrazione di un coro gospel della St.George’s cathedral, di
Charlotte, North Carolina, USA.
I colori scivolano da una sequenza all’altra in ordine casuale,
riverberando nell’ambiente e producendo un’alterazione costante della
percezione dello spazio circostante; l’alternanza di suono e di silenzio,
combinati con i colori in movimento e la durata delle singole sequenze,
produce l’effetto ipnotico di un’opera performativa e in perenne
metamorfosi. Immerso in un flusso percettivo cangiante, lo spettatore si
trova a confronto con un’opera che si offre a molte possibilità di lettura
e di considerazioni: dalla rappresentazione della condizione “aliena”
dell’età dell’adolescenza a quella dell’identità femminile, dall’uso delle
fonti alle possibilità di campionamento e di manipolazione da parte
dell’artista, dalla sua riflessione sul potere a quella sulla produzione
dell’immaginario contemporaneo del cinema di genere.
Il tutto in una condizione che oscilla da una dimensione più propriamente
onirica ad una straniata ed attiva, da una estatica e sedotta dall’erotismo
latente delle sequenza, ad una contemplativa e lisergica.
The Aura: Homage to Marcel Duchamp (2011), l'installazione
fotografica concepita appositamente dall'artista per la mostra e che
accompagna PSI Girls, amplifica ulteriormente la tensione emanata dai
fantasmi di antiche credenze religiose che compaiono alterati nella
contemporaneità e contribuisce ad immergere l’intera Chiesa di San
Francesco in un universo oscuro, misterioso, perturbante ma forse
anche rivelatorio. La mostra dà così forma ad un dialogo fra arte,
illusione, magia e alterazione della percezione in assonanza sia con la
grande tradizione della storia dell'arte della tarda modernità, sia con le
istanze proposte ed esplorate da Susan Hiller durante il workshop con i
giovani artisti The Dream Seminar II.
Susan Hiller è nata negli Stati Uniti nel 1940, vive e lavora in Inghilterra
dagli anni settanta quando acquisì un grande riconoscimento grazie alla
sua ricerca di approfondimento degli aspetti della nostra cultura
considerati marginali e largamente ignorati. L’utilizzo radicale e
innovativo di diversi media nelle sue opere l’ha resa un punto di
riferimento per le giovani generazioni di artisti.
Secondo Susan Hiller il Minimalismo, il movimento Fluxus, alcuni
aspetti del Sur-realismo, l’antropologia e il femminismo hanno
influenzato la sua pratica artistica individuale. Hiller accosta la
conoscenza che deriva dall’antropologia, la psicanalisi e altre discipline
scientifiche con materiali generalmente considerati di poca importanza,
come cartoline, carta da parati, film di cassetta e storie di avvistamenti
di UFO, creando un equilibrio fra il familiare e l’inspiegabile e invitando
l’osservatore a prendere parte alla produzione del significato dell’opera.
L’artista raccoglie e utilizza immagini, oggetti e suoni per creare nuovi
contesti, incorporando tracce di memoria, storia e allusioni personali. La
sua pratica
di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti dal titolo The Dream
Seminar II, che quest’anno vede come Visiting Professor Susan Hiller
Il Corso, diretto dal 1995 da Annie Ratti, è a cura di Andrea Lissoni e
Cesare Pietroiusti, con il coordinamento di Angela Maderna.
Il 14 luglio, alle ore 18.30, si terrà la conferenza di Susan Hiller dal
titolo The Provisional Texture of Reality, presso la sede della
Fondazione Antonio Ratti. A seguire, verrà inaugurata la prima
personale italiana di Susan Hiller, presso lo Spazio Culturale Antonio
Ratti in Largo Spallino, 1 a Como (ex-chiesa di San Francesco).
La mostra sarà visitabile fino all’ 8 settembre 2011, da martedì a
domenica, dalle 16.00 alle 20.00.
La mostra di Susan Hiller è incentrata sull’imponente ed affascinante
installazione a cinque canali dal titolo PSI Girls (1999), presentata per
la prima volta in Italia ed appositamente riallestita per gli spazi della
Chiesa di San Francesco.
