Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tanja Boukal – Pandoras box
Tanja Boukal (Vienna, Austria, 1976) giunge con la sua prima personale italiana all’Alessandro Marena Project.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tanja Boukal (Vienna, Austria, 1976) giunge con la sua prima personale italiana all’Alessandro Marena Project.
Gli art addicted probabilmente ricorderanno i lavori che aveva presentato all’Arte Fiera di Bologna dello scorso anno.
Con l’irriverenza e l’ironia che la contraddistingue, Tanja allora aveva esposto l’installazione con le minuscole teste di neonato dentro i contenitori di cartone per le uova e 21 enormi banners con immagini di luoghi apocalittici.
In esclusiva per lo spazio di via della Rocca, l’artista ha concepito un’installazione site specific che vuole riflettere in maniera ironica, ma non priva di amarezza, sull’origine dei mali.
Non a caso il suo lavoro si ispira al leggendario racconto del “vaso di Pandora”, contenitore di tutte le disgrazie che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Esiodo ne “Le opere e i giorni” scriveva che Zeus, padre di tutti gli dei, aveva regalato il vaso ad una donna, Pandora, con l’ordine tassativo di non aprirlo mai. Come Eva del mito biblico, Pandora disobbedì alla prescrizione dettatale.
Infatti la donna, curiosa come solo il gentil sesso può essere, lo aprì liberando in pochi istanti tutti i mali del mondo eccetto la Speranza che non fece in tempo ad uscire.
Prima di allora l'umanità aveva vissuto libera da tragedie, fatiche e angosce e gli uomini erano, così come gli dei, immortali.
In alcune interpretazioni del mito, la speranza era considerata il peggiore dei mali potenziali perché equiparata alla terrificante premonizione. Impedendo quindi alla speranza di scappare dal vaso, Pandora in realtà aveva salvato il mondo.
Altra interpretazione vuole invece che essa fosse riuscita ad uscire dal vaso e avesse portato miseria in ogni luogo.
Ispirandosi alla prima versione del mito, Boukal riflette sulla possibilità che il male nel mondo possa non dipendere dalla presenza della negatività che ci circonda (liberata da un ipotetico vaso) ma forse da tutte quelle speranze che non vengono soddisfatte (poichè la speranza è racchiusa in un ipotetico vaso).
Ottenere ciò che si spera con bramosia significa essere felici?
Avere tutto può forse generare rancore e avidità?
Sulla base di questi interrogativi nasce un’installazione dove il protagonista è un bambino, ovvero un uomo nel suo primo stadio di vita, che tenta di toccare delle bolle piene di desideri fluttuanti nell’aria.
Dall’altra parte della galleria si trova la sua immagine riflessa, come un’ombra capovolta, che ha dinanzi a sé delle bolle più scure, anch’esse simboli di sogni comuni a tutta l’umanità.
A metà di questo percorso le bolle che provengono dal basso e quelle che provengono dall’alto si incrociano.
Il risultato di quest’incontro è tutto ciò che deriva dalla voglia di realizzare i propri desideri e la paura di fallire o il fallimento stesso.
La giovane artista austriaca riesce a rendere in maniera esemplare e originale temi attualissimi, che, nonostante siano oggetto di discussione, non hanno ancora adeguato rilievo nella nostra formazione.
Vivendo in una società costituita da "uomini-massa", persone che non fanno scelte proprie ma seguono comportamenti e desideri comuni, dettati soprattutto dal tubo catodico e da internet, è facile così imbattersi in mali “nuovi” causati dall’insuccesso e dall’impossibilità di raggiungere certi status symbol.
Non a caso Bauman in un saggio intitolato “Modus Vivendi” parla dell’uomo occidentale che è vittima del mercato, l’homo economicus.
Egli è solo, senza radici, ma con la prerogativa di sentirsi appagato da un finto benessere che dura fino al prossimo immancabile bisogno.
Gli art addicted probabilmente ricorderanno i lavori che aveva presentato all’Arte Fiera di Bologna dello scorso anno.
