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Teresa Noto – Svelare la luce
La mostra raccoglie le opere pittoriche realizzate dall’artista mantovana tra il 2016 e il 2018.
Comunicato stampa
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La mostra raccoglie le opere pittoriche realizzate dall'artista mantovana tra il 2016 e il 2018.
Periodo di grande fervore compositivo coronato da inviti a mostre nazionali ed internazionali, come, per citarne alcune, la partecipazione su invito alla mostra "Donne e Madonne - La figura femminile nell'arte dal XV secolo a oggi" curata da Elio Rabbione a Palazzo Lomellini di Carmagnola e l'invito a rappresentare, assieme a altri cinque Artisti di fama, l'arte italiana contemporanea al Padiglione Italiano della 17h EXPO di Chingdu in China. Il testo in catalogo che accompagna la mostra è della storica dell'Arte Renata Casarin, Responsabile del Servizio Educativo del Polo Museale del Palazzo Ducale di Mantova.
vernissage: sabato 15 dicembre ore 18
con introduzione verbale del dottor Massimo Pirotti
catalogo a cura della storica dell'Arte Renata Casarin
allestimento: Lucia Ghirardini
**
Teresa Noto: per una linea visionaria dell’arte
di Renata Casarin
L’arte ha in sé il potere di svelare attraverso le immagini che nascono dal complesso sistema simbolico che l’artista coagula sulla pagina bianca del supporto - tela, carta che sia - l’universo mitico che abita dentro ogni uomo, anche il più inconsapevole e privo di una formazione letteraria. Teresa Noto si è assunta il compito di dispiegare di opera in opera le forme di archetipi che albergano nell’inconscio collettivo di ogni creatura umana, perché le radici del nostro esserci sono quelle su cui abbiamo costruito la casa del nostro cuore, la cui porta è spalancata sullo spazio siderale per quel rapporto tra micro e macrocosmo che sempre si rinnova e s’invera nell’esperienza quotidiana.
Ecco che l’artista costruisce un mondo popolato di creature fantastiche che si librano in cieli evanescenti, solcati da una luce azzurrina in cui sembrano dissolversi le morbide carni di divinità che incarnano il femminino, come si coglie nelle opere di Danae, di Iside svelata ma anche nei corpi danzanti delle Nike, della giovane Sciamana e nella diafana Curandera. Tutto nel lavoro di Teresa Noto è all’insegna del muliebre, per quella vocazione a dare figura e consistenza di pensiero alla donna quale creatura capace di farsi carne e di sostanziare la materia divenendone madre, vera essenza generatrice del creato, come in Mater materia. La stessa Penelope incarna l’eroina greca che non abdica a se stessa, rimanendo fedele a un amore lontano, prestando ascolto alla voce interiore che le consegnerà in premio il dono di riabbracciare il suo sposo.
Persino le costellazioni hanno la sembianza di ninfe del cielo; così Cassiopea visibile nelle notti stellate autunnali, con la sua caratteristica linea zigzagante, ha l’ardore e la bellezza della mitica regina etiope di cui porta il nome, essa arde nell’oscurità di una fiamma che anche noi sulla terra vorremmo possedere. Se non altro quello del dèsir, di quel desiderio che dovremmo far bruciare alto nei cuori e nella mente come Apollinaire scrive in L'Enchanteur pourrissant, per veder ogni giorno sorgere un sole sempre uguale eppure sempre diverso.
Sarà per questo che l’artista mantovana accoglie nella sua rêverie un’Onda luce, generata da un vortice che tutto riassorbe; così in Structure (of mind) è ancora la materia primigenia ad accamparsi salda nello spazio irrelato di un universo che crepita, per farsi strada verso la conquista della luce. Le Stelle cadenti non fanno paura, piovono sulla terra per generarla, darle una nuova sembianza, un palpito di amore.
Teresa Noto con queste immagini quasi senza approdo scava negli archetipi ma in parallelo recupera la linea romantica e simbolista dell’arte dal XIX al XX secolo, che necessariamente tange il mondo onirico con i suoi simboli, capace di costruire da Freud in avanti un diverso modo di approcciarsi alla dimensione estetica. La psicanalisi con il lavoro posto in gioco dalla rimozione e condensazione del repertorio di figure che hanno a che fare con l’ombra, ha dettato un percorso analitico dell’arte tuttora fertile nella produzione di molti sognatori di immagini.
Come in Teresa Noto, che con il suo lavoro riattraversa e rinvigorisce anche gli stilemi fattuali dei maestri che hanno abbracciato la pittura, il suo ritorno o meglio la sua persistenza visiva.
