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Tensioni Strutturali #1
Giovedi 25 febbraio avrà luogo un passaggio simbolico dallo spazio di Via Maggio al nuovo spazio di Piazza Goldoni, attraverso due inaugurazioni in successione: Attitudes>Sculpture #1 a cura di Daniele Capra e Tensioni Strutturali #1 a cura di Angel Moya Garcia.
Comunicato stampa
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ATTITUDES>SCULPTURE #1 è il primo step di una serie di mostre in cui vengono confrontati differenti approcci alla scultura, diverse attitudini che la pratica di ogni singolo artista mette in luce. Il primo appuntamento vedrà come protagonisti: Ludovico Bomben, Nick Hornby, Charlotte Mumm, Santiago Reyes Villaveces, Jonathan Sullam.
Risulta difficile stabilire cosa sia la scultura, dato la presenza di tante poetiche differenti, di approcci fisici e materiali contradditori, di pratiche di difficile definizione, di interazioni con l’architettura o l’azione performativa. La scultura contemporanea ci mette nella condizione di non riuscire rigorosamente a definire cosa essa sia, ma di essere in grado di riconoscerla. Risulta così ancora più necessario evidenziarne delle linee di forza, inquadrarne propensioni e sensibilità, in modo di poterci orientare in tale geografia incerta.
Le Pale di Ludovico Bomben presentate in galleria nascono da un’analisi condotta sui rapporti dimensionali delle pale d’altare italiane del Quattrocento e del Cinquecento, nelle quali la collocazione dei soggetti è determinata da matrici compositive geometriche di particolare raffinatezza, che l’artista disassembla e ricompone in forma spaziale con una sensibilità che unisce minimalismo e senso di sacro.
Classicismo e capacità di dissezionare la materia sono centrali nei lavori di Nick Hornby, in cui le abilità tecniche della tradizione scultorea sono innervate da un approccio ed una visione ardita e personalissima. Il frammento, il taglio e l’uso di un’avvincente ed articolata geometria fanno delle sue opere dei dispositivi tridimensionali che sfidano lo sguardo dello spettatore a letture inattese.
Le sculture di Charlotte Mumm della serie Stomach Communities sviluppano, in forma di narrazione, le possibilità immaginarie e di connessione insite nella materia visiva con gli aspetti più profondi del nostro corpo, con gli spazi che abitano nell’interiorità. Le sue opere sono infatti contemporaneamente immaginifiche composizioni di parti disomogenee e visioni spaziali, in cui elementi organici e geometrici sono in continua frizione.
La tensione strutturale tra gli elementi, il controllo delle forze e la ricerca del limite della materia sono gli aspetti più evidenti nella ricerca di Santiago Reyes Villaveces, che presenta in galleria il lavoro site specific Column, che unisce e mette in tensione, grazie a legno e metallo, elementi contrapposti dello spazio. Lo spazio, nella sua pratica artistica, è un campo di cui sondare regole e possibilità liminari.
In I Killed My Mom Jonathan Sullam mostra in maniera beffarda l’effetto di un pensiero che tutti abbiamo almeno una volta avuto nella nostra vita. L’artista dà sfogo all’istinto bestiale che giace nel fondo più inesplorato del nostro abisso psicanalitico e lo trasforma in forma attraente, seducente, desiderabile. Così quell’azione ci repelle ed attrae, mettendoci in scacco senza possibilità di uscirne.
Ludovico Bomben è nato a Pordenone nel 1982. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia vive e lavora a Pordenone. Tra le principali mostre si ricordano: Bilico-Dolomiti Contemporanee; Tree strategy-Galleria Upp; Corrispondenze d’arte al Museo Revoltella; 54° Biennale d’Arte di Venezia-Arsenale Venezia; Collettiva Bevilacqua La Masa-Venezia; Tina B Festival Vernon Galery Praga; 44+0,10 Galleria Il Vicolo; 88-pdu-Prato; Talent Prize 2009; Manifesto-Villa Manin Passariano.
Charlotte Mumm è nata a Georgsmarienhütte nel1980. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Kassel (Germania) dal 2000 al 2007, ottiene un Master nel 2008 con il Professor Urs Lüthi, fotografo e pittore svizzero di fama internazionale. Trascorre un anno in Cina all’Istituto di Belle Arti. Realizza mostre personali prevalentemente in Germania (But you are beautiful - that compensates for your laziness nel 2010 alla Galleria Tanit è la prima grande mostra personale nella città di Monaco) ma anche in Italia, Cina, Serbia e Olanda.
