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Sylvie Romieu – Immersion
La macchina fotografica di Sylvie Romieu fissa la natura marina e il suo corpo immersi in posizioni paradossali e li raggela in atteggiamenti del tutto estranei al modo normale di vedere, diventando così il risultato di un effetto di luce mutevole.
Comunicato stampa
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La simbiosi fra arte e fotografia in Sylvie Romieu dà vita a un complesso organismo stilistico. La combinazione di influenze, il processo particolare di sovrapposizione delle immagini, spiegano l’alta incidenza dell’inventiva fotografica usata dall’artista come arte pittorica in grado
di cogliere le finezze e le aberrazioni del reale.
Lo stile impressionistico e fantasmagorico di Romieu ha un sapore tipicamente francese di fin de siècle, secolo pervaso dalle espressioni culturali legate all’estetismo e al decadentismo. La sua capacità di cogliere l’io interiore e le caratteristiche esteriori di questi ambienti fantastici
sono il prodotto di una perenne ricerca di tecniche fotografiche sperimentali che le permettono di ottenere delle immagini evanescenti dense di carica espressiva. Le sue composizioni fotografiche mantengono un gusto stilistico pittorico che si rifanno alla letteratura e, in particolare per i contenuti sentimentali, alla scrittrice francese Marguerite Duras.
Un giorno qualcuno le disse: “dovresti bruciare il tuo divano”. L’artista afferma di aver “ascoltato e inteso bene il messaggio, ma cancellare il passato e il peso dei ricordi, tramite il fuoco, non è il mio metodo. Il mio modo di fare sarebbe stato meno radicale e molto più lento,
come lo sono io. Dovevo allontanarmi da questa rappresentazione simbolica pur restandone il più vicina possibile, constatandone la sua
immaterialità e accettandone semplicemente il suo statuto d’immagine. La distruzione sarebbe arrivata tramite l’acqua. L’acqua dei ruscelli e l’acqua dei fiumi. L’acqua dello stagno e l’acqua del mare”.
La macchina fotografica di Sylvie Romieu fissa la natura marina e il suo corpo immersi in posizioni paradossali e li raggela in atteggiamenti del tutto estranei al modo normale di vedere, diventando così il risultato di un effetto di luce mutevole. Quelle di Sylvie Romieu sono des arts fictifs, arti della finzione, dove la scala e le proporzioni delle figure, il loro legame con l’ambiente circostante, non sono rispettati ma ricreati.
Le sue immagini latenti sono ricche di poesia, giocano con il reale. La concezione dell’arte come gioco, secondo Théo van Doesburg, artista del gruppo De Stijl, consiste nel piacere spirituale proprio della libertà di sperimentazione che risulta essere un presupposto essenziale del
vero processo creativo: Gestaltung, o processo formativo, come egli lo chiamò. Il gioco, egli scrisse, «è il primo gradino della creazione».
La Romieu gioca, infatti, con la realtà e con il suo rapporto strettamente connesso alla fotografia e ogni allontanamento da essa diventa inquietante per chi la osserva. Ma è proprio questa insaziabile inquietudine a spingere l’artista a creare, con l’ausilio di fotomontaggi, figure che nessuno avrebbe mai potuto ritrarre o immaginare. Il processo artistico diventa catartico dove Le Tableau de Jo “si trasforma nelle alghe e nelle ricche acque della laguna. I colori si diluiscono nell’acqua verde, la materia s’impasta e ricopre i simboli che si alleggeriscono prima di svanire. Il dissolversi dell’immagine ne crea un’altra. L’acqua cancella e ridà vita. Pesci ballano e volano sopra il divano, il corpo
diventa paesaggio, la valigia è aperta. Il dovere di memoria è soddisfatto e sono ora libera. L’arte, questa rappresentazione mentale e misteriosa dell’anima, si è trasformata e mi trasporta lontano verso nuovi mondi”.
Di fatto, la fotografia di Sylvie Romieu ritrae l’invisibile. La rivelazione fotografica di una realtà eterea, adulterata dalla mano dell’artista, diventa un atto critico assolutamente creativo. Il fotografo inglese Muybridge segnalava come lo strumento fotografico possegga un carattere simbolico. Ed è proprio questa “realtà” simbolica non rappresentativa ma illusoria contenuta in una scatola a rivelarci la possibilità di associare tali immagini ad altre icone mnemoniche e, dunque, a dimostrare come le fotografie di Sylvie Romieu abbiano una presa sull’inconscio.