Periodo di grande fervore compositivo coronato da inviti a mostre nazionali ed internazionali, come, per citarne alcune, la partecipazione su invito alla mostra "Donne e Madonne - La figura femminile nell'arte dal XV secolo a oggi" curata da Elio Rabbione a Palazzo Lomellini di Carmagnola e l'invito a rappresentare, assieme a altri cinque Artisti di fama, l'arte italiana contemporanea al Padiglione Italiano della 17h EXPO di Chingdu in China. Il testo in catalogo che accompagna la mostra è della storica dell'Arte Renata Casarin, Responsabile del Servizio Educativo del Polo Museale del Palazzo Ducale di Mantova.
vernissage: sabato 15 dicembre ore 18
con introduzione verbale del dottor Massimo Pirotti
catalogo a cura della storica dell'Arte Renata Casarin
allestimento: Lucia Ghirardini
**
Teresa Noto: per una linea visionaria dell’arte
di Renata Casarin
L’arte ha in sé il potere di svelare attraverso le immagini che nascono dal complesso sistema simbolico che l’artista coagula sulla pagina bianca del supporto - tela, carta che sia - l’universo mitico che abita dentro ogni uomo, anche il più inconsapevole e privo di una formazione letteraria. Teresa Noto si è assunta il compito di dispiegare di opera in opera le forme di archetipi che albergano nell’inconscio collettivo di ogni creatura umana, perché le radici del nostro esserci sono quelle su cui abbiamo costruito la casa del nostro cuore, la cui porta è spalancata sullo spazio siderale per quel rapporto tra micro e macrocosmo che sempre si rinnova e s’invera nell’esperienza quotidiana.
Ecco che l’artista costruisce un mondo popolato di creature fantastiche che si librano in cieli evanescenti, solcati da una luce azzurrina in cui sembrano dissolversi le morbide carni di divinità che incarnano il femminino, come si coglie nelle opere di Danae, di Iside svelata ma anche nei corpi danzanti delle Nike, della giovane Sciamana e nella diafana Curandera. Tutto nel lavoro di Teresa Noto è all’insegna del muliebre, per quella vocazione a dare figura e consistenza di pensiero alla donna quale creatura capace di farsi carne e di sostanziare la materia divenendone madre, vera essenza generatrice del creato, come in Mater materia. La stessa Penelope incarna l’eroina greca che non abdica a se stessa, rimanendo fedele a un amore lontano, prestando ascolto alla voce interiore che le consegnerà in premio il dono di riabbracciare il suo sposo.
Persino le costellazioni hanno la sembianza di ninfe del cielo; così Cassiopea visibile nelle notti stellate autunnali, con la sua caratteristica linea zigzagante, ha l’ardore e la bellezza della mitica regina etiope di cui porta il nome, essa arde nell’oscurità di una fiamma che anche noi sulla terra vorremmo possedere. Se non altro quello del dèsir, di quel desiderio che dovremmo far bruciare alto nei cuori e nella mente come Apollinaire scrive in L'Enchanteur pourrissant, per veder ogni giorno sorgere un sole sempre uguale eppure sempre diverso.
Sarà per questo che l’artista mantovana accoglie nella sua rêverie un’Onda luce, generata da un vortice che tutto riassorbe; così in Structure (of mind) è ancora la materia primigenia ad accamparsi salda nello spazio irrelato di un universo che crepita, per farsi strada verso la conquista della luce. Le Stelle cadenti non fanno paura, piovono sulla terra per generarla, darle una nuova sembianza, un palpito di amore.
Teresa Noto con queste immagini quasi senza approdo scava negli archetipi ma in parallelo recupera la linea romantica e simbolista dell’arte dal XIX al XX secolo, che necessariamente tange il mondo onirico con i suoi simboli, capace di costruire da Freud in avanti un diverso modo di approcciarsi alla dimensione estetica. La psicanalisi con il lavoro posto in gioco dalla rimozione e condensazione del repertorio di figure che hanno a che fare con l’ombra, ha dettato un percorso analitico dell’arte tuttora fertile nella produzione di molti sognatori di immagini.
Come in Teresa Noto, che con il suo lavoro riattraversa e rinvigorisce anche gli stilemi fattuali dei maestri che hanno abbracciato la pittura, il suo ritorno o meglio la sua persistenza visiva.
15
dicembre 2018
Teresa Noto – Svelare la luce
Dal 15 al 30 dicembre 2018
arte contemporanea
Location
MAD – MANTOVA ARTE DESIGN
Mantova, via Cavour, 59, (Mantova)
Mantova, via Cavour, 59, (Mantova)
Vernissage
15 Dicembre 2018, h 18
Autore