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Tempo Reale
Nata da una serie di riflessioni intorno a fenomeni politici, economici e sociali che hanno investito la città di Prato in questi ultimi anni, Tempo reale è un’indagine sul fermento creativo pratese, alla scoperta del suo lato più nascosto, lontano dai cliché e dalle convenzioni dell’immaginario comune
Comunicato stampa
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Riparte TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana, il progetto organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con Officina Giovani di Prato per sondare e indagare le energie creative che ci circondano. Da maggio 2015 sono state sei le province sotto osservazione: Pistoia, Firenze, Siena, Pisa, Livorno e Massa Carrara. Ora è la volta di Prato con la mostra dal titolo Tempo Reale che sarà inaugurata giovedì 17 settembre alle ore 18 presso Officina Giovani di Prato e si terrà fino al 4 di ottobre.
Curata da Laura Capuozzo, Alessandro Gallicchio, Margherita Nuti e Stefania Rinaldi con il contributo di Matteo Innocenti, la mostra raccoglie le opere di Gea Brown, Federica Gonnelli, Emma Grosbois e Chiara Bettazzi, Jacopo Jenna, Vanni Meozzi, Moallaseconda, Pattern Nostrum, Silvia Paci, Marco Smacchia, Lir Tasho, Virginia Tozzi, Massimiliano Turco e Virginia Zanetti.
Nata da una serie di riflessioni intorno a fenomeni politici, economici e sociali che hanno investito la città di Prato in questi ultimi anni, Tempo reale è un’indagine sul fermento creativo pratese, alla scoperta del suo lato più nascosto, lontano dai cliché e dalle convenzioni dell’immaginario comune.
Il declino dell’industria del tessile, la migrazione e il radicamento della comunità cinese, le tensioni sociali, un’identità urbana opposta alla geografia da cartolina tipica delle altre città toscane, Prato è davvero tutto questo? O meglio, Prato è soltanto questo?
“A guardar bene, il telaio per una Prato contemporanea c'è già — dicono i curatori — e si contraddistingue per un’attitudine dinamica e per un desiderio di apertura. A Prato c’è una connessione con il mondo e proprio i numerosi catalizzatori presenti nel suo territorio, oltre ad esprimere il desiderio di accogliere nuovi progetti e nuove proposte, creano ponti interessanti a livello internazionale”. Eterogeneità e dimensione internazionale: sono queste le parole chiave del presente di Prato, frammentato e difficile da descrivere, che i curatori cercano di mettere in scena, sottolineando i caratteri emergenti del panorama artistico del territorio rispetto a ciò che complessivamente sta avvenendo ed avverrà nell’immediato futuro nella città.
Piuttosto che raccontare, è arrivato il momento di agire in tempo reale: uno spostamento di prospettiva che tuttavia non impedisce di cogliere, tra gli artisti proposti, linee di azione comuni, sensibilità condivise per comprendere il proprio tempo.
Se il carattere metodico processuale della creazione artistica interessa il lavoro di Massimiliano Turco, l’intervento proposto da Emma Grosbois On touche avec les yeux – Toccare con gli occhi nasce invece da una trascorsa “condivisione temporanea di studio” con Chiara Bettazzi, e si è scelto in questa occasione, per correttezza rispetto alla genesi dell'opera, di riproporne l'installazione congiunta tra le due artiste. In entrambi i casi è analizzato il legame tra immagine e forma scultorea, uno impresso nel marmo (Turco), l’altro visibile nelle membra di oggetti comuni (Grosbois-Bettazzi). Federica Gonnelli con Qui e/o in ogni altro luogo racconta invece un evento naturale vissuto dal mondo intero — l’eclissi — e mette in atto un processo di appropriazione spazio-temporale, ricorrendo alla luce come strumento. La luce resta protagonista anche nel lavoro di Lir Tasho che con Polagenic Fogue propone due ritratti smaterializzati dalla traccia luminosa e una moltiplicazione di immagini che si sovrappongono e si mescolano grazie allo scorrere del tempo.
L’opera Rear Window di Vanni Meozzi è invece una grande finestra tradizionale dell’architettura industriale pratese, opposta e speculare a una realmente esistente nel primo luogo dove l’opera è stata esposta. Immagine di un tempo immobile, la finestra ha vetri smerigliati incorniciati in una rete metallica e crea l’effetto di minutissimi pixel. Costruzione e decostruzione sono i temi principali del lavoro di Silvia Paci che sfalda le figure sotto violente pennellate, restituendoci il complesso meccanismo dell’identità attraverso volti e corpi inquieti.
