La galleria Frittelli arte è lieta di presentare OBLIO una mostra personale di Susana Serpas Soriano. Con il termine Oblio, che dà il titolo all'esposizione, l'artista italo-salvadoregna individua il nucleo teorico di una ricerca che utilizza la fotografia come strumento privilegiato per indagare la caduta spirituale dell'uomo moderno, la sua inquietudine emotiva e una certa idea del museo come luogo di pacificazione delle lacerazioni esistenziali. L'oblio, secondo Serpas Soriano, riguarda il senso della perdita e la forza tragica dell'abbandono che colgono l'individuo, sempre più preda di una vita "inautentica" e lontana dai motivi più veri del vivere. Il senso di smarrimento e l'esigenza di un raccoglimento interiore sono alla base di una poetica che si sviluppa usando temi e soggetti diversi, accomunati dall'utilizzo del mascheramento e del filtro, tecniche fotografiche che l'artista porta in primo piano in chiave compositiva. La sua fotografia è performativa, modulare e post-oggettivista. I suoi modelli, uomini e donne, sono colti nella tensione di uno spasmo sentimentale; i suoi "Orizzonti", serie dedicata alle città e all'architettura, si insinuano come ombre tra gli spazi del vivere associato; i suoi ritratti dedicati agli animali imbalsamati, provenienti dal Museo Zoologico della Specola di Firenze, recuperano un senso del passaggio, della perdita e della conservazione; i suoi collage, raccolti in teche, costruiscono associazioni di idee gravitanti attorno al ruolo del corpo, alla fragilità della vita e alla forza dell'anima. E se nella serie intitolata “Ikamatisslag”, che significa “coloro che mentono” (nella lingua Opata di derivazione Uto-Azteca meridionale), è raccolto un indizio di decadenza della parte più nobile dell'umano, nella serie de “Il trionfo dell'amore” è indicata la possibilità di un riscatto che è, al tempo stesso, individuale e sociale, personale e collettivo.