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Tascabile
mostra collettiva di fotografia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra propone i lavori fotografici (una trentina circa) di un gruppo di
studenti frequentanti i corsi di ³Teoria e metodo della Fotografia² tenuti
da Mario Cresci dalla fine degli anni Novanta alla NABA (Nuova Accademia di
Belle Arti), all¹ Accademia di Belle Arti di Brera, al Corso di Design del
Politecnico di Milano, all¹ ISIA di Urbino e alla Supsi di Lugano; del tutto
differenti in quanto a tematiche, tipo di ricerca, stile e orientamento
espressivo, i lavori sono accomunati dal medesimo tipo di supporto, il
mitico taccuino da viaggio noto come Moleskine.che in passato è stato il
compagno di viaggio di artisti e scrittori come Van Gogh, Matisse, Picasso,
Breton, Hemingway, Chatwin, Sepùlveda ecc.
All¹interno del suo programma di studi Cresci ha messo a punto questo
singolare progetto didattico che sollecitava gli studenti ad impaginare le
proprie fotografie sul piccolo e leggendario taccuino; la versione impiegata
è quella con le pagine a soffietto -il cosiddetto ³Album giapponese²-
giudicata la più idonea a supportare una sequenza narrativa di circa
quaranta immagini unitamente ai testi di accompagnamento.
Un supporto ³tascabile² per conoscere, trascrivere e memorizzare la
conoscenza del mondo attraverso le varie scritture della rappresentazione,
in cui anche la fotografia diventa una modalità per raccogliere appunti
visivi, icone e per raccontare storie; soprattutto per imparare a
rielaborare le emozioni che si incontrano non solo nei lunghi viaggi
realizzati in luoghi lontani ma anche in quelli brevi e spesso persino piu
intriganti della vita quotidiana.
E stato detto che Moleskine -i celebri taccuini che prendono il nome dalla
caratteristica rilegatura in tela cerata- sono le "ali" che segnano e
attraversano il Novecento ³simili a una cometa nera e lucidissima, feticci
insieme sentimentali e necessari a partire da quella generazione che
glorificò e patì, ad apertura di secolo, il gioco e il sangue, il cielo di
Parigi macchiato da velocissime nubi atlantiche e le trincee del primo
grande conflitto mondiale. Guillaume Apollinaire e le avanguardie storiche,
Giuseppe Ungaretti e i suoi versi ossificati, fumanti di trincea, Ernest
Hemingway ovvero il vitalismo come schermo della fragilità².
Sulle pagine bianche del taccuino Moleskine le fulminanti visioni di Henri
Matisse hanno trovato la loro prima accoglienza. Moleskine è stato diario di
guerra, viaggio, avventura, contemplazione, percezione immediata. Louis
Ferdinand Céline vi vomitava sopra la sua rabbiosa, paranoica, putrida e
geniale sintassi, ossia l'inconfondibile musica di un odio che avrebbe
voluto polverizzare il mondo.
Il Moleskine è stato anche il bagaglio indispensabile di molti
scrittori-viaggiatori, e in primo luogo di Bruce Chatwin - il santo e lo
snob fatto diventare un'icona politicamente corretta, come se si trattasse
di Luis Sepúlveda - cioè di colui che meglio ha saputo rappresentare il
connubio tra velocità e contemplazione. Lo scrittore-viaggiatore Bruce
Chatwin comprava i suoi moleskine in una cartoleria parigina di rue de
l'Ancienne Comédie. Ne faceva sempre una scorta prima di partire per uno dei
suoi viaggi. Aveva un suo rituale messo a punto negli anni: prima di usarli
ne numerava le pagine, scriveva all'interno il suo nome e almeno due
indirizzi nel mondo, con la promessa di una ricompensa per chi lo
restituisse in caso di smarrimento. Suggerì questo sistema anche all'amico
Luis Sepúlveda quando gli regalò, per il viaggio in Patagonia che avrebbero
dovuto fare insieme, un prezioso Moleskine. Prezioso perché ormai non se ne
trovavano più.
Nell'86 era venuto meno anche l'ultimo produttore, una piccola azienda
familiare di Tours.
'Le vrai moleskine n'est plus', questo il lapidario annuncio della
proprietaria della cartoleria a Chatwin che ne aveva ordinati cento prima di
partire per l'Australia. Chatwin comprò tutti i moleskine che riuscì a
trovare, ma non furono abbastanza.
Dopo molti anni, dal 1998 il Moleskine è riproposto in Italia dalla ditta
Modo & Modo in una serie di modelli adatti a molteplici funzioni.
"C'è una differenza tra scrivere sul momento e scrivere a distanza, al
riparo da tutto. Quando si scrive a distanza si casca subito nella
generalità e tutto prende un aspetto di completezza del pensiero. Si fa
avanti una teoria delle cose che hai visto, e una teoria tende sempre a
colmare i buchi sostituendo le domande con risposte. Se invece annoti quel
che accade all'istante, non capisci molto, però le scene hanno il senso d'un
limite nella tua esperienza. Scrivi a partire dal punto in cui sei, ai
limiti di qualcosa che non si sa .
Il Moleskine - se vogliamo - è anche questa presa d'atto di irriducibilità
del pensiero, delle forme e delle visioni a lasciarsi ricomporre in un
centro perduto per sempre".(Gianni Celati)
06
maggio 2006
Tascabile
Dal 06 maggio al 03 giugno 2006
fotografia
Location
SPAZIO OLIM
Bergamo, Via Pignolo, 9B, (Bergamo)
Bergamo, Via Pignolo, 9B, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19
Vernissage
6 Maggio 2006, ore 18
Curatore