Santiago Reyes Villaveces è nato a Bogotà nel 1986. Nel 2009 ottiene un BA in Fine Art presso l’Università di Los Andes, Colombia. Ha partecipato a numerose mostre collettive soprattutto in centro e sud America. Tra le mostre personali si ricordano: Solo Show ArteBa 2015, Galería Instituto de Visión, Buenos Aires, Argentina 2015; Contramuro, Galería Instituto de Visión, Bogotá, Colombia; Traino, Cavallerizza Reale, Torino, Italia; Repertorio, Spazio In primo Luogo Santiago Reyes Michelangelo Pistoletto, Torino, Italia.
Jonathan Sullam è nato a Bruxelles nel 1979, vive e lavora a Bruxelles. Ha conseguito un Master in Multimedia alla Slade School of Fine Art di Londra e ha studiato Arte negli spazi pubblici alla Royal Accademy of Fine Arts di Bruxelles. Tra le principali mostre collettive si ricordano: Steve Reich Project, Different Train & WTC 9/11, video works for Isabella Soupart, Brigittnes Theater, Brexelles, Belgio; Biennale De Jehay, Liege, Belgio; Big Bang, Boccanera Gallery, Trento. Nel 2015 la Maison des Arts de Schaerbeek di Bruxelles ha presentato I Killed My Mom, mostra personale dedicata all’artista.
Nick Hornby è nato a Londra nel 1980, dove attualmente vive e lavora. Ha esposto alla Tate Britain, Southbank Centre, Fitzwilliam Museum, nel Regno Unito; all’Eyebeam, The Museum of Arts and Design a New York negli Stati Uniti; al The Hub ad Atene, in Grecia, oltre che in Svizzera e in India. Ha vinto numerosi premi tra cui il Clifford Chance Sculpture Prize, il RBKC Artists’ Professional Development Bursary, the Deidre Hubbard Sculpture Award e the BlindArt Prize, ed è stato selezionato per la prima edizione di Spitalfields Sculpture Prize e the Mark Tanner Sculpture Prize.
TENSIONI STRUTTURALI si articola come un progetto organico suddiviso in tre mostre, indipendenti ma interconnesse tra di loro, che saranno presentate gradualmente nei nuovi spazi della galleria. Il primo appuntamento si focalizza sul ruolo centrale dell’individuo nella costruzione dello spazio percepito.
La prima parte di questa trilogia viene sviluppata dai quattro artisti invitati, Carlo Bernardini, Monika Grzymala, Roberto Pugliese, Esther Stocker, come un tentativo di esaminare, attraverso metodologie, poetiche e visioni diverse, lo spazio esperienziale della realtà e il ruolo dell’individuo nella sua costituzione. Una successione di equilibri effimeri, strutture anomale che incrementano le possibilità della percezione, esplosioni sospese che originano uno spaesamento dirompente, segmenti rettilinei di luce e ombre che segnano una sottile differenza tra il visibile e l’illusorio e processi sonori che costringono lo spazio rendendolo una sintesi formale delle sue caratteristiche intrinseche. Tracce residue di una sequenza di dispositivi in tensione, depositate e stratificate nello spazio, che si svelano gradualmente modulate, sospese, ordinate e delimitate e che vengono avvertite solo nel momento in cui lo spettatore ne fa esperienza. Un invito ad attraversare i diversi interventi, sommersi da singolarità, deformazioni, soglie e punti di fuga in un ambiente in cui i perimetri vengono completamente annullati, la stabilità definitivamente perduta e le coordinate di riferimento irrimediabilmente dimenticate.
In particolare, nella prima sala Esther Stocker, attratta dai paradossi formali e dagli “errori”, realizza un’installazione ambientale configurata tramite elementi di disturbo e interferenze che sfidano i limiti e le possibilità della percezione e modulano lo spazio architettonico. Nella seconda sala, Monika Grzymala disegna tridimensionalmente una drammatica deflagrazione, con filamenti di nastro nero che trafiggono lo spazio, ingannando la gravità e paralizzando lo sguardo dello spettatore. Nella terza sala Carlo Bernardini presenta un’installazione permeabile in fibra ottica, in cui è la stessa luce a generare lo spazio attraverso un disegno geometrico in negativo, che rimbalza fra il pavimento, le pareti e il soffitto. Infine, Roberto Pugliese, nell’ultima sala, proietta la tensione verso lo spettatore che si trova ad attraversare un corridoio in cui una composizione, elaborata tramite la traduzione di tutte le misure della stanza in frequenze sonore, lo costringe a non fermare i propri passi.
