“Tea & Coffee Towers” è un percorso progettuale per il quale l’azienda Alessi si è affidata alla creatività di 22 architetti di 10 nazioni, scelti tra gli emergenti e i già affermati, che non si erano mai cimentati prima con l’industrial design e che sono stati chiamati a ideare servizi da tè e caffè. Nel corso del suo sviluppo operativo “Tea & Coffee Towers”, con una prima parte di prototipi “ingigantiti” su grande scala è stato anche protagonista di una spettacolare presentazione in occasione della 8.Mostra Internazionale di Architettura “Next” de La Biennale di Venezia. L’operazione “Tea & Coffee Towers” è stata diretta da Alessandro Mendini. Ad ogni progettista è stato chiesto di disegnare un servizio da tè e caffè affinché creasse oggetti “straordinari”, sia per i linguaggi espressivi, sia per i modi di produzione impiegati, esplorando nuovi confini tra il mondo dell’architettura e quelli dell’industrial design; in questa ricerca infatti non sono stati posti ai designer i consueti limiti di quando ci si accinge a disegnare un prodotto industriale, si è anzi voluto che i progettisti portassero sulla scena il loro linguaggio e la loro visione del mondo. Ed è anche per questo motivo che “Via Garibaldi12” presenta l’esposizione “Tea & Coffee Towers” in concomitanza con la grande rassegna che Genova dedica ad "Arti&Architettura 1900-2000", curata da Germano Celant e allestita nelle sale di Palazzo Ducale. Il legame con questo grande evento cittadino diventa ancora più evidente ricordando il fatto che “Tea & Coffee Towers” ha un precedente nella storia della Alessi, il “Tea & Coffee Piazza” che è stato sviluppato tra il 1979 e il 1983, sempre sotto la direzione metaprogettuale di Alessandro Mendini. I risultati della prima operazione “Tea & Coffee Piazza” furono di straordinario interesse sia da un punto di vista metodologico (ha tra l’altro segnato l’apertura per i progettisti stranieri al design italiano, che fino a tutti gli anni ’70 era caratterizzato non solo dall’essere prodotto in Italia, ma anche dall’essere disegnato praticamente senza eccezioni da progettisti italiani) che pratico. L’operazione in sé era volutamente paradossale, ma alcuni degli architetti invitati - in particolare Rossi e Graves - hanno negli anni seguenti sviluppato con Alessi una preziosa collaborazione per veri prodotti di serie destinati a marcare il design degli anni ’80.