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TERRE NUOVE. Paesaggi di Bonifica nel Veneto Orientale
La mostra indaga la rappresentazione fotografica ed artistica che ha accompagnato la formazione di “Nuova Terra” conquistata alla palude, una vera epopea che le ha dato forma visiva ed estetica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Torre di Mosto, con il Patrocinio
della Regione Veneto e del Comune di San Donà di Piave e grazie al sostegno della Fondazione
Comunitaria “Terra d’acqua”.
Un nuovo paesaggio italiano si è creato a partire dall’Unità d’Italia sino alla prima metà del
Novecento, frutto dell’ enorme intervento ambientale conosciuto come Bonifica integrale.
Dal 1861 sino allo scoppio della seconda guerra mondiale l’intervento ha riguardato oltre 5 milioni
di ettari di territorio agrario, distribuiti su terreni pianeggianti e a ridosso delle coste di quasi tutta la
penisola e delle isole.
All’interno dell’intervento generale, particolare importanza ha avuto il recupero ad uso produttivo
di un terreno prima totalmente sommerso dalle paludi, normalmente collocato sotto il livello del
mare: si tratta di oltre 600.000 Ha, distribuiti soprattutto tra Friuli, Veneto e d Emilia Romagna.
Di questa nuova terra emersa dalla palude, circa 100.000 ha si trovano nel Veneto Orientale, la
metà dei quali nel territorio del Basso Piave.
Questo territorio emerso da fine ‘800 dalle acque basse della palude, si è formato quasi
integralmente nei suoi segni fisici e spaziali, nella sua struttura produttiva, nel suo paesaggio,
all’interno del processo della Bonifica integrale.
Per questo pensiamo che la ricerca condotta in questa mostra sul paesaggio del Basso Piave, dal
momento della sua nascita alla sua forma compiuta, sia emblematica rispetto all’intero paesaggio
italiano della Bonifica novecentesca; ad esso implicitamente l’esposizione costantemente rinvia, ad
esso ricorre per il suo sfondo.
Questa mostra indaga la rappresentazione fotografica ed artistica che ha accompagnato il processo
della formazione di questa “nuova terra”, conquistata alla palude, una vera epopea che le ha dato
forma visiva ed estetica
L’esposizione si sviluppa in due sezioni.
La sezione fotografica presenta la riproduzione di oltre 120 fotografie del periodo compreso tra il
1900 e il 1950, provenienti dal Fondo fotografico del Museo della Bonifica di San Donà di Piave,
frutto di una donazione dei Consorzi di Bonifica del Basso Piave.
Esse riportano gli scatti di fotografi appositamente incaricati dai Consorzi di fissare visivamente il
prima, durante e dopo del grande intervento con lo scopo di rendicontare ai proprietari terrieri e allo
Stato italiano, che in gran parte finanziò la Bonifica, l’efficacia della stessa.
Del Fondo sono state scelte soprattutto le foto che documentano prima il Cantiere di paesaggio, che
nello spazio vuoto della palude costruì una rete fittissima di canali artificiali, di idrovore, di ponti,
di strade poderali, di case, animando lo spazio vuoto con decine di migliaia di uomini e di imprese;
poi, tolte le “impalcature” della costruzione, ecco apparire le geometrie della terra nuova e le grandi
vedute del paesaggi agrario; concludono la rassegna le immagini riguardanti il lavoro di uomini e
donne nelle campagne intenti ad arare, seminare, raccogliere i frutti della fabbrica-campagna.
La sezione artistica presenta oltre 70 dipinti, dall’immediato secondo dopoguerra sino al tempo
presente.
Gli artisti, che questa terra ha avuto la fortuna di avere in folto numero, si sono formati a Venezia, a
contatto con la temperie artistica e culturale della città e dei suoi istituti dal secondo dopoguerra ad
oggi.
Le opere selezionate narrano il romanzo visivo del rapporto sentimentale e culturale tra la società
del Basso Piave e la natura-artificio che la circonda.
Marusso, Galletti, Rorato, Bertacco, Pancino, Silvano Callegher sono interni all’armonia del
paesaggio appena creato, colmo dell’energia del nuovo, della sua carica di ottimismo, di speranza
per il futuro.