Esther Stocker è nata a Silandro nel 1974, vive a lavora a Vienna. Tra il 1994 e il 1999, ha studiato pittura e arte all’Accademia di arti figurative di Vienna, all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Art Center College of Design di Pasadena, California. Dalla fine degli anni ’90, Esther Stocker ha presentato i suoi lavori in numerose esposizioni personali e collettive in Austria e in molti altri paesi, vincendo anche numerosi premi – come ad esempio nel 2004 il rinomato premio austriaco Otto Mauer. Esther Stocker ha esposto fra gli altri nei seguenti musei: Museum Ritter, Waldenbuch; Macro, Roma; Künstlerhaus, Hannover; Kunstmuseum, Stuttgart; Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien; Essl Museum, Klosterneuburg; Belvedere – 21er Haus, Wien; AR/GE Kunst Galerie Museum, Bolzano; Vasarely Museum, Budapest; CCNOA, Bruxelles; South London Gallery; MassArt Boston e molti altri.
Monika Grzymala è nata in Polonia nel 1970, vive e lavora a Berlino. Ha studiato scultura a Karlsruhe, Kassel e Amburgo in Germania. E’ stata professoressa a contratto di pittura presso l’Università delle Arti Applicate di Vienna e di Disegno Sperimentale presso la Braunschweing University of Art in Germania. Tra le mostre principali: (2015) Drawing Biennial, The Drawing Room, Londra; Drawing Now, Albertina Museum, Vienna, Austria; (2014); Raaklijnen /lines of tangency, MSK Museum of Fine Art, Ghent, Belgium, The Making of Forming Something New generative drawing, Synthesis Reykjavik Art Museum Hafnarhus, Islanda; Tree of Life sculpture garden, longterm project on the roof top, Woodner Company, Manhattan New York City, USA; (2013); Mono Meros, Saal der Meisterzeichnung, Kunsthalle Hamburg, Germania; The River II 49 Nord 6 Est, FRAC, Metz, Francia¸Volumen, The Morgan Library & Museum, New York, USA.
Carlo Bernardini è nato a Viterbo nel 1966, vive e lavora a Milano. Insegna Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Esordisce nei primi anni ‘90, realizzando a partire dal 1996 installazioni in fibre ottiche, superfici OLF e superfici elettro-luminescenti. Tra le mostre di maggior rilievo si segnalano: Light Accords nel 2002 alla National Gallery of Contemporary Art di Bangkok; l’installazione al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro nel 2004; il grande intervento in fibra ottica a Valencia nel 2008 alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias in dialogo con le architetture di Santiago Calatrava; il grande progetto Event Orizon presentato nel 2007 allo Swing Space di New York.
Roberto Pugliese è nato a Napoli nel 1982, vive e lavora a Gavi (AL). Laureato nel 2008 in Musica Elettronica presso il Conservatorio di San Pietro a Majella è stato l’unico artista italiano selezionato per la mostra internazionale “Sound Art, sound as medium of art” promossa dal Museo ZKM di Karlsruhe. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo: Concerto per Natura Morta, presso Studio la Città di Verona; Emergenze Acustiche, Tenuta Dello Scompiglio di Capannori a Lucca; Echi Liquidi, TRA - Treviso Ricerca Arte di Treviso; Gervasuti Mix, omaggio a Cage presso Fondazione Gervasuti di Venezia e Aritmetiche Architetture Sonore, presso Studio la Città a Verona. Tra le mostre collettive, invece, ricordiamo: Los Maquinistas presso il Centro Arte Complutense di Madrid, Noise (evento collaterale alla 55° Biennale di Venezia) a Venezia; Digital Life 2013, presso il Macro Testaccio a Roma, Ghostbusters, Charlottenburg Museum di Copenaghen e Sound Art. Sound as a Medium of Art presso lo ZKM - Center for Art and Media di Karlsruhe.
Ufficio Stampa
Ottavia Sartini
press@eduardosecci.com
T. (+39) 055 661356
C. (+39) 339 3111976
Per ulteriori informazioni si prega di visitare il sito www.eduardosecci.com oppure contattare la Galleria al numero (+39) 055 283506 o scrivere a gallery@eduardosecci.com.
