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Sylvie Romieu – Moderato cantabile
terza personale negli spazi della galleria dell’artista Sylvie Romieu. La mostra, intitolata Moderato cantabile, è composta da una ventina di nuovi lavori.
Comunicato stampa
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Un nuovo tema musicale
Ci sono strade che da soli é difficile percorrere. Viaggi dove la solitudine diventa forza ma anche separazione, isolamento con la paura di perdersi.
Sylvie Romieu inoltrandosi nei territori della creazione ha incontrato una persona, un’amica, un familiare, una confidente, uno specchio. Ha incontrato Marguerite Duras.
In lei ha riconosciuto una parte di sé, delle similitudini umane ed artistiche e nel tempo ha construito una relazione virtuale, fatta di emozioni reali. Con lei ritrova l’infanzia, le radici, i luoghi, le case, i giardini, le finestre e più importante ancora il tema del ritornello, questo venire incessantemente alla fonte per poi ripartire, ritornare e ripartire per elaborare percorsi diversi inventarsi nuove espressioni per qualcosa di antico, rielaborare senza fine il passato. Un’altalena che ritorna indietro per meglio prendere lo slancio.
Parlare del nuovo lavoro di Sylvie Romieu é impossibile senza fare un piccolo inventario di questi ritornelli, di questi ritorni alle radici, di questi pezzi di puzzle che compongono la sua opera: gli autoritratti con le mani che la nascondono, una valigia pesante, Gracias storia di un albero e di una piccola casa, le finestre su paesaggi d’invenzione, la lettrice, la foto di classe, le canne al vento, Marguerite Duras, Angele alter ego dell’artista.
Tutti temi già elaborati che in questa nuovo lavoro prendono altre forme, altri tempi musicali, il MODERATO CANTABILE che si esprime con l’uso di una fotografia più leggera, fatta di toni lievi, un po’ rarefatta, che puo’ vivere nella trasparenza e nella leggerezza delle sue scatole di carta bianca, calda e accogliente, in antitesi con i lavori precedenti dove il nero e la materia dilagavano. In queste nuove realizzazioni la mano che realizza é sempre presente ma sicuramente più serena. Con questa lavoro l’artista tradisce nuovamente la fotografia e in alcune opere la fa sparire lasciando tutto lo spazio all’opera plastica.
Ritroviamo ancora il vero e il falso nella narrazione, l’artista gioca spesso col mescolare le carte di tempi passati e recenti, tra immagini d‘affezione e d’archivio. Un modo per costruire una foto di famiglia inventata ma per questo forse più vera e sentita di quella ancestrale.
L’artista é una piccola farfalla leggera che vola nei luoghi, nelle case di Marguerite, vede quello che lei vedeva, a tratti sono una di fronte all’altra, altre volte attraverso la finestra della sua cucina vede e sente i suoi ritornelli e quella della scrittrice.
Il viaggio di Sylvie Romieu é di quelli che gli artisti hanno il coraggio e la fortuna di fare. Poco denaro e bagaglio pesante. Pesante di ricordi, di atmosfere, di emozioni che grazie al processo creativo prendono una forma con cui confrontarsi, prendere distanza per meglio ri-vedere, per ri-prendere fiato e continuare.
Il lavoro non é un omaggio alla scrittrice ma un dialogo con lei, attraverso alcune similitudini, alcune radici, alcuni dolori. E’ un fraseggio tra due artiste separate dal tempo ma unite da un “sentire” molto spesso comune.
Ci sono strade che da soli é difficile percorrere. Viaggi dove la solitudine diventa forza ma anche separazione, isolamento con la paura di perdersi.
Sylvie Romieu inoltrandosi nei territori della creazione ha incontrato una persona, un’amica, un familiare, una confidente, uno specchio. Ha incontrato Marguerite Duras.
In lei ha riconosciuto una parte di sé, delle similitudini umane ed artistiche e nel tempo ha construito una relazione virtuale, fatta di emozioni reali. Con lei ritrova l’infanzia, le radici, i luoghi, le case, i giardini, le finestre e più importante ancora il tema del ritornello, questo venire incessantemente alla fonte per poi ripartire, ritornare e ripartire per elaborare percorsi diversi inventarsi nuove espressioni per qualcosa di antico, rielaborare senza fine il passato. Un’altalena che ritorna indietro per meglio prendere lo slancio.
Parlare del nuovo lavoro di Sylvie Romieu é impossibile senza fare un piccolo inventario di questi ritornelli, di questi ritorni alle radici, di questi pezzi di puzzle che compongono la sua opera: gli autoritratti con le mani che la nascondono, una valigia pesante, Gracias storia di un albero e di una piccola casa, le finestre su paesaggi d’invenzione, la lettrice, la foto di classe, le canne al vento, Marguerite Duras, Angele alter ego dell’artista.
Tutti temi già elaborati che in questa nuovo lavoro prendono altre forme, altri tempi musicali, il MODERATO CANTABILE che si esprime con l’uso di una fotografia più leggera, fatta di toni lievi, un po’ rarefatta, che puo’ vivere nella trasparenza e nella leggerezza delle sue scatole di carta bianca, calda e accogliente, in antitesi con i lavori precedenti dove il nero e la materia dilagavano. In queste nuove realizzazioni la mano che realizza é sempre presente ma sicuramente più serena. Con questa lavoro l’artista tradisce nuovamente la fotografia e in alcune opere la fa sparire lasciando tutto lo spazio all’opera plastica.
Ritroviamo ancora il vero e il falso nella narrazione, l’artista gioca spesso col mescolare le carte di tempi passati e recenti, tra immagini d‘affezione e d’archivio. Un modo per costruire una foto di famiglia inventata ma per questo forse più vera e sentita di quella ancestrale.
L’artista é una piccola farfalla leggera che vola nei luoghi, nelle case di Marguerite, vede quello che lei vedeva, a tratti sono una di fronte all’altra, altre volte attraverso la finestra della sua cucina vede e sente i suoi ritornelli e quella della scrittrice.
Il viaggio di Sylvie Romieu é di quelli che gli artisti hanno il coraggio e la fortuna di fare. Poco denaro e bagaglio pesante. Pesante di ricordi, di atmosfere, di emozioni che grazie al processo creativo prendono una forma con cui confrontarsi, prendere distanza per meglio ri-vedere, per ri-prendere fiato e continuare.
Il lavoro non é un omaggio alla scrittrice ma un dialogo con lei, attraverso alcune similitudini, alcune radici, alcuni dolori. E’ un fraseggio tra due artiste separate dal tempo ma unite da un “sentire” molto spesso comune.
24
settembre 2015
Sylvie Romieu – Moderato cantabile
Dal 24 settembre al 31 ottobre 2015
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 15.30 - 19.30
Vernissage
24 Settembre 2015, ore 18.00
Autore
Curatore