Il visibile paesaggio magnificava insieme la forza dell’uomo che l’aveva inventato dal nulla della
palude e, insieme, la sua capacità di costruire nel paesaggio bellezza di geometrie, di architetture, di
colore. Nel paesaggio dipinto si riflette il momento della piena armonia tra uomo e natura-artificio
da lui giornalmente vissuta ed amata. Questi armonia fissano i pittori, quasi icone di un idillio.
Negli anni 60 e ’70 la campagna si spopola radicalmente in tempi brevissimi; la natura, prima viva
di presenze umane, diviene silenziosa.
Case vuote, campi deserti; nelle grandi e piccole proprietà scompaiono fossi, siepi, alberi; il diserbo
uccide rane, pesci, allontana gli uccelli.
La natura artificio non più praticata, non più giornalmente vissuta, diviene estranea; nella società,
appena un momento prima immersa nei suoi riti agricoli, si crea il sentimento di una perdita, di una
estraneità, di una lontananza.
Pavan, Magnolato, De Cesare, e, più recentemente, Polita, Nico Callegher, Di Venere, Trevisan,
David e Cesca investigano con esiti diversi questo mutamento sentimentale e percettivo con cui si
osserva il visibile, accentuandone di volta in volta il dramma, l’inquietudine, l’eco memoriale, sino
ad arrivare a usare la natura come oggetto, puro materiale per presentare giochi di cromie, emersione
di forme silenziose, oggetti metafisici, mappe puramente mentali.
L’impresa della Bonifica ha portato alla costruzione del Museo della Bonifica di San Donà di Piave;
nel catalogo presente in mostra due importanti saggi forniscono, per gli specialisti e per i cittadini
interessati a questo enorme intervento ambientale, utili informazioni sui fondi librari e fotografici di
importanza nazionale in esso presenti e consultabili
della Regione Veneto e del Comune di San Donà di Piave e grazie al sostegno della Fondazione
Comunitaria “Terra d’acqua”.
Un nuovo paesaggio italiano si è creato a partire dall’Unità d’Italia sino alla prima metà del
Novecento, frutto dell’ enorme intervento ambientale conosciuto come Bonifica integrale.
Dal 1861 sino allo scoppio della seconda guerra mondiale l’intervento ha riguardato oltre 5 milioni
di ettari di territorio agrario, distribuiti su terreni pianeggianti e a ridosso delle coste di quasi tutta la
penisola e delle isole.
All’interno dell’intervento generale, particolare importanza ha avuto il recupero ad uso produttivo
di un terreno prima totalmente sommerso dalle paludi, normalmente collocato sotto il livello del
mare: si tratta di oltre 600.000 Ha, distribuiti soprattutto tra Friuli, Veneto e d Emilia Romagna.
Di questa nuova terra emersa dalla palude, circa 100.000 ha si trovano nel Veneto Orientale, la
metà dei quali nel territorio del Basso Piave.
Questo territorio emerso da fine ‘800 dalle acque basse della palude, si è formato quasi
integralmente nei suoi segni fisici e spaziali, nella sua struttura produttiva, nel suo paesaggio,
all’interno del processo della Bonifica integrale.
Per questo pensiamo che la ricerca condotta in questa mostra sul paesaggio del Basso Piave, dal
momento della sua nascita alla sua forma compiuta, sia emblematica rispetto all’intero paesaggio
italiano della Bonifica novecentesca; ad esso implicitamente l’esposizione costantemente rinvia, ad
esso ricorre per il suo sfondo.
Questa mostra indaga la rappresentazione fotografica ed artistica che ha accompagnato il processo
della formazione di questa “nuova terra”, conquistata alla palude, una vera epopea che le ha dato
forma visiva ed estetica
L’esposizione si sviluppa in due sezioni.
La sezione fotografica presenta la riproduzione di oltre 120 fotografie del periodo compreso tra il
1900 e il 1950, provenienti dal Fondo fotografico del Museo della Bonifica di San Donà di Piave,
frutto di una donazione dei Consorzi di Bonifica del Basso Piave.