Si prega di partecipare alla conversazione con Eduardo Secci Contemporary con
#tensionistrutturali #attitudesculpture #newopening
su:
Instagram (@eduardoseccicontemporary)
Twitter (@EduardoSecci)
Facebook (Eduardo Secci Contemporary)
Risulta difficile stabilire cosa sia la scultura, dato la presenza di tante poetiche differenti, di approcci fisici e materiali contradditori, di pratiche di difficile definizione, di interazioni con l’architettura o l’azione performativa. La scultura contemporanea ci mette nella condizione di non riuscire rigorosamente a definire cosa essa sia, ma di essere in grado di riconoscerla. Risulta così ancora più necessario evidenziarne delle linee di forza, inquadrarne propensioni e sensibilità, in modo di poterci orientare in tale geografia incerta.
Le Pale di Ludovico Bomben presentate in galleria nascono da un’analisi condotta sui rapporti dimensionali delle pale d’altare italiane del Quattrocento e del Cinquecento, nelle quali la collocazione dei soggetti è determinata da matrici compositive geometriche di particolare raffinatezza, che l’artista disassembla e ricompone in forma spaziale con una sensibilità che unisce minimalismo e senso di sacro.
Classicismo e capacità di dissezionare la materia sono centrali nei lavori di Nick Hornby, in cui le abilità tecniche della tradizione scultorea sono innervate da un approccio ed una visione ardita e personalissima. Il frammento, il taglio e l’uso di un’avvincente ed articolata geometria fanno delle sue opere dei dispositivi tridimensionali che sfidano lo sguardo dello spettatore a letture inattese.
Le sculture di Charlotte Mumm della serie Stomach Communities sviluppano, in forma di narrazione, le possibilità immaginarie e di connessione insite nella materia visiva con gli aspetti più profondi del nostro corpo, con gli spazi che abitano nell’interiorità. Le sue opere sono infatti contemporaneamente immaginifiche composizioni di parti disomogenee e visioni spaziali, in cui elementi organici e geometrici sono in continua frizione.
La tensione strutturale tra gli elementi, il controllo delle forze e la ricerca del limite della materia sono gli aspetti più evidenti nella ricerca di Santiago Reyes Villaveces, che presenta in galleria il lavoro site specific Column, che unisce e mette in tensione, grazie a legno e metallo, elementi contrapposti dello spazio. Lo spazio, nella sua pratica artistica, è un campo di cui sondare regole e possibilità liminari.
In I Killed My Mom Jonathan Sullam mostra in maniera beffarda l’effetto di un pensiero che tutti abbiamo almeno una volta avuto nella nostra vita. L’artista dà sfogo all’istinto bestiale che giace nel fondo più inesplorato del nostro abisso psicanalitico e lo trasforma in forma attraente, seducente, desiderabile. Così quell’azione ci repelle ed attrae, mettendoci in scacco senza possibilità di uscirne.
Ludovico Bomben è nato a Pordenone nel 1982. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia vive e lavora a Pordenone. Tra le principali mostre si ricordano: Bilico-Dolomiti Contemporanee; Tree strategy-Galleria Upp; Corrispondenze d’arte al Museo Revoltella; 54° Biennale d’Arte di Venezia-Arsenale Venezia; Collettiva Bevilacqua La Masa-Venezia; Tina B Festival Vernon Galery Praga; 44+0,10 Galleria Il Vicolo; 88-pdu-Prato; Talent Prize 2009; Manifesto-Villa Manin Passariano.
Charlotte Mumm è nata a Georgsmarienhütte nel1980. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Kassel (Germania) dal 2000 al 2007, ottiene un Master nel 2008 con il Professor Urs Lüthi, fotografo e pittore svizzero di fama internazionale. Trascorre un anno in Cina all’Istituto di Belle Arti. Realizza mostre personali prevalentemente in Germania (But you are beautiful - that compensates for your laziness nel 2010 alla Galleria Tanit è la prima grande mostra personale nella città di Monaco) ma anche in Italia, Cina, Serbia e Olanda.
Santiago Reyes Villaveces è nato a Bogotà nel 1986. Nel 2009 ottiene un BA in Fine Art presso l’Università di Los Andes, Colombia. Ha partecipato a numerose mostre collettive soprattutto in centro e sud America. Tra le mostre personali si ricordano: Solo Show ArteBa 2015, Galería Instituto de Visión, Buenos Aires, Argentina 2015; Contramuro, Galería Instituto de Visión, Bogotá, Colombia; Traino, Cavallerizza Reale, Torino, Italia; Repertorio, Spazio In primo Luogo Santiago Reyes Michelangelo Pistoletto, Torino, Italia.
