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ten more ten — Onwards
in occasione del suo ventennale, la galleria Umberto Di Marino presenta l’esposizione conclusiva del ciclo ten more ten dedicata all’archivio della galleria.
Comunicato stampa
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La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, venerdì 24 giugno 2016, in occasione del suo ventennale, l'esposizione conclusiva del ciclo ten more ten dedicata all'archivio della galleria.
Onwards, il titolo della mostra, indica la possibilità di ribaltare la chiave interpretativa solitamente assegnata allo spazio-archivio. La conservazione della testimonianza assicurata da un sistema di criteri razionali cede qui il passo alla lettura personale e all'associazione libera tra gli oggetti.
Il percorso è attraversabile in tutte le direzioni: da quella tematica, a quella cronologica, a quella legata al contesto geografico e sociale in cui la ricerca si è sviluppata nel corso di questi venti anni. Ad essere privilegiato è l'aspetto della "naturalità", nel senso più aderente al linguaggio archivistico, ovvero l'idea di lasciar prevalere l'attività di produzione rispetto a qualunque altra categoria spazio-temporale.
In questa prospettiva, il visitatore è invitato ad esplorarne l'organico procedere attraverso piccole opere, progetti di produzione e allestimenti realizzati o rimasti incompiuti, epistolari con artisti e curatori, foto di viaggi e di documentazione, cataloghi e apparati informativi. Una mappa concettuale appena accennata tra i materiali che, in chiave contemporanea, potrebbe essere più vicina ad un hyperlink. Ogni riferimento rimanda ad un contenuto e ad un altro ancora, in modo che il pubblico diventi parte attiva del dispositivo narrativo con le proprie scelte di consultazione.
La prima impressione ad accogliere chi entra nello spazio espositivo è quella, dunque, di un archivio esploso, in cui i singoli oggetti si trasformano in risorse per nuovi progetti e inattese connessioni. Tutto può accadere, come in un laboratorio o durante un allestimento: gli elementi primi si mescolano per sperimentare diverse angolazioni e nuovi significati in vista della futura programmazione.
Nell'immagine sulla sovraccoperta dell'invito, il caotico paesaggio urbano di Giugliano, prima sede della galleria, si riflette nella più rarefatta atmosfera dello spazio napoletano. L'interesse sociale che ha spinto Umberto Di Marino ad invitare gli artisti della sua generazione e i grandi maestri anche negli spazi pubblici della periferia, ha poi dato forma ad una programmazione di respiro ancor più internazionale con l'apertura nel 2005 in centro città.
La riflessione sul paesaggio e sulle sue trasformazioni in chiave antropologica ed economica, l'esperienza cognitiva del viaggio, le trasposizioni geopolitiche dei fenomeni culturali, il post-colonialismo, il fallimento del Modernismo sono i filoni principali intorno ai quali è stata costruita l'attività degli ultimi dieci anni. Tutte le ricerche artistiche che hanno costruito nel tempo un rapporto duraturo, quelle che l'hanno attraversata solo per un progetto, quelle da cui sono stati tratti gli insegnamenti da trasmettere ai più giovani, quelle incluse dallo sguardo dei curatori ospiti hanno contribuito ad un discorso corale e ad una visione di galleria come laboratorio di pensiero e luogo d'intreccio di relazioni professionali, ma anche intellettuali ed umane. Questa mostra è il tentativo di abbracciarle idealmente tutte.
English version
To mark its twentieth anniversary, the Galleria Umberto Di Marino is pleased to present, on Friday 24 June 2016, the final exhibition in the cycle entitled ten more ten devote to the gallery’s archive.
Onwards is the title of the exhibition and refers to the possibility of overturning the standard interpretation of the concept of the archive-space. The preservation of evidence ensured by a system of rational criteria gives way to a personal interpretation and free association between objects.
The exhibition can be approached from many different directions: a thematic approach, a chronological approach or an approach linked to the geographic and social context within which the research has been carried out over the last twenty years. The emphasis is on “naturalness” in the sense closest to the language of archives, namely the idea of focusing chiefly on production rather than on another space-time category.
From this perspective, visitors are encouraged to explore the organic process through small works, production and layout designs that have been completed or remained unfinished, correspondence with artists and curators, photos of journeys and documentation, catalogues and information. It provides a generalised concept map of materials which, within a contemporary context, is more similar to a hyperlink. Each reference alludes to a specific form of content and then to an additional one so that the public becomes an active part of the narrative system using their own choices of how to view the exhibition.
The first impression that strikes someone entering the exhibition is that of a blown-up archive where individual objects are transformed into resources for new projects and unexpected links. Anything can happen, as it might in a workshop or during the design of an exhibition layout: the first elements are mixed together to experiment with different perspectives and new meanings with a view to future programming.
In the image on the invitation cover, the chaotic urban landscape of Giugliano, the first gallery space, is reflected in the more rarefied atmosphere of the Naples gallery. The social interest that inspired Umberto Di Marino to invite artists of his own generation and leading figures in the art word to the public spaces of the suburbs subsequently led to programming the initiatives in the new gallery opened in the centre of Naples in 2005, with an even more international scope.
The main themes behind the gallery’s exhibitions over the last ten years include reflections on the landscape and its transformations through an anthropological and economic lens, the cognitive experience of travel, the geopolitical transpositions of cultural phenomena, post-colonialism, and the failure of modernism. These artistic ventures have led to long-lasting relationships, relationships that have led to just a single project, others that have inspired younger artists, and others designed by guest curators. All of them have contributed to a collective discourse and a vision of the gallery as a workshop of ideas and a place where professional but also intellectual and human relationships are intertwined. This exhibition represents an attempt to embrace all these ventures.
