Tania Welz artista tedesca residente a Roma ormai da dieci anni, ha cominciato con la pittura. Eppure la bidimensionalità della tela, la costrizione di pennelli e colori da stendere senza poter intervenire in altro modo, le andava stretta. Il suo desiderio era quello di realizzare delle sculture, che perdessero però ogni rigidità, per farsi sensuali, morbide, tattili. Il risultato sono delle creazioni che incorporano materiali diversi – ovatta, juta, velluto, polvere dorata – per restituire l’emozione ricevuta dal contatto con il mondo esterno. Sono le macchie di olio sull’asfalto accese di riflessi dai fari nel buio, il ritirarsi dell’acqua sul bagnasciuga, i rami di un albero, a suggerire a Tania Welz la sperimentazione con nuovi colori e nuovi materiali. Elementi soprattutto naturali dunque, catturati prima con l’aiuto della fotografia e poi modificati, attraverso un notevole lavoro artigianale e una forte sensibilità cromatica, fino a risultati inaspettati. Il Risveglio, per esempio, uno dei quattro grandi lavori in mostra, sembra segnato dalla volontà di esprimere l’idea di una rinascita che però, contemporaneamente, ci suggerisce anche la lacerazione e il dolore necessari per giungere ad essa.