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Teresa Cinque – Fiorile
Teresa Cinque è un’artista toscana che lavora con stoffe, carte, pastelli, carte da parati, carte veline, video e fotografia.
Comunicato stampa
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Teresa Cinque è un’artista toscana che lavora con stoffe, carte, pastelli, carte da parati, carte veline, video e fotografia, per creare un mondo fittizio in cui oggetti apparentemente comuni, sedie, lampade, tavole, abiti e fiori, perdono peso e tridimensionalità, si distendono sulla parete diventando altro. Non più assediati dalla pesantezza diventano ricordo, acquistano una forza magica ed evocativa, escono dal quotidiano per trasformarsi in qualcosa di più, opere da guardare con i sensi più sottili. Sotto il visibile si cela sempre l’invisibile, ma non a tutti è dato vederlo, spesso solo gli artisti possono togliere le bende ai nostri occhi, e condurci per mano con la loro sensibilità e la loro visione più acuta, fino a illuminare la nostra quotidianità, permettendo anche a noi di vedere oltre. Sabato 16 aprile alle 18 si inaugurerà presso la galleria UfoFabrik Contemporary Art di Moena l’ultima installazione di Teresa Cinque, “Fiorile”, dove la natura si presta al colto gioco di rimandi dell’artista, trova spazio in un bosco fatto di stoffa, diventa pattern fiorito in un lampadario senza peso che come volando si è adagiato sul muro, si dilata nella ripetizione modulare dei dipinti che indagano i fiori, in un gioco fra interno ed esterno, fra natura pensata e natura reale che sboccia, profuma, invade, in un delicato colloquio fra il vero e il ricreato.
Fiorile
Secondo il calendario rivoluzionario francese Fiorile era il mese compreso fra il 19 aprile e il 20 maggio, il mese della primavera piena in cui la vita rinasce a ogni angolo, la terra si apre, i rami esplodono di fiori e foglie, la forza dei semi trasportati dal vento incrina il cemento e l’asfalto. La forza vitale porta però con sé anche un profondo turbamento, tutto rinasce da ciò che non è più e il fremito della terra rimanda a cose al di là del nostro sentire terreno. Nel XII secolo la mistica Hildegard von Bingen scriveva: “La verde forza vitale genera le gemme e dalle gemme il frutto. Le nuvole tracciano il loro cammino. La luna e le stelle risplendono di forza ignea. Dal legno secco germogliano di nuovo le gemme grazie alla forza verde. Tutte le creature hanno qualcosa di visibile e di invisibile in loro. Ciò che vediamo è solo una debole ombra; molto più potente e vitale è ciò che non si può vedere.”
Teresa Cinque ha appositamente creato per gli spazi di Ufofabrik Contemporary Art di Moena Fiorile, un’installazione in cui natura e oggettività mutano in una dimensione di sogno. Gli oggetti rappresentati, sedie, lampadari, fiori, alberi, perdono peso e tridimensionalità, diventano ricordo, acquistano una forza magica ed evocativa, escono dal quotidiano per trasformarsi in qualcosa di più, in opere da guardare con i sensi più sottili. Sotto il visibile si cela sempre l’invisibile, ma non a tutti è dato vederlo, spesso solo gli artisti possono togliere le bende ai nostri occhi, e condurci per mano con la loro sensibilità e la loro visione più acuta, fino a illuminare la nostra quotidianità permettendo anche a noi di vedere oltre. Nella parete di fondo gli alberi ritagliati in stoffa hanno perso il loro peso ma non la loro presenza evocativa, potrebbe essere il ricordo del Bosco Magico, denso dei segreti in cui credevano gli antichi, oppure il ricordo dei boschi in cui andavamo da bambini, curiosi e impauriti dai piccoli insetti, dalle foglie, dal riverbero della luce fra i rami, dai rumori inconsueti.
Nell’immagine del grande lampadario, reinventato in una silhouette di stoffe fiorite dal sapore di boudoir settecentesco, si avverte la gioia di un gioco di leggerezze che caratterizza tutta l’opera di Teresa. Il suo amore per le stoffe, i nastri, gli ornamenti tessili, per il ritagliare e il cucire con carta e stoffe richiama antichi gesti femminili che hanno ritmato l’esistenza delle donne per secoli, quando era loro concesso solo tessere, cucire, ricamare, creare con l’ago e il filo, nella calma racchiusa degli interni, nel silenzio delle celle dei conventi o nelle stanze maritali. Erede forse inconsapevole di questa conoscenza, Teresa la proietta in una dimensione totalmente contemporanea, memore della cultura artistica degli anni ’60 e ‘70 e giù fino a quelle tendenze più recenti in cui sembra rinascere il concetto filosofico greco di bellezza come bontà, armonia, proporzione. Così la bellezza dell’opera è anche generosità, sollievo per anime provate dalla fatica del mondo contemporaneo, per sguardi afflitti ogni giorno da visioni dolorose e volgari: basta osservare i piccoli dipinti di fiori, tracciati a pastello e impreziositi dal lucido medium finale che ha inventato l’artista, che li fa somigliare a smalti rinascimentali, per ritrovare questa bellezza fragile e consolatrice, non vuota estetica, ma tramite per uno sguardo oltre.