Onwards, il titolo della mostra, indica la possibilità di ribaltare la chiave interpretativa solitamente assegnata allo spazio-archivio. La conservazione della testimonianza assicurata da un sistema di criteri razionali cede qui il passo alla lettura personale e all'associazione libera tra gli oggetti.
Il percorso è attraversabile in tutte le direzioni: da quella tematica, a quella cronologica, a quella legata al contesto geografico e sociale in cui la ricerca si è sviluppata nel corso di questi venti anni. Ad essere privilegiato è l'aspetto della "naturalità", nel senso più aderente al linguaggio archivistico, ovvero l'idea di lasciar prevalere l'attività di produzione rispetto a qualunque altra categoria spazio-temporale.
In questa prospettiva, il visitatore è invitato ad esplorarne l'organico procedere attraverso piccole opere, progetti di produzione e allestimenti realizzati o rimasti incompiuti, epistolari con artisti e curatori, foto di viaggi e di documentazione, cataloghi e apparati informativi. Una mappa concettuale appena accennata tra i materiali che, in chiave contemporanea, potrebbe essere più vicina ad un hyperlink. Ogni riferimento rimanda ad un contenuto e ad un altro ancora, in modo che il pubblico diventi parte attiva del dispositivo narrativo con le proprie scelte di consultazione.
La prima impressione ad accogliere chi entra nello spazio espositivo è quella, dunque, di un archivio esploso, in cui i singoli oggetti si trasformano in risorse per nuovi progetti e inattese connessioni. Tutto può accadere, come in un laboratorio o durante un allestimento: gli elementi primi si mescolano per sperimentare diverse angolazioni e nuovi significati in vista della futura programmazione.
Nell'immagine sulla sovraccoperta dell'invito, il caotico paesaggio urbano di Giugliano, prima sede della galleria, si riflette nella più rarefatta atmosfera dello spazio napoletano. L'interesse sociale che ha spinto Umberto Di Marino ad invitare gli artisti della sua generazione e i grandi maestri anche negli spazi pubblici della periferia, ha poi dato forma ad una programmazione di respiro ancor più internazionale con l'apertura nel 2005 in centro città.
La riflessione sul paesaggio e sulle sue trasformazioni in chiave antropologica ed economica, l'esperienza cognitiva del viaggio, le trasposizioni geopolitiche dei fenomeni culturali, il post-colonialismo, il fallimento del Modernismo sono i filoni principali intorno ai quali è stata costruita l'attività degli ultimi dieci anni. Tutte le ricerche artistiche che hanno costruito nel tempo un rapporto duraturo, quelle che l'hanno attraversata solo per un progetto, quelle da cui sono stati tratti gli insegnamenti da trasmettere ai più giovani, quelle incluse dallo sguardo dei curatori ospiti hanno contribuito ad un discorso corale e ad una visione di galleria come laboratorio di pensiero e luogo d'intreccio di relazioni professionali, ma anche intellettuali ed umane. Questa mostra è il tentativo di abbracciarle idealmente tutte.
English version
To mark its twentieth anniversary, the Galleria Umberto Di Marino is pleased to present, on Friday 24 June 2016, the final exhibition in the cycle entitled ten more ten devote to the gallery’s archive.
Onwards is the title of the exhibition and refers to the possibility of overturning the standard interpretation of the concept of the archive-space. The preservation of evidence ensured by a system of rational criteria gives way to a personal interpretation and free association between objects.
The exhibition can be approached from many different directions: a thematic approach, a chronological approach or an approach linked to the geographic and social context within which the research has been carried out over the last twenty years. The emphasis is on “naturalness” in the sense closest to the language of archives, namely the idea of focusing chiefly on production rather than on another space-time category.
From this perspective, visitors are encouraged to explore the organic process through small works, production and layout designs that have been completed or remained unfinished, correspondence with artists and curators, photos of journeys and documentation, catalogues and information. It provides a generalised concept map of materials which, within a contemporary context, is more similar to a hyperlink. Each reference alludes to a specific form of content and then to an additional one so that the public becomes an active part of the narrative system using their own choices of how to view the exhibition.
The first impression that strikes someone entering the exhibition is that of a blown-up archive where individual objects are transformed into resources for new projects and unexpected links. Anything can happen, as it might in a workshop or during the design of an exhibition layout: the first elements are mixed together to experiment with different perspectives and new meanings with a view to future programming.
In the image on the invitation cover, the chaotic urban landscape of Giugliano, the first gallery space, is reflected in the more rarefied atmosphere of the Naples gallery. The social interest that inspired Umberto Di Marino to invite artists of his own generation and leading figures in the art word to the public spaces of the suburbs subsequently led to programming the initiatives in the new gallery opened in the centre of Naples in 2005, with an even more international scope.
The main themes behind the gallery’s exhibitions over the last ten years include reflections on the landscape and its transformations through an anthropological and economic lens, the cognitive experience of travel, the geopolitical transpositions of cultural phenomena, post-colonialism, and the failure of modernism. These artistic ventures have led to long-lasting relationships, relationships that have led to just a single project, others that have inspired younger artists, and others designed by guest curators. All of them have contributed to a collective discourse and a vision of the gallery as a workshop of ideas and a place where professional but also intellectual and human relationships are intertwined. This exhibition represents an attempt to embrace all these ventures.
24
giugno 2016
ten more ten — Onwards
Dal 24 giugno al 24 luglio 2016
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16 - 20 – mattina su appuntamento
Vernissage
24 Giugno 2016, dalle 19 alle 22
Autore
Curatore