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Terry May – Notte e Nebbia (Nacht und Nebel)
Notte e Nebbia è una mostra sull’identità. Riecheggia lontano l’incipit dell’Amleto. Shakespeare delinea, dalla prima battuta, “chi è là?”, la questione.
Comunicato stampa
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Notte e Nebbia è una mostra sull'identità. Riecheggia lontano l'incipit dell'Amleto. Shakespeare delinea dalla prima battuta, "chi è là?", la questione.
L'altra sera mentre passeggio con i miei cani noto due ragazzi che puntano con la macchina fotografica il cornicione della sede di Architettura. E' notte, una notte limpida. Forse mai mi ero spinta così in alto su quella parete con lo sguardo. C'era qualcosa di attraente per l'obiettivo e non l'avevo mai visto. Eppure ci passo tutti i giorni da lì. E poi la rivelazione. Il mirino è puntato sui loro volti. E così ecco la nebbia. Il bisogno ossessivo di essere. Immortalarsi. Auto-ritrarsi.
L'identità vacilla.
Allora soltanto uno scatto e un altro e un altro ancora possono fermarla. Delinearla. Vedersi. Essere visti. Manco si fosse degli spettri. Inquadrarsi, e riprendersi in quel "chi è là?"
Notte e nebbia è un'esposizione sul "chi è chi": è una mostra su una leggenda metropolitana, una delle più terrificanti. Ed è una mostra su una storia vera, una delle più terrificanti.
Ho faticato molto nel rivedere le immagini di quel periodo storico. Mentre studiavo per documentarmi sul web ero al contempo bombardata da un'infinità di stupide immagini attuali.
La fatica è stata anche nel capire come, in che modo, in quale forma pittorica avrei potuto trasferire nelle opere tutti questi significati.
E infine l'ho dedotto e immesso in un'unica opera:"Notte e Nebbia". Da vedere.
Cenni storici. Adolf Hitler, pratica l'acquerello, e ha un pastore tedesco di nome Blondi. Forse è un esaltato, forse un economista, forse un pazzo, chissà, certo un criminale. Un criminale che ama ascoltare la musica.
Sentendo un pezzo di Richard Wagner (L'oro del Reno) gli balena l'idea di un Decreto Legge. Gli viene in mente che le persone possono sparire, e tante ne farà sparire. Nasce così Nacht und Nebel. In Wagner Alberich indossando l'elmo magico si trasforma in una colonna di fumo e scompare cantando "Nacht und Nebel, niemand gleich", ovvero, Notte e Nebbia, (non c'è) più nessuno.
Rispetto agli altri prigionieri politici e ai deportati Chi è preso nella Notte e nella Nebbia "sparisce". Tutto vero. Non c'è più nessuno. Il prigioniero è privato di identità. Non un numero, non un nome. Una giacca grigio scuro e due lettere bianche segnate su di essa: NN. Tanti e tanti NN.
"Chi è là?" si domanda Shakespeare nell'Amleto.
Per l'esposizione Notte e Nebbia la domanda è anche "Chi è qua?" e "Chi è Chi?"
La storia si ripete. L'identità è tutto ciò che si è. Tutto ciò che si ha anche. Imprescindibile dalla vita.
Notte e Nebbia, quella notte e nebbia nazista, non è finita. Mutati gli usi e i costumi ma sempre e ancora Notte e Nebbia è.
Di fondo Chi reca fastidio ad un sistema basato essenzialmente sull'economia, che sia democratico o dittatoriale, è da eliminare.
I modi sono tanti per togliere di mezzo l'individualità, la personalità, tutto ciò che fa di un essere quell'essere e non un altro.
I regimi usano i mezzi coatti, bruti, si ragiona alla vecchia maniera, in stile Hitler o come nel film Garage Olimpo di Marco Bechis.
Le democrazie, ipocrite e regolate dal volemose bene, hanno metodi subdoli. Incantano. Ne sa qualcosa l'Italia, la Repubblica fondata, tra l'altro, sulle anti-rivoluzioni (nel senso che non se ne sono mai fatte) e sulle televisioni. Come si potrebbe avere il controllo di tante teste se fossero tutte differenti?
La sparizione dell'individuo non avviene in un campo di concentramento ma "concentrandolo" su altri fronti, tramite le caramelle, i dolcetti, gli scherzetti, la dolce vita, niente di cattivo, qualche sedativo, qualche antidepressivo, niente di male, egli è innanzitutto un utente, un acquirente, un consumatore. Egli è Notte ed egli è Nebbia.
Ed eccolo il bisogno ossessivo di ritrarsi, essere, ritrarsi ancora, essere.
To be: that is the question.
"Chi è là?"