In PSI Girls cinque brevi sequenze in loop di ragazze dotate di poteri
paranormali – la telecinesi – sono colte nell’atto di concentrarsi e
innescare il movimento di un oggetto con la sola forza della mente. Le
sequenze sono estratte da cinque celebri film (The Fury di Brian De
Palma, 1978, The Craft, di Andrew Fleming, 1996, Matilda di Danny De
Vito, 1996, Firestarter di Mark Lester, 1984 e Stalker di Andrei
Tarkowsky, 1979), di cui Susan Hiller ha alterato i colori - trasformando
ciascuna in un monocromo blu, giallo, rosso, viola e verde - e rimosso
l’audio originario, sostituito da un’unica colonna sonora proveniente
dalla registrazione di un coro gospel della St.George’s cathedral, di
Charlotte, North Carolina, USA.
I colori scivolano da una sequenza all’altra in ordine casuale,
riverberando nell’ambiente e producendo un’alterazione costante della
percezione dello spazio circostante; l’alternanza di suono e di silenzio,
combinati con i colori in movimento e la durata delle singole sequenze,
produce l’effetto ipnotico di un’opera performativa e in perenne
metamorfosi. Immerso in un flusso percettivo cangiante, lo spettatore si
trova a confronto con un’opera che si offre a molte possibilità di lettura
e di considerazioni: dalla rappresentazione della condizione “aliena”
dell’età dell’adolescenza a quella dell’identità femminile, dall’uso delle
fonti alle possibilità di campionamento e di manipolazione da parte
dell’artista, dalla sua riflessione sul potere a quella sulla produzione
dell’immaginario contemporaneo del cinema di genere.
Il tutto in una condizione che oscilla da una dimensione più propriamente
onirica ad una straniata ed attiva, da una estatica e sedotta dall’erotismo
latente delle sequenza, ad una contemplativa e lisergica.
The Aura: Homage to Marcel Duchamp (2011), l'installazione
fotografica concepita appositamente dall'artista per la mostra e che
accompagna PSI Girls, amplifica ulteriormente la tensione emanata dai
fantasmi di antiche credenze religiose che compaiono alterati nella
contemporaneità e contribuisce ad immergere l’intera Chiesa di San
Francesco in un universo oscuro, misterioso, perturbante ma forse
anche rivelatorio. La mostra dà così forma ad un dialogo fra arte,
illusione, magia e alterazione della percezione in assonanza sia con la
grande tradizione della storia dell'arte della tarda modernità, sia con le
istanze proposte ed esplorate da Susan Hiller durante il workshop con i
giovani artisti The Dream Seminar II.
Susan Hiller è nata negli Stati Uniti nel 1940, vive e lavora in Inghilterra
dagli anni settanta quando acquisì un grande riconoscimento grazie alla
sua ricerca di approfondimento degli aspetti della nostra cultura
considerati marginali e largamente ignorati. L’utilizzo radicale e
innovativo di diversi media nelle sue opere l’ha resa un punto di
riferimento per le giovani generazioni di artisti.
Secondo Susan Hiller il Minimalismo, il movimento Fluxus, alcuni
aspetti del Sur-realismo, l’antropologia e il femminismo hanno
influenzato la sua pratica artistica individuale. Hiller accosta la
conoscenza che deriva dall’antropologia, la psicanalisi e altre discipline
scientifiche con materiali generalmente considerati di poca importanza,
come cartoline, carta da parati, film di cassetta e storie di avvistamenti
di UFO, creando un equilibrio fra il familiare e l’inspiegabile e invitando
l’osservatore a prendere parte alla produzione del significato dell’opera.
L’artista raccoglie e utilizza immagini, oggetti e suoni per creare nuovi
contesti, incorporando tracce di memoria, storia e allusioni personali. La
sua pratica
14
luglio 2011
Susan Hiller
Dal 14 luglio all'otto settembre 2011
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN FRANCESCO
Como, Viale Lorenzo Spallino, 1, (Como)
Como, Viale Lorenzo Spallino, 1, (Como)
Orario di apertura
da martedì a domenica, dalle 16.00
alle 20.00
Vernissage
14 Luglio 2011, h 20
Autore