La deframmentazione pittorica è all’origine del lavoro di Virginia Tozzi attraverso I’Mperfect_ions, un’installazione che ricorda un puzzle ma se dovesse essere ricomposto darebbe vita ad una perfezione apparente. L’opera, lasciata a terra, è a disposizione del pubblico che con essa può interagire. Marco Smacchia crea piccoli mondi poetici, dove spesso la protagonista è la natura e la sua relazione con l’uomo. I disegni, ora malinconici, ora ironici, in molti casi nascono come studi per la realizzazione di manifesti.
Il gesto dell’accumulo è alla base del lavoro di Moallaseconda, Acc 3t è un’installazione dove mucchi materici, nati spontaneamente o artificialmente, sembrano sorgere dalle ceneri della nostra città. Stimolare lo spettatore verso il non reale, unendo il caos e insieme la sinfonica armonia delle linee e dei colori è l’idea all’origine dell’installazione in situ di Pattern Nostrum, due artisti la cui ricerca parte dal segno pittorico per poi essere trasferito su supporto digitale, creando pattern ripetibili all’infinito.
Jacopo Jenna riflette sul senso della danza nella società contemporanea, attraverso una doppia proiezione video in cui compaiono frammenti di coreografie di Merce Cunninghan e Michael Jackson. Gea Brown propone invece un ritratto sonoro, utilizzando registrazioni di frasi, respiri e intercalari come impronte materiali del soggetto.
In Oiseau rebelle / Dans le flux, un video realizzato da Virginia Zanetti durante una performance con musicisti immersi nel fiume Bisenzio nel novembre dello scorso anno (opera premiata alla Biennale Giovani Monza 2015) si vuole rappresentare la trasformazione del quieto scorrere del fiume pratese in una zona franca di sperimentazione totale: un’esplosione di energia data dall’incontro tra il flusso della musica e quello dell'acqua che trasforma il fiume in uno “Studio Diffuso” per l’arte contemporanea.
TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana
La prima tappa del progetto TU35 è stata l’apertura di una open call pubblica per curatori toscani sotto i 35 anni, ma anche italiani e stranieri che hanno scelto la Toscana come luogo di produzione e lavoro. Nella ricognizione sono state coinvolte le dieci province toscane: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, per avere uno sguardo il più capillare possibile e per una mappatura completa ed eterogenea.
Il Centro Pecci ha ricevuto 45 candidature e sono stati selezionati 23 curatori e 2 collettivi: Alessandra Ammirati, Francesca Biagini, Filippo Bigagli Niccolò Bonechi, Laura Capuozzo, Antonella Catarsi, Annalisa Foglia, Federica Forti, Alessandro Gallicchio, Claudia Gennari, Alessia Lumini, Elena Magini, Stefania Margiacchi, Margherita Nuti, Gabriele Pantaleo, Gino Pisapia, Angelo Renna, Stefania Rinaldi, Chiara Ruberti, Matteo Teodori, Serena Trinchero, Saverio Verini, Špela Zidar e i collettivi ones. office - a non exhibition space e Trial Version. I curatori sono affiancati da 5 tutor: Giacomo Bazzani, Lorenzo Bruni, Pietro Gaglianò, Matteo Innocenti e Alessandra Poggianti.
Le mostre in programma abbracciano le 10 province toscane e si tengono tutte ad Officina Giovani, ex-Macelli Pubblici di Prato. Le prossime mostre si susseguono secondo il seguente calendario: Lucca 09.10>25.10, Arezzo 30.10>15.11, Grosseto 30.10>15.11, Firenze#2 20.11>06.12.
In occasione della ricognizione TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana è stato creato un blog sempre aggiornato e consultabile all’indirizzo http://tu-35.tumblr.com/ Un’attiva piattaforma online di ricerca, dove ogni singolo progetto espositivo viene raccontato nella sua preparazione, attraverso immagini, video, documenti, riflessioni, citazioni, ispirazioni. Un work in progress, sorta di diario di bordo, che coinvolgerà per tutta la durata del progetto i giovani curatori selezionati e che si concluderà con le immagini e i video documentativi di ogni singola mostra.