Il carattere suggestivo dell’immagine associata alla scatola come memorabilia non fa altro che accrescere il potere evocativo dell’opera dell’artista che si rivela come un’immersione in un universo alternativo e meraviglioso.
VALERIA CEREGINI
di cogliere le finezze e le aberrazioni del reale.
Lo stile impressionistico e fantasmagorico di Romieu ha un sapore tipicamente francese di fin de siècle, secolo pervaso dalle espressioni culturali legate all’estetismo e al decadentismo. La sua capacità di cogliere l’io interiore e le caratteristiche esteriori di questi ambienti fantastici
sono il prodotto di una perenne ricerca di tecniche fotografiche sperimentali che le permettono di ottenere delle immagini evanescenti dense di carica espressiva. Le sue composizioni fotografiche mantengono un gusto stilistico pittorico che si rifanno alla letteratura e, in particolare per i contenuti sentimentali, alla scrittrice francese Marguerite Duras.
Un giorno qualcuno le disse: “dovresti bruciare il tuo divano”. L’artista afferma di aver “ascoltato e inteso bene il messaggio, ma cancellare il passato e il peso dei ricordi, tramite il fuoco, non è il mio metodo. Il mio modo di fare sarebbe stato meno radicale e molto più lento,
come lo sono io. Dovevo allontanarmi da questa rappresentazione simbolica pur restandone il più vicina possibile, constatandone la sua
immaterialità e accettandone semplicemente il suo statuto d’immagine. La distruzione sarebbe arrivata tramite l’acqua. L’acqua dei ruscelli e l’acqua dei fiumi. L’acqua dello stagno e l’acqua del mare”.
La macchina fotografica di Sylvie Romieu fissa la natura marina e il suo corpo immersi in posizioni paradossali e li raggela in atteggiamenti del tutto estranei al modo normale di vedere, diventando così il risultato di un effetto di luce mutevole. Quelle di Sylvie Romieu sono des arts fictifs, arti della finzione, dove la scala e le proporzioni delle figure, il loro legame con l’ambiente circostante, non sono rispettati ma ricreati.
Le sue immagini latenti sono ricche di poesia, giocano con il reale. La concezione dell’arte come gioco, secondo Théo van Doesburg, artista del gruppo De Stijl, consiste nel piacere spirituale proprio della libertà di sperimentazione che risulta essere un presupposto essenziale del
vero processo creativo: Gestaltung, o processo formativo, come egli lo chiamò. Il gioco, egli scrisse, «è il primo gradino della creazione».
La Romieu gioca, infatti, con la realtà e con il suo rapporto strettamente connesso alla fotografia e ogni allontanamento da essa diventa inquietante per chi la osserva. Ma è proprio questa insaziabile inquietudine a spingere l’artista a creare, con l’ausilio di fotomontaggi, figure che nessuno avrebbe mai potuto ritrarre o immaginare. Il processo artistico diventa catartico dove Le Tableau de Jo “si trasforma nelle alghe e nelle ricche acque della laguna. I colori si diluiscono nell’acqua verde, la materia s’impasta e ricopre i simboli che si alleggeriscono prima di svanire. Il dissolversi dell’immagine ne crea un’altra. L’acqua cancella e ridà vita. Pesci ballano e volano sopra il divano, il corpo
diventa paesaggio, la valigia è aperta. Il dovere di memoria è soddisfatto e sono ora libera. L’arte, questa rappresentazione mentale e misteriosa dell’anima, si è trasformata e mi trasporta lontano verso nuovi mondi”.
Di fatto, la fotografia di Sylvie Romieu ritrae l’invisibile. La rivelazione fotografica di una realtà eterea, adulterata dalla mano dell’artista, diventa un atto critico assolutamente creativo. Il fotografo inglese Muybridge segnalava come lo strumento fotografico possegga un carattere simbolico. Ed è proprio questa “realtà” simbolica non rappresentativa ma illusoria contenuta in una scatola a rivelarci la possibilità di associare tali immagini ad altre icone mnemoniche e, dunque, a dimostrare come le fotografie di Sylvie Romieu abbiano una presa sull’inconscio.
Il carattere suggestivo dell’immagine associata alla scatola come memorabilia non fa altro che accrescere il potere evocativo dell’opera dell’artista che si rivela come un’immersione in un universo alternativo e meraviglioso.
VALERIA CEREGINI
17
maggio 2018
Sylvie Romieu – Immersion
Dal 17 maggio al 20 luglio 2018
fotografia
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedi a venerdi ore 15.30-19.30
sabato su appuntamento
Vernissage
17 Maggio 2018, Ore 18.00
Autore
Curatore