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Terra Madre Abruzzo
Il progetto “Terra Madre Abruzzo” nasce dall’interazione tra Ministero dei Beni Culturali, Regione Abruzzo, Legambiente e Icom Italia (Comitato nazionale italiano del Concilio dei musei) che, grazie ad accordi già avviati negli anni, ha permesso di superare in poco tempo la fase di emergenza nelle attività di recupero delle opere danneggiate dal sisma e di trasformarla in progetti di valorizzazione.
Comunicato stampa
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“Terra Madre Abruzzo”:
il programma
Il progetto “Terra Madre Abruzzo” nasce dall’interazione tra Ministero dei Beni Culturali, Regione Abruzzo, Legambiente e Icom Italia (Comitato nazionale italiano del Concilio dei musei) che, grazie ad accordi già avviati negli anni, ha permesso di superare in poco tempo la fase di emergenza nelle attività di recupero delle opere danneggiate dal sisma e di trasformarla in progetti di valorizzazione.
Il percorso è iniziato lunedì 29 giugno a Teramo presso il Museo Civico Archeologico, dove sarà messa in mostra una Madonna col Bambino dei primi decenni del XV secolo: un’opera lignea di bottega d’ispirazione toscana che operò stabilmente nella città de L’Aquila. L’opera costituisce una prova tangibile delle strette relazioni che intercorsero tra la Toscana e l’Abruzzo aquilano a cavallo tra Tre e Quattrocento, ed è difatti toscano l’ambito stilistico al quale il gruppo fu relazionato per la prima volta dal Moretti.
Giovedì 2 luglio a Pescara il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara ha accolto la “Madonna del Latte” originariamente custodita nella chiesa di Santa Maria in Pantanis di Montereale: una tavola databile alla seconda metà del XIII secolo, conservata nel Museo Nazionale da venti anni. È detta “in pantanis” perché la leggenda vuole che sia stata rinvenuta, in epoca medievale, nei pressi di un acquitrino: il simbolismo dell’acqua come fertilità e maternità ritorna. Presso il museo Casa natale di Gabiele d’Annunzio è stata esposta la Madonna Adorante proveniente dalla parrocchia di Atessa e custodita nel Museo Nazionale: una statua in legno policromo e dorato risalente alla prima metà del XV secolo e alta 95 cm e originariamente parte di un presepio smembrato.
Sabato 4 luglio due statue arriveranno a Chieti: il Museo Nazionale Archeologico Villa Frigerj ospiterà la Madonna lignea, policroma in trono con Bambino risalente alla metà del XIV secolo e restaurata negli anni ’50. Posizionata al centro dello scalone monumentale, verrà posta in relazione con la statuina di kourotrophos (nutrice) in argilla, modellata a stampo, proveniente dal deposito votivo del santuario peligno di Ocriticum di Cansano (AQ) e databile attorno alla fine del IV secolo a.C. Il Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” esporrà invece la Madonna Adorante, della fine del XV secolo, originaria della chiesa di San Panfilo a Spoltore. La statua sarà nella Sala dei Frontoni, in prossimità della statua di una divinità matronale in trono proveniente da Lucus Angitiae e risalente al periodo repubblicano, per metterne in evidenza le fattezze straordinariamente simili e rafforzare così la sacralità insita nel territorio.
L’11 luglio alle 19,00 il percorso avrà una sorta di intermezzo musicale presso il Museo Preistorico di Celano Paludi, per indurre i visitatori a riflettere con il concerto Opera “03.32”, composto per l’occasione da Francesco Traversi per ottoni e che verrà interpretato dalla Italian Brass Ensemble diretta dal Maestro Luca Benucci.
Dal 18 luglio il Museo per l’Arte e l’Archeologia del Vastese a San Buono (Ch) accoglierà una Madonna col Bambino del X V secolo in legno intagliato e policromato, proveniente dalla chiesa di S. Margherita a L’Aquila.
Il 25 luglio, infine, la Fondazione Museo Michetti a Francavilla al mare (Ch) ospiterà una “Madonna delle concanelle” del 1262, la più antica opera firmata del Duecento scolpita in terra d’Abruzzo e che probabilmente veniva esposta in occasione di feste religiose.
«Il tema della Madonna in Abruzzo – spiega Antonella Nonnis, curatrice dell’allestimento e coordinatrice delle squadre di recupero di Legambiente in Abruzzo – riconduce idealmente al concetto preistorico di Magna Mater, simbolo di origine primordiale, vita, fertilità: un chiaro intento di rinascita dell’Abruzzo dopo il grave colpo inferto dal sisma».
«Iniziative di queste ampie dimensioni, in cui istituzioni e realtà di diversa matrice si incontrano con un obiettivo comune, meritano il massimo apprezzamento – spiega Mauro Di Dalmazio, assessore alla cultura della Regione Abruzzo – Intendiamo favorire il ritorno di un turismo culturale che dopo il sisma ha subito un duro colpo, invitando tutta l’Italia a visitare i musei del territorio».