Jonathan Sullam è nato a Bruxelles nel 1979, vive e lavora a Bruxelles. Ha conseguito un Master in Multimedia alla Slade School of Fine Art di Londra e ha studiato Arte negli spazi pubblici alla Royal Accademy of Fine Arts di Bruxelles. Tra le principali mostre collettive si ricordano: Steve Reich Project, Different Train & WTC 9/11, video works for Isabella Soupart, Brigittnes Theater, Brexelles, Belgio; Biennale De Jehay, Liege, Belgio; Big Bang, Boccanera Gallery, Trento. Nel 2015 la Maison des Arts de Schaerbeek di Bruxelles ha presentato I Killed My Mom, mostra personale dedicata all’artista.
Nick Hornby è nato a Londra nel 1980, dove attualmente vive e lavora. Ha esposto alla Tate Britain, Southbank Centre, Fitzwilliam Museum, nel Regno Unito; all’Eyebeam, The Museum of Arts and Design a New York negli Stati Uniti; al The Hub ad Atene, in Grecia, oltre che in Svizzera e in India. Ha vinto numerosi premi tra cui il Clifford Chance Sculpture Prize, il RBKC Artists’ Professional Development Bursary, the Deidre Hubbard Sculpture Award e the BlindArt Prize, ed è stato selezionato per la prima edizione di Spitalfields Sculpture Prize e the Mark Tanner Sculpture Prize.
TENSIONI STRUTTURALI si articola come un progetto organico suddiviso in tre mostre, indipendenti ma interconnesse tra di loro, che saranno presentate gradualmente nei nuovi spazi della galleria. Il primo appuntamento si focalizza sul ruolo centrale dell’individuo nella costruzione dello spazio percepito.
La prima parte di questa trilogia viene sviluppata dai quattro artisti invitati, Carlo Bernardini, Monika Grzymala, Roberto Pugliese, Esther Stocker, come un tentativo di esaminare, attraverso metodologie, poetiche e visioni diverse, lo spazio esperienziale della realtà e il ruolo dell’individuo nella sua costituzione. Una successione di equilibri effimeri, strutture anomale che incrementano le possibilità della percezione, esplosioni sospese che originano uno spaesamento dirompente, segmenti rettilinei di luce e ombre che segnano una sottile differenza tra il visibile e l’illusorio e processi sonori che costringono lo spazio rendendolo una sintesi formale delle sue caratteristiche intrinseche. Tracce residue di una sequenza di dispositivi in tensione, depositate e stratificate nello spazio, che si svelano gradualmente modulate, sospese, ordinate e delimitate e che vengono avvertite solo nel momento in cui lo spettatore ne fa esperienza. Un invito ad attraversare i diversi interventi, sommersi da singolarità, deformazioni, soglie e punti di fuga in un ambiente in cui i perimetri vengono completamente annullati, la stabilità definitivamente perduta e le coordinate di riferimento irrimediabilmente dimenticate.
In particolare, nella prima sala Esther Stocker, attratta dai paradossi formali e dagli “errori”, realizza un’installazione ambientale configurata tramite elementi di disturbo e interferenze che sfidano i limiti e le possibilità della percezione e modulano lo spazio architettonico. Nella seconda sala, Monika Grzymala disegna tridimensionalmente una drammatica deflagrazione, con filamenti di nastro nero che trafiggono lo spazio, ingannando la gravità e paralizzando lo sguardo dello spettatore. Nella terza sala Carlo Bernardini presenta un’installazione permeabile in fibra ottica, in cui è la stessa luce a generare lo spazio attraverso un disegno geometrico in negativo, che rimbalza fra il pavimento, le pareti e il soffitto. Infine, Roberto Pugliese, nell’ultima sala, proietta la tensione verso lo spettatore che si trova ad attraversare un corridoio in cui una composizione, elaborata tramite la traduzione di tutte le misure della stanza in frequenze sonore, lo costringe a non fermare i propri passi.