L'altra sera mentre passeggio con i miei cani noto due ragazzi che puntano con la macchina fotografica il cornicione della sede di Architettura. E' notte, una notte limpida. Forse mai mi ero spinta così in alto su quella parete con lo sguardo. C'era qualcosa di attraente per l'obiettivo e non l'avevo mai visto. Eppure ci passo tutti i giorni da lì. E poi la rivelazione. Il mirino è puntato sui loro volti. E così ecco la nebbia. Il bisogno ossessivo di essere. Immortalarsi. Auto-ritrarsi.
L'identità vacilla.
Allora soltanto uno scatto e un altro e un altro ancora possono fermarla. Delinearla. Vedersi. Essere visti. Manco si fosse degli spettri. Inquadrarsi, e riprendersi in quel "chi è là?"
Notte e nebbia è un'esposizione sul "chi è chi": è una mostra su una leggenda metropolitana, una delle più terrificanti. Ed è una mostra su una storia vera, una delle più terrificanti.
Ho faticato molto nel rivedere le immagini di quel periodo storico. Mentre studiavo per documentarmi sul web ero al contempo bombardata da un'infinità di stupide immagini attuali.
La fatica è stata anche nel capire come, in che modo, in quale forma pittorica avrei potuto trasferire nelle opere tutti questi significati.
E infine l'ho dedotto e immesso in un'unica opera:"Notte e Nebbia". Da vedere.
Cenni storici. Adolf Hitler, pratica l'acquerello, e ha un pastore tedesco di nome Blondi. Forse è un esaltato, forse un economista, forse un pazzo, chissà, certo un criminale. Un criminale che ama ascoltare la musica.
Sentendo un pezzo di Richard Wagner (L'oro del Reno) gli balena l'idea di un Decreto Legge. Gli viene in mente che le persone possono sparire, e tante ne farà sparire. Nasce così Nacht und Nebel. In Wagner Alberich indossando l'elmo magico si trasforma in una colonna di fumo e scompare cantando "Nacht und Nebel, niemand gleich", ovvero, Notte e Nebbia, (non c'è) più nessuno.
Rispetto agli altri prigionieri politici e ai deportati Chi è preso nella Notte e nella Nebbia "sparisce". Tutto vero. Non c'è più nessuno. Il prigioniero è privato di identità. Non un numero, non un nome. Una giacca grigio scuro e due lettere bianche segnate su di essa: NN. Tanti e tanti NN.
"Chi è là?" si domanda Shakespeare nell'Amleto.
Per l'esposizione Notte e Nebbia la domanda è anche "Chi è qua?" e "Chi è Chi?"
La storia si ripete. L'identità è tutto ciò che si è. Tutto ciò che si ha anche. Imprescindibile dalla vita.
Notte e Nebbia, quella notte e nebbia nazista, non è finita. Mutati gli usi e i costumi ma sempre e ancora Notte e Nebbia è.
Di fondo Chi reca fastidio ad un sistema basato essenzialmente sull'economia, che sia democratico o dittatoriale, è da eliminare.
I modi sono tanti per togliere di mezzo l'individualità, la personalità, tutto ciò che fa di un essere quell'essere e non un altro.
I regimi usano i mezzi coatti, bruti, si ragiona alla vecchia maniera, in stile Hitler o come nel film Garage Olimpo di Marco Bechis.
Le democrazie, ipocrite e regolate dal volemose bene, hanno metodi subdoli. Incantano. Ne sa qualcosa l'Italia, la Repubblica fondata, tra l'altro, sulle anti-rivoluzioni (nel senso che non se ne sono mai fatte) e sulle televisioni. Come si potrebbe avere il controllo di tante teste se fossero tutte differenti?
La sparizione dell'individuo non avviene in un campo di concentramento ma "concentrandolo" su altri fronti, tramite le caramelle, i dolcetti, gli scherzetti, la dolce vita, niente di cattivo, qualche sedativo, qualche antidepressivo, niente di male, egli è innanzitutto un utente, un acquirente, un consumatore. Egli è Notte ed egli è Nebbia.
Ed eccolo il bisogno ossessivo di ritrarsi, essere, ritrarsi ancora, essere.
To be: that is the question.
"Chi è là?"
03
ottobre 2014
Terry May – Notte e Nebbia (Nacht und Nebel)
Dal 03 al 30 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
TERRY MAY HOME GALLERY
Ferrara, Via Porta San Pietro, 56, (Ferrara)
Ferrara, Via Porta San Pietro, 56, (Ferrara)
Orario di apertura
Su appuntamento - Phone 320.9019.341
Vernissage
3 Ottobre 2014, 18.00
Autore
Curatore