Claudia Menichini
Fiorile
Secondo il calendario rivoluzionario francese Fiorile era il mese compreso fra il 19 aprile e il 20 maggio, il mese della primavera piena in cui la vita rinasce a ogni angolo, la terra si apre, i rami esplodono di fiori e foglie, la forza dei semi trasportati dal vento incrina il cemento e l’asfalto. La forza vitale porta però con sé anche un profondo turbamento, tutto rinasce da ciò che non è più e il fremito della terra rimanda a cose al di là del nostro sentire terreno. Nel XII secolo la mistica Hildegard von Bingen scriveva: “La verde forza vitale genera le gemme e dalle gemme il frutto. Le nuvole tracciano il loro cammino. La luna e le stelle risplendono di forza ignea. Dal legno secco germogliano di nuovo le gemme grazie alla forza verde. Tutte le creature hanno qualcosa di visibile e di invisibile in loro. Ciò che vediamo è solo una debole ombra; molto più potente e vitale è ciò che non si può vedere.”
Teresa Cinque ha appositamente creato per gli spazi di Ufofabrik Contemporary Art di Moena Fiorile, un’installazione in cui natura e oggettività mutano in una dimensione di sogno. Gli oggetti rappresentati, sedie, lampadari, fiori, alberi, perdono peso e tridimensionalità, diventano ricordo, acquistano una forza magica ed evocativa, escono dal quotidiano per trasformarsi in qualcosa di più, in opere da guardare con i sensi più sottili. Sotto il visibile si cela sempre l’invisibile, ma non a tutti è dato vederlo, spesso solo gli artisti possono togliere le bende ai nostri occhi, e condurci per mano con la loro sensibilità e la loro visione più acuta, fino a illuminare la nostra quotidianità permettendo anche a noi di vedere oltre. Nella parete di fondo gli alberi ritagliati in stoffa hanno perso il loro peso ma non la loro presenza evocativa, potrebbe essere il ricordo del Bosco Magico, denso dei segreti in cui credevano gli antichi, oppure il ricordo dei boschi in cui andavamo da bambini, curiosi e impauriti dai piccoli insetti, dalle foglie, dal riverbero della luce fra i rami, dai rumori inconsueti.
Nell’immagine del grande lampadario, reinventato in una silhouette di stoffe fiorite dal sapore di boudoir settecentesco, si avverte la gioia di un gioco di leggerezze che caratterizza tutta l’opera di Teresa. Il suo amore per le stoffe, i nastri, gli ornamenti tessili, per il ritagliare e il cucire con carta e stoffe richiama antichi gesti femminili che hanno ritmato l’esistenza delle donne per secoli, quando era loro concesso solo tessere, cucire, ricamare, creare con l’ago e il filo, nella calma racchiusa degli interni, nel silenzio delle celle dei conventi o nelle stanze maritali. Erede forse inconsapevole di questa conoscenza, Teresa la proietta in una dimensione totalmente contemporanea, memore della cultura artistica degli anni ’60 e ‘70 e giù fino a quelle tendenze più recenti in cui sembra rinascere il concetto filosofico greco di bellezza come bontà, armonia, proporzione. Così la bellezza dell’opera è anche generosità, sollievo per anime provate dalla fatica del mondo contemporaneo, per sguardi afflitti ogni giorno da visioni dolorose e volgari: basta osservare i piccoli dipinti di fiori, tracciati a pastello e impreziositi dal lucido medium finale che ha inventato l’artista, che li fa somigliare a smalti rinascimentali, per ritrovare questa bellezza fragile e consolatrice, non vuota estetica, ma tramite per uno sguardo oltre.
Claudia Menichini
16
aprile 2011
Teresa Cinque – Fiorile
Dal 16 aprile al 10 maggio 2011
arte contemporanea
Location
UFOFABRIK CONTEMPORARY ART GALLERY
Moena, Strada del Marchiò, 6, (Trento)
Moena, Strada del Marchiò, 6, (Trento)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-12 e 16-19
Vernissage
16 Aprile 2011, ore 18
Autore