«Terra Madre Abruzzo si propone come un tentativo di ricucire un tessuto formato da tanti piccoli elementi che vanno a comporre la storia artistica e culturale della Regione – aggiunge Anna Maria Reggiani, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo – Non a caso, la serie di Madonne con Bambino in mostra presentano un forte richiamo alla terra abruzzese e al suo passato».
«Questo progetto – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente – rappresenta un segnale di speranza per uscire dall’emergenza e una forte testimonianza del ruolo dell’identità nella ricostruzione. Dobbiamo ridare protagonismo ai sindaci, uscire dalle logiche dell'emergenza per condividere e approfondire con tutti i soggetti istituzionali, sociali, imprenditoriali, creditizi, associativi e culturali, un Patto per la ricostruzione che ponga al centro un'idea forte e moderna di territorio, libera dalla speculazione e capace di individuare i settori dell'innovazione, i criteri di qualità e i percorsi progettuali tangibili che diano nuova speranza ai cittadini di questi territori».
«In un tempo e in un mondo in cui il senso stesso delle mostre sembra essersi smarrito nella ricerca sempre più affannosa dell’evento mediatico e della spettacolarità a tutti i costi – spiega Daniele Lupo Jalla, presidente dell’ICOM Italia – Terra Madre Abruzzo presenta invece tutte le caratteristiche delle esposizioni che vorremmo. Ha sede nei musei, è una mostra diffusa sull’intero territorio regionale, nasce come proposta meditata e seguita dai direttori delle istituzioni culturali coinvolte e da una scelta di opere che, nel ricordare lo straordinario patrimonio presente in Abruzzo e le ferite e le perdite che esso ha subito insieme alla popolazione per il terremoto, guarda avanti».
Al termine della manifestazione, con l'allestimento di un laboratorio aperto al pubblico presso il museo preistorico di Celano Paludi, le statue della Vergine saranno restaurate a cura della Soprintendenza regionale con il supporto scientifico dell'ICOM Italia, mentre Legambiente curerà la gestione didattica del laboratorio che sarà quindi aperto anche alle scuole, in previsione del successivo trasferimento delle statue verso la comunità museale internazionale coinvolta dall'ICOM (http://icom.museum/disaster_relief/news.html). Il restauro di un’opera è stato reso possibile grazie all’iniziativa “Cento Artisti per L’Aquila” con parte del contributo raccolto nell’asta tenutasi lo scorso 27 maggio a Pescara.
il programma
Il progetto “Terra Madre Abruzzo” nasce dall’interazione tra Ministero dei Beni Culturali, Regione Abruzzo, Legambiente e Icom Italia (Comitato nazionale italiano del Concilio dei musei) che, grazie ad accordi già avviati negli anni, ha permesso di superare in poco tempo la fase di emergenza nelle attività di recupero delle opere danneggiate dal sisma e di trasformarla in progetti di valorizzazione.
Il percorso è iniziato lunedì 29 giugno a Teramo presso il Museo Civico Archeologico, dove sarà messa in mostra una Madonna col Bambino dei primi decenni del XV secolo: un’opera lignea di bottega d’ispirazione toscana che operò stabilmente nella città de L’Aquila. L’opera costituisce una prova tangibile delle strette relazioni che intercorsero tra la Toscana e l’Abruzzo aquilano a cavallo tra Tre e Quattrocento, ed è difatti toscano l’ambito stilistico al quale il gruppo fu relazionato per la prima volta dal Moretti.
Giovedì 2 luglio a Pescara il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara ha accolto la “Madonna del Latte” originariamente custodita nella chiesa di Santa Maria in Pantanis di Montereale: una tavola databile alla seconda metà del XIII secolo, conservata nel Museo Nazionale da venti anni. È detta “in pantanis” perché la leggenda vuole che sia stata rinvenuta, in epoca medievale, nei pressi di un acquitrino: il simbolismo dell’acqua come fertilità e maternità ritorna. Presso il museo Casa natale di Gabiele d’Annunzio è stata esposta la Madonna Adorante proveniente dalla parrocchia di Atessa e custodita nel Museo Nazionale: una statua in legno policromo e dorato risalente alla prima metà del XV secolo e alta 95 cm e originariamente parte di un presepio smembrato.
Sabato 4 luglio due statue arriveranno a Chieti: il Museo Nazionale Archeologico Villa Frigerj ospiterà la Madonna lignea, policroma in trono con Bambino risalente alla metà del XIV secolo e restaurata negli anni ’50. Posizionata al centro dello scalone monumentale, verrà posta in relazione con la statuina di kourotrophos (nutrice) in argilla, modellata a stampo, proveniente dal deposito votivo del santuario peligno di Ocriticum di Cansano (AQ) e databile attorno alla fine del IV secolo a.C. Il Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” esporrà invece la Madonna Adorante, della fine del XV secolo, originaria della chiesa di San Panfilo a Spoltore. La statua sarà nella Sala dei Frontoni, in prossimità della statua di una divinità matronale in trono proveniente da Lucus Angitiae e risalente al periodo repubblicano, per metterne in evidenza le fattezze straordinariamente simili e rafforzare così la sacralità insita nel territorio.
