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Teonesto Deabate – Un moderno figurativo
In mostra sono ben documentate tutte le fasi più significative della ricerca dell’artista attraverso più di sessanta opere ad olio e a tempera
Comunicato stampa
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Nato a Torino nel 1898, Teonesto Deabate dimostra sin da giovanissimo di essere un artista completo. Già nei primi anni Venti, dopo aver completato gli studi presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, prende parte a numerose esposizioni; inoltre dimostra concretamente il suo interesse per le arti applicate, che lo porterà, nel 1923-24, a rivestire l'importante ruolo di direttore artistico delle Ceramiche Vittoria di Mondovì. Seguiranno numerose esperienze che dimostrano l'eclettismo dell'artista: dalla ceramica alle illustrazioni, dall'architettura al design, senza dimenticare l'attività didattica -è stato per quarant'anni docente alla facoltà di Architettura del Politecnico di Torino (disegno dal vero e scenografia), all'Accademia Albertina (decorazione) e all'Istituto " T. Rossi di Montelera" (estetica fotografica). Da sottolineare anche le prestigiose partecipazioni a manifestazioni come la Promotrice di Torino, la Biennale di Venezia, l'Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne di Monza. Proprio in omaggio alla versatilità del Maestro il Comune di Roddi offre l'opportunità di conoscere in maniera approfondita l'attività pittorica di Deabate, grazie ad un percorso artistico di sessanta opere allestito nel castello medioevale. È un'occasione per accostarsi ad una pittura che presenta atmosfere luminose e rasserenanti, caratterizzate dall'armonia fra la natura e la sensibilità dell'artista. Come scrisse Luigi Carluccio «ciò che egli dipinge è sempre qualcosa che realmente esiste; qualcosa che l'uomo guarda da sempre, con un rapporto di conoscenza e di amore che si è modificato nel tempo sotto la spinta di memorie accumulate. [...] È il mondo della realtà sensibile, quale essa appare nel chiuso dello studio del pittore, nel cerchio dei modelli consueti, nel paesaggio veduto attraverso la finestra, o trapassato, peregrinando in una febbricitante ricerca di motivi attraverso cui testimoniare le dimensioni e i colori del nostro pianeta. Nell'opera di Deabate le dimensioni sono quasi sempre affettive, le colline, il mare, la campagna; e i colori sono quelli dettati da un approccio delicatissimo attuato attraverso il filtro della luce, che li sbianca, li intenerisce, li flette come una luce di meriggio e li include in un clima trepidante, da “festa galante”, che ha un solo interprete ed attore: il vero naturale» (Gazzetta del Popolo, Torino, 11 dicembre 1971).
L'importanza del “vero naturale” viene ricordata anche dalla testimonianza dell'architetto Luca Deabate, figlio del pittore. Negli anni Sessanta il Maestro era solito viaggiare con la famiglia, non solo alla riscoperta di opere e monumenti famosi, testimonianze del passato, ma anche per trovare l'ispirazione per i suoi stessi dipinti: «Durante questi viaggi si fermava ad ammirare l'ondulazione di un prato, il colore di una montagna, la sinuosità di un golfo; erano, diceva, la ricchezza del mondo, e, dunque in quelle brevi soste si doveva trovare sempre il tempo di disegnarle ed acquerellarle, quelle ricchezze». La raffinata semplicità dei soggetti scelti dal pittore riflette la sua personalità umile, schiva, ma di elevata cultura. Visitando la mostra si può delineare un percorso che va dalla pittura anni Venti (si veda ad esempio “La tettoia”, 1927) , passando agli anni Cinquanta (“Budello di Varigotti”, 1950) e Sessanta (“Pescatore sul Po”, 1968) fino ad arrivare agli anni Settanta (“Maschere”, 1978). Il repertorio è molto vasto: paesaggi dipinti dal vero, legati alla città natale e a luoghi di vacanza; nature morte; figure nude e ritratti.
Un percorso lineare e completo, che, a ventisette anni dalla scomparsa dell'artista, dimostra la sorprendente attualità di opere moderne e senza tempo.
L'importanza del “vero naturale” viene ricordata anche dalla testimonianza dell'architetto Luca Deabate, figlio del pittore. Negli anni Sessanta il Maestro era solito viaggiare con la famiglia, non solo alla riscoperta di opere e monumenti famosi, testimonianze del passato, ma anche per trovare l'ispirazione per i suoi stessi dipinti: «Durante questi viaggi si fermava ad ammirare l'ondulazione di un prato, il colore di una montagna, la sinuosità di un golfo; erano, diceva, la ricchezza del mondo, e, dunque in quelle brevi soste si doveva trovare sempre il tempo di disegnarle ed acquerellarle, quelle ricchezze». La raffinata semplicità dei soggetti scelti dal pittore riflette la sua personalità umile, schiva, ma di elevata cultura. Visitando la mostra si può delineare un percorso che va dalla pittura anni Venti (si veda ad esempio “La tettoia”, 1927) , passando agli anni Cinquanta (“Budello di Varigotti”, 1950) e Sessanta (“Pescatore sul Po”, 1968) fino ad arrivare agli anni Settanta (“Maschere”, 1978). Il repertorio è molto vasto: paesaggi dipinti dal vero, legati alla città natale e a luoghi di vacanza; nature morte; figure nude e ritratti.
Un percorso lineare e completo, che, a ventisette anni dalla scomparsa dell'artista, dimostra la sorprendente attualità di opere moderne e senza tempo.
26
settembre 2008
Teonesto Deabate – Un moderno figurativo
Dal 26 settembre al 19 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
CASTELLO
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Orario di apertura
venerdì 15/19 - festivi e prefestivi 10/12,30 - 15/19
Vernissage
26 Settembre 2008, ore 18
Autore
Curatore