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Tabularasa
L’eleganza del design nell’arredamento, incontra le migliori espressioni dell’arte contemporanea in una collettiva ispirata al bianco puro, totalizzante, quale punto di partenza per una nuova rinascita dell’estetica applicata al vivere.
Comunicato stampa
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CO61 Arte contemporanea, replica il felice sodalizio con lo showroom Area Domus. L’eleganza del design nell’arredamento, incontra le migliori espressioni dell’arte contemporanea in una collettiva ispirata al bianco puro, totalizzante, quale punto di partenza per una nuova rinascita dell’estetica applicata al vivere. A Martina Franca, presso Area Domus, via Leone XIII, 2/H, dal 18 dicembre al 7 gennaio 2012. Nel vérnissage del 18 dicembre dalle ore 18,00 alle 22,00, accompagnati dal finger-food dell’azienda gastronomica “Perché ci credo”, per vivere un’esperienza diversa del concetto di collettiva artistica, pensata e realizzata da Area Domus e CO61 Arte contemporanea, a cura di Ilaria Miccoli.
Nell'antica Roma la tabula rasa era una tavoletta di cera bianca, cancellabile, in modo da poterci riscrivere sopra. Nel senso comune, questa espressione allude all'azzeramento di una data situazione, per ripartire da zero. Metaforizzato è il concetto applicato all'intelletto.
Le opere raggruppate in questa collettiva hanno natura transitiva, capaci di attivare percorsi di sogni e ricordi nella mente dell’osservatore. Il bianco totale sospende gli stati di vita degli oggetti. Imbiancare un’opera, significa cristallizzare un oggetto, renderlo inerme per contemplarlo. Le opere di Tabula Rasa sono una metafora perfetta del collezionismo e della sua capacità di bloccare per ricostruire il mondo attraverso la forza del ricordo. Venticinque artisti, guidati solo dalla traccia del bianco e dalla possibilità di raccontare percorsi mai considerati prima. Un modo non convenzionale di fare arte.
Gli alberi fiabeschi di Valentina D’Andrea, artista salentina, cresciuti tra acciaio, soffice tulle e delicate piume, ci guidano attraverso un percorso fatto di macro installazioni, che compongono un unicum, pur mantenendo individualmente forza e carattere espressivo. Ezia Mitolo, esprime il suo sentire attraverso “Nessuno è liscio se sfiori e guardi dentro”. Un titolo che da se spiega tutta la sua ricerca: “nessuno è liscio, superficiale. Ognuno ha sempre dentro un mondo a sé”. La sfida di Rosa Ciano lanciata all’infinito regno del bianco. Un’esperienza fotografica a ritroso nello spettro di gradazioni assenti, nell’invisibile che svela l’immagine, prima di tornare al suo naturale colore. Paolo Buzzi ci fa immergere nella sua dimensione sospesa, fatta di candide resine e cristalli di sale, in cui il silenzio è la tela bianca dove metabolizzare creatività, ansie, stress e banalità. Mario Guerra, fotografo italiano, col suo sguardo intimo, minimale, esplora la natura del materiale nella sua estetica più pura ed essenziale, senza trionfalismi.
Un’intera parete ospita nove fotografi che hanno sperimentato tecniche fotografiche diverse, per ottenere, raffinati scatti ad altissima percentuale di bianco. Vito Leone, Roberta Toscano, Giulio Farella, Irene Frascella, Emiliano Narcisi e Francesca Cosanti (Frem), Paola Aloisio, Marilena Lafornara, Silvio Digiuseppe ed Emilio Cattolico, disegnano con la luce dettagli e mondi ovattati. Dalla funzione alla metafunzione: l’installazione collettiva di Magda Milano, Raffaele Quida, Piero Vinci, Incredix Lab Design, Roberta Toscano, Ezia Mitolo, Michele Petrelli e Francesca Cosanti. Vecchi libri, testimoni dell’immortalità della conoscenza, diventano nelle mani di questi artisti, opere dotate di nuova vita. Il bianco totale cancella il contenuto, per lasciare spazio all’immaginazione dell’osservatore. Le ceramiche di Monica Righi, ci portano in un mondo in cui la funzione di piccoli oggetti, rigorosamente bianchi, racchiudono la sorpresa del colore puro, vitreo. Completano il percorso, le piccole creazioni di Stefania Carrieri.