Esther Stocker è nata a Silandro nel 1974, vive a lavora a Vienna. Tra il 1994 e il 1999, ha studiato pittura e arte all’Accademia di arti figurative di Vienna, all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Art Center College of Design di Pasadena, California. Dalla fine degli anni ’90, Esther Stocker ha presentato i suoi lavori in numerose esposizioni personali e collettive in Austria e in molti altri paesi, vincendo anche numerosi premi – come ad esempio nel 2004 il rinomato premio austriaco Otto Mauer. Esther Stocker ha esposto fra gli altri nei seguenti musei: Museum Ritter, Waldenbuch; Macro, Roma; Künstlerhaus, Hannover; Kunstmuseum, Stuttgart; Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Wien; Essl Museum, Klosterneuburg; Belvedere – 21er Haus, Wien; AR/GE Kunst Galerie Museum, Bolzano; Vasarely Museum, Budapest; CCNOA, Bruxelles; South London Gallery; MassArt Boston e molti altri.
Monika Grzymala è nata in Polonia nel 1970, vive e lavora a Berlino. Ha studiato scultura a Karlsruhe, Kassel e Amburgo in Germania. E’ stata professoressa a contratto di pittura presso l’Università delle Arti Applicate di Vienna e di Disegno Sperimentale presso la Braunschweing University of Art in Germania. Tra le mostre principali: (2015) Drawing Biennial, The Drawing Room, Londra; Drawing Now, Albertina Museum, Vienna, Austria; (2014); Raaklijnen /lines of tangency, MSK Museum of Fine Art, Ghent, Belgium, The Making of Forming Something New generative drawing, Synthesis Reykjavik Art Museum Hafnarhus, Islanda; Tree of Life sculpture garden, longterm project on the roof top, Woodner Company, Manhattan New York City, USA; (2013); Mono Meros, Saal der Meisterzeichnung, Kunsthalle Hamburg, Germania; The River II 49 Nord 6 Est, FRAC, Metz, Francia¸Volumen, The Morgan Library & Museum, New York, USA.
Carlo Bernardini è nato a Viterbo nel 1966, vive e lavora a Milano. Insegna Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Esordisce nei primi anni ‘90, realizzando a partire dal 1996 installazioni in fibre ottiche, superfici OLF e superfici elettro-luminescenti. Tra le mostre di maggior rilievo si segnalano: Light Accords nel 2002 alla National Gallery of Contemporary Art di Bangkok; l’installazione al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro nel 2004; il grande intervento in fibra ottica a Valencia nel 2008 alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias in dialogo con le architetture di Santiago Calatrava; il grande progetto Event Orizon presentato nel 2007 allo Swing Space di New York.
Roberto Pugliese è nato a Napoli nel 1982, vive e lavora a Gavi (AL). Laureato nel 2008 in Musica Elettronica presso il Conservatorio di San Pietro a Majella è stato l’unico artista italiano selezionato per la mostra internazionale “Sound Art, sound as medium of art” promossa dal Museo ZKM di Karlsruhe. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo: Concerto per Natura Morta, presso Studio la Città di Verona; Emergenze Acustiche, Tenuta Dello Scompiglio di Capannori a Lucca; Echi Liquidi, TRA - Treviso Ricerca Arte di Treviso; Gervasuti Mix, omaggio a Cage presso Fondazione Gervasuti di Venezia e Aritmetiche Architetture Sonore, presso Studio la Città a Verona. Tra le mostre collettive, invece, ricordiamo: Los Maquinistas presso il Centro Arte Complutense di Madrid, Noise (evento collaterale alla 55° Biennale di Venezia) a Venezia; Digital Life 2013, presso il Macro Testaccio a Roma, Ghostbusters, Charlottenburg Museum di Copenaghen e Sound Art. Sound as a Medium of Art presso lo ZKM - Center for Art and Media di Karlsruhe.
Ufficio Stampa
Ottavia Sartini
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T. (+39) 055 661356
C. (+39) 339 3111976
Per ulteriori informazioni si prega di visitare il sito www.eduardosecci.com oppure contattare la Galleria al numero (+39) 055 283506 o scrivere a gallery@eduardosecci.com.
Si prega di partecipare alla conversazione con Eduardo Secci Contemporary con
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25
febbraio 2016
Tensioni Strutturali #1
Dal 25 febbraio al 14 maggio 2016
arte contemporanea
Location
EDUARDO SECCI CONTEMPORARY – PIAZZA GOLDONI
Firenze, Piazza Carlo Goldoni, 2, (Firenze)
Firenze, Piazza Carlo Goldoni, 2, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10:00-13:30 e 14:30-19:00
Vernissage
25 Febbraio 2016, h 18-21
Autore
Curatore