Lo stesso giorno dell’opening della quinta tappa di TU35 Artforms e Die Mauer inaugurano Gianfranco Chiavacci | François Morellet: rigorosi, rigolards… a cura di Alessandro Gallicchio. Opening; dalle 17 presso la galleria Die Mauer, via Firenzuola 33/35/37, Prato. Dalle 19.30 presso Artforms, Interno/8, via Genova 17/8, Prato.
Curata da Laura Capuozzo, Alessandro Gallicchio, Margherita Nuti e Stefania Rinaldi con il contributo di Matteo Innocenti, la mostra raccoglie le opere di Gea Brown, Federica Gonnelli, Emma Grosbois e Chiara Bettazzi, Jacopo Jenna, Vanni Meozzi, Moallaseconda, Pattern Nostrum, Silvia Paci, Marco Smacchia, Lir Tasho, Virginia Tozzi, Massimiliano Turco e Virginia Zanetti.
Nata da una serie di riflessioni intorno a fenomeni politici, economici e sociali che hanno investito la città di Prato in questi ultimi anni, Tempo reale è un’indagine sul fermento creativo pratese, alla scoperta del suo lato più nascosto, lontano dai cliché e dalle convenzioni dell’immaginario comune.
Il declino dell’industria del tessile, la migrazione e il radicamento della comunità cinese, le tensioni sociali, un’identità urbana opposta alla geografia da cartolina tipica delle altre città toscane, Prato è davvero tutto questo? O meglio, Prato è soltanto questo?
“A guardar bene, il telaio per una Prato contemporanea c'è già — dicono i curatori — e si contraddistingue per un’attitudine dinamica e per un desiderio di apertura. A Prato c’è una connessione con il mondo e proprio i numerosi catalizzatori presenti nel suo territorio, oltre ad esprimere il desiderio di accogliere nuovi progetti e nuove proposte, creano ponti interessanti a livello internazionale”. Eterogeneità e dimensione internazionale: sono queste le parole chiave del presente di Prato, frammentato e difficile da descrivere, che i curatori cercano di mettere in scena, sottolineando i caratteri emergenti del panorama artistico del territorio rispetto a ciò che complessivamente sta avvenendo ed avverrà nell’immediato futuro nella città.
Piuttosto che raccontare, è arrivato il momento di agire in tempo reale: uno spostamento di prospettiva che tuttavia non impedisce di cogliere, tra gli artisti proposti, linee di azione comuni, sensibilità condivise per comprendere il proprio tempo.
Se il carattere metodico processuale della creazione artistica interessa il lavoro di Massimiliano Turco, l’intervento proposto da Emma Grosbois On touche avec les yeux – Toccare con gli occhi nasce invece da una trascorsa “condivisione temporanea di studio” con Chiara Bettazzi, e si è scelto in questa occasione, per correttezza rispetto alla genesi dell'opera, di riproporne l'installazione congiunta tra le due artiste. In entrambi i casi è analizzato il legame tra immagine e forma scultorea, uno impresso nel marmo (Turco), l’altro visibile nelle membra di oggetti comuni (Grosbois-Bettazzi). Federica Gonnelli con Qui e/o in ogni altro luogo racconta invece un evento naturale vissuto dal mondo intero — l’eclissi — e mette in atto un processo di appropriazione spazio-temporale, ricorrendo alla luce come strumento. La luce resta protagonista anche nel lavoro di Lir Tasho che con Polagenic Fogue propone due ritratti smaterializzati dalla traccia luminosa e una moltiplicazione di immagini che si sovrappongono e si mescolano grazie allo scorrere del tempo.
L’opera Rear Window di Vanni Meozzi è invece una grande finestra tradizionale dell’architettura industriale pratese, opposta e speculare a una realmente esistente nel primo luogo dove l’opera è stata esposta. Immagine di un tempo immobile, la finestra ha vetri smerigliati incorniciati in una rete metallica e crea l’effetto di minutissimi pixel. Costruzione e decostruzione sono i temi principali del lavoro di Silvia Paci che sfalda le figure sotto violente pennellate, restituendoci il complesso meccanismo dell’identità attraverso volti e corpi inquieti.
La deframmentazione pittorica è all’origine del lavoro di Virginia Tozzi attraverso I’Mperfect_ions, un’installazione che ricorda un puzzle ma se dovesse essere ricomposto darebbe vita ad una perfezione apparente. L’opera, lasciata a terra, è a disposizione del pubblico che con essa può interagire. Marco Smacchia crea piccoli mondi poetici, dove spesso la protagonista è la natura e la sua relazione con l’uomo. I disegni, ora malinconici, ora ironici, in molti casi nascono come studi per la realizzazione di manifesti.