Il bianco assoluto come specchio di una realtà ovattata, capace di aprire strade fatte di infiniti sentieri. Il concetto di arte si modella, come la cera di quelle tavolette antiche, alle mappe intime e personali che lo spettatore vorrà proiettare su di esso. Non ci sono schemi, ma solo ipotesi. Un punto di partenza: il concetto. Un punto di arrivo: l’intelletto.
Nell'antica Roma la tabula rasa era una tavoletta di cera bianca, cancellabile, in modo da poterci riscrivere sopra. Nel senso comune, questa espressione allude all'azzeramento di una data situazione, per ripartire da zero. Metaforizzato è il concetto applicato all'intelletto.
Le opere raggruppate in questa collettiva hanno natura transitiva, capaci di attivare percorsi di sogni e ricordi nella mente dell’osservatore. Il bianco totale sospende gli stati di vita degli oggetti. Imbiancare un’opera, significa cristallizzare un oggetto, renderlo inerme per contemplarlo. Le opere di Tabula Rasa sono una metafora perfetta del collezionismo e della sua capacità di bloccare per ricostruire il mondo attraverso la forza del ricordo. Venticinque artisti, guidati solo dalla traccia del bianco e dalla possibilità di raccontare percorsi mai considerati prima. Un modo non convenzionale di fare arte.
Gli alberi fiabeschi di Valentina D’Andrea, artista salentina, cresciuti tra acciaio, soffice tulle e delicate piume, ci guidano attraverso un percorso fatto di macro installazioni, che compongono un unicum, pur mantenendo individualmente forza e carattere espressivo. Ezia Mitolo, esprime il suo sentire attraverso “Nessuno è liscio se sfiori e guardi dentro”. Un titolo che da se spiega tutta la sua ricerca: “nessuno è liscio, superficiale. Ognuno ha sempre dentro un mondo a sé”. La sfida di Rosa Ciano lanciata all’infinito regno del bianco. Un’esperienza fotografica a ritroso nello spettro di gradazioni assenti, nell’invisibile che svela l’immagine, prima di tornare al suo naturale colore. Paolo Buzzi ci fa immergere nella sua dimensione sospesa, fatta di candide resine e cristalli di sale, in cui il silenzio è la tela bianca dove metabolizzare creatività, ansie, stress e banalità. Mario Guerra, fotografo italiano, col suo sguardo intimo, minimale, esplora la natura del materiale nella sua estetica più pura ed essenziale, senza trionfalismi.
Un’intera parete ospita nove fotografi che hanno sperimentato tecniche fotografiche diverse, per ottenere, raffinati scatti ad altissima percentuale di bianco. Vito Leone, Roberta Toscano, Giulio Farella, Irene Frascella, Emiliano Narcisi e Francesca Cosanti (Frem), Paola Aloisio, Marilena Lafornara, Silvio Digiuseppe ed Emilio Cattolico, disegnano con la luce dettagli e mondi ovattati. Dalla funzione alla metafunzione: l’installazione collettiva di Magda Milano, Raffaele Quida, Piero Vinci, Incredix Lab Design, Roberta Toscano, Ezia Mitolo, Michele Petrelli e Francesca Cosanti. Vecchi libri, testimoni dell’immortalità della conoscenza, diventano nelle mani di questi artisti, opere dotate di nuova vita. Il bianco totale cancella il contenuto, per lasciare spazio all’immaginazione dell’osservatore. Le ceramiche di Monica Righi, ci portano in un mondo in cui la funzione di piccoli oggetti, rigorosamente bianchi, racchiudono la sorpresa del colore puro, vitreo. Completano il percorso, le piccole creazioni di Stefania Carrieri.
Il bianco assoluto come specchio di una realtà ovattata, capace di aprire strade fatte di infiniti sentieri. Il concetto di arte si modella, come la cera di quelle tavolette antiche, alle mappe intime e personali che lo spettatore vorrà proiettare su di esso. Non ci sono schemi, ma solo ipotesi. Un punto di partenza: il concetto. Un punto di arrivo: l’intelletto.
18
dicembre 2011
Tabularasa
Dal 18 dicembre 2011 al 07 gennaio 2012
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
AREA DOMUS
Martina Franca, Via Papa Leone Xiii, 2/h, (Taranto)
Martina Franca, Via Papa Leone Xiii, 2/h, (Taranto)
Orario di apertura
lunedì: 16.30-20.30
martedì-sabato: 09.00-13.00/16.30-20.30
Vernissage
18 Dicembre 2011, Ore 18.00
Autore
Curatore