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Sylvia Mair – Zoocratie. La tyrannie des bêtes
Sylvia Mair indaga – tramite una pittura monocroma, rigorosa, ossessiva – il carattere e la forza espressiva del simbolo
Comunicato stampa
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Sylvia Mair indaga – tramite una pittura monocroma, rigorosa, ossessiva - il carattere e la forza espressiva del simbolo.
Nelle sue opere rincorre l’origine del mito, la culla di tutte le mitologie, e per farlo punta l’obiettivo su quelle figure e quegli emblemi, apparentemente confusi e ambivalenti, in cui la storia e la cultura dell’umanità è finita tante volte per imbattersi: gli animali che, come in uno strano e curioso safari pittorico, l’artista cattura e imprigiona nelle opere.
Non ci si trova di fronte a un’enciclopedia illustrata ma sulla tela finisce la storia della letteratura, la simbologia su cui s’è costruito il senso comune, quell’universo zoomorfo a cui è stato in passato affidato il compito di disvelare l’uomo. Nelle opere ci sono – non raffigurate ma citate, non descritte ma evocate – la perfidia e la stupidità, la forza ottusa e il cupo presagio, la simpatia e la cattiveria.
Non si tratta infatti di animali qualunque, questi non sono mai incontrati e riprodotti per caso, come non lo sono gli animali-personaggio delle fiabe: hanno dietro, dentro e tutt’attorno un indotto di significati, valenze, pesi specifici e rimandano a icone di comportamento e valori sociali.
L’artista rinuncia ai colori – e riproduce sulla tela più e più volte la stessa immagine fino a mettere in piedi un gioco quasi optical, speculare – pur di rivenire a capo di una tradizione – quella del graffito, dell’incisione lenta e sofferta. Mair infatti coniuga la pratica arcaica e orientale della scrittura alla sapiente e paziente gestualità dei cabalisti, recuperando il fascino della spontaneità da pittura rupestre per sposarlo a un gusto ipercontemporaneo da pittura sporca, materica, terrosa. La pittura si sviluppa come attività spagirica, l’artefice corrisponde al manufatto, il materiale sente il gesto e il gesto accompagna il materiale lungo un percorso alchimistico e filosofale. Una pittura lacerante, che prepara e annuncia una profonda trasformazione.
In galleria oltre ad una quindicina di opere su tela, saranno esposti alcuni originali oggetti partoriti dalla fervente fantasia dall’artista.
La mostra curata da Maurizio Sciaccaluga prosegue fino al 20 giugno.
Sylvia Mair (Bressanone (Bz) 1967) è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Nelle sue opere rincorre l’origine del mito, la culla di tutte le mitologie, e per farlo punta l’obiettivo su quelle figure e quegli emblemi, apparentemente confusi e ambivalenti, in cui la storia e la cultura dell’umanità è finita tante volte per imbattersi: gli animali che, come in uno strano e curioso safari pittorico, l’artista cattura e imprigiona nelle opere.
Non ci si trova di fronte a un’enciclopedia illustrata ma sulla tela finisce la storia della letteratura, la simbologia su cui s’è costruito il senso comune, quell’universo zoomorfo a cui è stato in passato affidato il compito di disvelare l’uomo. Nelle opere ci sono – non raffigurate ma citate, non descritte ma evocate – la perfidia e la stupidità, la forza ottusa e il cupo presagio, la simpatia e la cattiveria.
Non si tratta infatti di animali qualunque, questi non sono mai incontrati e riprodotti per caso, come non lo sono gli animali-personaggio delle fiabe: hanno dietro, dentro e tutt’attorno un indotto di significati, valenze, pesi specifici e rimandano a icone di comportamento e valori sociali.
L’artista rinuncia ai colori – e riproduce sulla tela più e più volte la stessa immagine fino a mettere in piedi un gioco quasi optical, speculare – pur di rivenire a capo di una tradizione – quella del graffito, dell’incisione lenta e sofferta. Mair infatti coniuga la pratica arcaica e orientale della scrittura alla sapiente e paziente gestualità dei cabalisti, recuperando il fascino della spontaneità da pittura rupestre per sposarlo a un gusto ipercontemporaneo da pittura sporca, materica, terrosa. La pittura si sviluppa come attività spagirica, l’artefice corrisponde al manufatto, il materiale sente il gesto e il gesto accompagna il materiale lungo un percorso alchimistico e filosofale. Una pittura lacerante, che prepara e annuncia una profonda trasformazione.
In galleria oltre ad una quindicina di opere su tela, saranno esposti alcuni originali oggetti partoriti dalla fervente fantasia dall’artista.
La mostra curata da Maurizio Sciaccaluga prosegue fino al 20 giugno.
Sylvia Mair (Bressanone (Bz) 1967) è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
20
maggio 2006
Sylvia Mair – Zoocratie. La tyrannie des bêtes
Dal 20 maggio al 20 giugno 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELLE BATTAGLIE
Brescia, Via Delle Battaglie, 69A, (Brescia)
Brescia, Via Delle Battaglie, 69A, (Brescia)
Orario di apertura
il lunedì dalle 16.00 alle 19.30, e dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 11 - 18
Autore
Curatore