Con l’irriverenza e l’ironia che la contraddistingue, Tanja allora aveva esposto l’installazione con le minuscole teste di neonato dentro i contenitori di cartone per le uova e 21 enormi banners con immagini di luoghi apocalittici.
In esclusiva per lo spazio di via della Rocca, l’artista ha concepito un’installazione site specific che vuole riflettere in maniera ironica, ma non priva di amarezza, sull’origine dei mali.
Non a caso il suo lavoro si ispira al leggendario racconto del “vaso di Pandora”, contenitore di tutte le disgrazie che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Esiodo ne “Le opere e i giorni” scriveva che Zeus, padre di tutti gli dei, aveva regalato il vaso ad una donna, Pandora, con l’ordine tassativo di non aprirlo mai. Come Eva del mito biblico, Pandora disobbedì alla prescrizione dettatale.
Infatti la donna, curiosa come solo il gentil sesso può essere, lo aprì liberando in pochi istanti tutti i mali del mondo eccetto la Speranza che non fece in tempo ad uscire.
Prima di allora l'umanità aveva vissuto libera da tragedie, fatiche e angosce e gli uomini erano, così come gli dei, immortali.
In alcune interpretazioni del mito, la speranza era considerata il peggiore dei mali potenziali perché equiparata alla terrificante premonizione. Impedendo quindi alla speranza di scappare dal vaso, Pandora in realtà aveva salvato il mondo.
Altra interpretazione vuole invece che essa fosse riuscita ad uscire dal vaso e avesse portato miseria in ogni luogo.
Ispirandosi alla prima versione del mito, Boukal riflette sulla possibilità che il male nel mondo possa non dipendere dalla presenza della negatività che ci circonda (liberata da un ipotetico vaso) ma forse da tutte quelle speranze che non vengono soddisfatte (poichè la speranza è racchiusa in un ipotetico vaso).
Ottenere ciò che si spera con bramosia significa essere felici?
Avere tutto può forse generare rancore e avidità?
Sulla base di questi interrogativi nasce un’installazione dove il protagonista è un bambino, ovvero un uomo nel suo primo stadio di vita, che tenta di toccare delle bolle piene di desideri fluttuanti nell’aria.
Dall’altra parte della galleria si trova la sua immagine riflessa, come un’ombra capovolta, che ha dinanzi a sé delle bolle più scure, anch’esse simboli di sogni comuni a tutta l’umanità.
A metà di questo percorso le bolle che provengono dal basso e quelle che provengono dall’alto si incrociano.
Il risultato di quest’incontro è tutto ciò che deriva dalla voglia di realizzare i propri desideri e la paura di fallire o il fallimento stesso.
La giovane artista austriaca riesce a rendere in maniera esemplare e originale temi attualissimi, che, nonostante siano oggetto di discussione, non hanno ancora adeguato rilievo nella nostra formazione.
Vivendo in una società costituita da "uomini-massa", persone che non fanno scelte proprie ma seguono comportamenti e desideri comuni, dettati soprattutto dal tubo catodico e da internet, è facile così imbattersi in mali “nuovi” causati dall’insuccesso e dall’impossibilità di raggiungere certi status symbol.
Non a caso Bauman in un saggio intitolato “Modus Vivendi” parla dell’uomo occidentale che è vittima del mercato, l’homo economicus.
Egli è solo, senza radici, ma con la prerogativa di sentirsi appagato da un finto benessere che dura fino al prossimo immancabile bisogno.
10
febbraio 2011
Tanja Boukal – Pandoras box
Dal 10 febbraio al 31 marzo 2011
arte contemporanea
Location
ALESSANDRO MARENA PROJECT
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 19, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 14.30-19.30
Vernissage
10 Febbraio 2011, esclusivamente su invito dalle 18,00 alle 21,00 con la presenza dell’artista
Seguirà party after show con Dj Set alla Maison dalle 21 alle 23,30
Autore
Curatore