Il gesto dell’accumulo è alla base del lavoro di Moallaseconda, Acc 3t è un’installazione dove mucchi materici, nati spontaneamente o artificialmente, sembrano sorgere dalle ceneri della nostra città. Stimolare lo spettatore verso il non reale, unendo il caos e insieme la sinfonica armonia delle linee e dei colori è l’idea all’origine dell’installazione in situ di Pattern Nostrum, due artisti la cui ricerca parte dal segno pittorico per poi essere trasferito su supporto digitale, creando pattern ripetibili all’infinito.
Jacopo Jenna riflette sul senso della danza nella società contemporanea, attraverso una doppia proiezione video in cui compaiono frammenti di coreografie di Merce Cunninghan e Michael Jackson. Gea Brown propone invece un ritratto sonoro, utilizzando registrazioni di frasi, respiri e intercalari come impronte materiali del soggetto.
In Oiseau rebelle / Dans le flux, un video realizzato da Virginia Zanetti durante una performance con musicisti immersi nel fiume Bisenzio nel novembre dello scorso anno (opera premiata alla Biennale Giovani Monza 2015) si vuole rappresentare la trasformazione del quieto scorrere del fiume pratese in una zona franca di sperimentazione totale: un’esplosione di energia data dall’incontro tra il flusso della musica e quello dell'acqua che trasforma il fiume in uno “Studio Diffuso” per l’arte contemporanea.
TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana
La prima tappa del progetto TU35 è stata l’apertura di una open call pubblica per curatori toscani sotto i 35 anni, ma anche italiani e stranieri che hanno scelto la Toscana come luogo di produzione e lavoro. Nella ricognizione sono state coinvolte le dieci province toscane: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, per avere uno sguardo il più capillare possibile e per una mappatura completa ed eterogenea.
Il Centro Pecci ha ricevuto 45 candidature e sono stati selezionati 23 curatori e 2 collettivi: Alessandra Ammirati, Francesca Biagini, Filippo Bigagli Niccolò Bonechi, Laura Capuozzo, Antonella Catarsi, Annalisa Foglia, Federica Forti, Alessandro Gallicchio, Claudia Gennari, Alessia Lumini, Elena Magini, Stefania Margiacchi, Margherita Nuti, Gabriele Pantaleo, Gino Pisapia, Angelo Renna, Stefania Rinaldi, Chiara Ruberti, Matteo Teodori, Serena Trinchero, Saverio Verini, Špela Zidar e i collettivi ones. office - a non exhibition space e Trial Version. I curatori sono affiancati da 5 tutor: Giacomo Bazzani, Lorenzo Bruni, Pietro Gaglianò, Matteo Innocenti e Alessandra Poggianti.
Le mostre in programma abbracciano le 10 province toscane e si tengono tutte ad Officina Giovani, ex-Macelli Pubblici di Prato. Le prossime mostre si susseguono secondo il seguente calendario: Lucca 09.10>25.10, Arezzo 30.10>15.11, Grosseto 30.10>15.11, Firenze#2 20.11>06.12.
In occasione della ricognizione TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana è stato creato un blog sempre aggiornato e consultabile all’indirizzo http://tu-35.tumblr.com/ Un’attiva piattaforma online di ricerca, dove ogni singolo progetto espositivo viene raccontato nella sua preparazione, attraverso immagini, video, documenti, riflessioni, citazioni, ispirazioni. Un work in progress, sorta di diario di bordo, che coinvolgerà per tutta la durata del progetto i giovani curatori selezionati e che si concluderà con le immagini e i video documentativi di ogni singola mostra.
Lo stesso giorno dell’opening della quinta tappa di TU35 Artforms e Die Mauer inaugurano Gianfranco Chiavacci | François Morellet: rigorosi, rigolards… a cura di Alessandro Gallicchio. Opening; dalle 17 presso la galleria Die Mauer, via Firenzuola 33/35/37, Prato. Dalle 19.30 presso Artforms, Interno/8, via Genova 17/8, Prato.
17
settembre 2015
Tempo Reale
Dal 17 settembre al 04 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
EX MACELLI – OFFICINA GIOVANI
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Orario di apertura
Dal mercoledì alla domenica, dalle 15 alle 19
Vernissage
17 Settembre 2015, ore 18
Autore
Curatore