L’11 luglio alle 19,00 il percorso avrà una sorta di intermezzo musicale presso il Museo Preistorico di Celano Paludi, per indurre i visitatori a riflettere con il concerto Opera “03.32”, composto per l’occasione da Francesco Traversi per ottoni e che verrà interpretato dalla Italian Brass Ensemble diretta dal Maestro Luca Benucci.
Dal 18 luglio il Museo per l’Arte e l’Archeologia del Vastese a San Buono (Ch) accoglierà una Madonna col Bambino del X V secolo in legno intagliato e policromato, proveniente dalla chiesa di S. Margherita a L’Aquila.
Il 25 luglio, infine, la Fondazione Museo Michetti a Francavilla al mare (Ch) ospiterà una “Madonna delle concanelle” del 1262, la più antica opera firmata del Duecento scolpita in terra d’Abruzzo e che probabilmente veniva esposta in occasione di feste religiose.
«Il tema della Madonna in Abruzzo – spiega Antonella Nonnis, curatrice dell’allestimento e coordinatrice delle squadre di recupero di Legambiente in Abruzzo – riconduce idealmente al concetto preistorico di Magna Mater, simbolo di origine primordiale, vita, fertilità: un chiaro intento di rinascita dell’Abruzzo dopo il grave colpo inferto dal sisma».
«Iniziative di queste ampie dimensioni, in cui istituzioni e realtà di diversa matrice si incontrano con un obiettivo comune, meritano il massimo apprezzamento – spiega Mauro Di Dalmazio, assessore alla cultura della Regione Abruzzo – Intendiamo favorire il ritorno di un turismo culturale che dopo il sisma ha subito un duro colpo, invitando tutta l’Italia a visitare i musei del territorio».
«Terra Madre Abruzzo si propone come un tentativo di ricucire un tessuto formato da tanti piccoli elementi che vanno a comporre la storia artistica e culturale della Regione – aggiunge Anna Maria Reggiani, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici d'Abruzzo – Non a caso, la serie di Madonne con Bambino in mostra presentano un forte richiamo alla terra abruzzese e al suo passato».
«Questo progetto – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente – rappresenta un segnale di speranza per uscire dall’emergenza e una forte testimonianza del ruolo dell’identità nella ricostruzione. Dobbiamo ridare protagonismo ai sindaci, uscire dalle logiche dell'emergenza per condividere e approfondire con tutti i soggetti istituzionali, sociali, imprenditoriali, creditizi, associativi e culturali, un Patto per la ricostruzione che ponga al centro un'idea forte e moderna di territorio, libera dalla speculazione e capace di individuare i settori dell'innovazione, i criteri di qualità e i percorsi progettuali tangibili che diano nuova speranza ai cittadini di questi territori».
«In un tempo e in un mondo in cui il senso stesso delle mostre sembra essersi smarrito nella ricerca sempre più affannosa dell’evento mediatico e della spettacolarità a tutti i costi – spiega Daniele Lupo Jalla, presidente dell’ICOM Italia – Terra Madre Abruzzo presenta invece tutte le caratteristiche delle esposizioni che vorremmo. Ha sede nei musei, è una mostra diffusa sull’intero territorio regionale, nasce come proposta meditata e seguita dai direttori delle istituzioni culturali coinvolte e da una scelta di opere che, nel ricordare lo straordinario patrimonio presente in Abruzzo e le ferite e le perdite che esso ha subito insieme alla popolazione per il terremoto, guarda avanti».
Al termine della manifestazione, con l'allestimento di un laboratorio aperto al pubblico presso il museo preistorico di Celano Paludi, le statue della Vergine saranno restaurate a cura della Soprintendenza regionale con il supporto scientifico dell'ICOM Italia, mentre Legambiente curerà la gestione didattica del laboratorio che sarà quindi aperto anche alle scuole, in previsione del successivo trasferimento delle statue verso la comunità museale internazionale coinvolta dall'ICOM (http://icom.museum/disaster_relief/news.html). Il restauro di un’opera è stato reso possibile grazie all’iniziativa “Cento Artisti per L’Aquila” con parte del contributo raccolto nell’asta tenutasi lo scorso 27 maggio a Pescara.
29
giugno 2009
Terra Madre Abruzzo
Dal 29 giugno al 30 settembre 2009
arte antica
serata - evento
serata - evento
Location
MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO
Teramo, Via Melchiorre Delfico, 30, (Teramo)
Teramo, Via Melchiorre Delfico, 30, (Teramo)