Esse riportano gli scatti di fotografi appositamente incaricati dai Consorzi di fissare visivamente il
prima, durante e dopo del grande intervento con lo scopo di rendicontare ai proprietari terrieri e allo
Stato italiano, che in gran parte finanziò la Bonifica, l’efficacia della stessa.
Del Fondo sono state scelte soprattutto le foto che documentano prima il Cantiere di paesaggio, che
nello spazio vuoto della palude costruì una rete fittissima di canali artificiali, di idrovore, di ponti,
di strade poderali, di case, animando lo spazio vuoto con decine di migliaia di uomini e di imprese;
poi, tolte le “impalcature” della costruzione, ecco apparire le geometrie della terra nuova e le grandi
vedute del paesaggi agrario; concludono la rassegna le immagini riguardanti il lavoro di uomini e
donne nelle campagne intenti ad arare, seminare, raccogliere i frutti della fabbrica-campagna.
La sezione artistica presenta oltre 70 dipinti, dall’immediato secondo dopoguerra sino al tempo
presente.
Gli artisti, che questa terra ha avuto la fortuna di avere in folto numero, si sono formati a Venezia, a
contatto con la temperie artistica e culturale della città e dei suoi istituti dal secondo dopoguerra ad
oggi.
Le opere selezionate narrano il romanzo visivo del rapporto sentimentale e culturale tra la società
del Basso Piave e la natura-artificio che la circonda.
Marusso, Galletti, Rorato, Bertacco, Pancino, Silvano Callegher sono interni all’armonia del
paesaggio appena creato, colmo dell’energia del nuovo, della sua carica di ottimismo, di speranza
per il futuro.
Il visibile paesaggio magnificava insieme la forza dell’uomo che l’aveva inventato dal nulla della
palude e, insieme, la sua capacità di costruire nel paesaggio bellezza di geometrie, di architetture, di
colore. Nel paesaggio dipinto si riflette il momento della piena armonia tra uomo e natura-artificio
da lui giornalmente vissuta ed amata. Questi armonia fissano i pittori, quasi icone di un idillio.
Negli anni 60 e ’70 la campagna si spopola radicalmente in tempi brevissimi; la natura, prima viva
di presenze umane, diviene silenziosa.
Case vuote, campi deserti; nelle grandi e piccole proprietà scompaiono fossi, siepi, alberi; il diserbo
uccide rane, pesci, allontana gli uccelli.
La natura artificio non più praticata, non più giornalmente vissuta, diviene estranea; nella società,
appena un momento prima immersa nei suoi riti agricoli, si crea il sentimento di una perdita, di una
estraneità, di una lontananza.
Pavan, Magnolato, De Cesare, e, più recentemente, Polita, Nico Callegher, Di Venere, Trevisan,
David e Cesca investigano con esiti diversi questo mutamento sentimentale e percettivo con cui si
osserva il visibile, accentuandone di volta in volta il dramma, l’inquietudine, l’eco memoriale, sino
ad arrivare a usare la natura come oggetto, puro materiale per presentare giochi di cromie, emersione
di forme silenziose, oggetti metafisici, mappe puramente mentali.
L’impresa della Bonifica ha portato alla costruzione del Museo della Bonifica di San Donà di Piave;
nel catalogo presente in mostra due importanti saggi forniscono, per gli specialisti e per i cittadini
interessati a questo enorme intervento ambientale, utili informazioni sui fondi librari e fotografici di
importanza nazionale in esso presenti e consultabili
25
giugno 2011
TERRE NUOVE. Paesaggi di Bonifica nel Veneto Orientale
Dal 25 giugno all'undici settembre 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL PAESAGGIO
Torre Di Mosto, Località Boccafossa, (Venezia)
Torre Di Mosto, Località Boccafossa, (Venezia)
Orario di apertura
venerdì e sabato ore 16.00/19.00
domenica 10.00 / 12.00 – 16.00/19.00
altri giorni su prenotazione
Vernissage
25 Giugno 2011, ore 18
Editore
CICERO
Autore